Carte Revolving, Pro e Contro

Parliamo delle carte di credito revolving, vediamo cosa sono e quali sono i pro e i contro di questa particolare tipologia di finanziamento.

Quello delle carte revolving è un settore assolutamente particolare nel mondo dei prestiti, al quale tanti si rivolgono (anche per effetto della crisi economica) ma dal quale è poi difficile uscire una volta che si è dentro in maniera “profonda”. Il problema principale, secondo repubblica.it, è che c’è poca trasparenza da parte delle banche e che i tassi di interesse applicati sono molto elevati.

Come funziona una carta di credito revolving

Sostanzialmente si tratta di una carta di credito che porta con sé un fido in denaro, concesso da questo o quell’istituto di credito. L’importo del fido non è mai particolarmente elevato (1.000 o 2.000 euro a seconda dei casi) ma per tante famiglie è sufficiente, anche perché questo importo può essere speso anche per le spese quotidiane.

Dal momento in cui si ha una carta di credito revolving in mano, ci sono diverse opportunità di utilizzo:

  • prelievo di denaro contante presso un bancomat
  • acquisto presso un negozio “reale”
  • acquisto on line

Una volta utilizzata la carta, la somma rimanente a disposizione scende dell’importo appena utilizzato. Ad esempio, se avessimo un fido totale di 1.000 euro e spendessimo 100 euro, il fido ancora a disposizione sarebbe di 900 euro (fino al momento del rimborso della somma spesa, quando poi tornerebbe di nuovo a 1.000 euro).

In tutti e tre i casi visti in precedenza, la somma di denaro che si ottiene o si utilizza non è “nostra”, bensì viene prestata dalla banca e, come tale, ad essa dovrà essere restituita pagando un certo tasso di interesse, che nel caso del revolving può tranquillamente superare il 15%.

Il rimborso può essere fatto pagando delle rate mensili che vanno a “rimpolpare” la somma a disposizione del possessore della carta. Ogni rata è solitamente fissa in termini di importo e include sia una quota capitale che una quota interessi.

Come si ottiene una carta revolving

Entrare in possesso di una carta revolving è facile, basta farne domanda presso la propria banca, presso un qualunque altro istituto di credito o anche on line. Facendo semplicemente una ricerca su Google per “carta di credito revolving” si avranno davvero numerose soluzioni.

Le condizioni necessarie da rispettare per sottoscrivere una carta di credito di questo genere sono:

  • residenza in Italia
  • avere un reddito dimostrabile, sia da lavoro autonomo che da lavoro dipendente
  • avere un conto corrente bancario o postale
  • avere 18 anni almeno

I pro (vantaggi) di una carta revolving

Tra i principali vantaggi di una carta di credito revolving possiamo vedere sicuramente la facilità di utilizzo della stessa. E’ quanto mai semplice pagare un acquisto che si fa usando una carta di credito, senza necessariamente dover mettere mano al contante.

Alcune società che propongono una revolving forniscono anche degli incentivi agli utilizzatori della stessa, come ad esempio un cashback percentuale su ogni acquisto che si fa usando la revolving stessa.

I contro (svantaggi) di una carta revolving

Lo svantaggio principale di una carta revolving sta indubbiamente nel tasso di interesse elevato che essa porta con sé, anche del 15% ed oltre. Per un’informazione più dettagliata, ti invitiamo a visitare la nostra pagina di confronto delle carte di credito revolving.

Prima della sottoscrizione di un contratto di apertura di una carta revolving, il consiglio che possiamo darvi è sicuramente quello di controllare con attenzione e fare un confronto tra le varie soluzioni al fine di trovare quella con il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) più conveniente.

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Carta Flexia Unicredit: Recensioni

Gino Topini

Carta Flexia di Unicredit Banca è una delle carte di credito revolving disponibili sul mercato per il 2017 – 2018. Come ogni tipica carta revolving, Flexia permette di avere un certo importo a credito, da usare a necessità e da rimborsare in tre diverse modalità:

  • a saldo, in una sola soluzione, il mese successivo (non ci sono interessi da pagare). La somma viene addebitata sul proprio conto corrente Unicredit
  • a saldo con facoltà di pagare a rate uno specifico acquisto (o più acquisti) di importo compreso tra 250 € e 5.000 € . Il numero di rate può essere di 3, 6, 10, 12, 15 o 20.
  • a rate, tutto l’importo speso

Carta Flexia, esempio pratico di rateizzazione

La rateizzazione viene organizzata in maniera differente a seconda dell’importo speso:

Importo 3 mesi 6 mesi 10 mesi 12 mesi 15 mesi 20 mesi
da 250 € a 500 € SI
da 500,01 € a 750 € SI SI SI
da 750,01 € a 1.000 € SI SI SI SI
da 1.000,01 € a 1.250 €  SI SI SI SI SI
da 1.250,01 € a 5.000 €  SI SI SI SI SI SI

Costi della rateizzazione

Come ogni carta di credito revolving, Carta Flexia ha i suoi costi per tutti coloro che volessero usufruire della rateizzazione.

  • TAN 13,90%
  • TAEG variabile a seconda dell’importo speso e del numero di rate mensili da pagare. Chiedete il TAEG preciso a Unicredit Banca.

Costi di emissione ed utilizzo della carta

  • Costo quota annuale 35 €
  • Costo emissione carta 10 €
  • Costo estratto conto (se cartaceo) 0,61 €
  • Costo invio estratti conto precedenti 5 €
  • Imposta di bollo GRATIS
  • Commissione per il prelievo di contante: 4% sull’importo prelevato, commissione minima 2,50 €

Usare Carta Flexia all’estero

Poiché fa parte del circuito internazionale Mastercard, Carta Flexia di Unicredit Banca può essere usata anche all’estero per effettuare acquisti o per prelevare denaro presso gli sportelli Bancomat.

Altri acquisti che si possono fare con la carta revolving di Unicredit

  • fare acquisti online
  • fare domiciliazioni di utenze
  • pagare i rifornimenti carburante, senza commissione
  • pagare il pedaggio in autostrada, senza commissione

Altre caratteristiche

  • estratto conto gratuito online
  • possibilità di ricevere una carta Flexia Personalizzata, con la foto sulla carta (costo 10 €, gratis fino al 31 dicembre 2015)
  • possibilità di fare pagamenti Contactless (importo massimo per ogni acquisto 25 €) presso diverse catene di negozi come Auchan, Ikea, Eni, Zara, MediaWorld, ecc.

Sicurezza

Con Flexia di Unicredit è possibile avere anche tutta una serie di servizi pensati appositamente per la sicurezza:

  • SMS Alert, ovvero la possibilità di ricevere un SMS ad ogni uso della carta per operazioni più rilevanti (gratis)
  • SMS Premium, un servizio a pagamento che permette di ricevere SMS per ogni singola operazione effettuata con la carta (pagamenti e prelievi)
  • servizio di protezione per le transazioni effettuate in internet grazie al MasterCard SecureCode o al Verified by VISA (per la carte emesse ancora sul circuito VISA) e al Token Unicredit che genera una password “usa e getta” da usare per una singola transazione
  • polizza assicurativa gratuita

Carta Flexia, anche per i Giovani

Unicredit Flexia è una carta di credito revolving che viene usata agevolmente anche dai giovani. Le caratteristiche e le condizioni economiche non cambiano, per cui potete far riferimento a tutti i dati e le informazioni che abbiamo riportato sopra.

Il vantaggio di una carta di credito revolving per i giovani è legato al fatto che è possibile iniziare ad avvicinarsi al mondo del denaro “passando per la porta principale”, ovvero con un fido bancario che bisogna maneggiare con “la testa”.

Furto o smarrimento della carta

Una delle situazioni in cui nessuno di noi vorrebbe trovarsi, ma in cui a volte purtroppo capita.

Non appena ci si accorge del furto o dello smarrimento della carta occorre telefonare al numero verde 800 078 777 (solo dall’Italia, dall’estero si può chiamare il +39 (0)45 8064686). In alternativa si può andare presso la propria area riservata della banca online, fare login e seguire le istruzioni per bloccare la carta.

Dopo aver bloccato la carta occorre presentare denuncia presso le autorità competenti (se siete all’estero non aspettate di rientrare in Italia, recatevi presso la polizia locale).

Carta Flexia, conviene?

Lo chiediamo a te che ci stai leggendo, che hai avuto esperienze con questa carta e che puoi dirci la tua esperienza, i tuoi commenti, le tue recensioni.

Cosa ne pensi di Carta Flexia? Come ti ci sei trovato? Come valuti l’assistenza Unicredit relativamente a questa carta?

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Finanziamenti a tasso zero 2017: come funzionano? Conviene?

Cosa sono i finanziamenti a tasso zero? Chi li può richiedere e in che maniera? Sono dei prestiti che convengono?
Gino Topini

Noti nell’ambiente creditizio sono i prestiti agevolati anche per l’imprenditoria femminile, meglio conosciuti come prestiti a tasso zero. Trattasi di particolari soluzioni finanziarie immesse sul mercato da banche e istituti finanziari per far sì che i clienti possano godere di linee creditizie a costi decisamente convenienti.

Solitamente i finanziamenti a tasso zero vengono elargiti in particolari situazioni in cui si vuole cercare di dare una mano per superare un periodo particolarmente difficile sotto il punto di vista economico per una serie di ragioni. Solitamente vengono immessi sul mercato in seguito ad un accordo raggiunto dal Governo oppure da un qualsiasi ente di amministrazione locale e dall’associazione che rappresenta determinate categorie come l’ABI (Associazione Bancaria Italiana), al fine di offrire al cittadino un servizio davvero utile ed importante.

Nel caso dei prestiti a tasso zero succede che il Governo o qualsiasi atro ente amministrativo si fa carico di una parte degli interessi da corrispondere alla banca affinché questa presti denaro a determinate categorie per uno scopo ben preciso. Un esempio può essere quello che è successo nei territori dell’Emilia Romagna colpita dal terremoto di maggio 2012.

In pratica grazie ad un siffatto accordo, i cittadini e le imprese ubicate in alcuni zone hanno potuto usufruire di credito a tasso zero per la ricostruzione delle proprie abitazioni, per la ristrutturazione oppure per rilanciare quelle aziende che hanno subito danni strutturali che ne limitano la produttività. Altro esempio è il prestito zero che si sta praticando per tutte le famiglie in difficoltà e residenti nella zona della Versilia.

In questo caso grazie all’intermediazione di circa una trentina di onlus, di alcune associazioni del territorio e con la collaborazione di un paio di Istituti bancari, si è riusciti a proporre ai cittadini uno strumento capace di dare un valido supporto in questa fase di grossa sofferenza. In pratica tutte le famiglie in difficoltà che hanno residenza in Versilia possono richiedere il cosiddetto minicredito ed ossia un prestito massimo di 2 mila e 500 euro a tasso zero reale ed ossia il contraente deve restituire attraverso il piano di ammortamento effettivamente 2 mila e 500 euro.

Altra cosa importante è che per aver accesso al credito non sono richieste particolari garanzie economiche anche perché ciò andrebbe contro lo spirito dell’iniziativa. Inoltre, per quanti vogliono accedere oppure hanno bisogno di un maggiore importo possono ricevere fino a 10 mila euro però ad un tasso di interesse reale palesemente agevolato che va da un minimo di 1,5% ad un massimo del 2,0% a seconda dell’entità dell’importo e della durata del piano di ammortamento. Insomma, un utile supporto per tutte quelle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese nonché soluzione importantissima se fosse adottata in tantissime altre zone italiane.

