Prestiamoci

Alla ricerca di un prestito conveniente, veloce e sicuro senza passare attraverso banche ed agenzie finanziarie? Prestiamoci offre Prestiti tra privati molto vantaggiosi. Vediamo meglio come funziona questo servizio sempre più utilizzato.

Prestiamoci è una piattaforma di Peer-to-Peer Lending attiva già da 10 anni nel panorama nazionale, la cui serietà è garantita dall’autorizzazione e vigilanza da parte della Banca d’Italia con una doppia licenza.

Ma cosa è il P2P Lending? Nient’altro che una forma di prestito tra privati sicuri, e Prestiamoci si occupa di mettere in contatto il Richiedente, ossia colui che ha necessità di una certa somma di denaro, e il Prestatore, cioè colui che è disposto a prestare suddetta quota, e che chiaramente avrà un suo guadagna (vedremo tra poco più nel dettaglio).

I prestiti sono erogati a dipendenti che possono offrire quindi una busta paga come garanzia, e a pensionati che possono ottemperare agli obblighi previsti dal piano di ammortamento; non sono invece concessi a protestati e cattivi pagatori.

Prestiamoci: come funziona?

Se il Richiedente ha i requisiti di merito creditizio, la domanda viene inserita da Prestiamoci all’interno del Marketplace. Il Prestatore mette a disposizione il capitale, che però viene suddiviso dalla piattaforma in un numero x di quote, ognuna da 50 euro. Ciascuna “fetta” viene dirottata a Richiedenti differenti, in modo che un ipotetico rischio di insolvenza sia ridotto al minimo.

A questo punto, Prestiamoci preleva più quote da diversi Prestatori e li accorpa sino al raggiungimento della somma necessaria al Richiedente, che ottiene così il suo finanziamento. Il denaro gli viene accreditato tramite bonifico bancario, direttamente sul suo conto corrente.

Il piano di ammortamento è mensile e prevede un addebito diretto SEPA, così da scongiurare il pericolo di un’eventuale dimenticanza.

I prestiti avvengono online, dunque con tempi molto ridotti rispetto a quelli offerti dai tradizionali istituti di credito; normalmente, nel giro di 24 ore dall’invio della documentazione si ottiene una risposta. Il credito viene invece erogato tra i 7 e i 15 giorni dalla ricezione della risposta.

Quanto costa un prestito su Prestiamoci?

Prestiamoci offre prestiti a tassi davvero competitivi, con TAN a partire dal 3,90% e TAEG a partire dal 5,40%, in tutti i casi a tasso fisso.

Il sito non addebita spese né per l’apertura del finanziamento né per un’eventuale estinzione anticipata, mentre la commissione dovuta può andare dallo 0,50% sino al 6,50%, più le spese di bollo di 16€.

In caso di ritardi si dovranno invece corrispondere 10€ a rata insoluta, il 2% in più rispetto al tasso di interesse effettivo e 10€ per ogni mese di ritardo.

Ma quanto possiamo chiedere su Prestiamoci? I prestiti vanno da un minimo di 1.500€ ad un massimo di 25.000€, mentre il piano di ammortamento tra i 12 e i 72 mesi.

Classi di merito creditizio: i requisiti

La mission di Prestiamoci è quella di erogare prestiti su misura. Non trattandosi di una finanziaria ciò comporta una responsabilità non da poco, ossia quella di garantire il massimo della sicurezza ai Prestatori che mettono a disposizione il loro capitale. Per questa ragione ogni Richiedente viene inserito in una classe di merito, un po’ come accade con l’assicurazione per l’autovettura.

I più virtuosi si ritrovano in classe A, “eccellente”, con un TAN al 3,90%.

Segue la classe B “molto alto” con TAN al 4,81%, mentre la C “alto” ha TAN al 5,85%.

Gli interessi seguenti sono: per la classe D “buono” al 6,57%, per la E “medio” al 7,45%, per la F “adeguato” all’8,75% e infine per la G “sufficiente” al 10,35%.

L’incasellamento in una classe o in un’altra dipende da una molteplicità di fattori che sono elaborati da un algoritmo al momento della richiesta. Naturalmente i primi requisiti al fine di potere ambire ad una classe più alta (e pagare meno interessi!) sono stabilità del reddito e storico creditizio. A questo proposito ricordiamo che Prestiamo non accetta richieste da cattivi pagatori e protestati.

Concorrono a formare il numero dei criteri utilizzati l’attuale livello di indebitamento e informazioni come età e professione. Insomma, se sei stato in passato un pagatore ligio e puntuale, hai un posto di lavoro a tempo indeterminato e sei un under 50, hai ottime probabilità di finire in classe A. Al contrario, se sei un precario, con uno stipendio che non eccede la rata (o comunque di poco), puoi aspettarti un’attribuzione a fasce di merito di grado inferiore.

Guadagnare prestando soldi

Come abbiamo accennato, il sistema di Prestiamoci è vantaggioso non solo per il Richiedente, che in pochissimo tempo può beneficiare della somma che gli necessita, ma anche per il Prestatore.

Egli, infatti, costruisce il tuo portafoglio scegliendo su quali tipi di prestito investire le varie quote nel quale il suo capitale viene suddiviso. Come per ogni tipo di investimento, la diversificazione è fondamentale allo scopo di minimizzare i rischi, massimizzare i profitti e rendere il meccanismo P2P più efficiente.

Ad esempio, mettendo a disposizione un capitale di 5.000€, lo si può scomporre sino a coprire 100 prestiti differenti.

Ma quanto si può guadagnare prestando del denaro sul marketplace di Prestiamoci?

Tutto dipende dal TAN. La piattaforma prevede 7 classi di prestiti, dalla A alla G, ossia da un TAN più basso (per Richiedenti meritevoli con basso rischio di insolvenza) ad uno più alto (nel caso di Richiedenti in cui è considerato elevato il tasso di perdita).

Ciò che guadagna il Prestatore si chiama rendimento atteso, ed è la differenza tra il rendimento, ossia il TAN per i Richiedenti, e il tasso di perdita atteso.

Al momento della scrittura, i rendimenti attesi vanno dal 3,62%, nel caso di quote prestate a Richiedenti meritevoli, dunque con TAN e tasso di perdita atteso basso, sino al 6,60%, per prestiti a Richiedenti più “rischiosi”.

Il Prestatore riceve già dal primo mese un ritorno di quote capitale ed interessi.

Investimenti manuali e automatici

Iniziamo subito col dire che l’investimento manuale e quello automatico non sono “in concorrenza”: si può decidere di dedicare una somma di capitale alla prima modalità e un’altra quota alla seconda, ad esempio.

Con l’investimento manuale il vantaggio è che il Prestato decide come investire i propri soldi (già divisi nelle summenzionate quote), scegliendo tra le richieste che trova sul marketplace, così da calcolare in anticipo il suo target di ritorno economico.

L’investimento automatico è meno dispendioso a livello di tempo: basta solo inserire il rendimento atteso e la piattaforma distribuisce da sé le quote tra i prestiti disponibili. Al momento sono attivi tre profili attivabili (e facilmente disattivabili) di investimento automatico in base al tasso atteso: troviamo un profilo base, con un ritorno del 4,72%, un profilo medio, con un tasso del 5,24%, e un profilo alto, con rendimento dell’8,87%.

Investire sul mercato secondario

Il mercato secondario è un servizio esclusivamente dedicato ai Prestatori: in pratica, si possono qui cedere quote dei propri prestiti ad altri Prestatori, oppure comprarne da loro.

Acquistando quote di prestiti regolarmente pagati si può accelerare il rendimento, rendendo le proprie strategie di prestito più efficaci, diversificate, veloci e sicure. Dall’altro lato, vendere significa mantenere nel conto una certa liquidità e potenziare con questa le opportunità di futuri investimenti.

Adempimenti fiscali

Prestiamoci ha una commissione davvero molto bassa, che ammonta all’1% del capitale prestato. Iscrizione, apertura del conto e bonifici sono gratuiti. Dobbiamo tuttavia ricordare che gli interessi percepiti dall’attività di Peer-to-Peer Lending sono tassati al 26%, esattamente come per altri prodotti finanziari come ad esempio i conti deposito. A ciò occorre aggiungere l’imposta di bollo, pari allo 0,2% del capitale non investito in prestiti.

Prestiamoci conviene? Ecco i Vantaggi

La prima evidenza circa la convenienza di Prestiamoci riguarda i tassi di interesse, spesso più bassi rispetto alla media. Ciò è possibile perché non vi sono mediatori: Prestiamoci si limita a creare un ponte, tramite il marketplace, tra Richiedenti e Prestatori, abbassando così i costi.

Il Richiedente ha il vantaggio di una procedura totalmente telematica, intuitiva, e soprattutto trasparente, senza costi nascosti. E a proposito di esborsi, sottolineiamo ancora una volta che i tassi di interesse sono inferiori rispetto alla media, proprio perché proporzionali rispetto al merito creditizio. Il denaro è erogato in pochi giorni, l’ideale per chi ha urgenza di un piccolo prestito veloce per far fronte a spese impreviste, ad esempio.

Le condizioni contrattuali sono trasparenti: nessun costo nascosto o improvvisi aumenti nelle aliquote: tutte le rate sono dello stesso importo, inclusa la prima.

Infine, un’accortezza verso il cliente che ci è molto piaciuta. La maggior parte delle piattaforme di settore offrono infatti tali assicurazioni, spesso non necessarie e piuttosto costose. A volte, poi, sono obbligatorie o per lo meno spacciate per tali. Ebbene, Prestiamoci non propone la sottoscrizione dell’assicurazione sul credito ad alcun utente della piattaforma.

Ovviamente, come sempre, ti invitiamo a chiedere più preventivi, sia tra altre agenzie finanziarie come Younited Credit (vedi sito ufficiale).

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Younited Credit

Recensione Younited Credit: è sicuro chiedere un prestito tra privati? Leggi le opinioni.
Gino Topini

Quando si parla di Social Lending (anche con Younited Credit), si fa riferimento a una tipologia particolare di prestito tra privati. Si tratta di un nuovo metodo che, in realtà, è una sorta di via di mezzo tra una donazione e una formula di prestito più tradizionale.

Effettuata attraverso particolari piattaforme online, questo tipo di operazione di fatto elimina alcuni intermediari scomodi (e costosi) come banche e istituti vari, abbassando i costi per chi contrae il debito e aumentando l’interesse netto per chi lo elargisce. A seconda del caso infatti, chi effettua il prestito può giovare di interessi che variano dal 4 al 6%, rendendo il Social Lending molto più fruttuoso di altri modelli di investimenti simili.

Proprio grazie alla mediazione delle piattaforme, il tutto si svolge in trasparenza, tanto che chi offre il denaro può avere totale visione di ciò che intende fare chi lo contrae, così da seguire lo sviluppo del progetto in cui sono stati impegnati i suoi soldi.

Younited Credit Finanziaria, chi è? Informazioni sull’azienda

Quando si parla di Younited Credit, si fa riferimento a una piattaforma specializzata in finanziamenti. L’obiettivo della stessa è offrire prestiti a tassi agevolati, fornendo un ottimo servizio sia a chi intende prestare denaro, sia a chi intende contrarre un debito.

Younited Credit nasce nel 2008. In quel periodo uno dei co-fondatori della piattaforma, ovvero Charles Egly, chiese un prestito alla propria banca ritrovandosi a dover pagare sul prestito un interesse complessivo del 14%. Compreso che qualcosa non funziona nel sistema bancario, è nata dunque l’idea di snellire il processo di richiesta dei prestiti, abbattendo inoltre gli interessi troppo elevati.

L’istituto ha la sua sede fisica a Roma è l’obiettivo che si pone risulta alquanto ambizioso. Attraverso i servizi offerti, Younited Credit intende rendere il sistema bancario più leggero e trasparente rispetto a quanto offerto dagli istituti tradizionali.

Younited Credit è sicura e affidabile?

Younited Credit è una piattaforma sicura. A garantire su di essa infatti, vi è l’autorizzazione della Banca d’Italia con la quale collabora assiduamente per le richieste di prestito. La possibilità di avere assistenza diretta tramite numero telefonico e mail, consente di avere sempre un contatto con l’istituto.

Vai al Sito Ufficiale di Younited Credit >>

Come funziona il prestito tra privati di Younited Credit?

Dopo aver analizzato in maniera generale la piattaforma, possiamo spostarci nell’ambito pratico, cercando di vedere come effettivamente lavora questo tipo di istituto.

Chi può fare richiesta di prestito? Requisiti per avere un finanziamento

Come qualunque altro tipo di istituto bancario o simile, prima di elargire un prestito Younited Credit richiede alcuni requisiti imprescindibili come:

  • età compresa tra i 18 e i 75 anni
  • residenza in Italia
  • mancanza di precedenti gravi di insolvenza
  • avere un reddito dimostrabile.
  • avere un conto corrente a proprio nome

Vai al Sito Ufficiale di Younited Credit >>

A ciò va poi aggiunta un’analisi portata avanti dalla piattaforma che riguarda il merito creditizio. In tal senso Younited Credit si assicura in maniera accurata che chi contrae il prestito abbia una posizione finanziaria sana. D’altronde questo genere di operazioni risultano molto delicate e, qualunque tipo di entità tratti nell’ambito dei prestiti, deve tutelarsi in tutti i modi possibili.

Interessi Younited Credit, quanto costa chiedere un prestito?

Qualunque tipo di prestito presenta un tipo di costo, più o meno, elevato da pagare. Anche con Younited Credit è necessario pagare degli interessi variabili. Le rate che vengono però pagate attraverso questa piattaforma, vengono interamente trasferite a chi ha erogato il prestito e, l’istituto, non trattiene nulla di quella somma.

Al di là del semplice affermare che i costi di tali operazioni sono decisamente più contenuti rispetto a quanto solitamente risulta con una banca tradizionale, è difficile dare numeri specifici. In tal senso però, possiamo riportare un esempio presente sul sito di Younited Credit che (va specificato) riguarda una particolare offerta non sempre disponibile.

Un finanziamento per un importo totale di 5.000 euro è rimborsabile in 72 mensilità da 69,47 euro. Il TAEG fisso ammonta a 0.01% (esclusa l’assicurazione facoltativa) mentre il TAN fisso: 0.01%. Il servizio è gratuito, mentre il costo totale del prestito è di 1.84 euro. Va detto però che questa offerta è collegata a offerte promozionali limitate nel tempo.

Per tutte le altre offerte di Younited Credit il numero di rate disponibili va da un minimo 6 mesi ad un massimo di 84, per importi da 1.000 a 50.000 euro. Il TAEG massimo applicabile è del 16.43% e il TAN 12,45% solo per clienti con un rischio di finanziamento maggiore.

Richiesta non accettata, perché? Che cosa fare?

La piattaforma non comunica in modo dettagliato quali siano i motivi di ogni singolo rifiuto. In ogni caso, dopo 6 mesi dalla richiesta rifiutata, è possibile effettuare una seconda domanda sempre attraverso il portale.

Contatti e numero di telefono

Younited Credit (QUI il Sito Ufficiale) offre la possibilità di contattare i propri operatori sia attraverso numero telefonico, ovvero 0694802266, sia attraverso un pratico form sul sito. Per ottenere risposte più immediate riguardo i dubbi, consigliamo anche di contattare la pratica sezione FAQ del sito.

Per gli investitori invece, la casella di posta elettronica che costituisce il principale punto di riferimento è [email protected].

Guadagnare con Younited Credit: prestare denaro

Sinora abbiamo analizzato Younited Credit più che altro sotto il punto di vista di un creditore. Tale piattaforma però, permette anche di intervenire investendo denaro nei prestiti gestiti poi dall’istituto.

Per effettuare questo tipo di investimento è necessario aprire un conto su Younited Credit. In tal senso, aprendo il sito, basta andare in alto a destra e cliccare su Investire e poi Apri un conto. Dopo aver inserito una serie di dati come posta elettronica, informazioni personali e password è possibile entrare definitivamente nel portale come investitori.

La piattaforma web offre la possibilità di investimenti alternativi che possono rendere cifre piuttosto interessanti. Il denaro investito può essere gestito in diverse operazioni, riducendo dunque i rischi e creando un portfolio vario e solido. Per poter cominciare la propria avventura come investitore è necessario depositare almeno 1.000 euro sul proprio conto, dopodiché sarà possibile decidere come e quanto investire nei singoli progetti personali.

Younited Credit mette a disposizione degli investitori una squadra di specialisti nel settore in grado di assistere gli investitori e di guidarli durante le operazioni. Detto ciò, la piattaforma non ha particolari responsabilità rispetto problemi inerenti la restituzione o meno dei debiti. Chi intende investire in questo settore (a prescindere che si tratti di Younited Credit o di un’altra entità) deve sapere che si tratta di investimenti piuttosto rischiosi per loro natura.

Vai al Sito Ufficiale >>

Younited Credit conviene?

Tiriamo dunque le somme. Younited Credit conviene? A prescindere dal punto di vista che si intende prendere in considerazione (come richiedente di un prestito o come investitore), questa piattaforma offre delle interessanti opportunità.

Facile da utilizzare, con procedure burocratiche meno impegnative rispetto a una banca tradizionale, ma soprattutto con costi/guadagni superiori agli istituti bancari, il servizio offerto da questa piattaforma risulta uno tra i più interessanti del settore.

Younited Credit (QUI il Sito Ufficiale) appare come l’ideale punto di incontro tra chi vuole prestare e chi intende richiedere denaro in prestito.

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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PrestiFatto

Ecco la recensione e le opinioni su PrestiFatto, che grazie al suo intuitivo strumento di simulazione, permette di avere un'idea ben chiara del prestito che si può richiedere e della rata che si andrà a pagare.
Gino Topini

Quando si necessita di un prestito con cessione del quinto per realizzare un progetto, le proposte delle migliori banche online italiane si caratterizzano per velocità di richiesta ed erogazione del denaro, elasticità delle condizioni e per la possibilità di fare richiesta 100% in autonomia.

In questa recensione andremo a parlare di PrestiFatto (vedi il sito ufficiale), uno dei siti online che negli ultimi tempi si è distinto per rapidità ed efficienza.

PrestiFatto: Recensioni ed Opinioni 2024

Il sito si presenta estremamente semplice ed intuitivo, e dopo aver osservato di cosa si tratta attraverso le informazioni che fornisce, si può procedere con la simulazione di una richiesta di prestito cessione del quinto destinati a pensionati e lavoratori dipendenti del comparto pubblico o statale.

Sulla pagina principale del sito ufficiale si trova già il modulo nel quale inserire le prime informazioni:

  • La prima cosa da indicare è la professione che si svolge;
  • Il secondo dato da inserire è la retribuzione netta che si percepisce in busta paga (o come pensione) la quale deve essere considerata netta, ovvero senza contare tutte le voci variabili (per essere precisi non vanno considerati straordinari, premi, una tantum, indennità di turno e così via).

Lo stipendio netto ai fini della richiesta di prestito è un’informazione che si può ottenere dal certificato dello stipendio: essendo un elemento vincolante quando si fa richiesta della cessione del quinto dello stipendio è un dato che bisogna avere a portata di mano. In caso di pensionato, invece, l’importo della pensione netta è disponibile sul cedolino di pensione che si può anche richiedere on line sul sito dell’INPS.

A questo punto si dovrà inserire la data di nascita e successivamente quella di assunzione presso il proprio posto di lavoro.

Il passo successivo è la scelta della durata del finanziamento che può essere compresa tra 24 e 120 mesi.

Ultima informazione da inserire è l’importo della rata che si desidera; si consideri bene questo valore, in quanto è essenziale scegliere una rata che si è in grado di pagare senza che gravi troppo sulla situazione economica familiare; l’importo della rata non potrà in ogni caso superare il 20% dello stipendio o della pensione netta mensile.

Il risultato è immediato e, di fianco alla tabella nella quale sono stati inseriti i dati, viene visualizzata la simulazione comprensiva di importo netto erogabile, Tan e Taeg.

Opinioni finali

In conclusione, possiamo dire che PrestiFatto (vedi il sito ufficiale) rappresenta una soluzione molto interessante in questo momento, grazie anche alla rapidità con la quale si arriva a simulare un finanziamento e a ottenere sul proprio conto corrente la somma richiesta.

