Il Garante di un Prestito, tutto su questa figura

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Parliamo in maniera approfondita e completa della figura del garante del prestito, colui che così spesso risulta essere fondamentale nella richiesta di finanziamento e fa la differenza tra il successo e il rifiuto della stessa.

Gli obblighi del garante

Prima di tutto affrontiamo l’argomento garante dal punto di vista dei suoi obblighi verso la banca.

In sostanza, qualora il debitore non paghi il suo debito, l’istituto di credito può rivolgersi al garante per riavere quanto dovuto.

Egli, essendosi impegnato in maniera formale con una firma sul contratto di finanziamento, non può esimersi dal pagare quanto richiesto pena tutta una serie di spiacevoli conseguenze.

Garante, o co-obbligato: quando è necessario?

Quali sono i casi in cui è obbligatorio avere un garante, o coobbligato, per poter avere accesso ad un prestito?

  1. Se il contratto di lavoro è inferiore, come durata, rispetto a quella del contratto di prestito (leggi anche i prestiti a tempo determinato)
  2. Se il reddito mensile è basso
  3. Se si ha già un altro prestito personale in corso (leggi anche i prestiti per consolidamento debiti);
  4. Se si hanno delle segnalazioni al CRIF come cattivo pagatore (leggi anche i prestiti per cattivi pagatori).

Garante, o co-obbligato: quando NON è necessario?

Se si ricade in una delle condizioni descritte in precedenza, l’unico caso in cui non è necessario avere un coobbligato è quando si è un lavoratore dipendente a tempo indeterminato, o un pensionato, e si riesce ad ottenere un prestito con la cessione del quinto, che permette di portare in detrazione la rata mensile da rimborsare direttamente dallo stipendio o dalla pensione netta.

La cessione del quinto è un tipo di prestito la cui rata viene pagata tramite una detrazione dell’importo dovuto dalla retribuzione mensile, pertanto è il datore di lavoro o l’ente pensionistico che si occupano di effettuare il versamento. Questo, in aggiunta al fatto che la cessione richiede come garanzia il TFR, permette a tutti (anche cattivi pagatori e protestati) di ottenere credito.

Quando si parla di cessione del quinto, il datore di lavoro non si può rifiutare di pagare le rate in favore del suo dipendente. Solo nel caso in cui subentri un prestito delega, cioè un prestito in cui l’importo della rata periodica è pari a 2/5 dello stipendio mensile, è possibile per il datore di lavoro apporre un rifiuto.

La cessione del quinto può essere richiesta dietro presentazione della busta paga e del contratto di lavoro, oppure del cedolino della pensione per tutti i pensionati. In aggiunta occorre presentare un documento d’identità (passaporto o carta di identità) in corso di validità.

Se il garante non paga cosa succede?

E’ questa la domanda che in tante persone si fanno in rete. C’è chi ha firmato da garante per l’ex fidanzato e oggi avrebbe desiderato non farlo, chi ha invece firmato per un parente in difficoltà, ecc. Le strade che portano una persona a firmare da garante sono tante.

Dal momento in cui il debitore non paga, la banca chiede i soldi al garante. Ma cosa succede se anche lui non paga?

In automatico scatta la segnalazione come cattivo pagatore, anche per il garante.

La strada per uscirne, poi, sarebbe alquanto lunga e tortuosa e passerebbe per le tempistiche minime di cancellazione dal registro dei cattivi pagatori.

E’ per questo motivo che, prima di firmare come garante bisognerebbe pensarci per bene ed essere certi che la persona che si andrà a garantire non possa giocare qualche “brutto scherzo”.

La caratteristiche dell’intervento del garante: straordinarietà e accessorietà

Dato che ci sono arrivate diverse domande di chiarificazione sul ruolo di un garante di un prestito, approfondiamo le due caratteristiche principali legate a questa figura.

Prima di tutto si parla di straordinarietà per indicare che l’intervento del garante deve (o dovrebbe) essere “una tantum” per tutta la durata del finanziamento.

Facciamo un esempio reale. Sottoscrivo un prestito per acquistare un’auto, lo scelgo della durata di 24 mesi e inizio a pagare regolarmente le rate.

Se non posso pagare la decima rata chiedo al garante di farlo per me, egli deve obbligatoriamente provvedere (altrimenti ci sono tutta una serie di rischi del garante) e poi potrà rifarsi su di me per riavere la somma che mi ha “anticipato”.

Il risultato è che io, grazie all’intervento del garante, sono riuscito a non rimandare il pagamento di una rata alla fine del prestito (opzione che tante banche e finanziarie ora danno a disposizione) né sono finito iscritto nel registro dei cattivi pagatori.

Parliamo ora di accessorietà della figura del garante. In sostanza, la garanzia che egli fornisce deve essere vista come accessoria e complementare rispetto a quella principale che deve essere data dalla presenza di uno stipendio (nel caso di prestiti per dipendenti) o da una buona dichiarazione dei redditi (nel caso di prestiti per autonomi).

Facciamo anche in questo caso un esempio reale. Decido di chiedere un prestito per acquistare un’auto ma non ho un lavoro fisso, bensì solo a tempo determinato (o addirittura non ho un lavoro).

Nel momento della richiesta la banca considererà per prima cosa le mie garanzie (cioè quelle del mio lavoro) e solo se esse saranno sufficienti prenderà in considerazione il garante per offrirmi, magari, più denaro oppure delle condizioni più agevolate.

Se non ho un lavoro ma ho un buon garante, comunque il prestito mi verrebbe, con ogni probabilità, rifiutato.

Le caratteristiche e i requisiti del garante di un prestito

Di seguito indichiamo alcune delle caratteristiche e dei requisiti principali che un buon garante deve possedere per poter essere considerato utile ai fini del finanziamento.

Per prima cosa deve avere un lavoro a tempo indeterminato. Esattamente come i lavoratori dipendenti sono avvantaggiati nella richiesta di un prestito rispetto agli autonomi e ai liberi professionisti, lo sono anche nella classifica di “qualità del garante”.

Sono solitamente rigettati come garanti coloro che hanno un lavoro a tempo determinato e, ovviamente, i disoccupati.

Autonomi e liberi professionisti sono accettati ma solo se dimostrano di avere una solida azienda alle spalle.

Il secondo punto è che non deve essere segnalato come cattivo pagatore o protestato. Avere una storia creditizia pulita è una delle prime cose per un buon garante.

Al terzo posto ci sono i requisiti patrimoniali, ovvero il possedere un immobile di proprietà. Benché non molto importanti, possono dare qualche punteggio in più a chi si appresta a fornire una garanzia.

L’età è altrettanto importante. Di solito il garante non può avere oltre 75 anni, un po’ lo stesso discorso che viene fatto per decidere l’età massima entro cui si può avere un prestito per pensionati.

Infine viene considerato se il garante ha già altre garanzie prestate o meno. Ipotizziamo il caso di un padre di famiglia che ha due figli, se il primo chiede al padre di fargli da garante ed egli accetta, la banca non accetterà che lo stesso padre faccia da garante del prestito anche per il secondo figlio in quanto c’è già la prima garanzia in essere.

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7 Comments

  1. Martino 17 Maggio 2015
    • Mondo Prestiti 17 Maggio 2015
  2. Luis 20 Maggio 2015
  3. Emma 23 Maggio 2015
  4. Alessandro 27 Maggio 2015
  5. Marco Pirri 15 Luglio 2016
  6. Loredana 15 Novembre 2016

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