Prestiti BNL

Recensione prestiti BNL Banca: tipologie e opinioni. Conviene?

Leggi la nostra recensione sui prestiti BNL, una delle migliori banche italiane, e scopri le opinioni su questi finanziamenti per privati.

I prestiti di BNL sono una tipologia di finanziamento che va incontro alle esigenze della maggior parte delle persone che hanno bisogno di denaro oggi. La Banca Nazionale del Lavoro propone, infatti, prestiti per dipendenti come la cessione del quinto, finanziamenti per pensionati, oltre che soluzioni di credito al consumo pensate, ad esempio, per studiare, per ristrutturare la casa o per i nuovi nati.

Come al solito, ricorda che conviene sempre richiedere più preventivi di prestito, così da avere la certezza di trovare il prestito ideale per le tue necessità.

Leggi la nostra recensione e scopri le opinioni sui prestiti BNL, aggiornati al 2024.

Prestiti BNL opinioni

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Prestiti BNL, recensione aggiornata

Cessione del quinto

Tra i prestiti BNL più richiesti vediamo la cessione del quinto, il finanziamento pensato per i lavoratori dipendenti pubblici, statali, per i militari e (a determinate condizioni) per i dipendenti di aziende private.

Si tratta di un finanziamento a tasso fisso con TAN fisso del 4,58%, rimborso del capitale con addebito della rata sullo stipendio, e durata del finanziamento da 24 a 120 mesi.

Il finanziamento è garantito e coperto dalla copertura assicurativa sulla vita e sul rischio della perdita d’impiego. L’assicurazione è a pagata da BNL Finance.

Un esempio di calcolo rata è il seguente:

  • Importo del prestito: 24.032,81€
  • TAN fisso: 4,58%;
  • TAEG fisso: 4,68%;
  • spese di istruttoria: zero;
  • commissioni di intermediazione: zero;
  • bollo statale: zero (è pagato da BNL Finance)

Prestito con anticipo TFS

Se sei un dipendente pubblico o statale puoi chiedere un prestito con anticipo TFS (Trattamento di Fine Servizio).

L’importo del prestito dipende dalla liquidazione maturata fino a quel momento (quindi maggiore sarà l’anzianità di lavoro, più alta sarà la liquidazione, e quindi maggiore potrà essere il finanziamento). Per sapere quanto puoi chiedere, devi fare domanda del certificato nel “prospetto di liquidazione” che viene rilasciato dall’Ente Pensionistico.

Il prestito con Anticipo TFS è un finanziamento personale, garantito dalla cessione pro solvendo dei crediti legati al TFS maturato.

Prestiti pensionati

BNL Finance concede anche dei prestiti per pensionati che hanno bisogno di denaro per ogni esigenza, per sé o per i figli.

I prestiti pensionati BNL sono concessi a chi ha una pensione INPS, ex-INPDAP o anche di altri enti pensionistici, a condizione che sia una pensione di anzianità o di vecchiaia (leggi le pensioni che sono invece escluse).

Questo prestito è a tasso fisso e a rata costante, così sai esattamente, ogni mese, quanto dovrai pagare.

L’importo massimo che si può richiedere è di 75.000 € (dipende dall’importo della pensione netta) e la durata di rimborso va da 24 a 120 mesi.

I prestiti per pensionati BNL sono concessi come prestiti in convenzione INPS.

BNL Futuro Pensione

Si tratta di un prestito per i dipendenti che permette di pagare i contributi per la pensione  nel caso di disoccupazione.

Questo prestito ti aiuta a sostenere il pagamento degli ultimi 36 mesi di Contributi Volontari INPS che ti mancano al raggiungimento della pensione (anticipata o di vecchiaia). Se dunque vuoi aumentare l’importo della pensione, oppure se vuoi andare in pensione prima, o ancora se vuoi riscattare la tua laurea per aumentare gli anni di contributi, il prestito BNL Futuro Pensione può essere quello che fa per te.

Gli importi concessi vanno da 5.000 a 70.000 € , non ci sono spese di istruttoria e il TAN in questo momento è del 2%.

Per accedere al finanziamento bisogna essere residenti in Italia, disoccupato e avere non oltre 36 mesi mancanti di contributi volontari INPS ancora da versare.

Puoi farne domanda anche se hai un lavoro, ma solo se vuoi riscattare la laurea.

BNL In Novo

BNL In Novo è il prestito personale di BNL che si adatta alle tue necessità ed esigenze future, dandoti margine di manovra se avessi nuovi bisogno.

Ad esempio, con l’opzione “Reload” potrai ricaricare il tuo prestito chiedendo nuova liquidità. Dovranno essere passati almeno 6 mesi dall’erogazione del finanziamento, e dovrai essere puntuale nei pagamenti.

L’importo aggiuntivo viene calcolato sulla tua effettiva capacità di rimborso, senza bisogno di fare una nuova pratica da zero (quindi è molto più veloce rispetto ad un finanziamento ex-novo).

Con l’opzione “Flexi”, invece, potrai decidere di sospendere una o più rate del finanziamento e rimandarle alla fine dello stesso. Dovranno essere passati almeno 12 mesi dalla concessione del prestito.

BNL Futuriamo

Pensato per i giovani che vogliono studiare in Italia o all’estero, BNL Futuriamo è il finanziamento che copre le spese dei corsi universitari, post laurea, di un master, di un MBA, di corsi di lingua o di corsi di lingua dei segni.

Il prestito è a tasso fisso ed è possibile dilazionare il pagamento delle prime rate fino a 36 mesi da dopo che si è ottenuto il finanziamento (si parla di periodo di preammortamento).

BNL Scuola Più

BNL Scuola Più è il prestito per studenti che permette di acquistare tutto quello che è correlato allo studio e alla scuola, come ad esempio:

Se guardiamo anche qui al calcolo rata sul sito ufficiale BNL, per un finanziamento pari a 5.000 € , il TAN fisso è del 2%, il TAEG è del 2,26%. Non ci sono spese di istruttoria, né imposta sostitutiva, né spese di incasso rata.

Prestiti Green, casa e auto

Nell’ottica dei prestiti green, BNL propone due soluzioni specifiche per la casa e per l’auto.

BNL Green Casa è il finanziamento che copre le spese che sostieni per migliorare la classe energetica della tua casa.

Il finanziamento è senza spese di istruttoria, ha una rata fissa e una durata massima di 120 mesi.

All’interno di questo prestito verde puoi far ricadere l’acquisto di impianti di energia rinnovabile (come pannelli fotovoltaici, solari o eolici)

  • Impianti termo-idraulici (caldaie, climatizzatori, depuratori…) per l’efficienza energetica
  • Isolamento termico per il risparmio energetico: infissi e serramenti, coibentazione e altro ancora

Prestiti Nuovi Nati e prestito Adottami

I prestiti per i nuovi nati sono ideati come sostegno per quelle famiglie che cercano un prestito agevolato per far fronte alle spese dei primi anni di vita dei figli.