Ricorda sempre di confrontare i prestiti online per essere certo di trovare la soluzione ideale per le tue necessità, sia con altre finanziarie come Younited Credit (vedi sito ufficiale), che con siti di confronto prestiti come SuperMoney (sito ufficiale)

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MotusQuo

Recensione su Motusquo: è sicura sia per chi chiede un prestito che per chi investe?
Gino Topini

MotusQuo è una piattaforma italiana di social lending (prestiti tra privati), nata nel 2014 come start-up innovativa con la mission di creare un business profittevole sia per gli investitori che per i richiedenti prestito: per i primi il team promette rendimenti più elevati per la media, ai secondi si garantiscono tassi di interesse più vantaggiosi.

Quali sono le opinioni su MotusQuo e quali le recensioni degli utenti che hanno già provato il servizio? MotusQuo è sicuro e funziona? Conviene?

MotusQuo: cos’è e come funziona

MotusQuo sfrutta una principio molto semplice della sharing economy: far incontrare le persone e far sì che chi ha il capitale possa sfruttarlo, in modo sicuro, per vederlo crescere mese dopo mese, e chi ha bisogno di denaro possa ottenerlo in maniera semplice e a tassi sostenibili.

Il meccanismo è molto simile a quello di un’asta, in cui gli investitori che propongono tassi di interesse inferiori vengono associati a richiedenti compatibili con la loro propensione al rischio.

Non ci sono banche né intermediari finanziari, per questo i costi di commissione sono nulli gli investitori e, come vedremo meglio tra poco, solo del 3% sul totale del prestito per i richiedenti. La registrazione al sito è gratuita e non sono previsti costi di gestione.

MotusQuo per finanziati

Se hai scelto il profilo dei richiedenti prestito, dovrai soddisfare alcuni requisiti minimi: non aver compiuto i 65 anni di età, non essere protestato e attendere che la tua reputazione creditizia venga giudicata accettabile dal team di MotusQuo.

Quanto si può chiedere in prestito?

L’importo per cui fare domanda deve essere compreso in un range che va dai 1.500 ai 30.000 euro, con un piano di ammortamento di 12, 24, 36, 48 o 60 mesi. Attenzione: si può portare avanti un solo finanziamento per volta, dunque se si necessita di ulteriore liquidità occorrerà prima estinguere il prestito in corso.

Interessi

Per quanto riguarda i tassi dovuti, questi sono stabiliti da MotusQuo dopo i controlli di cui abbiamo parlato, tramite l’assegnazione di un certo profilo di rischio (il sistema A-F che abbiamo prima spiegato).

Costo del prestito

Il costo del prestito corrisponde al 3% di quanto richiesto, somma che viene automaticamente detratta dal sistema prima dell’erogazione; per fare un esempio, chiedendo 10.000 euro te ne vedrai accreditati 9.700.

Naturalmente andranno pagati gli interessi stabiliti dall’investitore, ma MotusQuo garantisce il miglior tasso possibile in quel momento, grazie al meccanismo dell’asta al ribasso tramite cui vengono combinate domanda e offerta.

MotusQuo per investitori

Una volta attivato il proprio profilo da investitore occorre caricare sul conto MotusQuo la quota che si intende investire, da un minimo di 500 euro ad un massimo di 50.000 euro.

Si può scegliere se affidarsi ad uno dei piani automatici, divisi per profilo di rischio in prudente, moderato o intraprendente, oppure crearne uno personalizzato; in alternativa si può procedere manualmente aderendo alle richieste che si preferisce. Per sceglierle è sufficiente impostare sulla barra di ricerca la somma che si intende puntare, l’orizzonte temporale e il tipo di rischio prudente (basso), moderato (medio) o intraprendente (alto).

Sicurezza e propensione al rischio

Ogni richiedente prestito presenta una scheda con nickname, età, occupazione e un punteggio di affidabilità indicato con lettere da A (più sicuro) ad F (più rischioso). Una volta fatta la propria offerta è possibile visualizzare quelle altrui e modificare di conseguenza la propria.

Guadagni

Gli interessi e i margini di rischio sono a discrezione dell’investitore, che può arrivare a guadagnare fino al 6,7% di interessi. Ovviamente il rendimento effettivo è legato alla somma dei tassi associati alle quote di prestiti che si intende sostenere, dal momento che la piattaforma diversifica il capitale investito in un’ottica di massimizzazione della remunerazione e minimizzazione del rischio di insolvenza.

Gli introiti vengono corrisposti, insieme al capitale, con cadenza mensile, a partire dal mese successivo a quello dell’accettazione dell’investimento; puoi decidere di reinvestire i guadagni oppure versarli, in qualunque momento, sul tuo conto corrente.

MotusQuo: opinioni

È innegabile che il social lending stia crescendo ogni giorno di più: sempre nuove piattaforme nascono, e certamente potersi affidare ad una start-up italiana come MotusQuo può dare qualche sicurezza in più agli scettici: non è poca cosa poter contare su un servizio clienti che parla la propria lingua, anche solo per chiedere informazioni aggiuntive.

Il punto di forza di MotusQuo è certamente la trasparenza: non sono promessi introiti stellari né sussistono costi nascosti, TAN o TAEG. Decidi tu come strutturare le tue strategie e la piattaforma ti aiuta nel combinarle con le richieste giuste per te, diversificando il capitale in modo da proteggere i tuoi risparmi.

D’altro canto anche per i finanziati il sito può essere un’ottima alternativa ai soliti prestiti bancari con tassi di interesse che superano non di rado il 7%, oltre alle spese di apertura pratica, istruttoria, gestione, che qui sono invece ridotte al solo 3%. C’è anche da dire che con MotusQuo possono avere accesso alla liquidità anche coloro che non hanno uno storico creditizio esattamente candido, e che il più delle volte vedono le richieste di prestito rifiutate da banche e finanziarie.

Insomma, come sottolineato anche dai fondatori, MotusQuo si propone, e crediamo lo faccia con successo, di far combaciare le esigenze di credito con i desideri di far fruttare i propri risparmi.

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Cos’è il merito creditizio e come viene calcolato?

Il merito creditizio, o credit score, è un'informazione fondamentale per ogni richiesta di finanziamento. Scopri come puoi calcolarlo gratis.
Gino Topini

Il merito creditizio o credit score è qualcosa dal quale alcune figure non possono prescindere nel loro lavoro, ovvero si tratta di un elemento che riveste un enorme importanza quando siamo nel campo dei finanziamenti e operazioni simili, le quali richiedono comunque un prestito di qualsivoglia tipo. Si tratta di una sfera del mondo economico che riguarda coloro che prestano e non coloro che ricevono il denaro.

Nel nostro articolo andremo a vedere cos’è e in che modo viene effettuato il calcolo del merito creditizio.

Cos’è il merito creditizio o credit score

Il merito creditizio è un elemento con il quale si va a stabilire con esattezza quale sia l’affidabilità di un soggetto dal punto di vista economico e finanziario, ovvero se la sua situazione lo pone su un piano positivo o negativo di fronte ad un’eventuale concessione di un finanziamento.

Nello specifico si va a fare una valutazione al fine di verificare a quanto ammonti il rischio di insolvenza, quindi, quale sia alla fine la capacità del debitore di rimborsare l’importo ricevuto a chi glielo ha concesso.

I 7 punti al vaglio dell’erogante

Chi deve elargire un finanziamento si pone di fronte a sette punti da analizzare, al fine di comprendere se la persona che riceve i soldi è idonea a farlo. Ecco quali sono:

  • Equilibrio della struttura finanziaria del soggetto che riceve il finanziamento.
  • Andamento economico dell’azienda.
  • Possibilità di copertura del finanziamento avendo liberi in mano soldi sufficienti a portare avanti la propria attività.
  • La capacità di rimborso, che più o meno è un elemento simile al precedente.
  • Osservazione della centrale rischi.
  • Richiedere quale sia la finalità del finanziamento.
  • Richiedere quali garanzie possono essere messe a copertura del debito.

Come si calcola il merito creditizio?

Si è visto che per fare il calcolo del merito creditizio si devono tenere in considerazione sia il quadro dell’andamento finanziario che quello dell’andamento economico. Ecco come vengono analizzati i dati sulla base delle due categorie.

Andamento finanziario

Per fare un analisi dell’andamento finanziario di un soggetto debitore si prendono in esame 4 punti fondamentali, ecco quali:

Indice di solidità

Si tratta di un valore che ci fornisce come dato il livello di patrimonializzazione della società. Come si ottiene questo valore? Basta mettere a confronto il rapporto fra mezzi propri e totale dell’attivo. In questo modo si può valutare in che misura l’attività dell’azienda richiedente il prestito è finanziata da debiti. Questo aspetto ci fornisce un’idea chiara di quella che è la sua solidità finanziaria. Maggiore risulta il valore in questione e più la società si può considerare finanziariamente solida. Un valore che si può ritenere sufficiente è quello che sta intorno allo 0,33.

Sebbene ci sono casi in cui le banche decidono di fornire il prestito anche ad aziende con valore al di sotto di 0,10 si deve fare molta attenzione, perché nel caso noi fossimo una società di capitali con deficit patrimoniale, non ci potrà essere erogata alcuna cifra, perché in questo caso la legge prevede che l’azienda in questione sia in fase di scioglimento (articolo 2484 del Codice Civile).

Indice di liquidità generale

Questo valore ci va a fornire come informazione la capacità dell’impresa di far fronte alle uscite correnti, ovvero le passività con quelle che sono le entrate correnti. In base al risultato che si ottiene ci troviamo di fronte ad un significato decisamente diverso. Nel caso in cui il valore sia superiore a 1 vuol dire che l’impresa presenta un livello di liquidità soddisfacente, ma necessita comunque di un certo monitoraggio cautelativo.

Nel caso in cui il valore sia inferiore a 1 vuol dire che l’impresa è in crisi di liquidità. Se il valore è invece uguale a 1, significa che l’azienda si trova in uno stato di equilibrio precario, in quanto riesce a malapena a coprire le passività correnti con le entrate correnti. Per considerare un’azienda in stato di liquidità ottimale è necessario che il valore risulti superiore a 2.

Indice di liquidità primario

Questo valore ci dice quale sia la capacità dell’impresa nel fare fronte alle passività correnti con le entrate liquide delle attività correnti.
Rispetto all’indice precedente cambiano i parametri di riferimento. Un valore ottenuto che sia superiore a 1 ci dice che l’azienda ha una situazione di liquidità primaria ottimale. Un valore inferiore a 1 ci dice che l’impresa è sì in difficoltà, ma che non è presente una crisi di liquidità. Nel caso in cui il valore sia uguale a 1 l’azienda vive un equilibrio decisamente precario.

Rotazione crediti, debiti e magazzino

Siamo di fronte ad un valore che ci fornisce come informazione quale sia la durata del ciclo operativo di un’azienda. Nello specifico si vanno a calcolare i tempi di incasso, quelli di pagamento e infine, i tempi di rotazione delle scorte. Diciamo però che questo dato è il meno incisivo dei quattro analizzati in merito all’andamento finanziario di un’azienda. La sua considerazione è infatti marginale, e viene ritenuto come un dato che pesa solo nel caso in cui i tempi di incasso fossero superiori a 180 giorni, o in presenza di giacenze di magazzino che ruotano una sola volta l’anno.

Andamento economico

Andiamo adesso ad osservare quali sono le considerazioni e i calcoli che si fanno allo scopo di conoscere l’andamento economico dell’azienda che richiede un finanziamento. In questo caso si seguono tre fasi fondamentali:

Esame del risultato di esercizio

Prima di ogni altra cosa si prende in esame il risultato di esercizio al netto delle spese straordinarie. Nel caso ovviamente il risultato sia negativo sarà difficile che un ente erogatore presti del denaro, ma badate bene non impossibile. In questo caso si faranno delle analisi accurate per comprendere se esistono oppure no delle possibilità di apertura del credito.

Di contro, si deve comunque dire che in presenza di un risultato di esercizio elevato non è detto che si ottenga facilmente un finanziamento, in quanto non sono rari i casi in cui tale risultato è inficiato da politiche di bilancio artificiose. Tanto per fare un esempio l’incremento forzoso delle giacenze di magazzino, operazione volta a mascherare le perdite.

Per questo motivo gli istituti che erogano denaro vanno ad analizzare il cash flow. In pratica, si tratta di uno strumento che permette di andare a vedere un valore effettivo e reale, ovvero che non sia stato falsato andando in maniera volontaria ad alterare la consistenza economica dell’azienda.

Margine operativo lordo (MOL o EBITDA)

Siamo di fronte ad un dato che alla fine ci fornisce un risultato intermedio del Conto Economico riclassificato, e si ottiene andando a sottrarre al valore aggiunto le spese che riguardano il personale.

Questo è un indicatore di redditività molto importante, in quanto le aziende che presentano un MOL insufficiente a coprire gli oneri finanziari, o che addirittura risulta negativo, non sarà possibile finanziarle. I valori del MOL invece positivi non sono considerati allo stesso modo per tutte le aziende, ma variano a seconda dell’azienda che viene presa in esame. Si considera il 10 percento del fatturato per quanto riguarda le imprese industriali, mentre il 6 percento per quelle commerciali.

Costo del venduto

Per ottenere questo dato si deve fare questa operazione, aggiungere agli acquisti quelle che sono le rimanenze iniziali e andando a togliere dal risultato il valore delle rimanenze finali. Si tratta di un valore però che da solo non costituisce elemento attendibile per una valutazione, ma che deve essere preso come supporto e confrontato in maniera precisa con i dati ottenuti in precedenza.

Conclusioni

In conclusione, possiamo dire che il merito creditizio è un valore essenziale, semplice da comprendere ma un po’ meno da calcolare. Arrivare ad un quadro generale preciso richiede come si è potuto vedere una serie di operazioni anche a volte complesse, ma che sono essenziali se non si vuole correre il rischio di andare a prestare del denaro a chi poi non è in grado di restituirlo.

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Certificato di Stipendio

Gino Topini

Il certificato di stipendio è un documento molto importante quando si va in banca o in una finanziaria per chiedere un prestito con cessione del quinto.

Cosa c’è nel certificato di stipendio

Questo documento mette in evidenza tutte le informazioni più importanti relativamente al tuo lavoro:

  • dati anagrafici;
  • data di assunzione;
  • il tipo di contratto (se full time o part time);
  • il salario netto;
  • le trattenute;
  • il TFR accantonato;
  • eventuali pignoramenti sullo stipendio;
  • i dati dell’azienda per cui lavori

Perché è importante?

Il certificato dello stipendio è molto importante soprattutto per quello che riguarda il TFR.

Il Trattamento di Fine Rapporto, infatti, è un dato importantissimo che viene considerato dagli istituti di credito quando devono valutare se concedere un prestito o meno.

Il TFR, infatti, viene usato dalla banca o dalla finanziaria come garanzia del rimborso del prestito: se il dipende non paga più le rate mensili (ad esempio se viene licenziato), l’istituto di credito si rifà sul TFR per riavere le somme prestate.

A cosa serve

Le funzioni principali di questo documento sono tre:

  1. permette di capire l’effettiva esistenza del rapporto di lavoro: in questa maniera la banca o la finanziaria sono sicure che il soggetto che richiede il prestito lavori effettivamente lì dove dice di lavorare in fase di domanda di preventivo;
  2. consente di capire lo stato di salute dell’azienda e la sua grandezza: avere un’azienda solida alle spalle è importante per avere maggiori possibilità di chiedere (ed ottenere) un finanziamento. Poiché il dipendente deve pagare la rata del prestito con il suo stipendio, la solidità dell’azienda è fondamentale. Lo stesso dicasi anche per le dimensioni aziendali, considerando che spesso i prestiti per dipendenti di piccole aziende o ditte individuali non vengono concessi;
  3. conoscere lo stipendio mensile del dipendente e il suo TFR (Trattamento di Fine Rapporto): sono le due garanzie economiche principali su cui l’azienda si basa in fase di concessione del prestito

A chi chiedere il certificato dello stipendio?

Il certificato stipendiale va richiesto direttamente all’azienda presso la quale si lavora.

A seconda della grandezza dell’azienda presso cui si lavora, potrebbero volerci da pochi giorni fino ad alcune settimane.

Inoltre, nella stragrande maggioranza dei casi è gratis.

Per quanto tempo è valido?

Secondo la normativa, il certificato di stipendio è valido per 3 mesi dalla data di rilascio.

Entro questo tempo si potrà usare quel certificato per richiedere il finanziamento con cessione del quinto per dipendenti statali, per dipendenti privati e anche per un prestito a tempo determinato.

Una volta passato questo tempo senza aver ottenuto il finanziamento, bisognerà chiedere un altro certificato dello stipendio.

Moduli e PDF Fac simile

A questo link puoi scaricare il modulo fac-simile editabile in PDF da far compilare al tuo datore di lavoro per richiedere il certificato di stipendio.

Se non sai come si compila, ti basterà lasciarglielo in bianco e chiedergli di farlo compilare dall’amministrazione.

Nella maggior parte dei casi, invece, il datore di lavoro dà il modulo già compilato in ogni sua parte.

Di seguito una copia fac simile del modello di certificato di stipendio.

Certificato di stipendio modello fac simile

Certificato di stipendio: il modello fac simile

Come si compila

Nella compilazione del certificato di stipendio, occorre inserire alcune informazioni fondamentali sia sull’azienda che sul dipendente.

Dati dell’azienda

  • Ragione sociale, inclusa la sede legale
  • numero di Partita IVA
  • Numero di dipendenti
  • Capitale sociale

Dati del dipendente

  • Dati anagrafici (nome, cognome, data di nascita, residenza, ecc)
  • Retribuzione lorda e netta, sia mensile che annuale
  • TFR accantonato
  • Presenza di eventuali trattenute che sono già effettuate sullo stipendio a causa di altri finanziamenti

Le trattenute indicate nel certificato di stipendio sono solitamente di tre tipi:

  • Imposte e tasse
  • Alimenti da versare al coniuge o altri Pignoramenti
  • Altra cessione del quinto o Delega di Pagamento

Una volta che vengono sottratti gli importi delle trattenute dallo stipendio lordo, si ottiene lo stipendio netto, da cui calcolare il quinto dello stipendio (ovvero il 20% dello stipendio “rimasto”).

Certificato di stipendio rifiutato

A volte potrebbe accadere che l’azienda decida di rifiutare la concessione del certificato di stipendio, e a volte non se ne capisce proprio il motivo.

La prima cosa da sapere è che il datore di lavoro non può legittimamente rifiutarsi di produrre un certificato di stipendio, tuttavia a volte il dipendente, pur di non andare contro il suo datore, decide di non fare nulla.

A questo punto, una scappatoia potrebbe essere quella di chiedere un attestato di servizio, invece che del certificato di stipendio. Tale attestato viene emesso sempre dall’azienda e serve per dichiarare che il lavoratore è alle dipendenze della stessa con un contratto di lavoro (che può essere a tempo determinato o indeterminato), che lavora in maniera regolare e che non ha alcun provvedimento disciplinare in corso. A seconda dei casi, all’interno dell’attestato di servizio sono indicate anche delle informazioni basilari sullo stipendio mensile e sul TFR.

Nel caso in cui il vostro datore di lavoro si rifiuta di concedere il certificato di stipendio, potete presentare alla banca o alla finanziaria l’attestato di servizio (anche se non sono la stessa cosa, è comunque un documento ufficiale emesso dall’azienda). A seconda del fatto se siete già conosciuti e degli importi richiesti, tale documento potrebbe anche essere sufficiente per farvi ottenere la cessione del quinto.

Si può chiedere un prestito senza certificato dello stipendio?

In generale questo documento viene sempre richiesto dalla banca o dalla finanziaria, ma se si hanno difficoltà ad ottenerlo (ad esempio perché il datore di lavoro si rifiuta di farlo), allora si può provare a fare lo stesso domanda di finanziamento, e attendere la risposta della banca o della finanziaria.

