Protestato Significato e Come si Diventa Protestato

Essere protestato rappresenta un importante stato legale e finanziario con conseguenze che richiedono attenzione e gestione informata. Funzioni del Protesto: Il protesto è un atto giuridico che evidenzia l'inadempimento di un debito e ne formalizza la mancata estinzione. Autorità Competenti: Notai, ufficiali giudiziari e altre figure autorizzate possono eseguire il protesto di titoli di credito. Titoli Protestabili: Cambiali, tratte e assegni sono fra i titoli di credito che possono essere sottoposti a protesto. Effetti e Conseguenze: Il protesto genera effetti sia civili che amministrativi, inclusa la limitazione nell'emissione di nuovi assegni. Registro dei Protesti: E' un database pubblico che elenca le persone o entità che sono state oggetto di un protesto.
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Nel complesso sistema finanziario e creditizio, il ruolo del protesto e dello stato di protestato sono di fondamentale importanza dato che può avere ripercussioni importanti su vari aspetti della vita economica di un individuo o di un’azienda:

  • difficoltà di apertura di un conto corrente;
  • limitazioni nell’accesso a nuovi finanziamenti;
  • iscrizione nel registro dei protestati

Come, Perché e Quando si diventa Protestati

Diventare protestato è la conseguenza diretta del mancato pagamento di un titolo di credito, come cambiali o assegni.

Le fasi del protesto sono chiare e ben definite dal R.D. 14 dicembre 1933 n. 1669 per la cambiale e dal R.D. 21 dicembre 1933, n. 1736 per l’assegno. Le modalità di pubblicità del protesto sono stabilite dalla legge 18 agosto 2000, n. 235, che si occupa delle norme in materia di cancellazione dagli elenchi dei protesti e influisce sulla visibilità del nome del protestato presso gli istituti di credito.

Prima di tutto c’è la levata del protesto, che si verifica attraverso una figura autorizzata, come un notaio o un ufficiale giudiziario. Questa figura contatta il debitore, esponendo la necessità di un pagamento immediato del titolo scaduto.

Se il debitore non paga, si arriva a un precetto, che è un ultimatum legale per saldare il debito.

Poi c’è il pignoramento, che è la confisca di beni per soddisfare il credito insoddisfatto. Questo processo deve essere avviato entro due giorni feriali dalla scadenza del titolo di credito.

Una volta completata la procedura, il nome del protestato viene inserito nel registro dei protesti, accessibile agli istituti di credito, cosa che spesso impedisce l’accesso a ulteriori prestiti, se non ai prestiti per protestati, e rappresenta un significativo ostacolo finanziario.

È vitale comprendere che il protesto è un atto giuridico serio con ripercussioni a lungo termine ed è fondamentale cercare di evitare di finire segnalati come protestati, sfruttando ad esempio strumenti finanziari come la rinegoziazione del debito.

Che cos’è un protesto?

Un protesto è dunque l’atto giuridico formalizzato che attesta il mancato pagamento di un titolo di credito, come le cambiali o gli assegni.

Il protesto può essere redatto direttamente sulla cambiale o in un documento separato e deve contenere dati specifici come:

  • la data
  • il nome del richiedente
  • la città in cui viene redatto
  • l’oggetto della contesa
  • le motivazioni con la relativa risposta del non-pagante
  • la firma del notaio o dell’ufficiale giudiziario

In sintesi, il protesto è un atto formale che inizia con il mancato pagamento di un titolo di credito e culmina con la registrazione del nome del debitore nel registro dei protestati.

Chi può levare il protesto?

  • Notaio, la figura più comune incaricata di levare un protesto
  • Ufficiale Giudiziario
  • Aiutante Ufficiale Giudiziario, che può operare solo sotto la diretta supervisione dell’Ufficiale Giudiziario
  • Segretario Comunale, abilitato solo in specifiche circostanze e generalmente nei piccoli comuni dove non è presente un notaio o un ufficiale giudiziario.
  • Stanze di Compensazione presso la Banca d’Italia, che intervengono in contesti altamente specializzati, come la liquidazione di grandi volumi di assegni o titoli di credito.