Si tratta di un prestito che rientra all’interno del Fondo Nuovi Nati (o Fondo di Sostegno alla Natalità) che permette ai neo-genitori di avere fino a 10.000 euro da rimborsare a tasso agevolato.

Questo prestito agevolato è garantito dal fondo di sostegno della natalità fino al 50% dell’importo dello stesso.

La durata di rimborso va da 12 a 84 mesi, il TAN fisso è  del 4,99%, il TAEG fisso è del 5,18%.

Il prestito Adottami è, invece, pensato per chi vuole iniziare le pratiche di un’adozione internazionale, che potrebbero essere anche notevoli. Il tasso fisso, la flessibilità nel rimborso e il prestito concesso senza spese di istruttoria sono tra le caratteristiche di questo finanziamento.

La durata di rimborso è di 120 mesi.

Prestiti per lo Sport

BNL ha pensato a dei finanziamenti pensati per chi vuole iniziare uno sport e mantenersi in forma. Nello specifico, questo finanziamento copre:

  • il costo di un corso di tennis, basket o pallavolo;
  • la spesa per le lezioni di danza;
  • l’acquisto di attrezzature sportive;
  • il pagamento dell’abbonamento alla palestra;

Guardando il calcolo rata sul sito ufficiale BNL, per un finanziamento per lo sport pari a 3.000 € , il TAN fisso è del 2%, il TAEG è del 2,02%. Non ci sono spese di istruttoria, né imposta sostitutiva, né spese di incasso rata.

C-Ready-To BNL

C-Ready-To BNL è una linea di credito che BNL ti concede per ogni volta che ne avrai bisogno.

Si tratta di un vero e proprio fido a cui potrai accedere in ogni momento, per dilazionare ad esempio il costo dell’acquisto di una spesa che hai fatto negli ultimi 60 giorni.

Puoi scegliere la durata di rimborso che più ti è congeniale (da 3 a 60 mesi) e vedrai quanto ti costerà far dilazionare quella spesa. Entro 24 ore lavorative, cioè 1 giorno, l’importo che hai richiesto sarà già sul tuo conto corrente.

Potrai rateizzare tutte le spese fatte negli ultimi 60 giorni, a condizione che siano da un minimo di 75 euro a un massimo di 5.000.

Se vuoi, potrai anche decidere di unire più spese in una sola.

Relativamente al calcolo della rata, sul sito ufficiale è presentato l’esempio di un piano di rimborso di 249 euro per 3 mesi, che prevede una commissione fissa di 1 euro (l’importo totale del credito sarà dunque di 252 euro, il che significa un TAN dello 0% e un TAEG del 4,94%).

La richiesta di questo servizio si può fare direttamente in-app dalle 7 alle 19.30, dal lunedì al sabato. L’obiettivo dichiarato di BNL è quello di estendere l’operatività a 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana.

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Su Gino Topini

Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Prestito NoiPA

Guida al prestito NoiPA riservato ai dipendenti pubblici ministeriali: conviene?
Gino Topini

Il prestito NoiPA è un finanziamento che viene concesso a tutti i dipendenti ministeriali (tranne i prestiti Carabinieri, che non sono gestiti da NoiPA).

La richiesta di prestiti NoiPA può essere fatta tramite un’agenzia finanziaria o una banca convenzionata, ad esempio tramite questo link.

Prestito NoiPA Recensioni, come funziona

Prestito NoiPA, quanto è possibile richiedere

I prestiti NoiPA vengono concessi per un importo massimo fino a 75.000 euro, da rimborsare pagando delle rate di 12, 24, 36 o 48 mesi (pluriennale), secondo la tabella impostata dall’INPS.

Questo finanziamento può essere anche in doppia mensilità o con delega, fino a 48 rate, a condizione che non vi siano altre trattenute sulla busta paga del dipendente.

I tempi di erogazione sono alquanto veloci, considerando che possono farne domanda solo i dipendenti pubblici, il cui stipendio è una garanzia di affidabilità sempre sufficiente per le banche e le finanziarie.

Il prestito può anche essere richiesto da chi ha un contratto di lavoro a tempo determinato (prestiti per tempo determinato) e per chi ha un contratto di apprendistato (prestiti con contratto di apprendistato), ma in questo caso la durata massima del contratto non può essere più lunga rispetto a quella residuale del contratto di lavoro.

Trattandosi di un finanziamento con cessione del quinto, la gestione delle rate mensili è molto semplice: sono fisse verranno trattenute direttamente dallo stipendio netto.

Per avere con precisione una simulazione di prestito NoiPA ti conviene sempre contattare una banca o un’agenzia finanziaria che propongono questi finanziamenti.

Per trovare le migliori offerte ed un preventivo senza impegno a distanza, clicca su questo link.

Prestito NoiPA, interessi

I tassi di interesse sono in convenzione, il che significa che sono mediamente più bassi dei classici prestiti per dipendenti.

Questo si traduce in un grande vantaggio per il richiedente, perché alla fine il finanziamento verrebbe a costare di meno.

Questi sono i tassi di interesse applicati:

  • 4,25% come tasso di interesse;
  • 0,50% come spese di istruttoria ed amministrazione e premio fondo rischi.

Piccolo prestito NoiPA

I prestiti in convenzione per dipendenti della pubblica amministrazione possono anche essere richiesti per piccoli importi, a seconda della proprie necessità.

Il mini prestito NoiPA può andare da poche migliaia di euro a 10.000 euro.

Prestiti NoiPA: chi li può richiedere?

La richiesta di un prestito NoiPA può essere fatta dai dipendenti ministeriali (non a caso questi finanziamenti si chiamano anche prestiti ministeriali).

  • prestiti per dipendenti di forze armate (militari, tranne i Carabinieri);
  • prestiti per insegnanti, supplenti e altri dipendenti scuola;
  • ministeri;
  • sanità
  • comuni, province e regioni;
  • agenzie fiscali
  • dipendenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri
  • magistratura
  • dipendenti dei Dipartimenti di Pubblica Sicurezza dello Stato.

Non ci sono altri particolari requisiti di domanda, anche se conviene sempre chiedere alla banca o alla società finanziaria dove si fa domanda di finanziamento.