Se non si sono avuti problemi economici in passato, se non si è stati segnalati come cattivi pagatori o come protestati, e se si ha una buona situazione lavorativa, potrebbe anche essere che l’istituto di credito accetti la domanda di prestito senza certificato di stipendio.

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Come pagare un dentista a rate? Informazioni ed approfondimenti sui prestiti per il dentista e sulle opportunità senza finanziamento.
Gino Topini

Sapevi che c’è un modo di pagare il dentista a rate, anche senza finanziamento?

Sappiamo che il costo di un intervento dal dentista può essere anche molto alto, e probabilmente questa è una delle spese più alte che ci possano essere dal punto di vista salutistico, ma al tempo stesso è fondamentale per stare bene.

Quando si parla di salute, il costo alto non giustifica il trascurare una problematica, soprattutto se si può dividere il costo del dentista in rate mensili.

Continua a leggere per scoprire come fare e quali possibilità puoi avere.

Quanto costa il dentista?

Quando si ha bisogno di un dentista, si hanno due scelte:

  • la prima è quella di optare per il dentista pubblico dell’ASL, che ha un costo decisamente più abbordabile ma presenta lo svantaggio di tempi di attesa particolarmente lunghi e, a detta di alcuni, di un servizio non eccellente in termini di qualità;
  • la seconda è quella di optare per uno studio dentistico privato, che ha invece un costo molto alto soprattutto per alcune tipologie di lavori, ma presenta il vantaggio di tempistiche di attesa molto ridotte e di un servizio ottimale per quanto riguarda la qualità del lavoro.

Le spese dentistiche variano a seconda del tipo di lavoro che bisogna fare: si va da una spesa attorno a 50 € per una semplice carie fino a costi che variano da 1.000 a 2.500 € per un’arcata, oltre che una spesa di diverse migliaia di euro se bisogna rimettere uno o più denti, e così via.

Una via di uscita è il dentista “low cost”, sia in Italia ma soprattutto all’estero. Tanti italiani vanno nei paesi dell’est, come la Croazia, per ricevere delle cure a costi molto più abbordabili.

Il costo del dentista all’estero

Basti pensare che un’estrazione, che in Italia può arrivare a costare anche fino a 150 €, nel paese croato costa meno di 100 € , scendendo addirittura a meno di 50 € in Slovenia e paesi limitrofi.

Il viaggio all’estero, in un paese dell’est, è fatto da sempre più italiani, tanto che si è giunti a parlare di “turismo odontoiatrico“, ovvero quel tipo di viaggio che è fatto esclusivamente per fare una visita al dentista. Il maggior costo legato al viaggio (che tuttavia con i voli low cost e con soluzioni di alloggi low cost come quelle previste da AirBnb, ad esempio) è ampiamente pareggiato dalla minor spesa per il professionista.

Si può pagare il dentista a rate?

Ci sono diverse soluzioni ed opportunità per pagare il dentista a rate mensili, e non tutte necessitano di un finanziamento (che rimane tuttavia la principale modalità di dilazione di un pagamento).

Prestiti per pagare le cure odontoiatriche

Se non si vuole viaggiare all’estero per fare dei lavori dentistici, magari perché si ha paura della poca qualità del lavoro (timore che, in alcuni casi, è del tutto infondato) e si preferisce optare per un professionista italiano, per “sopportare” la spesa, se è molto alta, si potrebbe pensare di ricorrere ad un prestito per pagare le spese del dentista, più specificatamente note come “cure odontoiatriche”.

Sono tante le banche e le società finanziarie che lo propongono, come ad esempio:

Di prestiti per stare bene, ne abbiamo parlato anche nel nostro testo sui prestiti benessere e spese mediche, che tra l’altro sono in un trend crescente, segno della sempre maggior crisi in cui è stretto il nostro paese, evidenziato proprio dalla necessità di ricorrere ai finanziamenti anche per le spese mediche.

Possono fare domanda di prestiti per il dentista tutti i lavoratori dipendenti e i pensionati che hanno uno stipendio o una pensione con cui poter garantire il rimborso del finanziamento, oltre che gli autonomi che, invece, portano come garanzia la dichiarazione dei redditi.

Considerando che le somme che di solito si richiedono per questa finalità non superano quasi mai i 3.000 / 5.000 euro, spesso possono farne domanda senza difficoltà anche cattivi pagatori e protestati.

Sono di solito impossibilitati a fare domanda di credito, invece, coloro che sono senza lavoro o le casalinghe, ad esempio, che non hanno un reddito dimostrabile.

Pagare il dentista a rate senza finanziamento

Una delle alternative per dividere il costo dell’intervento del dentista in più rate, ma senza ricorrere ad un prestito, è Pagodil di Cofidis. Si tratta effettivamente di un modo efficace per suddividere una spesa importante in più mesi, senza interessi e senza fare domanda di prestito.

Pagodil è disponibile solo nei negozi e negli esercizi commerciali che sono convenzionti con Cofidis.

Se tuttavia il tuo dentista non è convenzionato, allora l’unica alternativa di pagare a rate rimane il finanziamento.

Prestiti per il dentista, le conclusioni

In conclusione, sono sempre di più le persone che richiedono prestiti per pagare il dentista, in virtù del fatto che è spesso difficile pagare in contanti somme ingenti per far fronte alle spese per i lavori odontoiatrici più grandi.

Trovare il giusto prestito è fondamentale, per questo motivo è importante chiedere e confrontare quanti più preventivi possibile.

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Recensione del Conto BancoPosta Più, il conto corrente online di Poste Italiane, dal costo di 4 euro al mese ma con possibilità di azzerare le spese.
Gino Topini

Leggi questa nostra recensione del conto Bancoposta Più per scoprire anche le opinioni e i giudizi su questo prodotto di Poste Italiane. Si tratta di un conto che conviene?

Sono tanti gli italiani che, ogni giorno, cercano informazioni sul migliore conto corrente e vogliono capire quale sia il più conveniente. In questa guida andiamo a vedere, nel dettaglio, tutto quello che c’è da sapere sul conto BancoPosta Più, chi lo può aprire e quando preferire questo conto rispetto ad altre soluzioni alternative.

Conto BancoPosta Più: recensione

Caratteristiche

E’ indubbio che Poste Italiane sia uno degli istituto di credito più in vista, in Italia, per quanto riguarda il risparmio e i prestiti. Vediamo le caratteristiche principali di questo conto.

  • costo di 4 euro al mese (ma c’è possibilità di azzerarlo);
  • estratto conto mensile in formato elettronico;
  • possibilità di gestione del conto online tramite BPOL (BancoPostaonline, il servizio di home banking postale) o tramite telefono (phone banking);
  • possibilità di prelevare denaro gratis in più di 7.200 ATM Postamat in tutta Italia usando la carta Postamat Maestro.

Conto Bancoposta costi

Il costo della gestione del conto BancoPosta è di 4 euro al mese. A determinate condizioni è possibile azzerare la spesa, trasformando il conto postale in un vero conto zero spese; ecco come:

  • accreditare lo stipendio o la pensione;
  • ricevi un bonifico di almeno 700 euro al mese e (solo in questo caso) scegliere due opzioni tra i servizi finanziari di seguito:
    • addebito in conto delle utenze;
    • accensione della Carta di credito BancoPosta Più, Classica o Oro;
    • accensione del Telepass Family di BancoPosta;
    • accensione di un Mutuo BancoPosta (collocato tramite Deutsche Bank);
    • scelta di un PAC BancoPosta (Piani di Accumulo Capitale);
    • scelta delle Obbligazioni Poste Italiane;
    • apertura dei Prodotti assicurativi Poste Vita Ramo I;
    • apertura Piano di previdenza integrativa Poste Vita;
    • accensione di una polizza assicurativa tra le seguenti: Postaprotezione Innova Salute Più, Salute, SiCura, protezione Infortuni, protezione Innova Infortuni, protezione Innova Casa;
    • apertura di un Piano di risparmio;
    • acquisto a rate di uno smartphone o di un tablet che sono inclusi nel listino PosteMobile.

Tutti i clienti Bancoposta possono usare gratuitamente l’home banking di BancoPosta online, oltre che l’assistenza telefonica del phone banking di Pronto Banco Posta.

Carta Bancoposta, sconti in 30.000 negozi

Il Conto Bancoposta permette anche di avere una carta Bancoposta, che può essere usata per pagare in tutti i negozi e, in quelli convenzionati, consente anche di avere delle riduzioni in oltre 30.000 negozi convenzionati.

Confronta i migliori conti correnti e di deposito in Italia con Mondo Prestiti

Conto Corrente BancoPosta, conviene?

Oggi ci sono tanti conti correnti a zero spese che si possono scegliere e che danno a disposizione la gestione del conto tramite home banking, da casa o da smartphone, oltre che da telefono tramite telephone banking.

Nel caso in cui si riesca ad azzerare il conto mettendo in pratica una delle due opzioni che abbiamo elencato sopra, il conto postale BancoPosta diventa molto conveniente, altrimenti consigliamo di scegliere un conto corrente online a zero spese e risparmiare quei 4 euro al mese (48 euro all’anno).

Inoltre, qualora decideste di aprire questo conto corrente, vi consigliamo di non depositare somme oltre i 5.000 euro perché, in questo caso, l’imposta di bollo di 34,20 € è a carico del cliente e non ci sono tassi di interesse in guadagno con cui andare a “ripagare” un po’ questo costo.

Alla fine dei conti, diciamo che il conto BancoPosta conviene a chi si fida di Poste Italiane come società di credito affidabile e a chi, magari, ha attivi altri prodotti postali, come la Postepay ad esempio (anche in versione SpecialCash).

Cosa ne pensate di BancoPosta Più? Vi invitiamo a lasciarci un commento qui sotto e farci sapere la vostra opinione.

 

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Prestiti Coronavirus

Gino Topini

Sei alla ricerca di informazioni sui prestiti coronavirus? In questo articolo parliamo in maniera approfondita ed aggiornata di tutto quello che bisogna sapere sui prestiti per aziende ed imprese colpite dal coronavirus Covid-19.

Prestiti Coronavirus: garanzia Italia

E’ pronta per partire Garanzia Italia, una copertura pubblica che finanzierà le imprese che sono state maggiormente influenzate dal coronavirus.

Si tratta di un prestito garantito dalla SACE che le aziende e le società italiane potranno richiedere direttamente in banca o su internet, ma procediamo con ordine.

Prestiti Coronavirus: le ultime news

Prestiti 25.000 euro coronavirus

Secondo quello che leggiamo su Il Messaggero, a partire dal 17 aprile 2020 le aziende potranno fare domanda di prestiti, direttamente sul sito web del Fondo di Garanzia Pmi (sito ufficiale).

Certo, è ancora tutto da collaudare, ma sembra che le imprese potranno iniziare a fare domanda ed i primi bonifici dovrebbero arrivare già dal 20 aprile.

Fino a 25.000 euro, il prestito sarà garantito al 100% dallo stato, mentre per importi maggiori bisognerà presentare delle garanzie aziendali, e si preannunciano tempi più lunghi.

Prestiti Coronavirus: guida 2020

Chi può chiedere il nuovo prestito?

Questo prestito causa coronavirus può essere richiesto da ogni impresa che ha sede in Italia, indipendentemente dal settore di attività e dalla dimensione.

La condizione fondamentale è che tale impresa non era in difficoltà economica fino al 31 dicembre 2019, il che garantisce che le attuali problematiche siano state scatenate esclusivamente a causa del coronavirus.

La somma di denaro che si chiede in prestito deve essere usata per:

  • costi del personale;
  • investimenti (tranne le acquisizioni di partecipazioni societarie);
  • per aumentare il capitale circolante negli stabilimenti produttivi e nelle attività che si trovano in Italia.

Importo massimo

L’importo massimo che ogni azienda può richiedere è pari al valore massimo tra:

  • il 25% del fatturato prodotto in Italia del 2019;
  • oppure il doppio della spesa per stipendi e salari nel 2019.

L’importo più alto tra i due elencati qui sopra, è anche la somma massima del prestito causa Covid19.

Durata massima

La durata massima di rimborso è pari a 6 anni, con possibilità di preammortamento pari a 12, 18 o 24 mesi.

La garanzia SACE massima

Secondo le ultime novità, l’importo della garanzia da parte dello Stato dipende dalla grandezza dell’azienda che fa richiesta:

  • aziende con meno di 5.000 dipendenti e fino a 1,5 miliardi di fatturato all’anno, saranno garantite fino al 90% dell’importo richiesto;
  • aziende con più di 5.000 dipendenti e fatturato compreso tra 1,5 miliardi e 5 miliardi, fino al 80%;
  • aziende con fatturato superiore a 5 miliardi, fino al 70%.

Iter semplificato per le PMI

Il decreto prevede un iter veloce e più semplice per le aziende più piccole (quelle fino a 5.000 dipendenti e con meno di 1,5 miliardi di fatturato annuo).

In questo caso, la Sace emetterà la garanzia entro due giorni dalla richiesta della banca.

Per tutte le altre aziende, c’è bisogno di una procedura ordinaria alla quale dovrà prendere parte il Ministero dell’Economia, che effettuerà una sua istruttoria sulla garanzia.

Interessi e costi del prestito coronavirus SACE

Il costo del prestito deve essere diviso tra costo del finanziamento stesso (che viene deciso dalla banca che eroga il prestito) e quello della garanzia.

Il costo della garanzia dipende dalle dimensioni dell’azienda e dalla durata di rimborso.

Per le imprese con meno di 5.000 dipendenti e fino a 1,5 miliardi di fatturato, costa 25 punti base il 1° anno, 50 punti base il 2° e il 3°, 100 punti base negli ultimi 3 (ricordiamo che la durata massima di rimborso del prestito SACE è di 6 anni).

Tutte le altre aziende, invece, dovranno sostenere un costo di 50 punti base nel 1° anno, di 100 punti base nel 2° e nel 3° anno, di 200 punti base negli ultimi 3.

Il costo del prestito, come dicevamo, dipende dal tasso di interesse che la banca decide di applicare.

Vincoli per chi chiede il prestito

L’azienda che fa richiesta di prestito deve rispettare dei vincoli ben precisi:

  • il prestito dovrà essere usato per pagare il personale, oppure per fare investimenti, oppure ancora per aumentare il capitale circolante negli stabilimenti produttivi che si trovano in Italia;
  • l’azienda non dovrà approvare la distribuzione dei dividendi, né riacquistare azioni proprie per tutto il 2020;
  • infine, i livelli occupazionali dovranno essere gestiti tramite degli accordi specifici con i sindacati.
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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Prestito Smart Voucher Unicredit

Prestito Smart Voucher di Unicredit è un finanziamento che viene erogato tramite voucher invece che con accredito su conto corrente: è un finanziamento che conviene realmente?
Gino Topini

Una delle novità più interessanti per ciò che riguarda i prestiti Unicredit è il cosiddetto “Smart Voucher”, che viene definito come flessibile, comodo e pratico. E’ realmente così? Come funziona? Conviene?

Prestito Smart Voucher, come funziona

In sostanza, si tratta di un finanziamento vero e proprio, con tanto di valutazione di affidabilità creditizia, che viene però erogato sotto forma di voucher.

A differenza della maggior parte dei finanziamenti, quindi, si può chiedere anche senza conto corrente.

Una volta che si avrà il voucher in mano, lo stesso avrà durata 60 giorni e lo si potrà spendere per acquistare fino a 10 beni diversi presso uno dei negozi convenzionati con Unicredit.

Se si acquistano beni per un importo inferiore rispetto al voucher, il finanziamento verrà rimodulato di conseguenza: ad esempio se il voucher è di 1.000 euro e si acquistano beni per 800 euro, il finanziamento finale sarà di 800 euro.

Caratteristiche di questo mini prestito

  • Flessibile: perché si può prima chiedere il prestito e solo dopo decidere in che maniera spenderlo (e se spenderlo tutto);
  • Pratico, è possibile usarne solo una parte;
  • Comodo: si può usare sin da subito presso tutti i partner convenzionati

Importo, scadenze e durata

  • Importo del prestito: minimo 200 € – massimo 30.000 €
  • Durata del voucher: 60 giorni
  • Durata di rimborso del finanziamento: da 12 a 84 mesi
  • Il pagamento delle rate avverrà direttamente con addebito su conto corrente Unicredit o su Genius Card

Chi può farne richiesta

La domanda può essere presentata da tutti, ma considerando che Unicredit farà un controllo di affidabilità creditizia, per cattivi pagatori e protestati questo finanziamento potrebbe essere escluso (maggiori info sui prestiti per cattivi pagatori e protestati).

Elenco negozi convenzionati Unicredit

Al momento sono 6 i negozi convenzionati con Unicredit per questo mini prestito Smart Voucher:

  • De Longhi
  • Enel
  • Ikea (per comprare dal colosso dei mobili svedese, Smart Voucher può essere un’alternativa al classico Finanziamento Ikea)
  • Harley Davidson
  • Ricaricar
  • Rocca

Smart Voucher Unicredit conviene? Opinioni 2020

Smart Voucher di Unicredit altro non è che un finanziamento classico, con la caratteristica che viene erogato tramite un voucher.

La grande comodità di questo prestito sta nel fatto che si può chiedere anche più di quello che si vuole in realtà spendere (per imprevisti, magari) e non doverlo necessariamente spendere (quindi anche il finanziamento finale sarà più basso).

Dall’altro lato, avere a disposizione più soldi di quelli che si pensava di spendere, potrebbe portare ad acquistare cose non realmente necessarie, e non è la cosa ideale da fare in nessuna situazione.

Per cui, diciamo che l’idea di Unicredit Banca di erogare un finanziamento tramite voucher è positiva e particolare, ovviamente il consiglio finale è sempre quello di fare un confronto tra vari preventivi così da poter trovare realmente quello che più conviene.

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Credito Valtellinese Creval

Opinioni Creval 2019: quali sono le opzioni finanziarie di questa banca? Che cosa propone? Conviene ed è sicura?
Gino Topini

Creval, o Credito Valtellinese, è una delle banche che rientrano nella lista delle migliori banche italiane.

Continua a leggere per conoscere le opinioni Creval e capire se, per le tue necessità, questa banca può essere una buona scelta.

Credito Valtellinese, è sicura?

Come al solito quando si parla di una banca, bisogna capire se è sicura ed affidabile.

Creval è iscritta al Registro delle Imprese di Sondrio, all’Albo delle Banche ed è la capogruppo del “Gruppo bancario Credito Valtellinese”.

Inoltre, aderisce al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia, il che significa che c’è una buona protezione sui depositi monetari che si fanno in questa banca.

Oggi conta 264 filiali divise in nord e centro Italia, in maniera particolare in Lombardia e in Piemonte, fino alle Marche e al Lazio.

Dal 1994 Creval è quotata sul MTA della Borsa Italiana, e oggi conta circa 150.000 azionisti.

Conti Correnti Creval

Ad oggi sono due le opzioni che Creval propone ai suoi clienti come conti correnti: Conto Armonia 2.0 e Conto Base.

Conto Creval

Si tratta di un conto pensato per i nuovi clienti chi cerca una gestione online del proprio denaro, in completa sicurezza, senza voler per questo rinunciare all’assistenza in filiale.

Caratteristiche:

  • canone gratis se hai meno di 30 anni, altrimenti 1€ al mese;
  • canone 1€ al mese se accrediti lo stipendio o la pensione;
  • Carta Debit Consumer gratis;
  • Home Banking incluso;
  • Bonifici online inclusi;
  • domiciliazione delle utenze gratuita

Conto di Base

Il Conto di Base è destinato a tutti coloro che hanno esigenze di base (ad esempio è un conto che non ha fido, quindi non può andare a debito, non ha diritto al libretto degli assegni né a prestiti o altri finanziamenti che siano riservati ai clienti della Banca).

Il canone mensile è gratuito per:

  • chi ha un reddito ISEE inferiore a 8.000 euro;
  • pensionati che accreditano fino a 18.000 euro all’anno (1.500 € al mese)

A Modo Tuo

Si tratta di un conto corrente personalizzabile, che rispecchia perfettamente i tuoi bisogni.

Per trovare come poter personalizzare questo conto di Banca Creval ti basta fare il test online​​ rispondendo a 5 domande, potrai scoprire in poco tempo qual è il conto più adatto a te. Tra le varie scelte, anche quella con canone gratis.