I finanziamenti a tasso zero sono vantaggiosi davvero?

Abbiamo parlato finora di prestiti a tasso zero senza però entrare nel merito di cosa effettivamente significhi tale termine. Occorre prestare molta attenzione a questo aspetto in quanto spesso succede che prestiti che vengono presentati a tasso zero, nascondono costi accessori di elevata entità e che rendono alla fine dei conti il prestito non sempre vantaggioso al cento per cento.

Per capire in maniera ineccepibile i costi effettivi basta prendere in considerazione due parametri: il Tan e il Taeg (leggi anche le 9 cose da sapere su TAN e TAEG).

Il Tan (Tasso annuo nominale) è il tasso di interesse applicato al prodotto finanziario. Ad esempio se abbiamo contratto un prestito di 10 mila euro ed il Tan è pari al 7% allora sottoscrivendolo pagheremo complessivamente il 7% per gli interessi ed ossia in questo caso 700 euro.

Il Taeg (Tasso annuo effettivo globale) invece tiene in conto tutte le spese non solo quelle riconducibili agli interessi e rifacendoci sempre al nostro esempio, se il Taeg dell’8,50% allora vuole dire che il prestito ci costerà complessivamente 850 euro. Quindi un prestito a tasso zero reale è un tasso che prevede sia il Tan che il Taeg al 0%. Solo in questo caso si è sicuri di non avere una brutta sorpresa nel momento in cui vengono recapitati i bollettini per il rimborso.

Nell’ultimo periodo anche nel tentativo di combattere la crisi, i prestiti a tasso zero vengono offerti sotto forma di finanziamenti a tasso zero. In pratica, i commercianti per promuovere e lanciare una campagna pubblicitaria e promozionale di un determinato prodotto o servizio, stringono degli accordi con delle agenzie finanziarie per riuscire ad offrire ai cittadini il prodotto o il servizio in oggetto con un rimborso che prevede un pagamento a tasso zero che spesso ha effettivamente il Tan fermo a 0% mentre il Taeg è di piccolo valore. Chiaramente sarà il commerciante oppure il produttore a pagare parte degli interessi che la Banca necessita, mentre l’altra parte di interessi viene pagata dalla stessa Banca che così facendo cerca di trarne profitto sottoscrivendo un numero maggiore di finanziamenti.

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Promozioni conti correnti: confronto tra le migliori offerte di settembre 2017

Offerte di conti correnti aggiornate al settembre 2017, inclusa l'offerta del conto corrente Widiba e Che Banca con il nuovo tasso promozionale.
Gino Topini

Migliori offerte e promozioni dei conti correnti per il mese di settembre 2017: quali sono le soluzioni più convenienti proposte dalle banche per questa finalità?

Oggi tutti vogliono mettere da parte i propri risparmi, meglio se da tale risparmio si riuscisse anche a guadagnare denaro senza rischi.

I conti correnti rappresentano la migliore scelta in assoluto, con gli istituti di credito che sono pronti ad offrire delle soluzioni diversificate e personalizzate sulla base delle esigenze della clientela.

Vediamo dunque quali sono le migliori offerte di conti correnti per settembre 2017.

Conto corrente Widiba, 2% sulle somme depositate

Widiba è un conto corrente che permette di avere una remunerazione del 2% lordo sulle somme vincolate per 12 mesi.

  • Conto corrente a zero spese;
  • Bancomat e carta di credito gratis
  • Piattaforma evoluta;
  • Entro il 4 ottobre, ottieni il 1,5% sui vincoli a 6 mesi;
  • Entro il 4 ottobre, ottieni il 2% con la Linea Vincolata.

Se hai delle somme di denaro risparmiate e messe da parte, e vuoi guadagnare denaro in maniera sicura, il conto corrente Widiba può fare al caso tuo.

Widiba, 500 euro di buono sconto su Amazon, attendiamo la nuova offerta.

Widiba non è nuovo alle offerte, ricordiamo la promozione passata, valida fino al 31 dicembre 2016, per un buono sconto su Amazon del valore di 500 euro (ottimo da spendere anche per spendere per i regali delle vacanze di Natale). Per poter avere il buono Amazon fino a 500€ bisognava aprire il conto entro il 14 dicembre 2016 e attivare una Linea Vincolata Amazon vincolata a 6 mesi per un valore di almeno 2.000 euro. Il versamento doveva essere fatto entro il 31 dicembre 2016.

Che Banca, tasso promozionale 0,70 % annuo lordo

Che Banca!, istituto di credito che fa parte di MedioBanca, propone a tutti coloro che apriranno un conto deposito entro il 14 settembre 2017, un tasso promozionale dello 0,70% annuo lordo.

Questa offerta è disponibile privati, ma anche per lavoratori autonomi e titolari di partita IVA.

Hello Money di Hello Bank!

Hello! Money è un conto corrente ad alto rendimento proposto da Hello Bank!, istituto di credito che fa parte di BNL, BNP Paribas. Questo conto corrente ha, infatti, delle particolarità simili a quelle di un conto di deposito.

  • Conto corrente senza spese;
  • Rendimento del 1% lordo senza vincoli, per un massimo di tre trimestri;
  • 100% online;
  • apertura veloce, 15 minuti;
  • Telepass Family, per viaggiare con ancora più convenienza e risparmio in autostrada.

YouBanking

Conto corrente a zero spese, che permette di fare prelievi gratuiti in tutto il mondo, propone una carta di credito gratuita, un dossier titoli gratis e l’imposta di bollo a carico della banca.

  • Conto corrente a zero spese;
  • Prelievi gratuiti nel mondo;
  • Libretto degli assegni e carta di credito gratis;
  • Dossier titoli gratis
  • Accessibile ovunque grazie all’app.

Offerte settembre 2017 conti di deposito

I conti correnti che abbiamo visto sopra hanno, per la maggior parte, delle funzionalità simili a quelle dei conti di deposito, ovvero offrono una certa remunerazione sulle somme depositate e vincolate.

Se cercate specificatamente un conto di deposito, vi consigliamo Widiba, Unicredit Banca, Poste Italiane, Banca Intesa SanPaolo e Fineco.

Noi di Mondo Prestiti teniamo in ogni caso sempre controllata la situazione dei conti correnti e dei conti deposito, in maniera tale da offrirvi aggiornamenti sui tassi di interesse e sulle condizioni offerte dalle banche.

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Pignoramento Conto Corrente Equitalia: le novità 2017

Informazioni e dettagli sul pignoramento del conto corrente da parte di Equitalia, una novità che potrebbe essere confermata nel 2017. Chi è a rischio?
Gino Topini

E’ una delle novità di si sta parlando molto in questi ultimi giorni, ci riferiamo alla possibilità, da parte dell’agenzia Equitalia, di pignorare i soldi dei debitori direttamente dal loro conto corrente, e senza necessariamente dover passare prima da un giudice.

Pignoramento conto corrente 2017: come funziona?

In sostanza, il pignoramento del conto corrente opera in questa maniera:

  • Equitalia invia un atto di pignoramento, per tramite di Poste Italiane (e solo in questa maniera) al debitore e all’istituto di credito;
  • dopo averlo ricevuto, il debitore ha 60 giorni di tempo per pagare, mentre la banca si adopera per congelare il conto corrente;
  • se entro 60 giorni il debitore non salda il suo debito, Equitalia potrà prelevare direttamente dal conto corrente del debitore la somma spettante;
  • per tutto questo, non c’è bisogno di nessun ordine del giudice.

Il conto corrente rimane bloccato e inutilizzabile fino a che il debito non è estinto.

Pignoramento conto corrente Equitalia: cosa c’è dietro

Tutto torna indietro al decreto Salva Italia voluto dall’allora Governo Monti, quello che, tra le altre cose, si occupò di chiudere l’INPDAP e di unirla all’INPS, che fino ad allora era stato un ente con i conti in regola e che, dopo l’arrivo dell’INPDAP, si ritrovò con tutta una serie di debiti cui far fronte.

Ebbene, tale decreto ha portato alla nascita dell’Anagrafe dei Rapporti Finanziari. In sostanza, si tratta di una banca dati alla quale tutte le banche devono inviare informazioni sulle operazioni svolte da ogni cittadino.

Praticamente, nella mente del Governo c’era l’idea di combattere l’evasione, in quanto tutti i movimenti di conto corrente sono diventati controllabili.

Oggi, con questa novità del pignoramento del conto corrente da parte di Equitalia, l’Anagrafe dei Rapporti Finanziari torna nuovamente “in auge” e diventa, suo malgrado, protagonista della storia.

Pignoramento conto corrente 2017 Equitalia: è ufficiale?

Al momento in cui scriviamo non c’è ancora nulla di certo, aggiorneremo questa pagina se e quando ci saranno novità.

C’è anche da dire che il pignoramento del conto corrente da parte di Equitalia è una cosa fattibile in quanto consentirebbe all’agenzia di riscossione crediti di recuperare più facilmente e velocemente quanto spettante.

Inoltre, il congelamento del conto corrente evita lo svuotamento dello stesso dopo aver ricevuto la notifica.

A dire il vero, già da oggi ogni creditore può rivolgersi all’Anagrafe dei Rapporti Tributari, ma la differenza è che al momento bisogna prima passare da un giudice, ovvero serve l’autorizzazione del tribunale sia per “spiare” il conto corrente del debitore, che per poter prelevare forzatamente le somme su di esso.

La novità 2017 di cui stiamo parlando renderebbe, di fatto, per Equitalia, NON è più necessario rivolgersi al giudice e si possono velocizzare tutte le procedure.

Pignoramento conto corrente da parte di Equitalia: chi NON è interessato dai pignoramenti

Non tutti i conti correnti sono interessati dal pignoramento da parte di Equitalia. Nello specifico, sono esclusi quei conti in cui sono versate solo ed esclusivamente le somme relative allo stipendio o alla pensione.

In questo caso, lo spazio di movimento lasciato a Equitalia è molto stretto:

  • non si può pignorare più di 1/5 delle somme accreditate come stipendio o pensione (un po’ come nella cessione del quinto);
  • la somma non può superare più di 3 volte l’assegno sociale per le somme già presenti sul conto al momento della notifica dell’atto stesso.

Pignoramento conto corrente 2017: tabella riepilogativa

La notifica di pagamento da parte di Equitalia deve arrivare tramite Poste Italiane
Il debitore da 60 giorni di tempo per pagare
La banca congela il conto corrente fino a che il debitore non salda
Sono esclusi (in parte) i conti correnti dove sono accreditati solo stipendio e pensione
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Estinzione Parziale Anticipata del Mutuo

Quando conviene fare l'Estinzione Parziale Anticipata del Mutuo? Vediamo meglio come funziona questa tipologia di estinzione del debito.
Gino Topini

Estinguere anticipatamente un mutuo permette, lo abbiamo già visto, di ridurre l’ammontare del debito che si ha con un istituto di credito relativamente al finanziamento casa.

Tra le due tipologie di estinzione tra cui poter scegliere (totale o parziale), quella parziale permette, come si capisce bene dal nome, di rimborsare solo una parte del proprio debito totale.

A scelta del cliente, si possono pagare in via anticipata 500 euro, così come 20.000 euro, in ogni caso la rata residua da rimborsare sarà solitamente ridotta in maniera proporzionale a quanto estinto in via anticipata.