Stato della domanda di prestito

Gli stati della richiesta di prestito NoiPA sono:

  • In lavorazione: se la richiesta è stata inviata e registrata, ma non trasmessa ancora al sistema INPS;
  • Richiesta errata: se la richiesta è stata inviata all’INPS, ma non accettata;
  • Rinunciata: se l’utente ritira la domanda di prestito;
  • Rinuncia errata: se è stata inviata una richiesta di rinuncia, ma quest’ultima non è andata a buon fine a causa di un errore;
  • Annullata: se è stato richiesto l’annullamento della domanda da parte del sistema NoiPA;
  • Rigettata: se la richiesta è stata analizzata dall’INPS, ma non autorizzata;
  • Erogata: se la richiesta è stata analizzata da INPS, approvata (o autorizzata) ed erogata.

Prestito NoiPA: rimborso ed estinzione anticipata

Il rimborso del finanziamento NoiPA viene fatto tramite una trattenuta direttamente dal proprio stipendio netto, in maniera tale che la rata fissa venga versata direttamente all’ente erogatore.

Le condizioni di estinzione anticipata dipendono dalla banca o dalla società finanziaria presso cui si richiede il finanziamento, quindi occorre necessariamente rivolgersi al numero verde o al contatto degli istituti di credito per poterne sapere di più.

Prestito NoiPA recensioni ed opinioni. Conviene?

Il nuovo prestito NoiPA è una soluzione alquanto interessante per tutti i lavoratori ministeriali ed i dipendenti pubblici che possono accedervi.

I tassi di interesse e le condizioni economiche in generale sono vantaggiose, il che significa che alla fine il prestito costa meno rispetto ad altre soluzioni non convenzionate e conviene.

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Su Gino Topini

Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Finanziamenti per start up

Ecco una lista di alternative utili per avere Finanziamenti per start up o semplicemente per finanziare un'impresa giovane >>
Gino Topini

Una start-up è un’azienda di nuova costituzione, il cui business model e le idee alla base, sono tali da avere tutte le premesse per espandersi velocemente. Altra caratteristica tipica di una start up è che nasce per risolvere un problema a cui per ora non c’è soluzione o è inadeguata. Quindi lancia un nuovo servizio o un nuovo prodotto non presente sul mercato. Ma come ottenere finanziamenti per start up?

In effetti, questa domanda se la pongono quanti, soprattutto giovani imprenditori o tecnici specializzati, hanno sì delle ottime idee di fondo. Ma mancano di capitali. Quindi, cercano di reperirle tramite grandi società finanziarie o tramite le banche presentando il proprio progetto.

Oppure cercando di rientrare in bandi di concorso che regioni o comuni possono mettere in piedi grazie ai fondi europei, o comunque ai soldi messi a bilancio dai governi per tale scopo.

Sono nate comunque anche nuove modalitàdi accesso al credito. In questo articolo cercheremo di capire come funzionano i finanziamenti start up, quali sono i requisiti, come richiederli, ecc.

Come finanziare una start up?

In effetti, solitamente una start up è costituita da giovani che hanno tante idee ma pochi soldi. Ed in effetti, chissà quanti ottimi progetti sono rimasti chiusi nel cassetto per anni o non sono mai usciti per mancanza di fondi.

I modi per finanziare una start up sono tanti: dal tipico prestito ottenuto da parenti o amici, passando per la tradizionale richiesta ad una banca o ad una società finanziaria, fino alle più moderne possibilità offerte da crowfunding o incubatori di accelerazione per startup.

La necessità di finanziarsi sovviene quando per mettere in campo le idee servono acquisti importanti, come quello di macchinari, materie prime, la scelta di un locale, la retribuzione ai dipendenti, ecc. Quindi, quando l’attività della start up non è affidata esclusivamente all’online e si limita giusto ai fondatori, ma richiede anche dei beni materiali e dei dipendenti.

Vediamo di seguito le principali alternative per chiedere finanziamenti per start up (tralasciando il classico prestito ottenuto da parenti o amici):

Le istituzioni

Un’opzione concreta ormai anche in Italia per ottenere finanziamenti per start up è quella di rivolgersi alle istituzioni. Dato che ormai, grazie soprattutto alla spinta dei fondi europei degli ultimi 20 anni (mentre negli Usa questa modalità esiste da decenni) al fine di incentivare la creazione di startup innovative e dare lavoro così ai giovani, finanziano dei progetti.

Per esempio, l’Agenzia per lo sviluppo propone mutui a tasso zero per il 70% dell’investimento. Che possono aumentare se l’azienda nascente è fondata da Under 35 o da donne. Proprio per ovviare alla disoccupazione atavica sofferta da queste categorie sociali, specie al Sud.

A riprova di ciò anche il fatto che i co-founders di una start-up residenti in alcune zone d’Italia considerate economicamente “depresse” (come Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) ottengono finanziamenti a fondo perduto pari al 20% del mutuo.

Inoltre, queste nuove aziende hanno la possibilità di avere dei servizi di assistenza per la fase di avvio.

Quindi, soprattutto se si è del Sud, giovani e donne ci sono ottime possibilità di ottenere prestiti (anche in parte a fondo perduto) per il proprio progetto.

Banche e società finanziarie

Le banche invece tendono meno a rischiare il proprio capitale per progetti senza certezze di funzionare, salvo il caso di prestiti concessi con la firma di un garante che si accolli eventuali insolvenze del sottoscrivente.

Quindi, occorre quasi sicuramente farsi affiancare da una persona disposta ad accollarsi il rischio con e per noi.

Tra le banche più attive nel concedere finanziamenti per start up troviamo Unicredit e Intesa Sanpaolo.

Business Angels

Una nuova figura è poi quella dei Business Angels, che fornisce non solo finanziamenti, ma anche supporto tecnico per la creazione delle nuove imprese.

Si tratta di professionisti che hanno esperienza nel settore perchè vi hanno già lavorato in passato o sono ancora attivi. Ma intendono anche mettersi in gioco per le persone emergenti e magari ottenere un proprio tornaconto. Il tutto, non solo offrendo capitali ma, come detto, anche il proprio supporto tecnico.

Sicuramente per la startup c’è un duplice vantaggio: si ottiene un finanziamento ma, al contempo, anche supporto tecnico.

Questa figura è diventata talmente solida che si è formata una confederazione di Business Angels in Italia e l’associazione di settore in Europa che si occupano di condividere le informazioni rilevanti per questa categoria di investitori.

La figura del Business Angel non va però confusa con le venture capital che vedremo di seguito.

Venture capital

Le Venture capital sono infatti società considerabili colossi finanziari o comunque importanti società finanziarie, che decidono di rischiare il proprio capitale per vedere realizzato un progetto. Tuttavia, si distinguono dal fatto che i capitali li mettono successivamente, quando la società è già avviata, acquisendo delle quote. Dunque non per vederla nascere. Pertanto hanno già un’idea di come la società sta operando seppur sia ancora agli inizi.