Mutui e Finanziamenti

Dal punto di vista dei mutui e dei finanziamenti, Credito Valtellinese prevede sei diverse tipologie di mutuo, a seconda di quello di cui si ha bisogno:

  • Mutuo a tasso variabile “Casa Facile”;
  • Mutuo a tasso fisso “Casa Facile”;
  • Mutuo rata fissa e tasso variabile “Flessibile”;
  • Mutuo costruzione o ristrutturazione “Lavori in Corso”;
  • Mutuo cambio tasso “Doppia Scelta” (permette di cambiare tra tasso fisso e variabile ogni 2 anni);
  • Mutuo a gestione libera del rimborso “Libero”.

Come possiamo vedere, ci sono diverse opzioni che possono andare incontro alle necessità di diverse tipologie di clientela.

Investimenti e Depositi

Per chi ha un po’ di denaro da parte e vuole farlo fruttare, Creval propone anche tutta una serie di soluzioni di investimenti e deposito, dalla gestione patrimoniale fino agli investimenti in fondi comuni, dalle obbligazioni fino ai conti di deposito di risparmio dedicati ai più giovani.

Anche da questo punto di vista, le opzioni sono diverse e sicuramente vale la pena dare un’occhiata, soprattutto se si è già clienti Creval.

Creval Opinioni, conviene?

In conclusione, diciamo che Creval (Credito Valtellinese) è una banca che propone tutta una serie di opzioni per chi ha bisogno di un conto corrente classico, o di un finanziamento.

Essendo un istituto di credito storico, le opzioni finanziarie proposte sono particolarmente classiche ma tendono al virtuale (la gestione online del conto, ad esempio), per cui Creval può essere una buona scelta per chi cerca una via di mezzo tra classico e moderno.

Non è certamente una banca del fintech come Hype, ma non per questo le opzioni che mette a disposizione di clienti attuali e di nuova clientela sono meno interessanti.

Certo, c’è da considerare ad esempio che il conto corrente ha un costo annuo di 60 o 120 euro (a seconda delle opzioni), al cui interno sono incluse funzionalità che le banche del fintech non hanno (come il libretto degli assegni o il fido, ad esempio).

Diciamo che le opinioni in rete e sui forum sono positive, per capire se Creval conviene e fa al caso proprio, bisogna valutare quello di cui si ha bisogno e quello che si cerca in un istituto di credito, e poi decidere di conseguenza.

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Soisy

La nuova tendenza nella domanda e offerta di prestiti è senza alcun dubbio il Social Lending, i cosiddetti prestiti tra privati. Ecco le caratteristiche e le opinioni 2020 su Soisy, uno dei nomi leader peer-to-peer lending.
Gino Topini

L’argomento prestiti è sempre una materia delicata e difficile da affrontare. O meglio, lo era in tempi passati quando la burocrazia e le spese del personale che trattava le pratiche gravava non poco sui costi dell’intermediazione.

Inoltre, chiedere un prestito era arduo nelle piccole realtà cittadine, perché sinonimo di difficoltà finanziaria. Ad oggi, con l’avvento del web, i tempi si sono ridotti.

Le capacità di verifica sulla solidità del richiedente, la possibilità dell’erogante di effettuare assicurazioni per proteggersi da crediti inesigibili, hanno reso tutto molto più facile. Inoltre, una delle cose positive di questa unione europea, hanno messo a disposizione una massa di liquidità che consente tale accordo.

Tra i nomi più in voga dei servizi che erogano tali prestiti, oltre a Younited Credit (Vedi la nostra Recensione di Younited Credit oppure Vai al Sito Ufficiale), figura anche Soisy.

Ma di cosa si tratta realmente? Scopriamo tutte le caratteristiche e le opinioni.

Soisy cos’è e come funziona: Recensione ed Opinioni 2020

Se a prima vista Soisy può sembrare una comune banca online o comunque un servizio simile, in realtà essa sa differenziarsi notevolmente dal resto del settore finanziario. Attraverso Soisy infatti non è possibile ottenere dei finanziamenti in via diretta, in quanto essa non è altro che un marketplace, ovvero un punto di incontro tra chi offre denaro in prestito e chi lo richiede.

Qui infatti, oltre ad investitori che decidono di impiegare la propria liquidità nell’ambito del social lending, vi sono e-Commerce e piccole aziende che cercano prestiti per finanziare le proprie attività.

Di fatto, Soisy non è altro che un punto d’incontro, una sorta di “arbitro” che fa da intermediario tra chi eroga il prestito e chi lo richiede.

Nonostante per questo servizio richieda una spesa, questa risulta essere nettamente minore rispetto a quanto solitamente è esigibile da banche o istituti finanziari. Ne consegue che, sia per chi eroga il prestito che per chi lo ottiene, le condizioni economiche risultano sicuramente un’alternativa che va a coprire una nicchia troppo dispendiosa nel passato.

Soisy è sicura? Social Lending e sicurezza: il futuro dei prestiti è online

La piattaforma che stiamo analizzando lavora totalmente online, pur avendo una sede a Milano. Proprio questa natura strettamente legata al Web ha permesso a questa start-up non solo di raggiungere il successo, ma anche (o meglio, soprattutto) di abbattere i costi legati ai prestiti.

Se possono sorgere dei dubbi, soprattutto da parte di chi può essere un potenziale creditore che ha un eccesso di liquidità e intende diversificare i propri investimenti, potrebbero riguardare la sicurezza del servizio. In tal senso però, Soisy offre garanzie decisamente adeguate.

La circolazione di denaro all’interno della piattaforma è controllato dalla Banca d’Italia che, come è ovvio, è un garante alquanto attendibile ed istituzionale. Allo stesso tempo, come qualunque altro tipo di investimento, esso non è totalmente esente da rischi, in questo caso legati a impreviste insolvenze o, in termini finanziari, chiamati “crediti deteriorati”.

Anche per quanto riguarda potenziali problemi legati ad hackeraggi o attacchi informatici di varia natura la piattaforma sembra all’altezza della situazione. Grazie ai protocolli di sicurezza infatti, Soisy sembra attualmente un servizio davvero affidabile sotto questo punto di vista.

La garanzia di rendita

Al di là di quanto affermato finora, Soisy propone anche una tipologia di investimento in grado di garantire ulteriormente un reddito interessante.

Chi ha infatti cifre piuttosto basse da investire, può attivare una particolare clausola legata definita come garanzia di rendita. In tal senso, rinunciando a una piccola parte degli interessi, è possibile ottenere un’assicurazione sull’investimento effettuato.

Tale soluzione è ideale per chi non ha ancora confidenza con il social lending o con la piattaforma, ma soprattutto mette al riparo il proprio investimento dai rischi sopracitati.

Costi e interessi dei prestiti tra privati Soisy

Chiunque stia pensando di iscriversi a Soisy deve sapere che esso non necessita di alcuna forma di pagamento in fase di iscrizione e neppure di un i canone mensile o annuale. Per quanto concerne gli interessi, questi si aggirano intorno al 5-7%.

La già citata commissione della piattaforma (già inclusa nei suddetti interessi, da considerarsi lordi) è pari a una percentuale che va dall’1 al 3%. Se paragonato a quanto preteso solitamente dalle banche, il social lending appare senza alcun dubbio molto più conveniente. Inoltre si agisce con una certa discrezionalità che protegge i debitori dalle solite curiosità morbose dei conoscenti.

Conviene investire con Soisy?

D’altra parte, anche chi vuole offrire la propria liquidità prestando denaro può ottenere dei grandi vantaggi. Generalmente infatti, investire in questo settore è un modo di diversificare il proprio portafoglio. Avere margini di ricavo che le stesse banche o istituti finanziari non sono in grado di garantire, pur vincolando il denaro nel medio e lungo periodo.

Al netto degli interessi di cui abbiamo già parlato e delle tasse che vanno pagata sugli stessi, si tratta di un ottimo modo per rendere particolarmente variegato il proprio portafoglio e metterlo al riparo da eventuali “terremoti finanziari” che possono colpire un determinato settore (azionariato, derivati e altre forme di investimenti) in modo inaspettato e disastroso.

Tiriamo le conclusioni: Opinioni su Soisy

Soisy è una piattaforma ideale per chi partecipa al social lending.

Che si tratti di investitori, alla ricerca di un impiego del proprio denaro relativamente sicuro e dalla buona rendita, o di un e-commerce che cerca un piccolo finanziamento, Soisy si dimostra un ottimo strumento che può risolvere molti problemi in passato ostici.

Le commissioni contenute, la facilità di utilizzo e tante altre piccole caratteristiche, rendono questa piattaforma ideale per i finanziamenti online.

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Carta libretto postale scaduta: cosa fare? Cause e procedura di sblocco.

Quando la carta libretto postale è bloccata o non attiva si teme subito di furto di dati, ma delle volte ci sono cause semplici come la scadenza che rendono la carta inutilizzabile. Allora quali sono le cause di blocco della carta libretto postale, e cosa fare in per riattivarla? Ecco la procedura.
Gino Topini

La carta libretto postale, è quel tipo di carta di pagamento che viene data in associazione al libretto postale, e tutti i titolari di tale libretto possono tranquillamente richiedere questo tipo di carta. Uno degli aspetti importanti da sapere però in merito alla carta di libretto postale, è che non dura in eterno, ma invece ha una data di scadenza.

Dunque, se non si conosce questo dettaglio, il rischio è di ritrovarsi ad un certo punto senza poterla utilizzare, in quanto al momento in cui si raggiunge la scadenza, essa si disabilita impedendo quindi qualsiasi operazione con essa.

Bloccata o Non Abilitata

Può capitare che ci si rechi presso l’ATM (il Bancomat esterno per il prelievo) e scoprire che la Carta Libretto Postale è Bloccata, o che risulti non attiva. Non ci si deve subito allarmare, perché i motivi possono essere almeno 3, ed tutti abbastanza banali e di facile comprensione.

Limite di operazioni raggiunto

Il primo motivo è senza dubbio quello legato alle operazioni, ovvero a quanto prelievi si sono effettuati durante l’anno. Infatti, la Carta Libretto Postale permette solo 40 operazioni, oltre le quali non si può andare e quindi avviene il blocco automatico. Per poterla sbloccare e riavere la carta abilitata, ci si dovrà recare presso uno Sportello dell’Ufficio Postale e aggiornare il Libretto Cartaceo.

Carta Libretto Postale scaduta

Il secondo motivo è che la Carta Libretto Postale sia scaduta e quindi si deve procedere al ritiro presso un Ufficio Postale della nuova carta, presentando il PIN che si è ricevuto per posta qualche tempo prima.

Mancanza del Questionario Adeguata Verifica

L’ultimo motivo che potrebbe generare il blocco della Carta Libretto Postale è il Recupero del QAV, ovvero il Questionario Adeguata Verifica, documento che risulta obbligatorio per tutti i Clienti di Poste o Banche, ma che molti non fanno mai. Quando la carta riconosce che nel profilo cliente è mancante il QAV, può bloccarsi.

Anche in questo caso non è necessario allarmarsi, perché per procedere con lo sblocco basterà recarsi presso un Ufficio Postale e spiegare all’Operatore di Sportello quale sia il motivo per cui la carta si è bloccata. Egli provvederà a farvi firmare il QAV e in seguito sbloccherà la vostra Cart che tornerà quindi utilizzabile da subito

Carta Libretto Postale: come rinnovarla quando è in scadenza o se è già scaduta

Per sapere quando la vostra Carta Libretto Postale non sarà più valida, basterà andare a vedere sul fronte della stessa, dove la data è indicata in maniera molto visibile. È necessario fare molta attenzione alla data riportata sulla carta, in quanto se non si procede con il suo rinnovo, abbiamo visto nei paragrafi precedenti che la carta si blocca.

Per rinnovarla la procedura è molto semplice. Nel periodo a ridosso della scadenza si riceverà a casa, all’indirizzo che abbiamo fornito al momento dell’apertura del libretto postale, una lettera contente il PIN della nuova carta. All’interno della lettera che accompagna questo importante codice numerico, sono riportate anche tutte le informazioni e indicazioni per ritirare presso un ufficio postale la nuova Carta Libretto Postale.

Se il PIN non fosse ancora arrivato quando mancano pochi giorni alla scadenza della carta, è bene chiamare il numero verde di Bancoposta 800.00.33.22, per informarsi se la lettera con il PIN è stata spedita e dove si trova. Questa cosa è basilare, perché senza PIN sarà impossibile ritirare la nuova carta. Se al telefono l’operatore vi dovesse dire che la lettera non è rintracciabile, è bene chiedere un nuovo invio, per evitare di perdere troppo tempo ad attendere, ritrovandosi poi senza poter utilizzare la carta per diversi giorni.

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Libretto Postale Smart 2019: Opinioni, Interessi Super Smart e Rischi

cerchiamo di rispondere alle principali domande sul Libretto Postale Smart 2019, come ad esempio: quali sono le Opinioni? Quanto paga di Interessi Super Smart? Che Rischi?
Gino Topini

Sei alla ricerca di soluzioni semplici e sicure per poter mettere da parte i tuoi soldi? Il libretto postale Smart ti attira ma vorresti saperne di più? Sei alla ricerca di informazioni sui rischi e sui rendimenti di questa soluzione? Andiamo ad approfondire in questo articolo i dubbi più comuni sul libretto Smart delle Poste, e ricorda che potrai sempre porre altre domande usando i commenti a fondo pagina.

Perché questo libretto postale è Smart?

Si tratta di una soluzione alternativa rispetto al classico libretto postale, con la quale avere un rendimento più elevato ed usufruire di una serie di funzionalità aggiuntive che possono tornare comodo ai piccoli e medi risparmiatori.

Ecco i principali vantaggi del libretto postale versione Smart.

  1. permette di prendere parte all’offerta Supersmart, se disponibile. Si tratta di un’offerta che garantisce un rendimento annuo superiore, che varia dallo 0,30% allo 0,50% lordo a seconda del periodo di vigenza;
  2. permette di fare girofondi dal conto corrente BancoPosta o dal Libretto Nominativo Ordinario, verso il Libretto Smart e viceversa, usando l’App Risparmio Postale o direttamente presso un qualunque Ufficio Postale;
  3. permette di sottoscrivere i Buoni Fruttiferi Postali dematerializzati, sia dall’App Risparmio Postale che presso l’Ufficio Postale più vicino a casa propria;
  4. consente di fare delle ricariche Postepay, da Ufficio Postale o dall’App di Risparmio Postale. Novembre 2016 è possibile aprire il libretto Smart in forma dematerializzata in alternativa alla tradizionale forma cartacea.

Quali sono, invece, gli svantaggi del libretto postale smart?

Diciamo che il principale svantaggio di questa soluzione di risparmio è legata al tasso di interesse, molto basso ma in linea con altre soluzioni presenti sul mercato. Da considerare che sui rendimenti annui lordi occorre pagare un’imposta del 12,5% (avvantaggiata rispetto alla classica imposta del 26% che si applica sui rendimenti delle obbligazioni, ad esempio).

Per questo motivo, è una soluzione consigliata a chi vuole risparmiare in sicurezza, piuttosto che all’investitore che invece è alla di remunerazioni migliori.

Oltre a questo, il libretto postale Smart non ha svantaggi di sorta: è sicuro, garantito, affidabile.

> leggi anche il nostro approfondimento su cosa fare in caso di Carta libretto postale scaduta

Libretto postale Smart dematerializzato

Da qualche mese, Poste Italiane ha messo a disposizione di tutti una versione dematerializzata del suo libretto postale. Si tratta di una versione online, più comoda da gestire per chi è avvezzo alle nuove tecnologie e desidera una soluzione di risparmio conveniente e sicura al tempo stesso.

E’ sicuro avere un libretto postale online? Dal punto di vista della sicurezza del cliente, Poste Italiane è da sempre una delle aziende più serie ed affidabili di tutte e cerca di tenere sempre i rischi al minimo, per cui si possono davvero dormire sonni tranquilli.

Come aprire un libretto postale Smart?

Per poter avere un libretto postale Smart, sia nella versione cartacea che in quella online dematerializzata, si può andare presso un qualunque ufficio postale e fare richiesta oppure compilare questo modulo sul sito ufficiale. L’apertura di un Libretto Smart comporta l’adesione contestuale anche ad una Carta Libretto e alle funzionalità aggiuntive del Servizio Risparmio Postale Online (RPOL). A scelta, si può anche decidere di attivare le funzionalità dispositive del RPOL.

Conviene aprire un libretto postale Smart? O e meglio uno ordinario?

Il libretto postale Smart permette di avere a propria disposizione tutta una serie di funzionalità in più rispetto a quello ordinario, tra cui la possibilità di fare giroconti (ovvero spostare i soldi da un conto ad un altro) e di ricaricare la Postepay.

Se si pensa di aver bisogno di una di queste funzionalità, allora il libretto postale Smart conviene, altrimenti si potrebbe optare per sottoscrivere uno classico, ordinario, che invece, tra le altre cose, permette di ricevere anche l’accredito della pensione INPS ed ex-INPDAP.

Libretto postale Smart, quali sono le opinioni?

In linea generale possiamo dire che il libretto Smart raccogliere delle opinioni e delle recensioni positive dalla rete, a condizione di essere consci del fatto che si tratta di uno strumento di risparmio e non di investimento: se si ha bisogno di un posto dove depositare il proprio denaro mentre si è alla ricerca di nuovi investimenti o semplicemente per lasciarlo lì in caso di bisogno, allora il libretto postale (ordinario o Smart) è una buona soluzione, se invece si cerca un modo per guadagnare soldi, allora è meglio rivolgersi ad altre soluzioni.

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Cessione del quinto TFS: la guida completa

Guida completa alla cessione del quinto con il TFS come garanzia: chi la può ottenere? Che vantaggi ci sono? Conviene?
Gino Topini

La cessione del quinto TFS è una modalità di prestito sempre più richiesta dai pensionati (ma anche lavoratori con molti anni di carriera alle spalle).

Da un lato, come vedremo meglio, il TFS viene erogato, nella maggior parte dei casi, a rate distanziate l’una dall’altra di un anno; ciò determinata una dilazione non da poco, privando il pensionato di una cifra che gli potrebbe essere utile per mille e un progetto.

Dall’altro lato le alternative, come ad esempio i prestiti personali, sono spesso finalizzate, quindi necessità di giustificativi di spesa che possono essere percepiti come un’invasione della privacy. Senza contare che TAN e TAEG sono spesso alle stelle, e le rate rischiano di essere insostenibili.

Ecco perché la cessione del quinto TFS incontra il favore dei tanti pensionati, complici ulteriori vantaggi che passeremo subito ad analizzare: il TFS è una garanzia forte, essendo di competenza statale, e ciò consente all’istituto di potere offrire prestiti di elevata liquidità. Inoltre spesso le banche che si occupano di cessione del quinto TFS sono convenzionate con l’INPS, il che consente al pensionato di accedere a tassi di interesse agevolati e vantaggiosi.

Scopriamo subito in questa guida tutto ciò che c’è da sapere sulla cessione del quinto con TFS.

Cessione del quinto TFS: come funziona

Il prestito tramite cessione del quinto per ottenere un anticipo del proprio TFS è, al momento, la soluzione più agevole e rapida per avere la liquidità necessaria e affrontare senza stress le proprie spese. Come suggerisce il nome, si tratta di un rimborso con rate che non possono superare il quinto della pensione.

La cessione del quinto, in effetti, nient’altro è che una tipologia di prestito non finalizzato; ciò significa che non vengono richiesti giustificativi di spesa e, nella maggior parte dei casi, neppure lo storico patrimoniale, poiché è lo stesso TFS a fungere da garanzia. Gli unici documenti che vengono richiesti sono il cedolino della pensione e il CUD (ex modello unico).

I vantaggi di questo metodo sono almeno due: anzitutto gli importi erogabili dagli istituti di credito sono nettamente superiori rispetto a quelli concessi per i prestiti personali, proprio per via della forte garanzia costituita dalla buonuscita. In seconda istanza i tassi di interesse sono fissi per tutta la durata del prestito, e l’importo di ogni rata è costante. Va inoltre considerato che il quinto dovuto all’ente erogatore viene versato direttamente dall’INPS, sottraendolo in modo automatico da quanto maturato durante il servizio; in questo modo il pensionato è al riparo dal rischio di ritardi o dimenticanze, che come ben sappiamo generano more anche piuttosto salate.