Esempio: Calcolo Estinzione Parziale Anticipata del Mutuo

Facendo un esempio di calcolo concreto, prendiamo un cliente avente un mutuo da 100.000 euro del quale egli decide di rimborsare parzialmente 10.000 euro, ovvero il 10%. Se la rata del mutuo prima del rimborso era, ad esempio, di 500 euro al mese, la nuova rata sarà ridotta esattamente della percentuale rimborsata, dunque il 10%, passando a 450 euro.

Vantaggi dell’estinzione anticipata parziale del mutuo

Il più grande vantaggio è legato al fatto che, sulla somma rimborsata in maniera anticipata, non si andranno più a pagare interessi, dunque, alla fine dei conti, si avrà un risparmio economico che dipende, ovviamente, dall’importo rimborsato.

Un altro vantaggio è quello di poter avere una rata mensile ridotta rispetto all’originale, cosa che permette di risparmiare più denaro alla fine del mese, in maniera da poterlo mettere da parte, da investire o da spendere in altro.

Svantaggi dell’estinzione anticipata parziale del mutuo

Non ci sono svantaggi da segnalare se non forse quello dell’eventuale penale da dover pagare per poter pagare parte del mutuo prima della scadenza. L’importo della penale viene stabilito dalla banca di volta in volta, ma in ogni caso non può mai essere superiore al tasso di interesse applicato al finanziamento.

In questo caso è importante calcolare il risparmio economico che si avrebbe rimborsando anticipatamente un finanziamento e trarre le proprie conclusioni, così da valutare, nel proprio caso, se procedere o meno.

Come fare l’estinzione anticipata parziale del mutuo

Di solito per poter procedere è sufficiente darne comunicazione alla banca, dichiarando l’intenzione di voler procedere all’estinzione anticipata parziale.

Anche se la banca non richiede questa formalità, è sempre conveniente fare una telefonata, non costa nulla e ci libera da ogni preoccupazione.

Estinzione anticipata parziale vs estinzione anticipata totale

E’ indubbio che l’estinzione anticipata totale del mutuo è la soluzione più conveniente perché cancella definitivamente il debito che si ha con un istituto di credito, ma per poterla fare c’è bisogno di avere da parte – a seconda del debito residuo – un’importante somma di denaro messa da parte, che non si ha intenzione di usare in alcun altro modo.

Per i piccoli risparmiatori, quelli che magari riescono a mettere via alcune centinaia di euro al mese, la soluzione dell’estinzione parziale potrebbe essere più facile da mettere in pratica e, anno dopo anno, ritrovarsi ad aver rimborsato in via anticipata – quasi senza accorgersene – una percentuale importante del proprio mutuo.

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Spese Accessorie per il Mutuo di Acquisto della Prima Casa

Gino Topini

Chi sta per sottoscrivere un mutuo per la dimora principale deve tenere conto che, oltre alla spesa per gli interessi sulla somma ottenuta, è necessario sostenere anche tutta una serie di spese accessorie per la prima casa.

Acquistare la prima casa è un passo importante sia da un punto di vista “personale” che “economico”. Nel primo caso, possedere una casa di proprietà è assolutamente soddisfacente, nel secondo caso è più vantaggioso perché ogni spesa che si fa è per qualcosa di proprio, non per un affitto che va a vantaggio di terze persone.

Tra queste spese possiamo far rientrare, per l’appunto, anche quelle accessorie legate al mutuo, ecco quali sono.

La spesa per il perito e il notaio

Stipulare un contratto di mutuo fa entrare nel “gioco” due professionisti che sono necessari per legge: perito e notaio.

Il primo effettua una valutazione economica dell’immobile e la invia alla banca, la quale anche sulla base delle indicazioni del professionista deciderà quanto concedere come mutuo. I costi del perito variano di solito da 150 a 350 euro.

Il secondo è fondamentale per rendere valido il contratto di mutuo. Un notaio interviene sia nel caso di rogito notarile che nel caso di atto di mutuo.

Il costo della sua parcella va, in media, da 2.000 a 3.000 euro, secondo questa tabella:

Valore immobile fino a Compenso medio
93.000 € 2.000 €
139.500 € 2.200 €
186.000 € 2.400 €
232.400 € 2.500 €
280.000 € 2.600 €
370.000 € 2.750 €
465.000 € 3.000 €

A questi importi occorre aggiungere l’IVA (attualmente al 22%), le imposte per la registrazione degli atti, le imposte di registro, bolli e tasse per le pubbliche amministrazioni.

Totale: da 2.500 € a 5.000 € circa

Imposte del mutuo

Si tratta di una tassa che viene trattenuta dalla banca e versata direttamente allo stato. Ovviamente se ne deve fare carico chi richiede il finanziamento. Ci sono due percentuali, entrambe da calcolare sull’importo del mutuo:

  • 0,25% se mutuo prima casa e se il finanziamento è concesso da una banca
  • 2% se mutuo seconda casa o se il finanziamento è concesso da un istituto creditizio diverso da una banca

Spese dei certificati

Prima di poter concedere il mutuo, la banca necessita di tutta una serie di certificati, sui quali occorre pagare il bollo statale.

Ad esempio, sui certificati anagrafici il bollo è di 14,62 € .

Se a fare domanda di mutuo è un libero professionista o il titolare di un’impresa, ci sarà bisogno di fornire anche prova dell’iscrizione all’albo o quello alla Camera di Commercio, per i quali sono previste altre spese.

Totale: tra 50 e 100 €

Spese di gestione del mutuo

Un po’ per qualunque prestito personale (tranne per i prestiti con zero spese accessorie), ci sono dei costi di gestione del finanziamento.

Si tratta delle spese di incasso rata, ad esempio, che vengono sostenute per ogni rata periodica che si paga (solitamente tale costo varia da 2 a 3 euro).

Nel caso di mutui per durate maggiori a 20 anni occorre anche tenere in conto il costo per il rinnovo dell’ipoteca che, appunto, ha una durata massima di 2 decadi.

Totale: circa 360 € considerando un mutuo da 15 anni con rate mensili, ognuna delle quali ha un costo di gestione di 2 €

> Vedi anche il nostro approfondimento sulle migliori banche per accendere un mutuo, anche sulla base delle spese accessorie.

Costo per l’assicurazione di casa

Prima di poter accendere un mutuo è necessario che il mutuatario abbia tutta una serie di polizze assicurative atte a proteggere la casa, tra cui:

  • assicurazione incendio, per proteggere il fabbricato da eventuali danni legati al fuoco
  • se il richiedente del mutuo avrà, al momento del pagamento dell’ultima rata, un’età superiore a 70 anni, bisognerà sottoscrivere anche una polizza vita, il cui costo varia a seconda dell’età, dello stile di vita che si conduce, del lavoro che si fa, ecc.
  • polizza fidejussoria

A questo occorre considerare anche il costo eventuale nel caso in cui si voglia estinguere in maniera anticipata il mutuo.

Totale: circa 3.500 €

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Come ricevere il codice PIN per i servizi INPS

Come si può fare richiesta del codice PIN per accedere ai servizi INPS? Guida completa a questa procedura, passo dopo passo.
Gino Topini

Il codice INPS è quello fondamentale per poter accedere a tutti i servizi online legati a questo ente previdenziale, sia da parte dei dipendenti che dei pensionati, e non solo.

All’interno dell’area riservata INPS è possibile trovare informazioni in merito alla propria posizione previdenziale, inoltre sarà possibile accedere a tutta una serie di utili servizi online che permetteranno di evitare di fare la file agli sportelli INPS (e risparmiare un bel po’ di tempo).

Vediamo in questa guida come richiedere il codice INPS e quali sono i principali problemi cui si potrebbe andare incontro in fase di richiesta.

Come richiedere il PIN per l’INPS

Per prima cosa occorre andare sul sito web www.inps.it  ed effettuare la registrazione. Sulla parte destra della pagina principale del sito web c’è il link “Il pin on line”.

La pagina successiva spiega brevemente che il PIN per l’INPS è formato da 16 cifre, di cui 8 inviate via SMS, le altre 8 tramite posta ordinaria al domicilio di chi ne fa richiesta.

Dopo il primo utilizzo, il PIN da 16 caratteri viene sostituito con uno più semplice, da soli 8 caratteri, che può essere usato per tutte le necessità successive.

Per fare richiesta del PIN occorre cliccare su “RICHIEDI PIN”, in alto, si verrà rimandati ad una pagina in cui occorrerà inserire il proprio codice fiscale e indicare la residenza, italiana o straniera.

A questo punto basterà compilare il modulo in ogni sua parte (fate attenzione al numero di telefono e all’email, perché saranno i mezzi di comunicazione che verranno usati dall’INPS per inviare la prima parte del codice INPS temporaneo da 16 caratteri).

Dopo aver compilato tutti i dati ed inviato la richiesta, se tutto è andato per il verso giusto, si riceverà un messaggio di conferma e ci si potrà attendere di ricevere la prima parte del codice INPS entro un paio di settimane, via SMS o via email.

Dopodiché si riceverà una telefonata dall’INPS, che chiederà conferma dei propri dati personali per inviare la lettera con la seconda parte del codice PIN INPS.

Come usare il PIN INPS

Dopo aver ricevuto il PIN dell’INPS, quello completo da 16 cifre, si potrà andare sul sito ufficiale INPS e cliccare su “Accedi ai servizi”, link che si trova sul lato destro della pagina principale del sito dell’INPS.

Qui si avrà una panoramica dei servizi online che si possono usare, come il controllo della pensione, l’accesso ai servizi Equitalia, l’assegno per il nucleo familiare e così via.

Dopo aver scelto il servizio di cui si ha bisogno si verrà rimandati alla pagina di login per entrare al servizio on line, qui occorrerà inserire il PIN e il codice fiscale e cliccare su accedi.

A questo punto sarà possibile gestire il proprio servizio INPS.

Come convertire il PIN dell’INPS in un PIN dispositivo

Abbiamo detto prima che il PIN a 16 cifre dovrà essere sostituito con uno standard da 8 cifre, che potrà essere usato per tutti gli accessi successivi al primo.

Sempre dal sito ufficiale dell’INPS bisognerà cliccare su “Il pin on line”, sul lato destro della pagina principale. A questo punto bisognerà cliccare su “Vuoi il PIN dispositivo” e seguire le indicazioni a schermo.

In sostanza, si tratta di cliccare su “Converti PIN” e si verrà rimandati alla pagina di login dei servizi INPS, dove bisognerà inserire il codice fiscale e il PIN a 16 cifre. Una volta dentro sarà possibile seguire la procedura per la conversione del PIN dell’INPS in un codice dispositivo.

In questo caso bisognerà compilare il modulo in ogni sua parte, stamparlo, datarlo ed inviarlo via fax al numero verde INPS 800.803.164 . Al modulo bisognerà allegare anche una copia del proprio documento di riconoscimento (carta di identità o passaporto).

Entro poco tempo sarà possibile provare nuovamente ad entrare nell’area riservata del sito INPS e, se la procedura sarà già stata completata da parte dell’ente previdenziale, si riceverà un messaggio che il proprio PIN è già dispositivo.

Come conservare il codice dispositivo INPS

Una volta che si è ottenuto il codice dispositivo dell’INPS per accedere all’area riservata, è fondamentale conservarlo con attenzione e con cura per evitare di perderlo.

Solo con questo codice, infatti, sarà possibile accedere all’area riservata e, in caso di smarrimento, bisognerà farne nuova richiesta all’ente previdenziale.