Quindi, rispetto al Business Angel non danno supporto tecnico e sono finanziatori “più freddi”. Che entrano nel progetto semplicemente perché hanno fiutato l’affare e intendono sostenerlo. E generalmente ci riescono, mettendoci lo zampino. Si pensi a casi come Instagram, Twitter, WhatsApp, Facebook, Spotify, AirBnb, Google e in Italia Tiscali.

Occorre poi parlare di Corporate Venture Capital (CVC) per le attività di investimento in capitale di rischio, secondo le stesse logiche del venture capital, da parte di un’azienda. La differenza però è sostanziale:

  • nel caso di una Corporate Venture Capital i capitali utilizzati per le attività d’investimento sono spesso provenienti dal capitale della capogruppo
  • nel caso di una Venture Capital viene attribuito un capitale alla società separata

Incubatori di start up

Un altro modo per farsi finanziare è quello di entrare negli incubatori di startup, solitamente pubblici ma anche privati. Come funzionano? Dopo una selezione iniziale, l’incubatore aiuta la startup a costruire il progetto e dare così vita all’azienda vera e propria, affiancandola nel percorso iniziale.

Siamo quindi dinanzi ad un modo nuovo per ottenere finanziamenti sorto di fatto con il crescere di richieste di nascenti start up. Fenomeno di fatto cresciuto con l’avvento di internet dove l’innovazione è costante e permanente

Crowdfunding

Crowdfunding deriva dall’unione di due termini, che insieme spiegano da soli cos’è questa modalità di finanziamento:

  • crowd: «folla»
  • funding: «finanziamento»

La traduzione potrebbe essere finanziamento collettivo, e si tratta di piattaforme sulle quali persone che vogliono investire capitali su progetti nuovi decidono di iscriversi e dare la loro disponibilità. Ottenendo poi quote societarie delle stesse imprese. È una pratica di microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse.

Ovviamente ci sono dei rischi sia per chi presta denaro che per chi lo riceve, oltre a dei costi per quest’ultimo sul denaro ottenuto. Entrambe le parti devono comunque valutare bene la situazione e rivolgersi sempre a piattaforme accreditate e non in odore di truffa.

Social landing

Il social landing è un’altra forma di finanziamento emersa in anni più recenti. Simile al precedente, si tratta quindi sempre di piattaforme che fungono da ponte tra chi vuole investire capitali in progetti e chi li richiede.

Ad ogni richiedente viene assegnato un rating, cioè un livello di affidabilità, interrogando le centrali rischi private, proprio come fanno banche e finanziarie. Più il livello è scadente e più i tassi di interesse per i prestatori sono alti per compensare il rischio. Il prestito viene erogato dopo un’analisi della documentazione fornita dal richiedente.

Ogni prestatore di denaro si vedrà poi tornare il capitale concesso in rate mensili aumentate di un tasso di interesse specifico e fisso, in base alle proprie scelte. E’ la stessa piattaforma a garantire che il denaro torni ai creditori, attivando diversamente i programmi di recupero credito previsti.

Ottimo anche il servizio offerto da Younited Credit (QUI il Sito Ufficiale).

Finanziamenti per start up: requisiti necessari

Quali sono i requisiti per ottenere finanziamenti per start up? Diciamo che dipende da caso a caso. Soprattutto, in base a chi abbiamo deciso di rivolgerci.

Certo, in linea di massima, che si tratti di uno zio o di una Venture Capital a cui ci siamo rivolti, servirà essere credibili con un progetto valido. Dunque, possiamo dire che il primo documento da esibire, e quindi, il bigliettino da visita, sia quello di un business plan dettagliato.

Gli altri documenti/requisiti invece dipenderanno da altri fattori, quali:

  1. soluzione scelta
  2. tipo di attività da avviare
  3. appartenenza a categorie agevolate (come detto giovani Under 35, donne e/o provenienti dal centro-sud)

Comunque, se ci si vuole affidare a bandi pubblici, negli stessi saranno indicati i documenti da esibire e i requisiti necessari, mentre le banche ve li diranno al momento della richiesta. Se ci si rivolge a privati, di solito occorre mostrare tutto il business model che si vuole creare o che si è già avviato.

Mentre per le piattaforme di crowfounding le regole variano da caso a caso, ma anche qui generalmente dovrete caricare sicuramente un business plan dettagliato e convincente (ma soprattutto realistico, senza dire balle che poi col tempo si rivolteranno contro) e i vostridati personali.

Scopri meglio il servizio offerto da Younited Credit (QUI il Sito Ufficiale).

Finanziamenti di Start up per giovani e donne

Dedichiamo un paragrafo a parte per i giovani e le donne, giacché abbiamo visto che generalmente hanno un occhio di riguardo per quanto concerne i finanziamenti pubblici. Visto che le statistiche riguardo la disoccupazione sono da anni negativi nei loro confronti in modo atavico. Con una media nazionale intorno al 40%, ma che nel profondo sud finisce anche per toccare il 60%.

Certo, molto è cambiato con l’introduzione di molti contratti di lavoro mirati proprio per l’assunzione più facilitata dei giovani (soprattutto Under 30), mentre le donne fanno ancora difficoltà perché devono scegliere tra l’essere mamme o lavoratrici e per alcune pesanti discriminazioni che ancora persistono in certi settori.

A livello nazionale un’importante fetta di finanziamenti per start up innovative, viene messa in campo con la Smart&Start (come referente rimane Invitalia), e la Cassa Depositi e Prestiti. Mentre a livello Regionale tutto dipende dalle delibere delle amministrazioni locali, quindi anche dall’efficienza e dalla bravura di chi risiede nei convessi locali (spesso deficitarie in questo)

Per restare sempre aggiornati, e poter individuare i bandi aperti localmente, si può accedere al nuovo portale lanciato dal Warrant Group denominato Warrant Hub, che aggiorna ogni giorno la situazione in Italia. Il sito è estremamente user-friendly, quindi la ricerca è piuttosto semplice.

Basta selezionare la Regione di interesse e vedere se ci sono dei bandi attivi. Viene specificato il referente e la data di scadenza per fare domanda. Nei regolamenti viene pure specificata la percentuale riservata a giovani e donne.

In alternativa, occorre recarsi sul sito della propria regione di riferimento e cercare la sezione relativa a Bandi, concorsi e avvisi. Ormai gli enti locali hanno anche profili Social dove rendono note le iniziative.

Finanziamenti per start up a fondo perduto: cosa sono

Ci sono poi ulteriori agevolazioni, come detto prima, per quelle regioni denominante “depresse” giacché offrono scarse opportunità lavorative e di avviare un’impresa individuale. Da anni i governi che si susseguono concedono fondi per il loro rilancio, sebbene spesso manchino i dovuti controlli al fine di individuare se effettivamente poi il denaro sia stato utilizzato per lo scopo originario.