Riguardo i tempi, di solito sono piuttosto veloci, possiamo fare una media che va da una a tre settimane se non ci sono contrattempi. In caso di ritardi per, ad esempio, problemi di documentazione, non si superano comunque le sei settimane.

Per il piano di ammortamento, va ricordato che non si può superare un rimborso spalmato in 10 anni; è chiaro che il numero delle rate dipende dall’età del pensionato (lo vedremo meglio tra poco), l’ammontare del prestito e della pensione in sé. Per piccole somme gli istituti bancari prevedono piani di ammortamento anche in 24 rate.

Cessione del quinto TFS: calcolo e importo delle rate

Parlando prima di documenti abbiamo tralasciato una “carta” fondamentale per richiedere la cessione del quinto, poiché merita qualche parola a sé. Stiamo parlando della cedibilità della pensione, ossia un’attestazione che la quota della pensione rimanente al netto della rata di prestito sia sufficiente per la sopravvivenza.

Si tratta cioè di garantire al pensionato una soglia minima di vivibilità, calcolata ogni anno sulla base della pensione minima: per il 2019 è stata fissata a 513,01 euro. La comunicazione della cedibilità della pensione può essere richiesta presso qualunque sede INPS e portata poi alla banca presso cui si fa richiesta. Se si sceglie invece un istituto convenzionato con l’INPS, sarà la banca stessa a prelevare il dato dal database dell’ente previdenziale.

Approfondimenti: prestiti INPS con pensione minima

Alla luce di ciò è chiaro come l’importo delle rate vada calcolato caso per caso, ma facciamo un esempio utile. Anzitutto il quinto si riferisce alla pensione al netto delle ritenute fiscali. Poniamo il caso di un netto di 900 euro: il quinto, che è poi il 20%, è di 180 euro, e questa è la quota massima di rimborso che il pensionato potrà pagare. Inoltre rimarrebbero 720 euro netti di pensione, superiori alla soglia minima di vivibilità, il che consente la fattibilità del prestito.

Se però la pensione netta è di 600 euro, la rata del quinto ammonta a 120 euro, il che corrisponde ad un residuo di 480 euro, inferiore alla soglia minima di cui sopra. In questo caso, quindi, un pensionato deve rinunciare a questa possibilità?

Sì e no, nel senso che come abbiamo già sottolineato le politiche degli istituti di credito sono piuttosto variabili; è possibile trovare un accordo per cui la rata sia inferiore al 20%, calcolata nella misura in cui possa consentire al pensionato una somma residuale dignitosa. Naturalmente ciò equivale ad un allungamento dei tempi di ammortamento, valutabili in relazione all’età del richiedente.

In estrema sintesi, la variabilità delle casistiche fa sì che, nonostante la legge sia chiara e univoca, possano esserci eccezioni ed escamotage (ovviamente legali!) per beneficiare del prestito mediante cessione del quinto.

Cessione del quinto TFS: chi può richiederla

È bene specificare che la possibilità di ottenere un prestito con cessione del quinto interessa la stragrande maggioranza dei pensionati pubblici, ma con qualche eccezione.

In primis gli invalidi civili e tutti coloro che sono beneficiari di pensioni sociali e di inabilità, assegni familiari o di sostegno al reddito sono esclusi dalla possibilità di far richiesta. Inoltre, in caso di pensione cointestata, si può inoltrare domanda solo per quanto concerne la quota intestata al pensionato, lasciando intatta la parte dell’altro. In questo caso gli importi potrebbero essere inferiori alla media.

Altra condizione di non fattibilità della cessione del quinto riguarda i soggetti esplicitati nell’art. 4 della legge 92/2012, cioè i lavoratori che hanno ricevuto un incentivo all’esodo tramite accordo aziendale o sindacale.

Naturalmente poi ogni istituto di credito ha un proprio regolamento e vincoli piuttosto variabili, dunque suggeriamo di valutare più preventivi prima di firmare il contratto. Uno dei fattori su cui si riscontra meno uniformità è l’età; alcune banche concedono prestiti con cessione del quinto fino a 85 anni, intendendo con ciò il limite massimo entro cui si deve portare a termine il rimborso. Valutiamo una media generica più o meno tra i 75 e gli 80 anni, ma appunto sussistono non pochi casi in cui tali barriere possono venire spostate più in là.

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Anticipo TFS Dipendenti Pubblici, Statali e Pensionati: come funziona

Gino Topini

Di anticipo del TFS se ne parla da lungo tempo, soprattutto perché è stata una possibilità negata ai dipendenti della Pubblica Amministrazione fino a pochissime settimane fa.

È tuttavia palese che l’anticipo del TFS sia un aiuto economico per i dipendenti pubblici, statali e per i pensionati, perché da un lato consente di far fronte a spese impreviste, dall’altro di acquistare la prima casa o estinguerne il mutuo, o perché no mettere a posto debiti e oneri accumulati negli anni.

Senza contare che è un diritto dovuto come rimborso dopo lunghi decenni di lavoro.

Sempre più famiglie hanno difficoltà a far quadrare i conti, e sarebbe un errore pensare che ciò non valga se uno dei membri è un dipendente pubblico. Bastano un figlio all’università e un guasto all’automobile per far saltare il bilancio! In un quadro del genere si intuisce bene quanto la liquidità del TFS sia una boccata d’ossigeno per chi si ritrova con l’acqua alla gola.

Cerchiamo di scoprire insieme come funziona l’anticipo del TFS, facendo prima un utile excursus per illustrare quanto e quando dovrebbe esserti accreditato.

TFS: come funziona? A chi spetta?

Il Trattamento di Fine Servizio è la cosiddetta liquidazione o buonuscita che spetta ai dipendenti pubblici.

Non tutti i pensionati della pubblica amministrazione, tuttavia, riceveranno il TFS.

La liquidazione su base retributiva (lo vedremo meglio tra poco) vale infatti solo ai dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000.

Chi è stato assunto dopo, tenendo sempre presente il vincolo del contratto a tempo indeterminato, percepirà il TFR, ossia il trattamento di fine rapporto, che invece viene calcolato su base contributiva; in sostanza, il TFR risulta meno “cospicuo” proprio per la differenza dei parametri di calcolo.

Approfondimento: anticipo TFR per dipendenti pubblici, statali e privati

Il legislatore ha previsto comunque delle eccezioni per il personale pubblico non contrattualizzato. Fanno parte di questa categoria alcune figure del mondo accademico (docenti e ricercatori universitari), chi ha carriere prefettizie e/o diplomatiche, i dipendenti del Parlamento e della Segreteria della Presidenza della Repubblica. Questi lavoratori continueranno a percepire il TFS.

Calcolo TFS al netto

Come abbiamo accennato, il calcolo del TFS è su base retributiva.

Ciò significa che il fattore principale per sapere a quanto ammonta avviene tenendo in considerazione gli stipendi dell’ultimo anno in servizio.

Calcolare il TFS è semplice

Calcolare il TFS è molto semplice:

  • calcola l’80% dell’ultimo stipendio lordo percepito;
  • dividi questa somma per 12;
  • moltiplicare l’importo che ti esce per il numero di anni di servizio previsti dalla legge.

Le frazioni di anno sono così determinate: 6 mesi o meno, non rientrano nel compiuto, più di 6 mesi valgono invece un’intera annualità.

Può essere utile sapere che per i periodi previdenzialmente scoperti è prevista la possibilità di versare contributi da riscatto, così da non “perdere” anni di laurea, formazione professionale, servizio di leva, disoccupazione durante lavori stagionali o discontinui.

È una procedura onerosa, bisogna dirlo, ma potrebbe valere la pena per coloro che sono entrati nella PA in età, tra molte virgolette, avanzata e si ritrovano a 60 anni con anni di servizio insufficienti per il pensionamento.

Questo calcolo vale per ogni categoria di lavoratori che ha diritto al TFS, come ad esempio docenti anche universitari, forze armate anche Carabinieri, dipendenti di enti locali come INPS, o del parastato, e così via.

Accredito TFS: tempistiche

Arriviamo qui ad una nota dolente: i tempi biblici. Possono passare anche quattro anni per ottenere l’intera somma che, lo sottolineiamo, spetta di diritto. Ma vediamo subito come la legge ha predisposto l’erogazione del TFS.

Entro 105 giorni

Il caso più breve è quello del TFS entro 105 giorni, legato però a condizioni su cui è meglio non contare: si ha la liquidazione entro circa tre mesi dal pensionamento in caso di decesso (si tratterebbe dunque di un beneficio agli eredi) o di fine del rapporto lavorativo per sopraggiunta inabilità.

Entro 12 / 24 mesi

Per pensioni di vecchiaia, pensioni anticipate e raggiungimento dei limiti di servizio si dovranno invece attendere 12 mesi, che salgono a 24 se il licenziamento è stato volontario.

Pagamento del TFS: come viene pagato?

Passiamo invece alle modalità di pagamento del TFS.

Requisiti maturati entro il 31 dicembre 2013

  • il TFS fino a 90.000 euro sono accreditati in un’unica soluzione;
  • TFS superiori a 90mila ma inferiori a 150mila euro prevedono invece due rate, la prima dopo un anno (90mila euro) e la seconda dopo due anni dal pensionamento;
  • se il TFS supera i 150mila euro si avranno tre rate, con la prima sempre da 90mila euro e la seconda da 60mila, ciascuna distanziata dall’altra di 12 mesi.

Requisiti maturati dal 1° gennaio 2014

I pensionati che hanno raggiunto i requisiti dal 1° gennaio 2014 hanno le stesse modalità di rateizzazione del TFS ma con importi diversi.

  • Il massimale per ottenere il TFS in un’unica soluzione è di 50mila euro;
  • le due rate sono pagate in caso di TFS compreso in una forbice da 50mila a 100mila euro;
  • le tre rate sono invece previste per importi superiori a 100mila euro. In quest’ultimo caso sia la prima che la seconda rata saranno da 50mila euro.

Anticipo TFS: le novità del 2019

Alla luce di queste lungaggini è chiaro come un anticipo del TFS possa essere importante per un neopensionato o per un lavoratore che si appresti alla messa a riposo. Sino a pochissimo tempo fa la legge aveva una falla in questo senso, perché proibiva categoricamente la possibilità di richiedere un anticipo. Discorso diverso invece per il settore privato, che contempla l’anticipo del TFR (peraltro in percentuale fino al 70% di quanto maturato sino al momento della domanda, dunque si parla di cifre consistenti). Insomma, dopo anni in cui si è chiesto che il pubblico venisse equiparato al privato, finalmente siamo giunti ad una nuova legge.

Con il decreto legge 4/2019, approvato il 29 gennaio scorso, è stato istituito il diritto anche per i dipendenti della PA di richiedere l’anticipo del TFS. La novità riguarda tutti, sia coloro che andranno in pensione con la Quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi), sia coloro che matureranno i requisiti previsti dalla Legge Fornero (67 anni e almeno 20 di contributi) o andranno in pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne). Val la pena sottolineare che il decreto è retroattivo e interessa anche chi è già in pensione.

L’anticipo consiste in un finanziamento con tasso agevolato noto come cessione del quinto con TFS, reso possibile da un accordo siglato tra il Ministero e l’Abi (Associazione bancaria italiana). È prevista una detassazione del 7,5% sul valore della liquidazione. Non abbiamo ancora disponibile l’elenco degli istituti bancari convenzionati, che verosimilmente sarà diffuso entro fine maggio. Il decreto, infatti, deve essere convertito in legge entro 60 giorni dall’approvazione, e solo dopo questo termine sapremo tutti i dettagli.

Ma veniamo al succo: quanto si può richiedere come anticipo? Il testo specifica che si può presentare richiesta di finanziamento di una somma pari all’importo dell’indennità di fine servizio maturata, nella misura massima di 45mila euro; all’inizio il massimale era stato fissato a 30mila euro, ma fortunatamente si è raggiunta un’intesa per andare incontro alle esigenze dei lavoratori.

E i tempi? Anche in questo caso il Parlamento ha votato per una riduzione delle “ere geologiche” di cui sopra: il dipendente della PA (o meglio, ormai ex) potrà ottenere il finanziamento con l’anticipo del TFS entro 90 giorni dal pensionamento.

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Miglior Conto Corrente per Giovani 2019

Come scegliere un conto corrente per giovani nel 2019? Quali sono le cose fondamentali che questo tipo di conto deve avere?
Gino Topini

Trovare un conto corrente per giovani nel 2019: che cosa bisogna guardare, quali sono le migliori offerte che gli under 25 possono avere quando entrano (magari per la prima volta) nel mondo delle banche e dei conti bancari?

In questo articolo vogliamo affrontare in maniera completa tutto quello che c’è da sapere su come trovare un buon conto corrente giovani nel 2019, dandovi anche consigli e suggerimenti per scegliere l’istituto di credito ideale.

Come scegliere il miglior conto corrente per i giovani

Sono diverse le variabili che un giovane potrebbe voler trovare nel suo conto corrente, sia in termini di funzionalità che di elasticità e convenienza. Per lo più si ha bisogno di un conto corrente per esigenze basilari, come riscuotere lo stipendio o effettuare dei pagamenti, ma per tutti coloro che dovessero avere bisogno di funzionalità in più ci sono delle alternative “ad hoc” delle quali si può parlare direttamente con il proprio istituto di credito.

Home banking, nel 2019 è fondamentale

Oggi quasi tutte le banche danno un servizio di home banking, ovvero la possibilità di gestire il conto corrente online. Con internet i giovani (e non solo) fanno praticamente di tutto, dall’aggiornare lo stato su Facebook al navigare in rete, con l’home banking possono anche controllare il conto corrente e fare determinate operazioni senza necessità di andare in banca.

Si parla di home banking per indicare genericamente la possibilità di gestire il conto corrente sia dal computer che dal cellulare.

Conto corrente a zero spese

I giovani in maniera particolare non vogliono spendere tantissimo, soprattutto quando si parla di conti correnti o altri servizi in generale. E’ per questo motivo che uno dei conti più diffusi in assoluto è quello a zero spese.

Per lo più si tratta di conti correnti che possono venire gestiti direttamente online, tramite il già citato home banking. Attenzione, però, ad assicurarsi effettivamente di gestire i propri conti solo su internet o tramite app, perché se si dovesse andare in banca si rischia di pagare dei costi di transazione ben più alti di quelli di un conto corrente comune, classico.

Bisogna fare attenzione a scegliere il miglior conto corrente per le proprie necessità, anche perché di solito dietro ad un conto a zero spese possono nascondersi delle spese per determinate operazioni, ad esempio.

E’ per questo motivo che bisogna avere la certezza di chiedere sempre alla propria banca il foglio con le condizioni del conto stesso, leggerlo fino in fondo e capirlo per bene, così da evitare delle brutte sorprese in futuro.

Quando sono meglio le carte prepagate?

Un conto corrente torna indubbiamente utile se si hanno a disposizione importi di 10.000 e oltre. Al di sotto potrebbe essere sufficiente una semplice carta prepagata, magari con IBAN perché permettono di ricevere lo stipendio e i bonifici in generale.

Il vantaggio delle carte di prepagate è che spesso hanno dei minori costi di gestione: non comportano il dover pagare il bollo, non hanno costi di tenuta conto e non hanno spese di emissione della carta (in quanto essi stessi sono una carta).

Nella scelta tra carta prepagata o conto corrente bisogna anche tenere presente che spesso le carte prepagate non sono protette dal Fondo di Tutela Interbancaria, che invece protegge i conti correnti fino ad un massimo di 100.000 euro.

Come scegliere, in definitiva, il miglior conto corrente per giovani nel 2019?

Non c’è una risposta definitiva per tutti, che vale per ogni singola persona. Ognuno dovrebbe trovare il conto ideale in base a quello che serve, alle proprie necessità e a quello che vuole fare.

Le nostre indicazioni sono delle linee guida per delineare meglio il quadro dei conti correnti giovanili per il nuovo anno, vi forniamo dei suggerimenti su cosa bisognerebbe tenere sempre a mente e come poter trovare la soluzione più buona in assoluto per sé stessi.

Se avete domanda, come sempre, fatecele pure nei commenti sotto.

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Carte Revolving Senza Reddito Dimostrabile: lo Studio di Mondo Prestiti

Si possono ottenere delle carte di credito revolving se non si ha alcun reddito dimostrabile? Noi siamo andati a fare un giro in internet, ecco cosa abbiamo scoperto.
Gino Topini

Le carte di credito revolving sono spesso considerate come una delle alternative ai prestiti personali e ai prestiti online. A seconda dell’istituto di credito possono essere richieste da chi è stato segnalato come cattivo pagatore.

Il concetto di base di queste carte è che esse garantiscono una linea di credito, ovvero una sorta di fido che il possessore della carta può usare come meglio preferisce per fare acquisti da rimborsare in seguito, in un’unica soluzione o a rate.

Nel primo caso, di solito, non si applicano interessi, nel secondo, invece, si. Quanti interessi dipende dalla finanziaria o dalla banca, ma di solito ci si possono attendere dei tassi di interesse nettamente superiori a quelli dei prestiti personali (attorno al 20% annuo).

Carte revolving Senza Reddito Dimostrabile: si possono richiedere?

Partendo dal presupposto che avere un reddito dimostrabile è uno dei fondamentali del chiedere un prestito personale, e che la carta di credito revolving altro non è un prestito che funziona in maniera leggermente diversa dal solito, ci è venuto naturale chiederci “ma le carte revolving senza reddito dimostrabile, si possono ottenere”?

Così, siamo andati a fare un giro in internet alla ricerca di informazioni sui siti ufficiali delle banche e delle finanziarie. Ecco cosa abbiamo scoperto.

Segugio.it , Carte revolving Senza Reddito Dimostrabile NON dispondibili.

Segugio.it , comparatore di prestiti personali, ha anche a disposizione un comparatore di carte di credito revolving.

Siamo andati a fare una ricerca con questi dati:

  • Anno di nascita: 1980
  • Tipo di impiego: reddito non dimostrabile
  • Impiego attuale: reddito non dimostrabile
  • Impiegato dal: gennaio 2010
  • Reddito mensile netto: 1.500 € per 13 mensilità
  • Disponibilità di conto corrente bancario: si

preventivo-carta-revolving-online

Il risultato è stato che non ci sono prodotti disponibili per i parametri selezionati.

risultato-preventivo-carta-revolving

Allora siamo andati a cambiare la ricerca e abbiamo inserito uno stipendio più alto: 5.000 € al mese per 13 mensilità. Stesso risultato.

Abbiamo modificato ancora una volta indicando che siamo impiegati dal gennaio 2010, stesso risultato.

Trovare una revolving senza avere un reddito dimostrabile inizia ad essere difficile.

Per essere certi che ci fossero dei prodotti siamo andati a cambiare lo status lavorativo da “reddito non dimostrabile” a “dipendente a tempo indeterminato”, lasciando inalterati gli altri parametri, e abbiamo avuto un risultato.

UniCreditCard Flexia, riservata ai titolari di un conto corrente Unicredit

Unicredit Banca propone tre tipologie di carte di credito revolving:

  • UniCreditCard Flexia
  • UniCreditCard Flexia Gold
  • UniCreditCard Flexia First

La differenza principale tra le tre è la possibilità di spesa (plafond):

  • UniCreditCard Flexia: da 1.000 € a 5.000 €
  • UniCreditCard Flexia Gold: da 3.000 € a 15.000 €
  • UniCreditCard Flexia First: da 5.000 € a 30.000 €

Rimanendo nell’ambito della prima soluzione, quella base, l’unica indicazione che Unicredit dà è che “la carta di credito revolving è riservata ai titolari di un corrente Unicredit“.

In ogni caso, nelle scritte in piccolo, a fine pagina, è scritto che la banca andrà a valutare i requisiti necessari per concedere la carta e per decidere i massimali di spesa. Questo ci fa capire che sono necessarie altre condizioni prima di poter avere accesso a tale carta revolving. Probabilmente il reddito è una di esse.