Per questo motivo, e per evitare di dover attendere la consegna di una nuova password per accedere all’area riservata INPS (ed ex-INPDAP) consigliamo di:

  • tenere il codice in un posto sicuro;
  • non scrivere mai sul cellulare i codici di accesso INPS, se si dovesse perdere il telefono o esso dovesse venire rubato, chi lo trova potrebbe tranquillamente entrare;
  • cercare, se possibile, di ricordare il codice a memoria.
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Come aprire un conto corrente all’estero

A volte si può desiderare di voler aprire un conto corrente all'estero, vediamo come farlo e dove aprirlo. Guida completa all'apertura di un conto bancario fuori dall'Italia.
Gino Topini

Scegliere di aprire un conto corrente all’estero è una necessità per tutti gli italiani che decidono di trasferirsi in un altro paese. Come potrà testimoniare chi ci è già passato, spesso la procedura si rivela in alcuni casi veloce e senza molti intoppi, in altri particolarmente complessa perché c’è la problematica della lingua (per alcuni) e alcuni limiti soprattutto se si è appena arrivati e si è alla ricerca di un lavoro.

Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire come aprire un conto corrente all’estero senza problemi.

Cosa bisogna avere prima di andare in banca

Le cose fondamentali da avere a portata di mano prima di andare in banca sono:

  • Il passaporto (la carta di identità non è quasi mai accettata in questi casi);
  • Una prova di residenza, come una bolletta telefonica, della luce, una bolletta Sky e così via;
  • Una copia del contratto di lavoro, avendone uno;
  • Una copia del certificato di apertura della società, se si decide di intraprendere la via dell’autonomia lavorativa.

La procedura di apertura del conto corrente

La maggior parte delle banche chiederanno di fissare un appuntamento per aprire un conto corrente, e conviene farlo per avere la certezza di non fare un viaggio a vuoto, anche perché ci sono dei controlli che l’istituto di credito fa a monte sul richiedente (per evitare frodi e simili), che potrebbero chiedere un po’ di tempo.

Dal momento in cui si ottiene l’appuntamento e ci si presenta in banca con la documentazione accessoria necessaria, si potrà procedere all’apertura del conto corrente.

Se non si ha una storico in quel dato paese, potrebbe accadere che la risposta arrivi dopo qualche giorno, il tempo necessario all’istituto di credito di fare dei controlli, come dicevamo prima.

Vantaggi di aprire un conto corrente all’estero

Tutto dipende dal perché si vuole aprire un conto bancario all’estero. Se è per lavoro, allora diventa una necessità, altrimenti potremmo trovare i seguenti vantaggi:

  • Meno costi, in quanto in tanti paesi all’estero non esiste l’imposta di bollo che, invece, grava sui conti correnti italiani;
  • Maggiore remunerazione, in maniera particolare in alcuni paesi dell’est;
  • Minore burocrazia, in quanto l’apertura del conto è spesso rapidissima e a volte si può fare anche completamente online.

Chi può aprire un conto estero?

In teoria tutti possono farlo, ma certamente dipende molto da dove lo si vuole aprire e dai motivi perché lo si vuole fare.

Ad esempio, possono sicuramente farlo (ed è necessario / conveniente):

  • Chi va all’estero per lavoro
  • Chi va all’estero per studio
  • I pensionati che decidono di trasferirsi all’estero
  • Le ditte italiane che iniziano a lavorare con l’estero
  • Gli italiani che si spostano fuori dai confini nazionali per aprire una ditta estera

Ad oggi possono farlo anche gli italiani che risiedono in Italia e che lavorano nel nostro paese, e che desiderano avere un conto corrente straniero solo per spostare un po’ di soldi fuori dai nostri confini nazionali.

Tra le mete più ambite sicuramente la Svizzera, probabilmente il “paradiso” dei conti correnti e delle banche, ma anche la Germania sta acquistando quote, così come l’Inghilterra e la Spagna.

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Carte di credito Compass: Easy e Gold a confronto, recensioni e giudizi

Easy, Flex e Gold sono le tre carte di credito revolving proposte da Compass. Quale delle tre conviene? Perché? Giudizi e recensioni per orientarsi meglio.
Gino Topini

Compass, società finanziaria specializzata nella concessione di credito al consumo, propone tre diverse soluzioni per chi cerca delle carte di credito revolving da poter usare anche tutti i giorni con l’obiettivo di fare acquisti che potranno essere rimborsati a scadenza in un’unica soluzione oppure a rate.

Sono due le carte di credito di tipo revolving che Compass mette a disposizione dei suoi clienti: Easy e Gold.

Ma che differenze ci sono? Perché scegliere una piuttosto che l’altra?

Easy e Gold si diversificano per il fido che permettono di avere, cioè per la somma massima che la banca, Compass in questo caso, consente di usare.

Il concetto base di una carta revolving è quello di prestare denaro al possessore sotto forma di credito depositato su una carta, di credito appunto, che può essere usata in ogni momento (anche per fare la spesa di tutti i giorni, per comprare dei vestiti, ecc).

A differenze delle altre due, inoltre, quella Gold è l’unica carta di credito revolving Compass che ha una copertura assicurativa inclusa.

Ecco uno schema riepilogativo delle differenze.

Easy Gold
Fido 1.500 € 3.000 €
Canone annuale 0 € 40 €
Assicurazione No SI

Le Condizioni Economiche

Per avere un riepilogo delle condizioni economiche delle tre carte revolving, la miglior soluzione è quella di prendere un appuntamento in filiale.

Potrebbe interessarti leggere anche le cose da sapere su TAN e TAEG e TAN e TAEG cosa sono.

L’assicurazione inclusa con Carta Gold

Sono tre le tipologie di copertura assicurativa che Compass garantisce per chi fa acquisti usando la carta versione Gold.

Protezione degli acquisti

Entro i limiti previsti dalla polizza, Compass ti rimborsa nel caso in cui ci sia stato il furto del prodotto che hani acquisto con carta di credito Gold entro un valore massimo di 75 €.

La condizione fondamentale è il che il furto si verifichi entro 60 giorni dalla data di acquisto.

Non sono coperti, tra gli altri:

  • beni acquistati su siti internet non registrati in ITalia
  • cellulari, mp3, gioielli
  • danni che sono stati causati da dolo o da negligenza
  • danni che sono oggetto di una campagna di richiamo da parte del venditore, in quanto sono imputabili ad un difetto di fabbricazione e non al prodotto specifico in sé

Protezione del prezzo

Entro i limiti previsti dalla polizza, Compass effettua il rimborso della differenza di prezzo tra il bene acquistato e uno stesso bene, presente in un altro negozio, qualora quest’ultimo costi di meno.

Il minor prezzo deve essere rilevato entro 60 giorni. Sono esclusi alcuni prodotti particolari, come:

  • prodotti senza marchio
  • oggetti usati
  • carburanti
  • mp3
  • beni acquistati all’ingrosso o da un venditore ambulante

Protezione contanti

Entro i limiti previsti dalla polizza, Compass rimborsa la somma di denaro che ci si è visti scippare dopo averla prelevata al bancomat.

La condizione fondamentale è che la somma in questione sia stata prelevata usando la carta di credito Compass Gold e che il furto sia avvenuto entro 12 pre dal prelievo.

Non sono inclusi i furti causati da dolo o negligenza del proprietario della carta.

Chiedere la carta di credito senza busta paga o senza reddito

Partiamo dal dire che, trattandosi di un prestito che Compass fa, è praticamente impossibile riuscire ad ottenere una carta di credito di questo genere senza avere una busta paga o comunque un reddito dimostrabile.

Infatti, tra le condizioni fondamentali per poterne fare domanda, oltre alla residenza in Italia e all’età compresa tra 18 e 70 anni, c’è anche il presentare tutta la documentazione necessaria che attesti il reddito.

Dunque, non è possibile chiedere, presso Compass, una carta di credito revolving per disoccupati.

In conclusione, quale delle tre carta di credito revolving conviene?

Dipende molto da quello che volete fare con una carta revolving. Noi siamo per tenere minimi i costi, quindi se proprio avete bisogno di una carta di credito revolving, la miglior cosa è quella di sceglierla senza canone mensile (dunque Easy) e con il TAEG minimo (che in entrambi i casi è sostanzialmente uguale).

Il “segreto“, piuttosto, è sì quello di usare la carta di credito, ma di rimborsare tutta la somma che si è presa in prestito in un’unica soluzione, evitando in questa maniera il pagamento dei tassi di interesse.

Giudizi e recensioni

Lasciateci nei commenti sotto i vostri giudizi e recensioni di questa carta di credito, cosa ne pensate e come vi siete trovati.

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Codice IBAN: calcolo del codice, verifica e a cosa serve

Il codice IBAN è quello internazionale di riferimento che tutte le banche e gli uffici postali usano. Come calcolare il codice IBAN? Approfondimento su cosa serve e che cosa si può sapere.
Gino Topini

Il codice IBAN è uno dei codici più importanti per gli istituti bancari perché permette di identificare, in maniera univoca, un conto corrente bancario. IBAN è una sigla che sta per International Bank Account Number, ideato per la prima volta dal Comitato europeo per gli standard bancari e in seguito adottato come standard ISO 13616:1997.

Composizione IBAN: come è formato il codice bancario internazionale

Il codice IBAN è composto da alcuni caratteri standard, ovvero:

  • le prime 2 lettere rappresentano lo stato;
  • il terzo e il quarto numero sono delle cifre di controllo;
  • tutte le altre cifre rappresentano il BBAN nazionale

Per conoscere di quante cifre è composto l’IBAN, occorre considerare la nazione di riferimento. Per l’Italia, l’IBAN è composto da 27 cifre, mentre per altri paesi potrebbe cambiare.

Il codice BBAN

Il codice BBAN, acronimo di Basic Bank Account Number, è composto da almeno 23 caratteri ed identifica le coordinate bancarie di un conto corrente in maniera univoca. Per l’Italia, il codice BBAN è composto da 23 caratteri, come segue:

  • CIN (1 carattere maiuscolo)
  • codice ABI (5 cifre)
  • codice CAB (5 cifre)
  • numero di conto corrente, composto da 12 caratteri alfanumerici che sono preceduti da alcuni zeri se il numero di caratteri del conto corrente è inferiore a 12

IBAN, come fare il calcolo

Il calcolo del codice IBAN è una procedura molto semplice, ma per conoscerlo bisogna sapere necessariamente i codice ABI e CAB della banca di riferimento, oltre che ovviamente il CIN ed il conto corrente.

Sono tutte informazioni che si possono reperire chiedendo direttamente in banca.

Partendo dall’IBAN, invece, è possibile fare il conteggio inverno, tra cui trovare la banca di riferimento, semplicemente procedendo al contrario rispetto al calcolo IBAN. In alternativa, su internet ci sono diversi siti che propongono un servizio gratuito di trova banca da IBAN.

Cosa si può sapere partendo dal codice IBAN

Abbiamo capito che dal codice IBAN è possibile risalire alle informazioni sulla banca o sulla posta, sul conto corrente e sulla nazione di riferimento (le prime due cifre). Non è purtroppo possibile effettuare alcuna verifica sull’intestatario del conto, per la quale bisogna necessariamente contattare la banca (ma c’è una di privacy, per cui non dovreste comunque riuscire a sapere nulla).

Il discorso visto fino ad ora sull’IBAN vale sia per gli istituti di credito italiani che per cercare una banca all’estero, essendo questo un codice internazionale.

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Carta Aura Findomestic: giudizi e recensioni 2017 – 2018. Come funziona?