Quali sono i titoli di credito protestabili?

  • Vaglia cambiari o pagherò (cambiali): in caso di mancato pagamento il creditore può avviare una procedura di protesto per ottenere il saldo del debito.
  • Cambiale tratta: sono protestabili se non vengono onorati entro la data di scadenza stabilita.
  • Assegni: un assegno non pagato può essere sottoposto a protesto.

Effetti e Conseguenze del Protesto

Una volta concretizzato, il protesto è comunicato al Presidente della Camera di Commercio locale. Entro dieci giorni, l’informazione sarà inserita nell’Elenco Ufficiale dei Protesti, una lista pubblica aggiornata mensilmente e che serve a informare tutte le parti che hanno dei rapporti economici con il debitore protestato.

La pubblicazione nel registro ufficiale conduce a due conseguenze legali del protesto principali:

  • attiva l’azione di regresso
  • interrompe la prescrizione del debito, cosa che permette al creditore di procedere con altre azioni giuridiche.

Il protesto dà vita a vari effetti, tra cui l’applicazione di interessi di mora e la possibilità di pignoramento dei beni del debitore.

Il creditore può richiedere all’ufficiale giudiziario la notifica dell’atto di precetto, che richiede al debitore di saldare il debito entro dieci giorni, pena l’esecuzione forzata dei suoi beni.

In caso di inadempimento, si passa al pignoramento di beni mobili e immobili:

  • nel primo caso sono pignorati gli oggetti di maggiore liquidità;
  • nel secondo caso, i beni immobili vengono generalmente venduti all’asta a un prezzo inferiore rispetto al loro valore di mercato.

Dal punto di vista amministrativo, un protesto comporta sanzioni pecuniarie. Per un assegno scoperto, la sanzione varia da 516 a 3.099 euro e può aumentare per titoli superiori a 10.329 euro. Il mancato pagamento di questa sanzione è penalmente sanzionato.

Se un assegno non viene coperto entro 60 giorni, il debitore viene iscritto nella Centrale di Allarme Interbancaria (CAI). Questa iscrizione conduce alla cosiddetta “revoca di sistema”, cioè il divieto di emissione di assegni per sei mesi e l’obbligo di restituire qualsiasi assegno non utilizzato.

Un effetto ulteriore e grave è l’interdizione dall’esercizio professionale o imprenditoriale del debitore per un periodo minimo di due mesi, cosa che tuttavia ostacola notevolmente la capacità del debitore di generare reddito finendo per aggravare ulteriormente la sua situazione finanziaria.

Il registro dei protesti

Il registro dei protesti è un elenco pubblico gestito dalla Camera di Commercio dove si trovano0 i nominativi di persone fisiche e giuridiche che hanno subìto un protesto.

La finalità del registro è di tutelare il sistema creditizio e informare eventuali futuri creditori sul rischio associato a un determinato soggetto.

Una delle domande più frequenti da chi è iscritto nel registro dei protestato è come farsi cancellare:

  • pagare integralmente il debito è il metodo più diretto, seguito dalla presentazione dei documenti comprovanti il pagamento alla Camera di Commercio;
  • in alternativa, è possibile avviare una procedura di riabilitazione, che richiede l’intervento legale e il pagamento di ulteriori spese.

La durata dell’iscrizione nel registro varia a seconda del tipo di titolo di credito protestato e generalmente dura cinque anni, ma può essere prorogata se non si procede con la cancellazione.

Nonostante la natura pubblica del registro, l’accesso ai dati è limitato a soggetti specifici come banche, finanziarie e imprese di recupero crediti, questo per salvaguardare la privacy del debitore ma al tempo stesso permette a chi è nel settore creditizio di effettuare delle valutazioni informate quando si tratta, ad esempio, di concedere dei prestiti.

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