Carte revolving Findomestic

Questa finanziaria concede quattro diverse carte di credito revolving:

  • Nova
  • Option Plus
  • Aura Gold
  • Aura

Siamo andati a guardare tutte le pagine del sito Findomestic alla ricerca di indicazioni su eventuali possibilità di chiedere la carta senza reddito dimostrabile e anche in questo caso non abbiamo trovato nessuna indicazione particolare.

Carte revolving per casalinghe e altre persone senza reddito dimostrabile, si può fare, dunque?

Per quello che abbiamo capito nel nostro giro di approfondimento in internet, è molto difficile riuscire a trovare delle carte revolving senza reddito dimostrabile.

Come al solito in tutti i nostri articoli, preferiamo andare diritti al punto senza tanti giri di parole.

Vediamo molto difficile poter avere successo nella richiesta di una carta revolving senza poter dimostrare alcuna entrata mensile.

In fondo, se ci pensate bene, è anche normale che sia così: la carta revolving apre una linea di credito (un fido) in favore del richiedente, e per questo motivo deve esserci, da parte della banca, la massima sicurezza che il richiedente stesso rimborserà la somma di denaro presa in prestito.

Ecco che non avere un reddito dimostrabile fa venire meno questa sicurezza.

Siamo ovviamente aperti a contatti da parte di banche e finanziarie che vogliano indicarci i rispettivi prodotti di carte revolving richiedibili anche da parte di chi non ha un reddito dimostrabile, oltre che da parte di chi desidera raccontarci la sua esperienza in merito. Scriveteci tutto nei commenti qui sotto, magari potrebbe essere di aiuto ad altri utenti, grazie.

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TFR Bloccato, che soluzioni per la Cessione del Quinto?

Gino Topini

Può accadere, a volte, che il TFR sia bloccato da motivazioni di vario genere e che, per questo motivo, non sia possibile ottenerne la disponibilità per nessuna ragione, tra le quali l’acconto sul Trattamento di Fine Rapporto o il suo come garanzia in una nuova cessione del quinto.

TFR Bloccato, perché?

Quali sono i motivi per cui un trattamento di fine rapporto può essere bloccato?

  • Sono passati meno di 8 anni dall’inizio del rapporto di lavoro con l’azienda attuale presso cui si lavora come dipendente (prima degli 8 anni di anzianità lavorativa non si può chiedere l’anticipo del TFR);
  • il TFR viene già stato usato come garanzia per una cessione del quinto dello stipendio

In entrambi questi casi, il Trattamento di Fine Rapporto è bloccato e non lo si può né richiedere come anticipo, né usare come garanzia per una nuova cessione.

Nonostante questo, ci sono delle soluzioni da usare a seconda dei casi, vediamole tutte.

Come sbloccare il TFR

Svincolo del TFR che eccede il debito residuo.

Nel caso in cui si ha il TFR bloccato a causa di una cessione del quinto già attiva, è possibile procedere allo sblocco solamente saldando il debito residuo della cessione.

Ecco un esempio per capire meglio.

  • Si lavora come dipendente in un’azienda e si è accumulato un TFR di 40.000 euro;
  • si ha una cessione il cui debito residuo è di 10.000 euro;
  • è possibile usare il TFR per saldare il debito residuo (40.000 – 10.000 , rimarranno poi 30.000 euro di trattamento di fine rapporto);
  • la parte residua del TFR (dunque quelle 30.000 euro) possono essere usate per garantire una nuova cessione V.

TFR bloccato da un vecchio debito.

A volte potrebbe capitare che il Trattamento di Fine Rapporto rimanga bloccato a causa di una mancanza di comunicazione tra la società finanziaria e il gestore del fondo stesso.

E’ una situazione che, benché paradossale, accade anche con una certa frequenza. Questo non significa che si è cattivi pagatori o che ci sono stati dei problemi nel saldo del proprio debito residuo, ma semplicemente c’è stata una dimenticanza di comunicazione.

In questo caso, il TFR rimane bloccato e non lo si può usare per cessione del quinto.

L’unica strada da percorrere è quello di chiedere alla banca o alla società finanziaria una copia della liberatoria, che attesta il completo pagamento del debito residuo, che bisognerà poi girare al datore di lavoro o alla banca (Unicredit, Poste Italiane o altro) presso cui si sta per chiedere il nuovo finanziamento.

La procedura di richiesta svincoli è molto semplice e veloce, ottieni maggiori informazioni sulla lettera di liberatoria.

TFR e cessione del quinto, le due soluzioni

Il Trattamento di Fine Rapporto è fondamentale in fase di cessione del quinto perché funge da garanzia.

A livello pratico, oltre a questo, il TFR può essere usato sia per rimborsare il debito residuo ancora da pagare, sia per chiedere il rinnovo della cessione del quinto.

Per rimborsare il debito residuo è fondamentale chiedere autorizzazione all’azienda presso cui si lavora, che deve autorizzare l’uso del TFR con obiettivo “rimborso prestito”.

Spetta all’impresa, infatti, procedere al versamento del TFR nella pratica, per cui l’autorizzazione è fondamentale.

Per il rinnovo della cessione del quinto, invece, il TFR diventa fondamentale per sapere l’importo massimo del rinnovo, che viene calcolato moltiplicando il valore del TFR accantonato per un certo coefficiente assicurativo, che viene assegnato all’azienda, e che può essere al massimo pari a 6.

Ipotizziamo che il Trattamento accantonato dal dipendente sia pari a 10.000 euro, qualora egli volesse rinnovare la cessione del quinto e il coefficiente aziendale sia pari a 5, egli potrebbe ottenere un valore di rinnovo del finanziamento fino a 50.000 euro (10.000 x 5).

TFR Bloccato, le conclusioni

In conclusione, dunque, il Trattamento di Fine Rapporto viene bloccato solo se ci sono delle motivazioni ben precise, che abbiamo visto in precedenza.

Procedere alla fase di sblocco (o svincolo) è molto semplice ed immediato, basta semplicemente dimostrare di aver rimborsato tutto il finanziamento, o comunque chiedere (ed ottenere autorizzazione) di procedere al rimborso del debito residuo tramite TFR.

Non è una cosa di cui preoccuparsi, perché l’ottenimento del TFR rimane un diritto del lavoratore, quindi quelle somme non si perderanno in nessun caso.

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Prestito Rata Verde Findomestic: opinioni 2019

Findomestic Rata Verde è finalizzato all'acquisto di impianti di miglioramento ed efficientamento energetico: recensione aggiornata al 2019 di questo prestito "verde". Conviene? Opinioni aggiornate.
Gino Topini

Il Prestito Rata Verde di Findomestic è la soluzione pensata da questa società finanziaria per finanziarie tutte le spese legate all’energia pulita e rinnovabile, oltre che per il il risparmio energetico e l’efficientamento di casa.

Sono finanziamenti appositamente creati, dunque finalizzati a questo obiettivo.

Sono ideali pertanto per chi deve fare una spesa legata alla “green economy” e vuole pagarne l’importo in rate mensili, a condizioni economiche più vantaggiose rispetto a quelle che Findomestic riserva solitamente ai prestiti personali “classici”.

Cosa si può comprare

Il prestito Rata Verde di Findomestic può essere chiesto per acquistare:

  • auto elettriche o ibride;
  • qualunque altro tipo di veicolo elettrico o ibrido, come una bicicletta elettrica o uno scooter elettrico;
  • l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici
  • l’acquisto e l’installazione di impianti termo-idraulici (come le caldaie o i climatizzatori)
  • spese di isolamento termico (come nuovi infissi, serramenti, oppure lavori di coibentazione su pareti e soffitto)
  • spese legate all’illuminazione e alla domotica (come gli impianti a LED o i sistemi digitali di smart home)

In maniera specifica per gli impianti ed i pannelli fotovoltaici, è possibile acquistare e pagare a rate i pannelli solari che generano energia elettrica, quelli che creano acqua calda, ed infine gli impianti eolici.

Chi può fare richiesta, i requisiti

La domanda del prestito Rata Verde può essere fatto da chi ha un’età compresa tra i 18 e i 75 anni, oltre che con un reddito dimostrabile e residente in Italia (sia italiano che straniero, dunque).

Caratteristiche del prestito

  • Importo minimo: 1.000 €
  • Importo massimo: 60.000 €
  • TAN fisso 6,23%
  • TAEG fisso 6,41%
  • Accredito direttamente sul proprio conto corrente bancario, di qualunque banca esso sia
  • Rimborso tramite addebito diretto su conto corrente
  • Possibilità di usufruire del Salto Rata e del Cambio Rata

Come fare domanda

La domanda del prestito Rata Verde di Findomestic si può fare direttamente online, sul sito ufficiale della società finanziaria.

Questo finanziamento, infatti, rientra tra quelli 100% online grazie all’uso della Firma Digitale.

Sarà sufficiente compilare il modulo di richiesta prestito (se si hanno dubbi o problemi, è disponibile il servizio di live chat per aiuto e consigli), dopodiché basterà firmare digitalmente il contratto grazie alla firma digitale, ed infine inviare i documenti richiesti per permettere a Findomestic la valutazione della procedura.

Detrazioni fiscali 2019

Il finanziamento Rata Verde di Findomestic permette anche di ottenere accesso alla serie di detrazioni fiscali previste dal Governo Italiano che vanno a sostegno delle spese per il risparmio energetico o per l’acquisto di impianti e di sistemi di domotica.

Nello specifico, si parla di Ecobonus e di Ecodomotica, che prevedono una detrazione fiscale fino al 65% sull’IRPEF.

Prestito Rata Verde conviene?

Findomestic applica delle condizioni di finanziamento più convenienti al suo prestito “Rata Verde” rispetto a quelle applicate al prestito personale classico, per cui se si ha intenzione di fare una spesa di miglioramento ed efficientamento energetico è una opzione da poter considerare.

Al solito, tuttavia, vi raccomandiamo di effettuare un calcolo di più preventivi, così da avere la certezza che sia realmente la soluzione migliore sul mercato.

Per maggiori informazioni, leggi anche la nostra recensione sui prestiti Findomestic.

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Conto Corrente e di Deposito Widiba: opinioni 2019

Approfondiamo il conto di deposito e il conto corrente di Widiba, vediamo i vantaggi che ha, per chi è utile, la remunerazione e che cosa permette di fare. Guida completa ai conti Widiba.
Gino Topini

E’ una delle banche che sta facendo più pubblicità in quest’ultimo periodo, Widiba, con il suo conto di deposito che promette dei guadagni interessanti e vantaggiosi. Ma è veramente così? Widiba riesce a mantenere le promesse che mantiene? In questo articolo andiamo a conoscere meglio questo conto di deposito per aiutarvi a compiere una buona scelta.

Widiba è sicura?

Iniziamo da qualche informazione in più su questa banca online. Widiba è controllata da MPS, Monte dei Paschi di Siena, e dunque ha la garanzia di un grande nome alle spalle.

Nel momento in cui scriviamo ci sono 600 personal advisor che lavorano per l’istituto di credito e che sono pronti a soddisfare ogni necessità, a cui si aggiungono gli oltre 320.000 utenti che hanno già scelto Widiba per il proprio conto corrente o di deposito.

Conto Corrente Widiba: opinioni 2019

Oltre che nella versione deposito, vincolata per un certo numero di mesi, Widiba permette di avere un conto corrente nel senso più classico del termine, senza alcun vincolo temporale e con la massima libertà di usare le somme in esso depositate.

In tutti questi casi c’è da tenere presente che le somme versate sul conto frutteranno un tasso di interesse ovviamente inferiore rispetto a quelle vincolate.

Il conto corrente Widiba è senza canone annuale e senza alcun costo nella sua versione base. Per questo motivo si rivela molto utile per chi vuole un prodotto che non porti alcuna spesa ma solo benefici.

Abbiamo parlato di versione base, si, perché Widiba mette a disposizione tre tipologie di conti di deposito:

  • Base, gratuito per sempre e già tuo al momento dell’apertura di un conto Widiba;
  • Premium, 5 € ogni tre mesi, gratuito se si ha un patrimonio superiore a 50.000 €;
  • Top, 20 € ogni tre mesi, gratuito se si ha un patrimonio superiore a 250.000 €

Tabella di riepilogo

Ecco una tabella riepilogativa dei conti di deposito Widiba, che mette in evidenza il costo, il tasso di interesse proposto e alcune caratteristiche principali.

Conto Base Conto Premium Conto Top
Costo 0 € 5 € / trimestre 20 € / trimestre
Tasso di interesse 0,25 % 0,50 % 0,75 %
Carnet di assegni 4,15 € Incluso Incluso
Carta Gold 12,50 € / trimestre 12,50 € / trimestre Inclusa
Prelievi in filiale 3 € / prelievo 3 gratuiti 6 gratuiti
Bonifici in filiale  2 € / bonifico 2 € / bonifico 6 gratuiti

Come possiamo vedere, la differenza principale sta nella remunerazione offerta, con il tasso di interesse che sale mano a mano che si sceglie un conto migliore.

Costi e Commissioni

Widiba ha un conto di deposito che non presenta spese di tenuta conto, non ha canone bancomat e nessun costo per i prelievi da ATM o per i bonifici fatti direttamente on line usando la comoda area riservata.

Anche il deposito titoli e l’estratto conto digitale sono gratuiti, sempre.

Widiba, app smartphone per conto corrente

Oggi degli smartphone non possiamo proprio fare a meno: li usiamo per andare su Facebook, per leggere il giornale, per trovare offerte di prestiti personali e anche per controllare il saldo del nostro conto corrente.

Widiba non poteva essere da meno e propone, infatti, un’app mobile che, oltre ad offrire le funzioni base di controllo del conto, permette anche di:

  • trovare gli ATM più vicini alla propria posizione geografica (bisogna permettere la geolocalizzazione da parte dell’app Widiba);
  • ricevere degli alert per ogni operazione che viene effettuata sul proprio conto
  • impostare un memo per ogni pagamento che bisogna fare

Carte di credito conto Widiba

Con Widiba è possibile avere anche delle carte legate al conto, in maniera da poterlo usare senza particolari problemi anche per le spese di ogni giorno. Ci sono fino a 32 carte diverse, di varia tipologia, ecco una comoda tabella riepilogativa.

Carta Bancomat Per prelevare denaro presso gli ATM
Carta prepagata Per acquistare online in sicurezza
Carta Classic e Gold Con possibilità di scegliere il proprio plafond
Mastercard o Visa Possibilità di scegliere il circuito che si preferisce
Chip and Pin Tutte le carte hanno la funzione chip and pin, che permette di usare la carta senza dover firmare

Come detto poco più sopra, Widiba permette di scegliere fino a 32 carte diverse: a colori, per chi ama il cioccolato, per chi si sente vintage, per chi ama la musica e così via.

Fare trading online con il conto corrente Widiba

Se avete intenzione di guadagnare dalle somme che avete versato su Widiba e di farlo con il trading online, sappiate che l’istituto di credito dà questa opportunità.

Tra i vantaggi ci sono:

  • fare trading con dei grafici interattivi per tenere sempre sotto controllo il prezzo del proprio asset;
  • possibilità di accesso a 21 mercati mondiali diversi
  • un solo profilo di commissione, valido per tutti e per ogni investimento che si fa, pari allo 0,15%, con un minimo di 10 € e un massimo di 25 €
  • esecuzione degli ordini alle migliori condizioni possibili (best execution)

Oltre le commissioni, non ci sono altri costi da dover sostenere per aprire il conto di deposito titoli, né per le spese di custodia e di amministrazione dei titoli.

Anche in questo caso, Widiba permette di fare tutto comodamente sia da computer che da smartphone, con un app dedicata.

Conto deposito Widiba, opinioni 2019

Prima di tutto partiamo dal principio: perché aprire un conto di deposito? La motivazione principale, considerando il tipo di prodotto finanziario di cui si sta parlando, è quella di avere un modo per mettere da parte qualche soldo e guadagnare dagli interessi che vengono pagate su tali somme.

I pacchetti Widiba consentono di avere un prodotto che si adatta alle necessità di ognuno, quale che sia il tempo di vincolo che si desidera e qualche che sia la remunerazione che si vorrebbe avere.

Remunerazione conto deposito Widiba, aggiornamento 2019

Ecco i tassi di interesse aggiornati al 2019 che Widiba propone ai suoi clienti:

  • vincolo di 3 mesi – 0.40%
  • vincolo di 6 mesi – 0.60%
  • vincolo di 12 mesi – 0,80 %
  • vincolo di 18 mesi – 1,00 %
  • vincolo di 24 mesi – 1,20 %

Per versare i soldi sul proprio conto deposito è possibile scegliere se farlo manualmente con un trasferimento di denaro dal proprio conto corrente Widiba, da un altro conto corrente o in automatico fissando un certo importo ogni mese.

Aprire un conto Widiba: le nostre opinioni

Siamo giunti alla fine di questa nostra recensione Widiba, sia del conto di deposito che del conto corrente.

Abbiamo visto nel dettaglio le utilità di questi conti, le tipologie e le remunerazioni che permettono di avere, entrando anche nel settore del trading on line.

Quello che possiamo dire è che Widiba vuole proporre dei prodotti innovativi, all’avanguardia rispetto ad altre soluzioni che si trovano in Italia, e dobbiamo dire che ci riesce.

Non tutte le banche permettono di fare trading con il proprio conto corrente, ad esempio, così come non tutte offrono una gestione online del proprio conto così semplice ed intuitiva come fa Widiba.

Al tempo stesso la remunerazione del conto di deposito è interessante, in linea con le offerte del mercato.

Detto questo, non possiamo che dire che Widiba è una soluzione interessante, alla quale vale sicuramente la pena dare un’occhiata e provare, aprendo un conto, anche in considerazione del fatto che è gratis.

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Conto Corrente N26: recensione e opinioni

Per chi cerca un conto corrente semplice da usare, economico, che si può usare anche all'estero, N26 è la scelta corretta. Recensione e giudizi su questo conto di origine tedesca ma molto apprezzato in tutta Europa.
Gino Topini

Da qualche tempo si fa un gran parlare del Conto Corrente proposto da Banca N26 (sito ufficiale), un prodotto che promette di rivoluzionare l’intero modo di fare banca, soprattutto dal punto di vista del risparmiatore. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.

Un po’ di storia

Banca N26 nasce in Germania (sito ufficiale) ad aprile 2013 per volontà di due giovani austriaci con una visione: Maximilian Tayenthal (37 anni) e Valentin Stalf (31). L’idea originaria era quella di realizzare un’app che permettesse inizialmente di tener conto delle proprie transazioni, pagare online e ricevere accrediti appoggiandosi su una banca esterna.

La start up N26 nasce grazie ad un finanziamento di 10 milioni di euro, quadruplicato nel giro di tre anni. Da qui l’intuizione geniale: i due founder chiedono e ottengono dalla BCE la licenza per operare come banca, anche grazie all’appoggio di Peter Thiel (uno dei cofondatori di PayPal) e si ritrovano fra le mani una realtà unica nel suo genere: una banca online in grado di fornire servizi e prodotti esclusivi in grado di operare in tutta la zona euro.

Nel 2016 N26 opera in 17 paesi europei, e da gennaio 2018 è attiva anche in Italia. Non potendo contare su sedi fisiche, ha come punto di forza quello dell’assistenza clienti, disponibile in lingua inglese, francese, spagnola, tedesca e italiana.

L’unicità di Conto N26

Fiutata la possibilità di essere i pionieri in un’area di mercato ancora inesplorata, Tayenthal e Stalf buttano nella “mischia” caotica dei conti corrente il loro N26 (sito ufficiale), che sin da subito accoglie le buone reazioni di risparmiatori e operatori finanziari.

N26 esordisce con una promessa: quella di farti aprire un conto a zero spese in appena otto minuti.

Come aprire Conto corrente N26

Farlo è davvero molto semplice. Si scarica l’app (disponibile per Android e iOS) e si avviano le pratiche di apertura. Una volta compilati i form, si dovrà rispondere ad una videochiamata mostrando un documento di identità. Da allora il conto è attivo e ci viene inviata una carta Mastercard con protocollo di sicurezza 3D secure, per utilizzarla in piena libertà anche nel mondo reale.