Tali regioni concedono di solito dei finanziamenti in parte o totalmente “a fondo perduto”. Ciò significa che chi li riceve non ha poi l’onere di restituirli. Uno strumento spesso criticato proprio per le ragioni di cui sopra.

Giusto sarebbe improntare dei cambiamenti strutturali di certe zone, anziché erogare fondi a pioggia di tanto in tanto.

Detto questo, vediamo quali sono le regioni che solitamente concedono denaro a fondo perduto:

  • Abruzzo
  • Basilicata
  • Calabria
  • Campania
  • Molise
  • Puglia
  • Sardegna
  • Sicilia

Come si può facilmente evincere, si tratta quasi di tutte le regioni del sud e due del centro.

Conclusioni: come finanziare una start up nel 2024

Le start up sono società che nascono per offrire un servizio innovativo in più settori, sebbene dominino la telefonia mobile e la green economy.

Quasi sempre hanno necessità di ottenere finanziamenti per nascere o per ampliarsi e le modalità di ottenere prestiti sono varie. Si va dalla banche alle istituzioni pubbliche, passando per i colossi finanziari fino alle moderne piattaforme online.

Ogni modalità ha propri vantaggi e svantaggi, nonché requisiti particolari. Abbiamo anche visto come per i giovani e per le donne ci sia un occhio di riguardo per mitigare il problema della disoccupazione che colpisce queste categorie sociali.

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Gino Topini

Un finanziamento non pagato nei termini previsti va in prescrizione? Come funziona la prescrizione per i finanziamenti?

Come noto, la prescrizione è regolata dagli articoli 2934 a 2963 del codice civile italiano. Ed è l’estinzione di un diritto conseguente al suo mancato esercizio per un determinato periodo di tempo.

Anche diversi reati, come noto, vanno in prescrizione. E i prestiti? Se il creditore non li riscatta in tempo, pure vanno in prescrizione?

E’ di questo che ci occupiamo in questo articolo.

Come funziona la prescrizione per il finanziamento?

Partiamo dal presupposto che anche i prestiti personali vanno in prescrizione, come ogni tipo di diritto non esercitato entro determinati limiti di tempo. Del resto, si tratta pur sempre di un contratto. Ma occorre precisare che la normativa fissa dei limiti molto circostanziali.

Esistono di fatti 2 tipi di prescrizione:

  1. estinzione in 5 anni del diritto al risarcimento, che riguardano fatti illeciti non derivanti da un atto o un contratto, ma da situazioni più ufficiose diciamo così. L’esempio più classico può essere una disputa tra vicini
  2. quando il prestito personale emerge da un contratto. Si pensi per esempio ad un istituto di credito, allora i tempi si allungano del doppio, diventando 10 anni. Ma ci sono anche altre casistiche, che riducono i tempi, come il mancato pagamento di una bolletta (5 anni a partire dalla data di scadenza), o il debito verso un libero professionista che può richiederla entro 3 anni dalla data della fattura

A prescindere dal tipo di finanziamento e quindi dalla relativa scadenza, una volta sopravvenuta quest’ultima il creditore non può rivendicare più alcun diritto.

Finanziamento: quali sono i tempi per la prescrizione

Vediamo più da vicino quali sono le tempistiche affinché sopraggiunga la prescrizione di un finanziamento:

  • 6 mesi: per i crediti dovuti ad albergatori e similari,
  • 1 anno: per i crediti dovuti alla riscossione dei premi delle assicurazioni,
  • 2 anni: per i crediti dovuti alla circolazione dei veicoli,
  • 3 anni: per i crediti maturati dallo svolgimento di attività professionali,
  • 5 anni: per i crediti derivanti da canoni di locazione, interessi, salari, TFR e pensione.

Quali sono i tempi della prescrizione per finanziamenti ottenuti da INPS o Banche?

Ci sono poi altri casi, per i quali i tempi della prescrizione si dilatano. Come verso le banche o l’Inps. Qui entra in gioco l’articolo 2946 del Codice Civile, che dichiara apertamente che si tratta di 10 anni.

Ovviamente, ciò non significa che banche o Inps che abbiano erogato un finanziamento attendino 10 anni per esigerlo. Durante questo lasso di tempo faranno in modo di rientrarci. Anzi, si può dire che questi istituti sono molto più celeri ed efficienti quando devono riscattare capitali anziché quando devono erogarli.

Oltretutto, solitamente 10 anni sono tantissimi e difficilmente si riesce a farla franca, perché le azioni sono precise e mirate. Quindi, meglio non confidare troppo nel decennio, salvo casi di inefficienze interne degli uffici (talvolta la cattiva comunicazione tra i reparti può portare a ciò) che può far trascorrere questo tempo.

Alcune persone si sono visti arrivare cartelle esattoriali dall’Inps a pochi mesi dai fatidici 10 anni, con tanto di more. Dunque, l’attesa, oltre ad essere stata vana, è stata pure controproducente.

Quando parte il conteggio della prescrizione di un finanziamento?

Questo è un altro dato interessante, poiché ci si può confondere tra la sottoscrizione del contratto, la data della prima rata o perfino quella che sarebbe l’ultima.

Generalmente, la prescrizione inizia a decorrere a partire dalla scadenza di ogni singola rata. Ciò significa che bisogna a conteggiare i fatidici 10 anni quando scade ogni rata. Quindi, per la prima rata si calcolano i successivi 10 anni a partire dalla data di scadenza. Per la seconda rata si calcolano i successivi 10 anni a partire dalla data di scadenza e così via via per la terza, la quarta, ecc.

Quindi, supponendo una cadenza mensile, se la prima rata scade il primo marzo 2022, la prescrizione scatta il primo marzo 2032. La seconda rata è il primo aprile 2022, la prescrizione scatta il primo aprile 2032.

A sancire questo principio, come sovente accade per le diatribe, è stata una sentenza della Cassazione del 2001.

In realtà, c’è anche un altro fattore che incide sui termini della prescrizione. Il fatto che, durante il periodo di tempo utile affinché scatti la prescrizione, il creditore invii una lettera di diffida o messa in mora. Quindi, di fatto, un sollecito.

Altro fatto che può far interrompere i tempi della prescrizione è quando una finanziaria instaura un giudizio nei confronti del debitore, con un ricorso per decreto ingiuntivo o con un pignoramento. Pertanto, i termini per la prescrizione si fermano per tutta la durata del procedimento giudiziario.

Quindi, tutto questo ci fa capire quanto sia difficile confidare nella prescrizione.

Atto interruttivo della prescrizione cos’è

Siamo di fronte al caso poc’anzi menzionato. E’ quando la prescrizione si interrompe con il richiamo della società finanziaria al soggetto finanziato tramite una lettera di diffida o messa in mora. Quindi, è come se la richiesta di pagamento si rinnovasse e partisse da capo.