Carta Aura Findomestic: guida completa a questa carta di credito revolving, aggiornata al 2017 - 2018. Come funziona questa carta di credito?
Gino Topini

Carta Aura è la carta revolving di Findomestic Banca, una delle carte più usate in Italia di questa tipologia. E’ una carta sicura, con condizioni economiche vantaggiose, che può essere usata online e che permette di ricevere, tra le altre cose, una carta virtuale e l’anticipo contanti. Sconti esclusivi ed offerte per i titolari di questa carta. Continua a leggere per giudizi, recensioni 2017 -2018 e info sicurezza, altrimenti leggi il confronto carte revolving, che include anche Carta Aura

Recensione Carta Aura, i servizi online

Tra i vari servizi online che si possono avere con Carta Aura, troviamo:

  • anticipo contanti, per ricevere subito una somma di denaro per far fronte ad ogni evenienza ed imprevisto. In questo caso l’anticipo può essere fatto con un semplice prelievo bancomat;
  • pagamento bollettini postali, direttamente online, da casa (leggere le condizioni per sapere il costo di questa operazione);
  • scelta della rata di rimborso, quando si usa Carta Aura come una carta di credito e si deve rimborsare l’importo ottenuto pagandolo in rate mensili, che si possono personalizzare per far fronte alle necessità economiche del momento;
  • attivazione e blocco carta, in caso di furto o smarrimento. Per scoprire come disattivare bisogna contattare al telefono il numero verde 800 254 762, oppure all’estero lo 0039 055 32 32 242;
  • richiesta di sostituzione della carta Aura smagnetizzata;
  • creazione di una carta virtuale, con un numero diverso dalla Aura “fisica”, con cui fare acquisti online senza rischi;
  • pagamento bollo ACI;
  • ricariche telefoniche;
  • rimborso delle rate di prestiti Findomestic;
  • possibilità di consultare l’estratto conto della carta Aura Findomestic, per tutte le operazioni fatte;
  • conoscere il saldo della carta;
  • uso di Findomestic MasterPass, per usare la carta Aura online in tutta sicurezza

Condizioni economiche di Carta Aura online

Per le condizioni economiche degli interessi ci affidiamo al sito web ufficiale www findomestic it , e leggiamo quanto segue:

  • pagamento delle rate mensili con bollettino postale: TAN fisso 20,16% , TAEG 25,20% ;
  • pagamento delle mensilità con Addebito Diretto Bancario (ex RID): TAN fisso 19,20% , TAEG 24,03%

Come possiamo vedere, è più conveniente rimborsare le rate pagando con addebito bancario, anche in considerazione del fatto che non si spende il costo del bollettino postale.

Carta Aura è sicura?

Dal punto di vista della sicurezza, Findomestic è una delle principali aziende in Italia e la sua Carta Aura (anche la versione Carta Aura Gold) non sono da meno.

A tutela della sicurezza dei clienti, Findomestic propone:

  • una carta virtuale, con un numero diverso da quello della carta Aura fisica, con cui fare acquisti online in maniera sicura;
  • servizio di blocco carta online, per bloccare e disabilitare la carta in caso di furto o di smarrimento. Una volta che la carta è bloccata, puoi stare tranquillo. Se poi dovessi ritrovare la carta, per sbloccarla devi contattare Findomestic al numero verde 800 254 762, oppure dall’estero allo 0039 055 32 32 242;
  • servizio di protezione carte, anche questo attivabile in caso di furto o smarrimento;
  • opzione SMS, per ricevere un messaggio di testo ogni volta che Carta Aura viene usata (anche online) per importi superiori a 50 € . L’opzione è attivabile direttamente nell’area clienti, cui puoi fare accedi partendo dal sito ufficiale della banca.

Usare Carta Aura all’estero

Carta Aura può essere usata anche all’estero, sia per fare pagamenti presso negozi o ristoranti, sia per prelevare denaro in caso di bisogno.

Per i costi e le condizioni economiche, occorre rivolgersi direttamente a Findomestic per maggiori informazioni.

Offerte e promozioni

I titolari di Carta Aura e di Carta Aura Gold possono usufruire di promozioni e sconti presso alcuni dei maggiori nomi del commercio italiano, come Euronics, Mediaworld, Trony, l’assicurazione Quixa, lo shop online ePrice, eDreams, Direct Line, il noleggio auto Maggiore, e così via.

Rinnovare Carta Aura in scadenza

Come ogni carta di credito, anche Carta Aura ha una data di scadenza, al raggiungimento della quale Findomestic provvederà a mandare direttamente una nuova carta, con data di scadenza aggiornata.

L’attivazione di questa nuova carta avviene solitamente in automatico dopo il primo utilizzo, nel contempo si disabiliterà la vecchia, che dunque risulterà bloccata, e dovrà essere distrutta.

Recensione 2017 – 2018 Carta Aura, massima disponibilità verso ogni necessità

Per qualunque altra necessità che si abbia nel corso dell’uso di questa carta, dall’aumento fido (o aumento disponibilità) fino a problemi dovuti allo smarrimento o al furto, oppure l’uso all’estero, informazioni sull’anatocismo o info sugli interessi usurari, il rimborso con bollettini o con bonifico, il codice otp, il catalogo premi oppure semplicemente per sapere come averla, il limite del fido, cosa fare in caso di decesso, l’estinzione anticipata delle rate, puoi rivolgerti ad una sede Findomestic vicino casa tua, puoi chiamare il numero verde che abbiamo indicato prima in questa pagina, oppure visitare il sito web findomestic it .

Chi la può richiedere?

Carta Aura può essere richiesta da tutti i dipendenti ed i pensionati, che possono offrire delle garanzie importanti date dallo stipendio o dalla pensione, ma anche chi è senza busta paga, a condizione di avere una buona dichiarazione dei redditi (che verrà valutata di volta in volta da Findomestic).

Più difficile, invece, avere questa carta revolving per casalinghe, per disoccupati e per chi è senza reddito dimostrabile, dato che non hanno garanzie sufficienti per poter ottenere un fido bancario.

Carta Aura Findomestic, le opinioni

Cercando in giro per la rete, le opinioni su questa carta revolving sono positive (leggi pro e contro delle carte revolving), anche perché il nome di Findomestic è una garanzia. I tassi di interesse sono ben più alti rispetto a quello di prestiti o finanziamenti generici, ma questo è uno standard di tutte le carte revolving, non solo la Aura.

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Prescrizione dei Crediti di lavoro (o commerciali)

La prescrizione dei crediti è l'evento con cui un credito non è più esigibile. Vediamo come fare per evitare questa cosa e in che maniera si può riscuotere un credito.
Gino Topini

Si parla di prescrizione dei crediti per indicare la pratica con la quale un dato credito non può più essere riscosso. Accade, a volte, che si fa un lavoro ad un dato soggetto o ad una certa azienda ed essa, noncurante delle telefonate, delle email o delle raccomandate, non risponde ed ignora il pagamento.

Oltre che il tempo perso per cercare di recuperare un credito, c’è anche da considerare la spesa legata a questa procedura, che diventa veramente “morta” nel caso in cui non si avesse successo.

Evitare la prescrizione del credito

La domanda è “come evitare la prescrizione del credito”?

Ci sono due modalità:

  1. Rivolgersi ad un operatore esperto nel recupero crediti, il quale fa arrivare una notifica di mora al debitore, da parte del creditore. Questo deve essere fatto prima del termine di prescrizione, basta anche un giorno prima;
  2. Chiedere per iscritto il pagamento del debito, indicando con attenzione l’importo, le spese e gli interessi maturati fino a quel momento.

In entrambe le situazioni, è necessario che la notifica venga inviata al debitore con un metodo di spedizione da cui si possa desumere una data certa di ricezione della stessa da parte del debitore: si può scegliere tra raccomandata a.r. o consegna a mano da parte dell’ufficiale giudiziario.

Dal momento in cui la diffida è stata consegnata, il termine di prescrizione ricomincerà da capo e si potrà andare avanti così un’altra volta ancora, e ancora, fino al momento in cui il debito verrà saldato.

Termini di prescrizione dei crediti

La legge stabilisce in 10 anni il termine generico per la prescrizione dei debiti. Ci sono, tuttavia, alcuni debiti che hanno un termine di prescrizione più corto.

Prescrizione debiti 6 mesi

  • Albergatori e osti, oltre che per tutti coloro che danno alloggio, con o senza pensione;

Prescrizione debiti 1 anno

  • Pagamento della provvigione al mediatore;
  • Pagamento delle quote di RC, oltre che delle assicurazioni furto e incendio;
  • Rette scolastiche;
  • Abbonamento alle palestre, piscine o centri sportivi;
  • Retribuzioni per periodi non superiori di un mese;
  • Compenso degli ufficiali giudiziari;
  • Per i farmacisti relativamente al prezzo dei medicinali

Prescrizione debiti 2 anni

  • Crediti derivanti da sinistri stradali o da contratti di assicurazione

Prescrizione debiti 3 anni

  • Pagamento del bollo auto (o tassa di circolazione);
  • Retribuzioni per periodi superiori a un mese;
  • Pagamento delle fatture di professionisti;
  • Pagamento dei notai

Prescrizione debiti 5 anni

  • Capitale nominale dei titoli di stato;
  • Pigioni;
  • Affitti;
  • Bollette domestiche;
  • Bollettini ICI;
  • Rata del mutuo casa;
  • Spese di ristrutturazione
  • Multe;
  • Interessi;
  • Indennità legate alla fine del rapporto di lavoro (come il TFR);
  • Diritti che derivano dai rapporti sociali;
  • Risarcimenti danni a causa di fatto illecito

Come funziona il recupero crediti?

In sostanza, quest’attività consiste nel mettere in pratica tutte le prassi da fare per poter rientrare della somma di denaro che bisogna ancora incassare dal debitore.

In questa lista rientrano i solleciti di pagamento, le indagini, le diffide, le notifiche e così via.

Nel caso in cui tutti i tentativi non portino da nessuna parte, il creditore può ricorrere al giudice.

Caratteristiche del credito

Una considerazione importante deve essere fatta in merito al credito che si cerca di esigere. Sia quando ci si rivolge ad uno studio di recupero crediti, che quando si cerca di fare in maniera autonoma, è fondamentale che il credito sia:

  • Certo, ovvero il creditore deve dimostrare di poter vantare quel credito. Una fattura, da sola, non è sufficiente;
  • Liquido, ovvero il credito deve essere determinato con certezza nell’importo;
  • Esigibile, ovvero il credito deve poter essere incassato. Ad esempio, se si emette una fattura con pagamento a 30 giorni, non sarà possibile pretenderne il pagamento dopo 25 giorni, ma occorrerà necessariamente aspettare la scadenza del 30esimo giorno e verificare il mancato pagamento da parte del debitore.

Come dimostrare l’esistenza di un credito

Abbiamo anticipato il fatto che la sola fattura non è sufficiente per dimostrare di avere un credito, ma è necessario avere dei documenti più efficaci da questo punto di vista.

Possono esserlo, ad esempio, un regolare contratto firmato tra le parti, oppure l’approvazione di un preventivo dettagliato; inutile dire che sia il contratto che il preventivo (e la sua approvazione) devono essere cartacei.

Solo in questa maniera sarà possibile dimostrare di avere un credito.

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Finanziamenti nuove imprese: la legge 236 e agevolazioni

Iniziare un'attività non è mai semplice, spesso ci vuole un grosso investimento iniziale, ma vediamo invece quando si possono chiedere finanziamenti agevolati per le nuove imprese, quali sono le caratteristiche e le spese finanziabili e chi può fare richiesta di tali agevolazioni.
Gino Topini

La legge 236/93 è stata pensata per favorire lo sviluppo di imprese giovanili in Italia ed in maniera particolare si rivolge alle aree più svantaggiate del paese, quelle dove fare azienda è difficile.