Caratteristiche e vantaggi del Conto Corrente N26

Veniamo al punto caldo della nostra recensione, ovvero le caratteristiche di conto N26 (sito ufficiale).

Operazioni classiche di un c/c

Innanzitutto i prelievi, gratuiti da qualsiasi ATM bancario in Italia e in tutta la zona euro, così come gratuiti sono i bonifici (ma solo se inviati in o ricevuti da un Paese della zona euro). I Bonifici internazionali sono in 19 monete differenti e si possono ricevere bonifici di ogni tipo, anche l’accredito dello stipendio.

Inviare soldi all’estero

A chi è abituato a inviare moneta all’estero con operatori quali Money Gram o Western Union, N26 dà la possibilità di fare lo stesso con il servizio integrato MoneyBeam. Non è necessario recarsi in alcuna agenzia né affidare i propri soldi a enti terzi: basterà indicare il numero di cellulare del destinatario ed in pochi istanti i soldi saranno trasferiti.

“Come inviare un messaggio su Whatsapp”, per citare uno slogan della compagnia.

Notifiche

Chiaramente, trattandosi di un prodotto pensato per lavorare prima di tutto sugli smartphone, anche le notifiche riguardanti ogni transazione, ritiro, addebito o pagamento saranno immediate, di tipo push e visibili sulla schermata del cellulare. Un po’ come quelle di Facebook, per intenderci.

#Tag: la funzione innovativa per l’organizzazione del conto N26

Rimanendo in tema social, è interessante la caratteristica che permette di taggare le diverse transazioni. Non si tratta di un modo (che sarebbe tutt’altro che furbo, tra l’altro) di condividere quanto guadagniamo o quanto spendiamo, bensì di un’abile stratagemma per organizzare meglio il nostro storico. Nessun tag verrà condiviso sui social, ma verrà salvato nella sezione “statistiche” dell’app. Così potremo avere sott’occhio in un colpo solo tutte le rate del #bollettinoauto, i pagamenti delle #bolletteluce o anche l’ #accreditostipendio.

App N26: l’app intelligente

La forza di N26 (sito ufficiale) sta proprio nelle nuove modalità che l’app dà ai suoi clienti di gestire il proprio conto corrente. Un’app – va precisato – nativa che a differenza di quelle di altre banche online non si appoggia a servizi terzi, e che quindi può essere sviluppata e migliorata a seconda delle mutevoli esigenze dei risparmiatori.

È proprio grazie all’app, ad esempio, che possiamo impostare un PIN che ci permetta di bloccare la Mastercard in qualsiasi momento, senza bisogno di contattare alcun servizio clienti, risparmiando quindi tempo e ansie. Utilità che sposa le ultime frontiere della tecnologia, se si considera ad esempio che Conto N26 permette di pagare usando Apple Pay sia nei negozi fisici che online.

App per monitorare le spese del conto corrente N26

App per monitorare le spese del conto corrente N26

L’intelligenza artificiale dell’app permette anche di categorizzare automaticamente le spese ed averne una panoramica ben dettagliata ed intuitiva. Questa funzione è fondamentale per capire come si spende il proprio denaro e magari tagliare spese inutili.

Condizioni economiche

Il conto è completamente gratuito, come si evince dall’art. 9 delle condizioni generali del contratto.

Un’altro aspetto interessante è che il conto n26 business è gratuito.

N26 Black, il conto corrente con copertura assicurativa

N26 è un conto corrente che si caratterizza per essere davvero all’avanguardia. Non a caso propone ai suoi clienti anche N26 Black (sito ufficiale), il conto corrente con assicurazione viaggi totale sui viaggi all’estero e su determinati acquisti qualificati.

Il conto Black N26 (sito ufficiale) è fornito anche di una carta di debito appositamente creata, la Black Mastercard.

Bellissima anche da vedere, dall’elegante colore nero / argento, ecco tutte le coperture offerte dalla N26 Black:

  • Rimborso delle spese mediche all’estero
  • Rimborso in caso di volo in ritardo di oltre 4 ore
  • Rimborso nel caso di smarrimento bagagli
  • Rimborso per furto dello smartphone (incluso iPhone)
  • Copertura nel caso di furto di contanti
  • Rimborso nel caso di furto di oggetti acquistati usando la carta

Il servizio di copertura assicurativa è fornito tramite Allianz, leader del settore.

Particolarmente utile per chi viaggia all’estero, la Mastercard Black Metal permette anche di prelevare denaro all’estero senza commissioni (bisogna considerare ovviamente il tasso di cambio).

La Mastercard Black, colore nera, di N26, è una carta di debito con funzione NFC (Near Field Communication) che permette di pagare velocemente e con un tocco fino a 25€ .

Opinioni finali del conto “Number 26”

Per concludere, potremmo dire che Conto corrente N26 (sito ufficiale) finora si è dimostrato essere come qualcosa di semplice, unico e necessario.

  1. Semplice, perché in un’unica app racchiude servizi anche molto diversi che generalmente richiedono l’apertura di diversi conti in diverse banche o agenzie.
  2. Unico, perché nonostante di banche online se ne contino molte, nessuna di queste dispone di un’app tanto performante e ricca di funzioni utili come quella di banca N26.
  3. Necessario, perché i due giovani founder hanno intuito prima di tutti che il mondo del credito negli ultimi anni è cambiato a ogni livello, e il Conto N26 è quello di cui molti sentivano l’esigenza, senza forse rendersene davvero conto.

I numeri, 200 mila utenti fino a dicembre 2017 (in ascesa) si limitano a confermare quanto sospettato.

Recensioni Trustpilot

Le recensioni N26 (sito ufficiale) Trustpilot sono tutte positive, con un giudizio finale di “Eccezionale” derivante da oltre 1.300 giudizi.

Tra i punti di forza graditi agli utenti troviamo:

  • Facilissimo da aprire, sia tramite app che web
  • Pratico da usare
  • Possibilità di noleggio auto
  • Servizio efficiente
  • Pratico e sicuro
  • L’unica banca che risponde anche il sabato
  • Il miglior conto corrente in assoluto.
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Pignoramento Automobile ed Altri Veicoli

Cosa prevede la legge italiana nel caso di pignoramento di un'automobile? Quali sono i casi per poterlo fare e quali, invece, quelli in cui si potrebbe evitare il pignoramento?
Gino Topini

Il pignoramento degli autoveicoli (auto, moto, ecc) è soggetto ad una nuova legge entrata in vigore da pochi mesi (dal 2014). Si tratta del D.L. 132/14 , convertito nella legge 162/14 , il quale introduce una nuova disciplina che regola in maniera più chiara e precisa il pignoramento delle auto, delle moto e dei rimorchi.

Una delle domande che più di frequente ci si fa in merito è se “la banca può pignorare la macchina” ed in maniera particolare cosa accade in caso di comproprietà di un veicolo.

Vediamo nel dettaglio, punto per punto, le novità previste da questa nuova legge.

 

Pignoramento autoveicoli: procedura 2018

In maniera simile a quello che riguarda il pignoramento dei beni immobili, la nuova legge ha stabilito una procedura ben specifica per quel che riguarda il pignoramento dei beni mobili registrati.

Nello specifico, occorre redarre un atto ben preciso, il quale deve essere notificato al debitore e poi trascritto nel PRA (il pubblico registro).

Nell’atto occorre indicare:

  • quali sono i beni oggetto del pignoramento
  • il decreto di ingiunzione
  • l’intimazione al debitore di consegnare i beni oggetto del pignoramento entro 10 giorni

I beni devono essere consegnati all’IVG (Istituto Vendite Giudiziarie) indicato nell’atto stesso e dal momento che questo accade, lo stesso IVG ne dà immediata notifica al creditore.

Qualora il debitore non consegni entro i termini di scadenza, per qualunque motivo, l’auto o comunque i veicoli pignorati all’IVG, entra in “gioco” la Polizia, che potrà procederere al ritiro dei beni pignorati stessi e della relativa carta di circolazione. Verranno ritirati anche tutti i titoli relativi alla proprietà del bene, che saranno poi consegnati all’IGV competente.

Pignoramento auto cointestata

Potrebbe capitare, a volte, che un’auto sia cointestata tra due persone ma che solo una delle due ha avuto dei problemi di debito tali da far scattare l’azione di pignoramento.

Ora, essendo l’auto un bene per sua natura indivisibile (non è che puoi pignorare solo la parte anteriore o posteriore della vettura), cosa succede nel caso di pignoramento di un’auto cointestata? Il discorso vale ovviamente per qualunque autoveicolo cointestato.

In generale diciamo che la legge permette il pignoramento del veicolo, che verrà venduto. Dal ricavato di tale vendita, il creditore può tenere per sé, a titolo di rimborso dei suoi crediti, solo il 50% della somma incassata. Il rimanente 50% deve essere versato all’altro cointestatario, il quale ha sempre diritto di citare il suo “ex socio” per chiedergli un rimborso spese nel caso in cui il pignoramento lo abbia danneggiato.

Ecco dunque che non è possibile cointestare un’auto al solo scopo di evitare il pignoramento, perché non si riuscirebbe (giustamente) ad evitare il danno.

E’ possibile subire il pignoramento di un’auto in leasing?

No, la legge non prevede questa possibilità. La motivazione è semplice: il leasing dell’auto (così come quello di un qualsiasi altro veicolo) presuppone che, fino al momento del pagamento del riscatto, il debitore non sia proprietario della vettura, ma solo utilizzatore.

Considerando che il pignoramento si basa, per sua natura, su beni che sono posseduti dal debitore (ovviamente), ecco che le auto in leasing non possono essere oggetto di pignoramento (ma potranno esserlo qualora il debitore decida di acquistarla pagando il prezzo di riscatto, alla fine del contratto di noleggio a lungo termine attuale).

Pignoramento auto con finanziamento

Considerando che il mancato pagamento delle rate di un finanziamento è una delle principali cause del pignoramento di un veicolo, è naturale che la risposta a questa domanda sia “si”.

Il foro competente

Uno dei nuovi punti più importeanti stabilisce che il foro competente all’esecuzione forzata dei veicoli, qualunque essi siano, è quello dove il debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede.

Prima di questa legge c’era parecchia confusione in materia e non era affatto facile individuare il competente, poiché esso era quello ove il veicolo si trovava fisicamente. Questo ha sempre creato delle ovvie difficoltà, in quanto si parla di un bene mobile.

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Piano di Ammortamento del Prestito e Mutuo

Guida passo dopo passo a come Fare un Piano di Ammortamento di un Prestito o di un Mutuo, per chiarire meglio questo importante aspetto.
Gino Topini

Quando si fa domanda di prestito o di mutuo uno dei concetti più importanti che bisogna conoscere è quello del piano di ammortamento.

Perché il piano di ammortamento è importante?

L’importanza del piano di ammortamento deriva dal fatto che esso definisce, con precisione, la fase di rimborso del prestito.

In sostanza tale piano (rilasciato dalla banca o dalla società finanziaria che concede il finanziamento) riporta, mese dopo mese, la somma di denaro che bisogna pagare per far fronte al prestito in maniera regolare.

Rappresenta, dunque, una guida utile al debitore per capire il suo impegno economico futuro.

Nella pratica è una tabella in cui sono riportati i dettagli del rimborso suddisivi per singola rata.

Come viene calcolato?

Ci sono diverse tipologie di calcolo che possono venire applicate al piano di ammortamento, le tre più famose sono:

  • ammortamento francese o a rate costanti
  • ammortamento italiano o a quote capitali costanti
  • ammortamento americano o a due tassi

Nella pratica dei prestiti personali il piano più usato è quello francese, in quando prevede il pagamento di una rata costante per tutto il periodo di riferimento (durata del prestito).

Ammortamento francese, o a rate costanti

Si tratta, come detto, del piano di ammortamento per eccellenza nel settore dei prestiti e dei mutui in quanto prevede delle rate costanti per tutta la durata del finanziamento.

L’importo di ogni pagamento mensile è composto da una quota capitale e da una quota interessi: la prima è minima all’inizio della fase di rimborso e aumenta mano a mano che le mensilità vengono pagate, la seconda è invece calcolata sul debito residuo (ovvero quello che bisogna ancora pagare).

La particolarità dell’ammortamento francese è quella che gli interessi diminuiscono progressivamente all’avanzare del rimborso, mentre la quota capitale aumenta seguendo una progressione geometrica tipica di questo piano.

Ammortamento italiano, o a quote capitali costanti

Il piano di ammortamento italiano è caratterizzato dall’uguaglianza delle quote capitali che bisogna pagare mese dopo mese. Ne consegue che la rata è decrescente.

Il capitale residuo va a decrescere dopo ogni rata pagata, così come il tasso di interesse applicato rata dopo rata. Per questo motivo è uno dei metodi di rimborso più facili da calcolare.

Il termine “italiano” non significa che sia il piano di ammortamento più usato nel nostro paese, dove invece si preferisce quello francese.

Ammortamento americano, o a due tassi

Questo piano di ammortamento prevede che il debitore faccia il rimborso annuo del suo debito pagando una somma annuale costante (quota di accumulazione) entro un certo numero di anni.

Si tratta di una forma di ammortamento che ricorda un po’ quella con una sola quota capitale da versare alla scadenza, con la differenza che la quota capitale nel piano americano viene suddivisa per un certo numero di periodi.

La particolarità di questo piano di ammortamento è che ci sono due tassi, uno al quale sono capitalizzate le quote di accumulazione e l’altro al quale sono calcolate le quote di ineresse.

Riepilogando, le differenze tra il piano di ammortamenti francese, italiano e americano

Chiudiamo con un riepilogo dei tre piani di ammortamento analizzati, evidenziando le differenze tra di essi.

Francese Italiano Americano
Rata periodica Costante Decrescente Decrescente
Quota capitale Crescente Costante Costante
Quota interessi Decrescente Decrescente Decrescente

Come Fare un Piano di Ammortamento di un Prestito

Se hai intenzione di acquistare un’auto, una moto, una casa, probabilmente avrai bisogno di un prestito personale o di un mutuo. In entrambi i casi è fondamentale fare un piano di ammortamento, che ha il vantaggio di guidarti attraverso la fase di rimborso di un finanziamento, conti alla mano.

Ecco dunque i passaggi da seguire per fare (o calcolare, come preferisci) un piano di ammortamento.

Determina l’importo del prestito

Per prima cosa devi capire di quanto denaro hai bisogno. Supponiamo tu voglia acquistare un’auto, la somma da chiedere in prestito sarà probabilmente pari al costo della vettura. Nel caso in cui tu voglia comprare casa, invece, l’importo del finanziamento sarà all’incirca quello del valore dell’immobile (meno una certa percentuale di deposito che devi pagare in anticipo). Tutti e due questi casi possono rientrare all’interno della categoria dei prestiti finalizzati, ovvero quelli che vengono concessi con una finalità ben precisa e definita a priori.

Qualora tu abbia bisogno di denaro contante per far fronte a varie spese potresti trovare utili i prestiti non finalizzati. Si tratta di questi finanziamenti che vengono chiesti direttamente in banca, in agenzia finanziaria oppure online e che ti permettono di avere, sul conto corrente o tramite assegno, una certa somma di denaro da spendere come meglio preferisci, senza dover definire a priori per cosa la andrai ad impiegare.

Se nel primo caso (prestiti finalizzati) la somma richiesta è nella maggior parte dei casi uguale (o quasi) al valore del bene che si vuole acquistare, nel secondo caso (prestiti non finalizzati) sei tu che devi riuscire a capire di quanto denaro hai bisogno.

Le società finanziarie e le banche ti permettono di chiedere prestiti anche fino a 75.000 euro, ma per prima non è detto che tutti possano raggiungere tali somme (anzi) e comunque non bisogna necessariamente chiedere sempre il massimo che si può teoricamente raggiungere (anche perché a prestito maggiore corrispondono costi e rate più elevate).

Determina la durata del prestito

Entro quanto tempo vuoi rimborsare il finanziamento? Vuoi usufruire di tutto il periodo che la finanziaria o la banca ti mette a disposizione o ti senti confortevole a restituire il finanziamento in meno tempo?

Di solito la durata massima di rimborso per un prestito personale è 10 anni (ma potrebbe essere inferiore), mentre per i mutui arriva anche a 30 anni.

Allungando la durata di rimborso:

  • pagherai delle rate mensili inferiori
  • il costo degli interessi pagati, calcolato alla fine del rimborso, sarà più elevato

Accorciando la durata di rimborso:

  • pagherai delle rate mensili più elevate
  • il costo degli interessi pagati, calcolato alla fine del rimborso, sarà più basso

Per avere un’idea della rata mensile che potrai andare a pagare, puoi effettuare il calcolo della rata del prestito.

Determina il tasso di interesse

Per poter fare il calcolo della rata e per realizzare un piano di ammortamento il più preciso possibile dovrai andare a calcolare il tasso di interesse del tuo prestito. Solitamente sui siti ufficiali di banche e finanziarie trovi tutte le indicazioni. Vedrai due tassi, TAN e TAEG, nei tuoi calcoli considera sempre il TAEG (per sapere perché, leggi le cose da sapere su TAN e TAEG).

Il tasso è influenzato da tutta una serie di fattori:

  • la storia creditizia di chi fa richiesta (solitamente cattivi pagatori e protestati pagano dei tassi di interesse più alti)
  • il tipo di prestito (le cessioni del quinto pagano solitamente meno rispetto ai prestiti personali)
  • se la richiesta è fatta su internet o meno (i prestiti online sono di solito più vantaggiosi rispetto a quelli chiesti in agenzia o in banca, per saperne di più ti invitiamo a leggere i vantaggi dei prestiti online).

Calcola la rata

Quando hai tutti queste informazioni puoi effettuare il calcolo della rata del prestito. L’interesse sui finanziamenti viene calcolato secondo la formula matematica del tasso di interesse composto.

Rimborsa il debito in tempo

E’ importante rimborsare in tempo ogni signola rata, entro la data di scadenza.

In caso di ritardi di pagamento i rischi sono notevoli:

Se hai problemi nel rimborsare le rate la miglior soluzione è quella di parlarne apertamente con la finanziaria o con la banca, questi enti hanno tutto l’interesse di riavere le somme prestate e per questo motivo vogliono aiutarti a trovare una soluzione ai tuoi problemi.

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Carta di Credito Senza Reddito Dimostrabile: si Può Avere?

Senza avere un reddito dimostrabile è praticamente impossibile ottenere una carta di credito. Vediamo, pertanto, quali alternative ci sono.
Gino Topini

Capita di aver bisogno di una carta di credito ma di non avere un reddito dimostrabile con cui poter offrire delle garanzie ad un istituto di credito. Vuoi perché si lavora in nero, vuoi perché non si ha un’occupazione, le motivazioni della mancanza di un reddito da poter dimostrare sono tante.

Questo, purtroppo, rende praticamente impossibile il riuscire ad ottenere una carta di credito.

Se ci pensi bene, la motivazione dell’impossibilità c’è tutta: la carta di credito altro non è che un prestito che la banca fa al richiedente. Tale finnziamento è noto con il nome di “fido bancario“.

In sostanza, la carta di credito permette a chi la possiede di spendere una certa somma di denaro non sua, ma messa a disposizione dalla banca che emette la carta. Tale importo dovrà essere rimborsato a scadenza (solitamente entro il secondo mese successivo a quello di utilizzo) pagando una somma unica oppure delle rate mensili (a cui applicare degli interessi).

Ecco dunque che, benché sotto il nome di carta di credito, si tratta di un prestito personale vero e proprio, semplicemente concesso in altra forma. E sappiamo benissimo che le banche non concedono prestiti ai disoccupati.

Che alternative ci sono, dunque?

Se si ha un conto corrente si può ottenere un carta bancomat, che non può essere usata per acquisti su internet ma per effettuare pagamenti nei negozi reali oppure per prelevare denaro presso uno sportello ATM.

Anche se non si ha un conto corrente si può far domanda per una carta di debito con IBAN. In sostanza si tratta di “moneta di plastica” che assolve, oltre alla funzione di una carta di credito, anche quella di conto corrente. Il codice IBAN stampigliato sopra permette di fare o di ricevere bonifici (ad esempio, per farsi accreditare lo stipendio).