Inoltre, abbiamo detto che un altro fattore che fa interrompere il decorso dei termini utili per la prescrizione è un giudizio nei confronti del debitore con un ricorso per decreto ingiuntivo o con un pignoramento. Dunque, la prescrizione si interrompe per tutta la durata del procedimento giudiziario.

Quando sovviene un “atto interruttivo della prescrizione” si ha sia una interruzione del conteggio della decorrenza dei termini, sia una ripartenza dello stesso da zero prendendo come prima data la giornata seguente alla ricezione della lettera da parte del debitore.

Cosa succede se non restituisco un finanziamento prima della prescrizione

Specificato come funziona la prescrizione di un finanziamento e quando scatta, cerchiamo di capire cosa accade se non restituiamo un finanziamento prima che scatti la prescrizione.

Innanzitutto, nell’arco di tempo che passa tra la scadenza della rata e la prescrizione, il debitore sarà oggetto di numerosi solleciti, con aggravio di penali. La cui entità dovrebbe essere riportata in modo chiaro nel contratto che abbiamo sottoscritto all’atto della stipula del prestito.

Qualora il debitore faccia orecchie da mercante, allora scatterà certamente l’intervento di una società di recupero crediti. Infine si verrà segnalati al Crif, società specializzata in Sistemi di Informazione Creditizia. Il che ci renderà molto complicato ottenere altri prestiti in futuro e si rischia il prestito rifiutato, poiché è la banca dati presso cui attingono le società finanziarie per capire qual è il nostro passato.

Finire nel “libro nero” dei cattivi pagatori, oltre alle difficoltà di ottenere nuovi prestiti, porta altre spiacevoli conseguenze. Come il pignoramento dei beni a compensazione del debito. Inoltre, la mancata possibilità di chiedere altri prestiti può andare dai 6 mesi ai 10 anni, in base alla gravità della situazione.

Conclusioni

Va da sé che, a parte chiari casi di lassismo e di menefreghismo, per cui si richiedono prestiti già con l’intento poi di cercare di farla franca, non sempre un debitore insolvente è tale perché lo vuole o lo ha premeditato.

Pensiamo ad un piccolo imprenditore che si ritrova in grosse difficoltà perché il suo settore è in crisi, perché lo stato non onora i suoi impegni per un lavoro pubblico o perché si è trovato con gravi imprevisti, ecc.

Quindi, prima di richiedere un prestito, è sempre meglio valutare tutte le situazioni, magari facendosi anche aiutare da un consulente finanziario perché di proposte ce ne sono tantissime ed è difficile orientarsi.

Ricapitoliamo i tempi utili affinché sopraggiunga la prescrizione di un debito:

  • 10 anni: mutui, prestiti, finanziamenti
  • 5 anni: mancato pagamento di una rata, pensioni pubbliche o private, canoni di locazione
  • 3 anni: pagamenti a liberi professionisti o aziende che prestano servizi (studi associati di avvocati o commercialisti, infermieri a domicilio)
  • 2 anni: tasse e spese per la circolazione

Abbiamo comunque visto che il tempo utile affinché scatti la prescrizione di un debito può essere azzerata e ripartire d’accapo quando il creditore invia una lettera di sollecito o fa partire una causa.

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Tassi di Usura Bancari

Gino Topini

Di seguito i tassi di usura validi dal 1° luglio 2018 al 30 settembre 2018. Questi tassi sono calcolati dal Ministero per l’Economia e le Finanze nel rispetto della legge sull’usura n.108 del 1996.

Tutti i tassi di interesse indicati sono quelli massimi che un istituto di credito può applicare a seconda della tipologia di prestazione.

Oltre questi tassi si parla di usura.

Prestiti personali e cessione del quinto

Tasso Medio % Soglia Usuraria %
Cessione del quinto stipendio e della pensione (fino a 15.000€) 11,00% 17,7500%
Cessione del quinto stipendio e della pensione (+ 15.000€) 7,02% 12,7750%
Prestiti personali 9,22% 15,5250%
Prestiti Finalizzati 9,03% 15,2875%
Altri prestiti a famiglie ed imprese 10,54% 17,1750%

Altri crediti e prestiti

Tasso Medio % Soglia Usuraria %
Apertura di credito in conto corrente (fino a 5.000 €) 10,27% 16,8375%
Apertura di credito in conto corrente (+ 5.000 €) 7,58% 13,4750%
Scoperti senza fido (fino a 1.500 €) 14,97% 22,7125%
Scoperti senza fido (+ 1.500 €) 14,55% 22,1875%
Factoring (fino a 50.000 €) 3,34% 8,1750%
Factoring (+50.000 €) 2,19% 6,7375%
Credito Revolving 15,80% 23,7500%
Finanziamenti con uso di carte di credito 11,45% 18.3125%
Finanziamenti per anticipi su crediti e documenti e sconto di portafoglio commerciale, finanziamenti all’importazione e anticipo fornitori (fino a 50.000 €) 6,72% 12,4000%
Finanziamenti per anticipi su crediti e documenti e sconto di portafoglio commerciale, finanziamenti all’importazione e anticipo fornitori (tra 50.000 € a 200.000 €) 4,84% 10,0500%
Finanziamenti per anticipi su crediti e documenti e sconto di portafoglio commerciale, finanziamenti all’importazione e anticipo fornitori (+50.000 €) 2,88% 7,6000%

Leasing

Tasso Medio % Soglia Usuraria %
Leasing aereonavale e su autoveicoli (fino a 25.000 €) 7,59% 13,4875%
Leasing aereonavale e su autoveicoli (+ 25.000 €) 6,41% 12,0125%
Leasing Immobiliare (Tasso Fisso) 3,11% 7,8875%
Leasing Immobiliare (Tasso Variabile) 3,01% 7,7625%
Leasing strumentale (fino a 25.000 €) 8,10% 14,1250%
Leasing strumentale (+ 25.000 €) 4,90% 10,1250%

Mutui

Tasso Medio % Soglia Usuraria %
Mutui con garanzia ipotecaria (tasso fisso) 1,99% 6,4875%
Mutui con garanzia ipotecaria (tasso variabile) 2,27% 6,8375%
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Che cosa valutano le banche per concedere un prestito?

Scopri tutte i requisiti da avere per ottenere facilmente un prestito. Di seguito l'elenco di cosa controlla la banca per concedere un prestito.
Gino Topini

Ad un certo punto della vita, per svariati motivi, può capitare di doversi rivolgere ad una banca – magari dove abbiamo già un conto corrente attivo e/o dei titoli depositati – per chiedere un prestito. Ma si vuole andare preparati all’appuntamento con il consulente. Dunque, ci si chiede prima: che cosa valutano le banche per concedere un prestito?