Inizialmente pensata per le regioni italiane del centro-sud, in quanto sono quelle ritenute più svantaggiate del nostro paese, nel 1997 è stata estesa anche ad alcune aree del nord.

L’obiettivo finale della legge è quello di aiutare i giovani ad avviare una loro attività d’impresa principalmente nell’ambito del turismo o dei beni culturali.

Requisiti per avere accesso alla legge

Poiché si tratta di una legge con la quale lo stato finanziaria aziende che operano nel settore dei servizi alle imprese e pensata per i giovani, è necessario che chi presenta domanda possegga i seguenti requisiti / caratteristiche:

  • forma aziendale: società cooperative, società di persone (Snc, Sas, Srl) o società di capitali (Spa, Sapa). Non possono ricevere finanziamenti le ditte individuali e le società con socio unico;
  • i soci devono essere giovani di età compresa tra 18 e 35 anni d’età, inoltre più dei 2/3 del totale dei soci deve avere un’età compresa tra 18 e 29 anni;
  • i soci devono essere residenti in una delle seguenti regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia.
  • la sede aziendale deve trovarsi in una delle regioni agevolate.

Inoltre, non possono presentare domanda di finanziamento agevolato le imprese già esistenti che si stanno ampliando o ammodernando. L’attività aziendale deve essere di nuova costituzione.

Investimenti / progetti finanziabili

Possono rientrare all’interno del progetto tutti i progetti di investimento, il cui valore non superi 516.000 € , che rientrano nelle seguenti caratteristiche:

  • agricoltura;
  • fruizione di beni culturali;
  • innovazione tecnologica;
  • manutenzione di opere civili ed industriali;
  • trasformazione / commercializzazione dei prodotti agroindustriali
  • turismo;
  • tutela ambientale.

Che tipo di agevolazioni si possono avere?

Questa legge permette di avere due tipologie di agevolazioni:

  • finanziarie;
  • servizi reali in fase di avvio dell’attività aziendale

Agevolazioni finanziarie

Si tratta di tutta quella serie di agevolazioni che possono essere ottenute sotto forma di contributi a fondo perduto o di mutui a tasso agevolato finalizzati a coprire le spese iniziali di investimento e le spese di gestione, che soprattutto in fase di avvio aziendale possono essere molto elevate.

Tra le spese di investimento, troviamo gli studi di fattibilità, oppure gli allacciamento, l’acquisto di un immobile dove operare, o ancora di tutti i macchinari e i software necessari per poter lavorare. Questi finanziamenti possono arrivare fino al 90% dell’investimento.

Non bisogna fare spese prima della presentazione della domanda, altrimenti non verranno riconosciute.

Le spese di gestione sono quelle relative all’acquisto di materie prime, semilavorati, gli oneri finanziari, eventuali canoni di locazione o di leasing. Tali costi vengono finanziati per i primi 3 anni di attività.

Non rientrano in questa categoria le spese di salari e stipendi, i rimborsi ai soci, gli oneri di mutui agevolati, le spese di rappresentanza, i viaggi, ecc.

Servizi reali

In questo caso si tratta di tutta una serie di servizi pensati per aiutare i giovani ad avviare la propria attività aziendale.

Pensiamo ad esempio ad un aiuto nella realizzazione di un business plan, fondamentale per avere successo nel progetto, oppure servizi di formazione e consulenza, oppure ancora l’affiancamento da parte di leader del settore che potranno trasferire ai nuovi imprenditori parte delle loro conoscenze

Riepilogo delle spese ammissibili

Tra le spese finanziabili troviamo:

  • studio di fattibilità del progetto imprenditoriale per un valore massimo del 2% relativo alle analisi di mercato;
  • opere edilizie, sia da acquistare che da realizzare;
  • acquisto di macchinari, impianti ed allacciamenti;
  • acquisto di beni (materiali o immateriali) ad utilità pluriennale che possono essere collegati al ciclo di produzione

Presentazione della domanda

Per poter ottenere tutte le agevolazioni previste è fondamentale presentare domanda seguendo il modello a disposizione presso le Camere di Commercio locali. Tra i documenti da includere, ci sono:

  • due copie dell’atto costitutivo aziendale;
  • due certificati di vigenza;
  • due dichiarazioni giurate in merito all’organizzazione aziendale;
  • due certificati che testimoniano la sede legale dell’azienda.

La somma massima che si può ottenere è pari a 516.000 €.

Revoca dei finanziamenti

Se vengono a mancare i requisiti fondamentali per ottenere il finanziamento, esso può essere revocato anche successivamente alla fase di domanda e dopo aver ottenuto il denaro.

Ad esempio:

  • non si possono cumulare questo aiuto con altri aiuti aziendali simili;
  • tra i soci, nessuno deve essere in possesso di quote aziendali di imprese che hanno già beneficiato di agevolazioni;
  • per 5 anni non si possono trasferire le azioni o le quote dei soci residenti nelle regioni oggetto della legge;
  • la durata minima dell’attività d’impresa deve essere di 5 anni;
  • tutti i beni che vengono acquistati con i finanziamenti, non possono essere usati per altri scopi

Maggiori informazioni

Per avere maggiori informazioni, o sei delle domande da fare, scrivi usando i commenti qui sotto.

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Prezzo delle Case tra 30 anni: come sarà?

Il prezzo delle case nei prossimi 30 anni dovrebbe salire, basandoci sul grafico dei valori immobiliari degli ultimi 50 anni. Approfondiamo il settore e vediamo cosa potrebbe riservarci.
Gino Topini

Quando ci si accinge a comprare casa è normale chiedersi se si tratta di un buon investimento o meno, se il futuro immobile di proprietà potrà acquistare valore o meno nei prossimi anni. Insomma, è lecito chiedersi “come sarà il prezzo delle case tra 30 anni?”.

Grafico dei prezzi delle case negli ultimi 50 anni

Per cercare di rispondere a questa domanda guardiamo cosa è successo in passato e questa immagine ci spiega i prezzi delle case degli ultimi 50 anni in Italia.

Grafico dei prezzi delle case negli ultimi 50 anni

Grafico dei prezzi delle case negli ultimi 50 anni

Come vediamo, dall’inizio degli anni ’70 la crescita dei prezzi dell’immobile sono stati in netta salita e una casa che valeva 100 circa 45 anni fa, oggi vale 220, dunque più del doppio.

Il trend di crescita è in netto aumento, il che fa ben sperare. Non devono preoccupare neanche i picchi e le discese perché si tratta di normali fluttuazioni del mercato. Qualunque grafico riferito a dei prezzi, da quello delle case qui sopra, ma anche quello azionario o quello delle singole valute, riporta degli andamenti “fluttuanti” come questo.

Ci sono stati 4 picchi positivi:

  • tra il 1973 e il ’74;
  • nel 1982;
  • nel 1992;
  • nel 2007, poco prima dello scoppio della crisi globale.

Ci sono stati, tra questi picchi, anche dei livelli di minimo:

  • nel 1976;
  • tra il 1985 e il 1986;
  • nel 1998

E’ particolare considerare anche la durata tra un picco e l’altro:

  • 8 anni nel primo caso;
  • 10 anni nel secondo;
  • 15 anni nel terzo

Nel leggere questo grafico bisogna tenere conto anche di alcuni fattori importanti come la svalutazione monetaria che ha volte ha colpito la “vecchia Lira”.

Le previsioni per i prossimi 30 anni

Nonostante questo, il grafico ci mette ben chiaro in evidenza alcune previsioni che si potrebbero fare per i prossimi 30 anni, ovvero che:

  • l’investimento immobiliare è sempre stato in crescita e non ci sono previsioni di un’inversione del trend;
  • ci troviamo, in questi anni, di fronte a dei momenti di minimo, dunque converrebbe comprare (non vendere);
  • ci si potrebbe attendere una risalita dei prezzi delle case;
  • per poter raggiungere i picchi del 2007 saranno tuttavia necessari alcuni anni.

Ovviamente, non basate la vostra decisione di acquisto o di vendita solo ed esclusivamente su questo articolo, non siamo responsabili delle vostre scelte, ricordate sempre di ragionare con la vostra testa e, nel caso, di chiedere ad un esperto del settore immobiliare.

Altre considerazioni che si possono fare guardando il grafico dei prezzi sono che non bisognerebbe mai attendersi un incremento o una diminuzione improvvisa dei prezzi delle case, perché questo mercato non sembra funzionare così, ma piuttosto si muove piano ed in un trend ben definito, e che l’investimento nel mattone è stato positivo o negativo a seconda del particolare momento storico in cui lo si è effettuato.

Le conclusioni

In conclusione possiamo dire che l’investimento in immobili ci sembra sempre una cosa positiva e che si può essere positivi in tal senso. E’ certo che non bisogna improvvisare ma ragionare ogni acquisto che si fa, sia se si sceglie di acquistare casa con un mutuo casa che senza (sono comunque soldi che impiegate per acquistare qualcosa).

Vedi anche il nostro approfondimento sulle migliori banche per ottenere un mutuo.

Vi invitiamo a stare particolarmente attenti se decidete di sottoscrivere un mutuo casa perché dovete avere la certezza di poterlo restituire sempre e in maniera puntuale, altrimenti rischiate di vedervi iscritti nel registro dei cattivi pagatori e, quel che è peggio, di vedersi pignorata la casa.

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Come Compilare un Assegno Bancario

Vuoi sapere come compilare un assegno bancario? Ecco una guida passo dopo passo su come poter riempire correttamente i campi di un assegno bancario.
Gino Topini

L’assegno bancario (a/b) è un titolo di credito a vista con il quale un soggetto, noto come traente, dà l’ordine alla banca di pagare a vista l’importo riportato sul titolo, in favore del beneficiario, ma affinché esso sia valido è necessario che sia compilato correttamente in ogni sua parte, pertanto vediamo in questa guida come compilare un assegno bancario, cominciando dalle basi.

Le parti coinvolte in un assegno

Le parti che sono coinvolte in questa operazione sono tre:

  • traente, ovvero colui che ha un conto corrente ed emette l’assegno;
  • trattario, ovvero la banca che ricevere l’ordine di pagare;
  • beneficiario, chi presenta l’assegno in banca e ha diritto a ricevere il pagamento.