Le carte “famiglia” sono un’alternativa particolare. In sostanza sono delle carte di credito multiple per le quali è responsabile una sola persona. Facciamo un esempio concreto: ipotizziamo che in una famiglia una delle due persone sia disoccupata. Se l’altra ha una carta di credito, con l’opzione “familiare” anche l’altra potrebbe averne una sua ed usarla. In questo caso qualunque spesa la persona senza lavoro faccia, ne risponderà sempre l’altro soggetto.

Le carte prepagate, come la Postepay, possono essere un’altra alternativa. Si tratta di carte che hanno stampate sopra le 16 cifre di una classica carta di credito ma presentano delle limitazioni. Benché possano essere usate, ad esempio, per fare acquisti su internet, per fare spesa in un negozio classico oppure per prelevare denaro da uno sportello automatico, la somma di denaro che si può utilizzare è quella che il possessore della carta aggiunge sul suo conto prepagato.

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Conto Corrente Postale: Costi, Come Aprirlo, Recensioni

Tutto quello che devi sapere sul conto corrente postale BancoPosta, anche nella versione più: conviene aprirlo? Condizioni, consigli, suggerimenti.
Gino Topini

Aprire un conto corrente postale è una procedura semplice e veloce da fare, effettuabile presso ogni sportello postale, diffusi in maniera capillare lungo tutto il territorio italiano. In questa guida affronteremo la procedura di apertura del conto corrente alle Poste, i costi di apertura, di mantenimento e di chiusura, infine andremo a vedere i vantaggi di aprire un conto corrente postale e perché preferirlo ad un conto bancario.

Come aprire un conto corrente postale

Il procedimento è molto semplice e si fa in poco tempo. Devi andare presso lo sportello postale più vicino a casa e chiedere di voler aprire un nuovo conto corrente. In alternativa (ma vale solo per aprire un conto corrente postale Bancoposta Più e solo se si è già clienti delle Poste) puoi fare tutto on line.

Aprire un conto di base BancoPosta

Il conto base BancoPosta è l’essenziale per incassare ed effettuare pagamenti. Non dà nessun altro beneficio o vantaggio, per cui lo consigliamo solo a chi cerca un prodotto basilare.

Si divide in due versioni, una standard e una per pensionati, che si differenziano tra di loro per il canone e per le operazioni incluse.

Di seguito una tabella di confronto.

Conto di base BancoPosta, confronto versione standard e per pensionati

Versione base Versione per pensionati
Canone annuo 30 € Gratis o 24 €
Postamat Maestro Si Si
Pagamento utenze Si Si
Versamenti Si Si
Prelievi presso uffici postali Si Si
Canone gratuito Si, ma solo per ISEE < 8.000 €
Chi li può aprire Tutti Pensionati con pensioni fino a 18.000 € lordi all’anno
Accredito della pensione Si

Aprire un conto BancoPosta Più

Se sei già cliente di Poste Italiane, ad esempio perché hai aperto un conto BancoPosta di base, hai una PostePay oppure hai un libretto postale, puoi aprire un conto BancoPosta Più.

Si fa tutto online:

  • vai sul sito ufficiale di Poste Italiane a questa pagina
  • compila il modulo con tutti i tuoi dati, specificando che sei un cliente BancoPosta
  • Stampa il contratto e firmalo
  • Spediscilo all’indirizzo indicato sopra.

Nella tua area riservata sul sito di Poste Italiane potrai conoscere in ogni momento lo stato della tua pratica e sapere a che punto è.

Quando il tuo conto corrente BancoPosta Più verrà aperto, riceverai a casa (in lettere separate, per sicurezza) le coordinate bancarie del tuo conto corrente, il PIN della tua carta Postamat e la carta Postamat stessa.

La Postamat Maestro

La Postamat Maestro è la carta bancomat che viene data con l’apertura di un conto corrente postale BancoPosta e che permette di fare acquisti presso gli esercizi commerciali, di prelevare denaro da qualunque ATM Postamat e dagli sportelli automatici bancari (Cirrus / Maestro) e di pagare il passaggio al casello autostradale.

Ecco una tabella riepilogativa delle condizioni del PostaMat Maestro

Postamat Maestro: TABELLA

Canone annuo 0 €
Prelievi presso gli uffici postali o i Postamat Gratuiti
Prelievi presso gli sportelli Cirrus / Maestro (Italia e paesi euro) 1,75 €
Prelievi presso gli sportelli Cirrus / Maestro (Italia e paesi non euro) 2,58 €
Pagamento presso i negozi Gratis
Pagamento del pedaggio autostradale Si
Ricarica cellulari Si

Come qualunque altro bancomat, il Postamat non può essere usato per acquistare online, in quanto è necessario avere una carta di debito o di credito, quelle con stampati sopra i 16 numeri classici, divisi in quattro blocchi da quattro numeri ognuno.

Conto corrente postale per richiedere un prestito

Con il conto corrente postale puoi anche richiedere un finanziamento presso Poste Italiane. Il Prestito BancoPosta classico, quello dedicato ai dipendenti e ai pensionati, quello per acquistare casa, un auto e il mini prestito, riservato ai titolari di carta Postepay Evolution, il prestito Special Cash e altro ancora.

Requisiti conto corrente postale: chi può aprirlo

Tutti possono aprire un conto corrente postale, l’importante è essere maggiorenni e non essere stati dichiarati falliti, né essere stati segnalati come cattivi pagatori o come protestati.

Conviene aprire un conto corrente postale?

La risposta è si, se siete alla ricerca di un conto corrente sicuro e affidabile. Le Poste Italiane, infatti, sono il top in Italia per quanto riguarda queste due caratteristiche.

Detto questo, la risposta della convenienza o meno dipende da persona a persona, ognuno di noi è diverso e ha diverse necessità.

Valutate con attenzione ciò di cui avete bisogno, confrontare le condizioni del conto postale con quello di altri conti correnti bancari e tirate le giuste somme.

E se avete domande, chiedete pure nei commenti sotto :)

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Clonazione Carta di Credito: come capire se si è vittima e cosa fare

Gino Topini

Le carte di credito sono uno strumento di pagamento assolutamente comodo: senza correre il rischio di dover portare del denaro contante con sé, è possibile acquistare praticamente tutto quello di cui si necessita in un negozio fisico. Inoltre, consentono di fare acquisti su internet (ma ricordate di scegliere solo siti web affidabili).

La grande comodità e sicurezza delle stesse sono alcuni dei motivi per i quali la diffusione di questa “moneta di plastica” è sempre più grande.

Non è tutto rose e fiori, però. Potrebbe capitare, a volte, che una carta di credito venga clonata e possa venire utilizzata da malintenzionati che spendono a spandono i nostri soldi.

Che cosa fare se la carta di credito viene clonata?

La prima cosa da fare è andare in banca (o chiamare) e bloccare la carta, in questa maniera non sarà più utilizzabile.

Se possibile bisogna contestare le transazioni che non avete fatto voi, cercando di fornire il maggior numero di indicazioni possibili per permettere all’istituto di credito di capire che siete effettivamente onesti. Di solito è disponibile un modulo da compilare, lo trovate o presso una filiale della vostra banca o sul sito internet ufficiale della stessa.

Secondo l’associazione consumatori, la banca è obbligata a pagare (maggiore approfondimento).

Fatto questo bisogna rivolgersi alla Polizia Postale cercando di fornire tutte le indicazioni per aiutare i tutori della legge nelle loro indagini.

Come capire se la carta di credito è stata clonata

Partiamo dal presupposto che i truffatori cercano di rendere la cosa il meno evidente possibile, così da far andare avanti il “giochetto” per maggior tempo.

Per questo motivo ricordate di controllare attentamente l’estratto conto della vostra banca alla ricerca di eventuali voci sospette.

Non aspettatevi degli importi stratosferici, anzi. Gli scammer sanno che meno spendono e più le proprie transazioni illegali sono anonime e si confondono con quelle legittime.

Attivate, se la banca lo consente, un servizio di alert (di solito via SMS o via email), con il quale si può ricevere un messaggio di testo o di posta elettronica ad ogni movimento del conto o ad ogni utilizzo della carta di credito.

Guardate lì negli angoli bui, è dove potrebbe annidarsi il truffatore.

Come si possono clonare le carte di credito?

Una spiegazione eccellente viene data direttamente dal sito della Polizia di Stato, che dice come lo strumento più usato sia lo “skimmer”, un lettore che riesce a catturare la informazioni della banca magnetica dopo la strisciata.

Questo dispositivo è della grandezza di un pacchetto di sigarette e, dopo aver raccolto i dati di alcune carte di credito lo skimmer viene collegato al computer e, con un apposito programma, è possibile trasferire i dati di quelle determinate bande su altre carte di credito “vergini”.

Il lato debole di questa tecnica di clonazione è che il malintenzionato deve entrare in possesso, per alcuni secondi, della carta di credito fisica.

Alternative sono lo sniffing, relativo esclusivamente agli acquisti online. In sostanza, degli esperti di pirateria riescono ad entrare in possesso delle coordinate della carta di credito, potendo fare, così, altri pagamenti all’insaputa dello sventurato.

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Fideiussione: guida a questa garanzia personale

Una garanzia personale che spesso può essere fondamentale nell'ottenimento di un prestito o un mutuo. Vediamo meglio le tipologie di fideiussione.
Gino Topini

Quando capita di aver bisogno di un prestito e ci si rivolge alla banca per richiederlo, può succedere che questa, in caso di mancate o ridotte garanzie di restituzione, chieda una fideiussione. Questo metodo garantisce all’istituto che gli verrà restituita l’intera somma di denaro nel tempo prestabilito. Andiamo a scoprire nello specifico qual è il significato di fideiussione e come si suddivide.

Cos’è la fideiussione: le principali tipologie

La fideiussione, come abbiamo potuto capire da queste poche righe, è una forma di garanzia che viene, talvolta, richiesta dalle banche o istituti di credito quando abbiamo bisogno di un prestito. La figura del “fideiussore” viene riconosciuta in un garante, il quale può essere un amico o un familiare, che si offre di restituire l’intera somma prestata in caso di mancato pagamento da parte del contraente. Il fideiussore si prende, quindi, interamente carico del nostro debito e avere una simile garanzia rappresenta un requisito fondamentale in situazioni particolari (come in assenza di reddito o in caso di lavoro precario).

Fideiussione bancaria e fideiussione assicurativa

Esistono diverse tipologie di questa garanzia e, tra le principali, si identificano la fideiussione bancaria e la fideiussione assicurativa. Entrambe hanno molti elementi in comune, con l’unica differenza che in una le protagoniste sono le banche e nell’altra le assicurazioni. In pratica, con questi metodi alternativi, il garante ufficiale diventa la banca nel caso della fideiussione bancaria e la compagnia assicurativa nel caso della fideiussione assicurativa. Come prevedibile, risulta impossibile richiedere una simile garanzia senza alcune condizioni. In questi casi, i garanti fanno di tutto affinché il contraente saldi il suo debito, con una clausola di “contro fideiussione” e segnalando il debitore alla Centrale di Rischio, in modo che gli risulti difficile ottenere altri finanziamenti.

Fideiussione omnibus

Queste erano le principali categorie per questo tipo di garanzia, oltre alla classica in cui è la banca che fornisce il prestito e il contraente ritrova la figura del garante in un proprio amico o familiare. Una terza tipologia è la fideiussione omnibus, che fornisce alcune varianti, soprattutto con la presenza di due importanti clausole. Nella “Clausola a prima richiesta e senza eccezioni” il garante è obbligato a restituire il debito con la semplice richiesta scritta della banca e non può usufruire delle normali eccezioni. Nella “Clausola estensiva”, invece, il garante si impegna a saldare ogni debito che il creditore ottiene nei confronti di una banca. Inoltre, in base alla fideiussione omnibus, il debito viene trasmesso anche agli eredi. Insomma, si tratta di un metodo estremo per avere una garanzia imbattibile da parte del beneficiario.

Può anche succedere che il garante non risulti in grado di coprire tutti i nostri debiti e, in caso di mancato pagamento, proprio come per il contraente, anche a lui verrà assegnato il ruolo di cattivo pagatore. Una nota importante è che il fideiussore, una volta finito di saldare il debito, può richiedere l’intera somma al contraente stesso.

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Il Pagamento Rateale, come funziona?

Che cos'è il pagamento rateale e come funziona? Che cosa si può comprare a rate? In questo approfondimento ti parliamo delle rate.
Gino Topini

Ultimamente, tante persone stanno adottando dei nuovi tipi di pagamento. Uno tra i più diffusi in assoluto è quello proposto da negozi e venditori in generale è il pagamento rateale.

Esso, come anche tutti gli altri tipi o modelli di pagamenti, ha pregi o dei difetti. In questo caso parleremo di tutte e due le facce della medaglia.

Vantaggi del Pagamento Rateale

Da una parte, il pagamento rateale è conveniente e, infatti, aiuta a far pesare meno la spesa economica di qualsiasi oggetto o bene attraverso comode rate mensili ovvero quote da versare (con un tasso di interesse) per un periodo prolungato nel tempo che è proporzionale al prezzo totale del bene acquistato. A questo si aggiunge il tasso di interesse che incrementa anche notevolmente la cifra che però, pagata a piccole rate, risulta più comoda anche se maggiore dell’originale.

In questo senso le rate sono molto comode, soprattutto se si è in attesa di uno stipendio arretrato oppure se si devono fare altre spese e si vuol soddisfare subito un desiderio o un sogno o ancora per tanti altri motivi, tra le quali, ad esempio, potrebbe esservi anche una necessità di tipo economico.

Svantaggi del Pagamento Rateale

Ciò che va a discapito del pagamento rateale invece è per assurdo il motivo per cui è stata creata questa modalità di pagamento ovvero ingannare l’acquirente convincendolo a spendere denaro inesistente ma che avrà la sua valenza soltanto in futuro, quando magari le difficoltà economiche saranno ben peggiori rispetto al moment in cui è stato effettuato l’acquisto.

Oltretutto capita spesso che il bene non sia più disponibile (vedasi uno smartphone o un’automobile danneggiati anzitempo) ma sarà comunque necessario continuare a pagarlo per tutta la durata del tempo prestabilito e molte volte, con questa mentalità, le persone (convinte che si spenda poco), decidono di acquistare diversi beni per realizzare velocemente i loro sogni. Per questo sono in moltissime le famiglie che, senza rendersene conto, si ritrovano a dover pagare rate mensili insostenibili, anche per beni non più utilizzati, anche a distanza di un anno dall’acquisto o ancor più. Così facendo, le rate iniziano ad accumularsi per assumere entità nemmeno minimamente paragonali ai seppur cari affitti.

Conviene Comprare a Rate?

Ormai tutti i negozi o venditori adottano anche questa forma di pagamento, sia perché gli è conveniente dal punto di vista pubblicitario (infatti i clienti sono più invogliati ad acquistare attraverso questa modalità), sia perché questa tipologia di pagamento garantisce un maggior guadagno monetario proprio per via degli interessi imposti. Di fatto, questi, solo in pochissimi e rari casi, sono bassi. La maggior parte delle volte invece, sono altissimi.

Pertanto è consigliabile, in fase di acquisto con pagamento di tipo rateale, andarci con i piedi di piombo e valutare attentamente il passo che stiamo per fare, anche perché le ripercussioni di tale azione echeggeranno per lungo tempo. Potranno in effetti seguire nel tempo sovvenuti problemi economici che comporteranno dapprima il mancato pagamento delle rate e poi l’introduzione di costosissime penali ovvero tasse monetarie aggiuntive richieste a coloro che non pagano nei tempi prestabiliti o che ritardano le rate. In tal modo, gli enti creditori si mettono al riparo da eventuali insoluti, in previsione dei quali andrebbero oltretutto ad aggiungersi ulteriori guadagni oltre agli interessi.

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Sei interessato alla carta M'Honey del MPS (Monte dei Paschi di Siena)? Ecco le nostre opinioni e recensioni su questa carta di credito revolving.
Gino Topini

La diffusione delle carte revolving è alquanto notevole e sono sempre di più gli italiani che si appoggiano a questa tipologia di carta per fare compere da pagare a rate mensili, che solitamente sono a tasso e ad importo fisso.

Il vantaggio di possedere una carta revolving è quella di avere praticamente un fido bancario a cui è possibile accedere in ogni momento, anche per le spese quotidiane.

Tra le varie carte revolving che banche e finanziarie mettono a disposizione dei propri clienti, troviamo anche M’Honey Card Classic del Monte dei Paschi di Siena. Valida in tutto il mondo, permette di pagare delle rate di rimborso personalizzabili in ogni aspetto.

Come funziona MHoney Card Classic

Questa carta, che alcuni chiamano erroneamente “My Honey Card“, esattamente come una qualunque revolving, permette di avere del credito a disposizione del titolare per fare acquisti prezzo negozi fisici o su internet, oppure per prelevare denaro presso gli sportelli ATM della banca (con servizio di SMS Alert). Nel caso di anticipo contante, l’operazione ha un costo di 4 € .

La caratteristica principale di questa revolving è la personalizzazione della rata: in ogni momento il cliente può decidere di modificare l’importo che paga, mese dopo mese, al fine di adattarlo alla propria situazione particolare. Ci sono, tuttavia, due limiti da rispettare:

  • l’importo minimo della rata non può essere inferiore al 3% della spesa effettuata;
  • l’importo massimo della rata non può essere superiore al 20% della spesa effettuata.

In ogni momento, invece, si può fare il rimborso di tutto l’importo di cui si è ancora debitori.

M’Honey MPS si adatta ad ogni necessità e per questo è una delle carte revolving più flessibili in assoluto.

> Ti invitiamo anche a leggere la nostra pagina sui prestiti flessibili, dove spieghiamo in maniera dettagliata quali sono le caratteristiche un finanziamento elastico dovrebbe avere. Dato che una carta di credito revolving altro non è che una sorta di finanziamento, l’argomento è simile.

Caratteristiche e condizioni della M’Honey MPS

Vediamo in questa tabella di riepilogo le principali caratteristiche di questa carta.

M’honey Basic M’Honey Classic 
Costo annuo 8 € 15 €
Fido fino a 5.000 € fino a 5.000 €
Modalità di rimborso SEPA, bollettini postali SEPA, bollettini postali

Come vediamo, entrambe le carte permettono di avere un fido che arriva fino a 5.000 €, mentre il rimborso viene fatto tramite SEPA / RID (addebito diretto sul conto corrente bancario), oppure tramite pagamento con bollettini postali. In entrambi i casi, la somma di denaro che si paga si riferisce all’importo speso il mese prima. Ad esempio, a luglio si pagherà quanto speso a giugno, ad agosto quello speso a luglio, e così via.

Polizza assicurative facoltative

Monte dei Paschi di Siena prevede due tipologie di polizze assicurative facoltative, che permettono di rendere ancora più sicuro il possesso e l’utilizzo di questa carta:

  • Carta protetta M’honey, che include protezioni contro invalidità permanente grave, inabilità temporanea e totale al lavoro, malattia grave, perdita del lavoro, rischio vita;
  • Carta sicura M’honey, che include la protezione contro furto e scippo, ma anche rapina e rottura accidentale di quello che si è acquistato con la carta.

Entrambe queste soluzioni assicurative hanno un costo aggiuntivo, del quale occorre discutere direttamente in banca.

M’Honey Card servizio clienti

Il servizio clienti per i contatti al fine di risolvere qualunque problema con questa carta può essere contattato al numero verde “Blocco della Carta in Italia” 800.822.056, oppure al numero “Blocco della Carta dall’Estero” +39 02.608.437.68.

Carta revolving M’Honey: conviene?

In conclusione possiamo dire che si tratta di una carta revolving decisamente interessante per quanto riguarda l’elasticità che garantisce di avere. Questo permette di adattarsi a tutte le necessità future che si potranno avere e permette di rimanere al riparo da qualunque imprevisto che si possa incontrare in futuro e che potrebbe rendere difficile il rimborso delle rate in maniera costante.

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Su Gino Topini

Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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