Del resto, grazie al web, è possibile conoscere queste informazioni preventivamente. Anche per capire se sarà una cosa semplice oppure la strada è più complicata del previsto.

Va da sé che ogni situazione fa caso a sé. Quindi per alcuni chiedere un prestito ad una banca può rivelarsi più semplice che per altri. Ma, in generale, bisogna tener presente che il quadro finanziario complessivo si è fatto più complicato in generale. E le stesse banche erogano meno facilmente prestiti a chi ne fa richiesta.

Fatta questa premessa, torniamo alla domanda di partenza e vediamo che cosa valutano le banche per concedere un prestito?

🔖 Storia finanziaria 👨‍🦰 Età 💵 Reddito 🏡 Garanzie
elenco CRIF oltre 18 anni rata sostenibile dal reddito valore immobili per eventuale ipoteca
elenco protesti fino a 75 anni rata mensile non superiore al 30-35% del reddito netto mensile fideiussione
presenza di altri prestiti o mutui rari casi fino a 80 anni
fallimento
situazione di potenziale fallimento

Che cosa valutano le banche per concedere un prestito? Le tappe

Vediamo prima in sintesi quali sono le fasi che seguono quando una persona chiede un prestito ad una banca:

  1. il cliente si reca presso la banca dove ha già un conto corrente o dei titoli depositati, oppure la sceglie in base alla sua solidità almeno presunta
  2. il consulente, ascoltate le richieste del cliente e se ci sono le premesse, dice a quest’ultimo quali documenti occorrono al fine di richiedere il prestito presso l’istituto di credito
  3. il cliente torna presso la banca per presentare la documentazione richiesta, che sarà valutata da chi di dovere
  4. la banca contatta il cliente per comunicargli l’approvazione o il diniego del prestito, e, nel primo caso, avvia la procedura di Istruttoria
  5. sarà poi stipulata la dichiarazione notarile, con tutto messo nero su bianco: dall’importo ai tassi d’interesse fino ai tempi per il rientro
  6. erogazione effettiva del prestito

Cosa valutano le banche per concedere un prestito

Vediamo nella pratica cosa le banche controllano per concedere un prestito a chi ne fa richiesta.

Le politiche di rischio

La banca, come giusto e naturale che sia, prima di concedere un prestito deve essere a conoscenza del rischio a cui va incontro. In che modo? Attraverso i dati statistici del richiedente (credit scoring), con cui ogni società finanziaria riesce a tenere le insolvenze sotto controllo.

Situazione redditizia del richiedente

La banca deve conoscere la capacità del richiedente di rimborsare il prestito ottenuto. Per farlo, utilizza sia il livello di reddito sia il rapporto tra questo e la presunta rata di rimborso.

Affidabilità creditizia del cliente

La banca alla quale è stato richiesto il prestito esegue un’analisi accurata allargando la propria ricerca anche alle banche dati delle centrali di rischio.

Chiedere un prestito alle banche: cos’è il credit scoring

Prima abbiamo accennato al credit scoring. Ma cos’è esattamente? Si tratta del punteggio di affidabilità mediante il quale si dà un giudizio sull’affidabilità creditizia del cliente.

Questo punteggio è basato su parametri oggettivi e soggettivi.

I dati oggettivi si ricavano mediante 3 fonti:

  1. Dati anagrafici del cliente
  2. Banche dati pubbliche, o Centrali Rischi (Banca d’Italia e della Società Interbancaria per l’Automazione)
  3. Banche dati private, o Sistemi di Informazione Creditizia (come può essere l’elenco cattivi pagatori CRIF)

I dati soggettivi, invece, sono estrapolati dalla credit policy della finanziaria e dal rapporto rata-reddito.

Cosa valuta una banca per concedere un prestito?

Ci sono dei parametri imprescindibili utilizzati dalle banche prima di concedere un prestito ad un richiedente:

  1. storia finanziaria del cliente
  2. età del richiedente
  3. compatibilità tra l’importo richiesto e il reddito del cliente richiedente
  4. compatibilità tra l’importo richiesto e il valore dell’immobile che potrebbe essere ipotecato

Come fatto in precedenza, analizziamo i vari punti in maniera più approfondita.

Cosa si intende per storia finanziaria del cliente?

Molti possono essere spaventati da questo parametro di valutazione. In realtà, serve per l’erogatore del prestito per valutare più precisamente la condizione finanziaria del richiedente, basandosi sui suoi precedenti bancari.

Quindi, valuterà il grado di affidabilità del cliente nei pagamenti, affidandosi agli archivi delle banche dati.

Ma cosa di preciso la banca andrà a valutare?

  1. Il Controllo protesti, per valutare se il richiedente abbia pagato puntualmente impegni come assegni o cambiali
  2. La verifica presso la Camera di Commercio di eventuali partecipazioni in società ad alto rischio di fallimento. O che egli stesso abbia una società che rischi il fallimento
  3. Un esame dello storico dei prestiti per comprendere se il richiedente sia stato puntuale nel restituire prestiti precedentemente ottenuti

Come si può notare facilmente, si tratta di tutti elementi che servono alla banca per valutare se il richiedente è davvero affidabile, sulla base della sua storia passata ma anche sulla situazione attuale.

C’è un limite di età per ottenere un prestito?

Purtroppo, per quanto ci si possa sentire giovani e per quanto le aspettative di vita si siano allungate, è improbabile che una banca conceda un prestito a chi abbia più di 75 anni di età.

Possiamo però aggiungere che l’età massima per richiedere un prestito può anche variare sulla base di altri elementi, come la durata del prestito, le politiche creditizie interne alla banca, se ha attive eventuali polizze assicurative e ci sono dei garanti.

Se la somma richiesta è bassa, la durata è breve, se ci sono garanti, se ci sono polizze, e se la banca non è troppo restrittiva, non è escluso che anche una persona che abbia superato anche gli 80 anni possa ottenere un prestito.

Cos’è la compatibilità tra l’importo richiesto e il reddito del cliente richiedente

Questo parametro rileva la compatibilità tra l’importo del prestito richiesto e il reddito del cliente, ovvero il rapporto di equilibrio che deve sussistere tra la somma della rata che andrà a pagare e la sua forza economica reale.

Dunque, va a misurare l’incidenza della rata del prestito sul reddito netto mensile del richiedente, che non deve superare la soglia del 30-35%. Quindi, se il reddito del richiedente è di 1200 euro, la soglia massima delle rate mensili deve essere inferiore ai 400 euro.