Come si compila un assegno bancario, passo dopo passo

Come si compila un assegno bancario

Come si compila un assegno bancario

  1. Luogo di emissione. Indica la località dove è emesso l’assegno. Se tale luogo corrisponde alla stessa filiale dell’agenzia locale della banca, allora l’assegno deve essere presentato per l’incasso entro 8 giorni, altrimenti si hanno fino a 15 giorni;
  2. Data di emissione. Si tratta del giorno in cui è emesso l’assegno bancario. Nella maggior parte dei casi, tale data deve corrispondere al giorno odierno; è ammessa per legge una postdatazione (data successiva a quella di emissione) fino a 4 giorni nel caso in cui è necessario attendere questo tempo per far arrivare i soldi sul conto corrente del traente;
  3. L’importo in cifre. Si tratta dell’importo dell’assegno bancario, riportato in cifre. L’importo deve contenere necessariamente i decimali, anche nel caso in cui la somma sia “netta”, come ad esempio 100 € (che bisognerà scrivere 100,00);
  4. L’importo in lettere. E’ esattamente lo stesso importo, ma scritto in lettere. Le cifre decimali devono essere separate da una barra e possono essere scritte a numeri (ad esempio cento / 00, oppure duecentoundici / 71, ad indicare 211,71 €). Se, per errore, gli importi in cifre ed in lettere sono diversi tra di loro, è quello in lettere che vale;
  5. L’assegno sbarrato. Le sbarre hanno una funzione limitatrice in termini di incasso dell’assegno. Se tra le sbarre non c’è scritto nulla, l’assegno può essere incassato solo se è presentato da un istituto di credito o da un suo cliente. Se, invece, tra le sbarre è scritto il nome della banca o di una persona, gli unici che possono incassare tale assegno sono proprio quell’istituto di credito e quel dato suo cliente;
  6. L’ordine di pagamento. E’ l’ordine di pagamento che si dà alla banca di pagare quel dato assegno bancario;
  7. Il beneficiario. E’ l’intestatario dell’assegno, ovvero la persona che ha diritto ad incassare l’assegno bancario. Se non c’è alcun nome riportato su di esso, si dice che l’assegno è “al portatore”, dunque viene pagato a chiunque lo ha in possesso e lo presenta per l’incasso. Se il beneficiario dell’assegno è lo stesso di chi lo emette (dunque ci si “auto emette” un assegno), l’intestatario può essere “a me medesimo” o “all’ordine mio proprio“;
  8. La firma di chi emette l’assegno: è la firma autografa del traente. Deve essere uguale a quella che è stata depositata in banca.

Tutte le altre parti dell’assegno, indicate nell’immagine sopra con i numeri 9, 10, 11 e 12, sono relative al numero di conto corrente bancario di chi emette l’assegno, informazioni bancarie e indicazioni interne.

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Accollo del Mutuo

Gino Topini

Il termine accollo del mutuo entra in gioco quando si vuole acquistare una casa sulla quale grava già un mutuo ipotecario. In sostanza, l’acquirente dell’immobile decide di “accollarsi” il mutuo sottoscritto dal vecchio proprietario di casa, pagandone lui stesso le rate.

Accollo del mutuo: come funziona?

Come detto in apertura, se vuoi acquistare una casa sulla quale c’è già un mutuo, puoi decidere di accollartelo e pagare tu stesso le rate al posto del vecchio proprietario. Ovviamente, il prezzo di vendita della casa potrebbe risentire dell’accollo.

A sancire la possibilità è l’articolo 1273 del Codice civile, che dice: “Se debitore e un terzo si accordano affinché quest’ultimo possa assumere il debito dell’altro, il creditore (la banca, ndr) può aderire rendendo irrevocabile la stipulazione a suo favore”.

Dal momento in cui si decide di procedere per l’accollo, bisogna sapere che ce ne sono di due diverse tipologie: cumulativo o liberatorio.

Con l’accollo cumulativo, vecchio e nuovo proprietario di casa sono entrambi responsabili del pagamento del mutuo. Praticamente, sono obbligati in solido e se l’accollante (il nuovo proprietario) non provvederà a rimborsare le rate, dovrà necessariamente pagarle l’accollato (il vecchio proprietario).

Con l’accollo liberatorio, invece, l’accollato (il vecchio proprietario) non è più responsabile delle rate del mutuo, esce dal “gioco”, e l’unico responsabile rimane il nuovo proprietario.

Tenete presente che se non è specificato nulla sul rogito notarile relativo all’acquisto di casa e al mutuo, l’accollo viene inteso con cumulativo. Per poter essere liberatorio occorre specifica, e scritta, autorizzazione da parte della banca.

Accollo mutuo: tabella

Accollo cumulativo Vecchio e nuovo proprietario sono responsabili, in solido, del pagamento delle rate del mutuo
Accollo liberatorio Solo il nuovo proprietario è responsabile del pagamento delle rate del mutuo, il vecchio proprietario è “sollevato”

Perché acquistare una casa con l’accollo?

Le motivazioni possono essere tante, ne elenchiamo alcune:

  • se una casa che proprio ti piace ha già un mutuo e il vecchio proprietario non può o non vuole estinguerlo, l’accollo potrebbe essere l’unica strada
  • dato che le condizioni del mutuo “passato di mano” sono “ereditate”, nel senso che rimangono le stesse tra vecchio e nuovo titolare, esse potrebbero essere migliori rispetto al nuovo mutuo, soprattutto se l’accollante (il nuovo proprietario) non ha mai sottoscritto un finanziamento casa prima d’ora
  • la velocità con la quale la vendita di casa si conclude potrebbe essere maggiore rispetto a quella di dover attendere il responso di una nuova domanda di mutuo. Questo però dipende dai tempi che la banca chiede per autorizzare l’accollo e dai tempi notarili, considerando che tale processo deve essere inserito nel rogito.

Le parti dell’accollo

Sono tre le parti che entrano in gioco nell’accollo:

  • banca creditrice, quella che ha concesso il mutuo casa
  • accollante, il nuovo proprietario di casa, colui che sarà responsabile del nuovo mutuo
  • accollato, il vecchio proprietario di casa

L’accollo conviene, conclusioni

Dipende da caso a caso. Secondo noi bisogna guardare, per prima cosa, le condizioni del vecchio mutuo e confrontarle con quelle nuove (ricorda di confrontare il TAEG). Se effettivamente tale vantaggio c’è, si può tranquillamente procedere, in caso contrario si potrebbe cercare un’altra soluzione, che possa essere quella di chiedere al vecchio proprietario di saldare il mutuo (se deve vendere, potrebbe acconsentire), oppure andare cercare la miglior banca per mutuo per cercare di farsi dare delle condizioni il più simili possibile a quelle del vecchio mutuo.

In alternativa, i mutui online potrebbero essere un’eccellente scelta.

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Piano di Ammortamento Italiano

Gino Topini

Per capire meglio il mondo dei prestiti è importante conoscere anche alcuni dei concetti fondamentali che lo riguardano. Tra di essi, c’è quello di ammortamento italiano, o a quote capitali costanti.

Cosa si intende per piano di ammortamento italiano?

Questo tipo di ammortamento prevede che la quota capitale di ogni rata periodica che viene pagata sia costante, e che la rata stessa venga pagata in via posticipata.

Come si può calcolare?

La formula che viene usata per il calcolo di questo ammortamento è la seguente:

Ck = S / n

  • k corrisponde al numero della rata pagata, dunque parte da 1 e aumenta (ancora di uno) per ogni mese che passa
  • S è il capitale preso in prestito
  • n è il numero totale delle rate da pagare

Facendo un esempio pratico, se si ipotizza un finanziamento da 1.000 € per un totale di 10 rate, l’importo capitale di ogni rata sarà di 100 €.

Il piano di ammortamento è il seguente:

N° rata Rata € Capitale residuo €
0 0 1.000
1 100 900
2 100 800
3 100 700
4 100 600
5 100 500
6 100 400
7 100 300
8 100 200
9 100 100
10 100 0

Come si calcolano gli interessi con l’ammortamento italiano?

Nel calcolo degli interessi bisogna prendere in considerazione il capitale residuo e applicare, su di esso, la percentuale prevista dal contratto di finanziamento.

Ipotizziamo (per comodità) una quota annua del 12%, il tasso di interesse mensile sarà all’incirca del 1%.

Ecco come si comporrà l’ammortamento.

N° rata Rata € Capitale residuo € Quota interessi € Importo rata €
0 0 1.000
1 100 900 10 110
2 100 800 9 109
3 100 700 8 108
4 100 600 7 107
5 100 500 6 106
6 100 400 5 105
7 100 300 4 104
8 100 200 3 103
9 100 100 2 102
10 100 0 1 101

In sostanza, l’interesse da pagare viene sempre conteggiato sul debito residuo che vediamo alla riga precedente, che è quello ancora da rimborsare.

Da tenere presente che si tratta di un calcolo semplicistico, realizzato per chiarire il concetto dell’ammortamento italiano, di come viene calcolato e di come sono applicati i tassi di interesse.

Per avere dei dati più precisi occorre necessariamente rivolgersi ad un istituto di credito, che potrà fornire un piano di ammortamento preciso al centesimo, che tiene conto anche dei costi accessori (che noi, per semplicità, non abbiamo considerato).

Caratteristiche e uso di questo piano di ammortamento

Come si nota, la principale caratteristica di questo piano di ammortamento è la quota capitale costante, il che porta a pagare delle rate non costanti (ma non per questo a tasso variabile).

Nella pratica, quello italiano non viene usato come tipo di ammortamento per i prestiti personali, in quanto si ritiene più comodo e intuitivo l’ammortamento francese (che invece è quello a rate costanti, con quota capitale e quota interessi variabili).

Lo troviamo invece più usato nel credito a garanzia ipotecaria, dato che si tratta di un modello concettuale più semplice da capire rispetto ad altre soluzioni.

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Su Gino Topini

Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Sospensione della Quota Capitale di Prestiti e Mutui

Gino Topini

Potrebbe capitare un periodo di temporanea difficoltà economica, magari la perdita del posto di lavoro, e si rischia di non poter più riuscire a rimborsare, come si vorrebbe, un prestito o un mutuo.

Il rischio di trovarsi iscritti nel registro dei cattivi pagatori, o magari di vedersi pignorata la casa per non aver rimborsato il mutuo possono essere concreti.

Per aiutare tutti i suoi clienti a venire fuori, senza preoccupazioni, da qualunque difficoltà economica che possa esserci, gli istituti di credito hanno messo in pratica un comodo ed utile servizio di sospensione della quota capitale, che può essere applicato sia ai prestiti che ai mutui, in recepimento dell’accordo sottoscritto tra ABI e le principali Associazioni dei Consumatori (lo scorso 31 marzo 2015) in base al quale si ampliano le misure di aiuto alle famiglie più in difficoltà andando ad attuare quanto previsto dalla Legge di Stabilità (190 del 23 dicembre 2014).

Cos’è la quota capitale

Ogni rimborso di finanziamento si compone di due parti: una quota capitale ed una quota interessi.

La quota capitale è la parte di rata composta del denaro ottenuto in prestito.

Facendo un esempio semplicistico (che non corrisponde perfettamente alla realtà), per un prestito di 10.000 euro da rimborsare in 120 rate, la quota capitale di ogni rata è circa 83 euro (10.000 € / 120 rate).

Questo calcolo non corrisponde alla realtà perché, secondo le regole dell’ammortamento francese (usato dalle banche per rimborsare il prestito) la quota capitale è minima all’inizio e sale dopo ogni rata.

Essa è massima durante le rate iniziali (quando bisogna ancora rimborsare tutto o gran parte del finanziamento, dunque gli interessi sono calcolati su un debito ancora elevato) e diminuisce mano a mano che si pagano le rate (quando invece la quota capitale è stata già in parte rimborsata e gli interessi si applicano su importi minori).

La quota interessi è invece la parte di rata composta, appunto, dall’interesse, ovvero dal guadagno dell’istituto di credito per aver concesso il finanziamento.

Sospensione quota capitale sui prestiti

E’ possibile sospendere il rimborso della quota capitale sui prestiti (non gli interessi, che dovranno comunque essere pagati periodicamente) se accade uno degli eventi descritti di seguito:

  • perdita del posto di lavoro
  • sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per almeno 30 giorni, anche se si è in attesa di provvedimenti di sostegno del reddito (ammortizzatori sociali)
  • invalidità del debitore
  • decesso del debitore

Sospensione della quota capitale mutui

E’ possibile sospendere la quota di un mutuo se c’è la riduzione dell’orario di lavoro per almeno 30 giorni, anche in attesa di provvedimenti di sostegno al reddito (ammortizzatori sociali).

E’ fondamentale che il mutuo sia garantito da ipoteca e che sia sulla prima casa (non è possibile la sospensione sui mutui seconda casa).

Come richiedere la sospensione della quota capitale

Ogni istituto di credito mette a disposizione dei propri clienti dei moduli di richiesta sospensione quota capitale.

Tali moduli si possono trovare presso le filiali o sui siti internet delle banche aderenti.

Banche aderenti

Le banche che hanno deciso di aderire alla normativa e dare la possibilità di interrompere il pagamento della quota capitale di prestiti e mutui sono:

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Finanziamenti per l’Imprenditoria Femminile, la Guida Completa

Gino Topini

I finanziamenti per l’imprenditoria femminile sono garantiti dalla legge 215/92, nota anche come “Azioni positive per l’imprenditoria femminile”. Tale legge prevede delle interessanti agevolazioni per le nuove imprese, e per quelle già avviate, che sono costituite per la maggior parte da donne.

Come funzionano i finanziamenti all’imprenditoria femminile (Legge 215/92)

Agevolazioni

In sostanza ci sono quattro diverse tipologie di agevolazioni che un’impresa “rosa” può ottenere:

  1. finanziamenti a fondo perduto, ovvero ottenere una certa somma di denaro che non dovrà essere restituita
  2. accesso ai fondi regionali, secondo delle norme che variano a seconda della regione dove l’attività opera
  3. finanziamenti agevolati, cioè prestiti che dovranno essere rimborsati, ma a dei tassi decisamente più vantaggiosi rispetto a quelli previsti per i normali prestiti aziendali. Solitamente tale finanziamento agevolato è dello 0,5% da restituire in 10 anni
  4. credito d’imposta, in alternativa ai finanziamenti a fondo perduto, si tratta di un importo in denaro che l’azienda può portare in detrazione delle imposte

A seconda dei casi potrebbe anche aversi un’agevolazione secondo la quale è possibile ricevere una parte della somma a fondo perduto ed una parte a tasso agevolato. In questo caso, la parte a tasso agevolato avrà solitamente un tasso di interesse dello 0,5% e dovrà essere rimborsata in 10 anni al massimo.

Soggetti beneficiari

A seconda del tipo di attività che si svolge, è importante che la totalità o la maggior parte delle quote sia femminile. In sostanza, si tratta di aziende a gestione femminile.

  • imprese individuali: il titolare deve essere donna
  • società di persone o società cooperative: almeno il 60% dei soci deve essere donna
  • società di capitali: almeno i 2/3 delle quote deve essere in possesso di donne
  • associazioni, consorzi, enti di formazione, imprese ed ordini professionali: almeno il 70% delle quote deve essere posseduto da donne

Tutti i parametri legati alla componente femminile in ditta dovranno essere mantenuti tali per almeno 5 anni.

Oltre a questo, è fondamentale che le aziende in questione rientrino nel concetto di piccola impresa, cioè:

  • meno di 50 dipendenti
  • indipendenza da imprese partecipanti
  • fatturato annuo inferiore a 7 milioni di euro
  • stato patrimoniale inferiore a 2 milioni di euro

Iniziative ammissibili

Possono rientrare a far parte dei finanziamenti per imprese femminili:

  • aziende di nuova costituzione
  • acquisizione di attività già esistenti
  • acquisizione di servizi reali (si tratta di tutti quei servizi per le imprese, come i servizi di marketing, le consulenze organizzative, gli interventi per la ricerca, ecc)

Spese ammissibili

All’interno dei finanziamenti, è possibile vedere tutta una serie di spese ammissibili, ovvero che possono essere sostenute con il finanziamento imprenditoria femminile stesso.

  • studi di fattibilità dell’attività d’impresa (limite massimo 2% dell’investimento ammesso)
  • realizzazione di opere murarie (massimo 25% del valore dei macchinari e degli impianti)
  • spese di progettazione e di direzione lavori (limite massimo 5% dell’importo stabilito per opere murarie)
  • acquisto di impianti e macchinari
  • acquisto di brevetti
  • acquisto di software
  • acquisto di attività preesistenti
  • acquisto di servizi da parte di imprese iscritte nel Registro delle Imprese, o da parte di professionisti iscritti nel relativo albo (tutta questa riga si riferisce all’acquisizione di servizi reali)

Tutti i beni possono essere acquistati oppure richiesti in leasing. Nello specifico, si parla di leasing strumentale.

Spese non ammissibili

Non possono rientrare tra le spese finanziabili, le seguenti:

  • spese di ordinaria amministrazione
  • acquisto di beni ad uso promiscuo (quei beni che sono usati sia ad uso aziendale che personale, ad esempio i computer portatili)
  • scorte di materie prime, materiali di consumo, semilavorati
  • acquisto di terreni o di fabbricati
  • avviamento
  • acquisto di beni usati (tranne nel caso in cui si stia acquisendo un’azienda preesistente, leggi in alto la voce “Iniziative ammissibili”)

Finanziamenti imprenditoria femminile: come richiederli

Il meccanismo di richiesta è semplice e funziona “a bando”. Questo significa che a determinare la disponibilità di questi fondi è il “Ministero dello Sviluppo Economico”, che apre un bando al quale possono partecipare tutte le aziende che rientrano tra quelle ammissibili.

All’interno del bando sono contenute tutte le indicazioni necessarie per poter presentare domanda di ammissione ai finanziamenti, la data di scadenza e tutte le informazioni utili.

Il criterio di priorità

Solitamente la graduatoria finale viene stilata anche in base al criterio di priorità, secondo queste indicazioni

  • % di nuova occupazione femminile rispetto agli investimenti ammessi
  • % di nuovi investimenti sul totale degli investimenti
  • partecipazione femminile all’azienda
  • possesso di certificazioni ambientali
  • possesso di certificazioni di qualità (ISO 9000, ad esempio)

Tempi tecnici

Dal momento della scadenza del bando sono necessari dei tempi tecnici (solitamente si tratta di 90 giorni) prima di poter vedere la graduatoria ufficiale (decreto), che viene emessa dalla regione che ha emesso il bando.

Erogazione dei contributi

Le aziende che sono riuscite ad ottenere il contributo devono, a questo punto, solo attendere l’erogazione della somma di denaro, la quale viene di solito pagata in tranche:

  • 30% in via anticipata o non appena si è fatto il 30% del totale dell’investimento
  • il rimanente 70% dopo la realizzazione completa dell’investimento (che deve essere terminato entro 24 mesi dalla data del decreto di graduatoria)

Regioni dove chiedere finanziamenti agevolati per imprenditrici femminili

In linea generale, in tutte le regioni italiane possono essere organizzati dei bandi per poter fare domanda di finanziamenti per imprenditrici. Tra le regioni dove solitamente si vedono più bandi troviamo:

  • Puglia
  • Lazio (soprattutto nella provincia di Roma)
  • Sardegna
  • Campania
  • Emilia Romagna
  • Abruzzo
  • Sicilia
  • Lombardia (in maniera particolare nella provincia di Milano)
  • Marche
  • Molise (sia provincia di Isernia che di Campobasso)

I finanziamenti per l’imprenditoria femminile convengono?

La risposta è che “dipende” da caso a caso. Indubbiamente ottenere dei finanziamenti a fondo perduto è un grande vantaggio per l’impresa, che può ottenere del denaro da investire in azienda senza doverlo restituire.

D’altra parte, anche il finanziamento agevolato, che prevede tassi dello 0,5% e durate di rimborso fino a 10 anni, sono soluzioni notevolmente più vantaggiose dei prestiti per l’impresa.

Certo è che la necessità di dover prima fare l’investimento e poi riuscire ad avere il 100% del finanziamento potrebbe essere un po’ limitante, in quanto bisogna anticipare il denaro per fare gli acquisti, oppure accordarsi con i fornitori per rimandare il pagamento della fattura alla ricezione del finanziamento stesso.

Documenti necessari per fare domanda di finanziamento per l’impresa femminile

Solitamente i documenti necessari per presentare domanda sono i seguenti:

  • moduli richiesta agevolazioni, che contiene tutti i dati relativi all’azienda femminile che è alla ricerca di un finanziamento
  • certificato di iscrizione alla Camera di Commercio, richiesto perché per avere la certezza che l’azienda esista veramente
  • dicitura antimafia
  • disponibilità di un immobile dove esercitare l’attività imprenditoriale (può essere un documento che attesta la proprietà dell’immobile, un contratto di affitto di immobile o di comodato in uso gratuito)
  • destinazione d’uso, è fondamentale che l’immobile in questione (o alcuni dei locali dello stesso) sia adibito ad uso per attività commerciale. Per poter dimostrare tale destinazione d’uso è importante avere un certificato del comune dove l’immobile si trova, oppure una perizia giurata.

Link di approfondimento

Per avere maggiori informazioni sui finanziamenti per l’imprenditoria femminile, ti invitiamo a visitare i seguenti siti web:

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Spese Accessorie: Costo di un Prestito Bancario

Gino Topini

Richiedere dei prestiti personali è una soluzione a cui sempre più persone si affidano per acquistare un’auto, una moto, per andare in vacanza o per comprare una casa.

Nel momento della richiesta bisogna essere consapevoli anche dei costi a cui si andrà incontro: oltre che quello per il tasso di interesse in sé ci sono diverse spese accessorie da considerare (si chiamano anche spese di istruttoria).

Spese di apertura pratica

Sono i costi per la gestione della pratica di prestito. Possono essere calcolati sia in percentuale sulla somma richiesta (di solito è presente un importo minimo) che come spesa fissa.

L’istituto di credito, per poter avviare la pratica legata alla domanda di un finanziamento e per fare tutti i controlli del caso – come quelli di verifica dell’iscrizione al registro dei cattivi pagatori – ha dei costi che, ovviamente, ricadono sul cliente finale – colui che chiede il prestito.

Questi costi sono di solito da pagare solo se la domanda di prestito viene accettata, anche se ci sono alcune società finanziarie che possono richiederle in via anticipata indipendentemente dall’esito finale della domanda (nei commenti riporta la tua esperienza in merito).

Spese di incasso rata

Si tratta di un costo che viene applicato ad ogni rata che si paga. Ogni istituto di credito può decidere in maniera autonoma se applicare questo costo e il suo importo.

Assicurazione sul prestito

Alcune società finanziarie potrebbero richiedere la sottoscrizione – in alcuni casi anche obbligatoria – di un’assicurazione sul prestito.

E’ una copertura che protegge il richiedente in caso di imprevisti – come un problema di salute, ad esempio – che renderebbero di fatto impossibile riuscire a rimborsare il finanziamento.

L’assicurazione si occupa, a seconda dei casi, di pagare alcune rate del finanziamento – nel caso di un temporaneo problema di salute – o di estinguerlo al 100% – in caso di invalidità permanente o decesso dell’assicurato.

Il costo della copertura assicurativa ricade sul richiedente finale del prestito.

Prestiti Personali con Zero Spese Accessorie

In conclusione, quando si è alla riceraca di un prestito, quindi, conviene andare a controllare quali sono i costi accessori relative al finanziamento che ci si accinge a stipulare e soprattutto a quanto ammontano tali spese, perché non bisogna dimenticare che ci sono anche Prestiti Personali con Zero Spese Accessorie.

Molto convenienti e facili da richiedere, spesso si tratta di prestiti online per i quali si hanno risposte rapide, anche in 24/48 ore.

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