Cos’è la compatibilità tra l’importo richiesto e il valore dell’immobile che potrebbe andare ipotecato

Veniamo all’ultimo punto: in questo caso, un perito di fiducia della banca dovrà valutare l’immobile posseduto dal richiedente per capire se è una sufficiente garanzia per la banca erogatrice del prestito.

Leggi anche l’articolo sulla fideiussione.

Quali sono i requisiti che valuta una banca prima di concedere un prestito

Chiudiamo questo articolo su che cosa valutano le banche prima di concedere un prestito con un riepilogo dei requisiti fino ad ora enunciati.

  1. Il requisito dell’età: in genere, un prestito viene concesso a persone tra i 18 e i 75 anni. Se ci sono solide garanzie, la banca potrebbe concederlo anche agli Over 80
  2. Il requisito del reddito: la rata del prestito non deve superare il 30-35% del reddito del richiedente
  3. Il requisito dell’affidabilità: il cliente deve dimostrare che in passato abbia onorato eventuali prestiti già ottenuti e non sia in una situazione di potenziale fallimento
  4. Il requisito dell’immobile da ipotecare: la banca potrebbe chiedere una valutazione dell’immobile del richiedente (o del suo garante) che potrebbe servire per accendere un’ipoteca
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Come capire se una banca è sicura?

Scopri se hai scelto o stai scegliendo la giusta banca per te; vedi come capire se se una banca è sicura ed affidabile, senza avere cattive sorprese in futuro.
Gino Topini

Come capire se una banca è sicura e affidabile? Una domanda non di certo banale, visto che oggi come oggi scegliere la banca sulla quale aprire un conto corrente o depositare titoli è diventata un’operazione molto delicata. In quanto anche questo settore è stato da tempo liberalizzato e dunque la concorrenza pure qui è diventata molto elevata.

Oltre poi al fatto che la cronaca ci restituisce spesso e volentieri casi di frodi bancarie. E non solo di piccole banche popolari territoriali, ma purtroppo anche da parte di colossi bancari che si credeva seri e impeccabili.

In questo articolo ci occuperemo di illustrare i parametri per stabilire come capire se una banca è sicura, se rientra tra le migliori banche sul mercato e se è affidabile come ad esempio Hype (clicca per sito ufficiale).

Quali sono i parametri per capire se una Banca è sicura

Partiamo da quelli che sono parametri squisitamente tecnici. Cercando sempre di spiegarli in modo semplificato.

Cet1

Acronimo di Common Equity Tier1 ratio, questo parametro misura la capacità di una banca di fronteggiare un’eventuale crisi finanziaria partendo dal capitale che ha a disposizione.

Va da sé, del resto, che avere più capitale a disposizione pone nelle condizioni di fronteggiare un momento difficile. Senza dover ricorrere al fatto di scaricare il peso della situazione difficile su investitori o, peggio ancora, sui correntisti.

La Banca Centrale Europea – che dirama le direttive alle quali tutte le banche nazionali dei paesi membri dell’Unione europea devono attenersi – ha stabilito un valore minimo accettabile del Cet1 del 7%. Sotto il quale una banca viene considerata pericolosa per i clienti.

Di contro, più è alto il Cet1, più l’istituto di credito viene considerato solido ed affidabile.

Solvency ratio

Siamo al secondo parametro, che misura invece la patrimonializzazione. Il Solvency ratio misura di fatti il coefficiente di solvibilità di un istituto di credito. Ed in questo caso, il valore minimo accettabile deve essere “a due cifre”.

Se il valore scende sotto questa soglia, la banca viene considerata rischiosa per i suoi clienti. Investitori e correntisti che siano.

Total Capital Ratio (TCR)

Il TCR si calcola dividendo il patrimonio di vigilanza per i crediti concessi ai clienti, ponderati per il rischio. Il Total Capital Ratio minimo sindacale è è stabilito al 10,5% e valuta quanto la banca è sicura nel restituire il denaro ai propri clienti. Pertanto, sotto quella soglia vuol dire che la Banca non è in grado di farlo.

Negli ultimi anni il TCR ha assunto un ruolo cruciale, poiché siamo in un’epoca di grandi volumi di cosiddetti crediti deteriorati. Cioè non più esigibili.

Come capire se una banca è sicura dalla liquidità

La liquidità di una banca, inutile dirlo, è fondamentale. E anche qui ci sono dei parametri per quantificarla, stabiliti dal Comitato di Basilea III. Misura il rischio che una banca si ritrovi senza la liquidità necessaria a garantire la stabilità dei bilanci.

Ecco i due parametri che misurano la liquidità di una banca:

  1. Liquidity Coverage Ratio (LCR): Introdotto nel 2015 monitora in un lasso di tempo di 30 giorni, il livello e la resilienza della liquidità dell’istituto di credito in esame in momenti di stress finanziario
  2. Net Stable Funding Ratio (NSFR): entrato in vigore nel 2018, misura la liquidità in un lasso di tempo medio: 12 mesi. Misura la capacità di un istituto di credito in questione di avere delle scorte adeguate di liquidità per affrontare momenti di stress finanziario

La Valutazione del rischio (RWA)

Il Risk-Weighted Assets (RWA) pondera i fattori di rischio tipici di un’attività finanziaria. Si rifà sempre ai dettami del Comitato di Basilea, ma questa volta per soddisfare i requisiti di adeguatezza patrimoniale a copertura del rischio. Quindi, quella parte di capitale accantonata per coprire eventuali rischi di attività finanziarie.

L’RWA ci dice quanto la banca posta sotto esame è capace di accantonare fondi per le situazioni emergenziali.

Cosa valutare per capire se una banca è sicura?

Ci sono poi altri aspetti per capire se è una banca è davvero sicura. Per esempio, i Credit Default Swap, polizze assicurative contro il rischio di default della società che emette il titolo. Ma anche contro il rischio di vedersi ripagare solo una parte degli interessi promessi o del capitale investito.

Per esempio, è possibile valutare il valore del CDS per un’obbligazione emessa dalla banca che vogliamo sottoporre a stress test. In pratica, maggiore è il prezzo del Credit Default Swap, altrettanto alto è il rischio di quel titolo. E, quindi, di conseguenza, altrettanto rischiosa è la Banca che lo emette.

Del resto, è un po’ il discorso che si fa per i titoli di stato. Quelli che rendono di più sono i titoli dei paesi cosiddetti emergenti. Con economie più volatili e quindi anche più pericolose. Va da sé che l’alto rischio viene ripagato poi con interessi più alti.

Anche i dati della borsa di Milano ci vengono incontro per stabilire se una Banca è rischiosa o meno. In sostanza, passeremo al setaccio i titoli e le obbligazioni emessi dall’istituto di credito che intendiamo analizzare. Titoli che sono valutati da analisti del settore ma anche da quanti hanno investito su di essi.

Va da sé che se una Banca è finanziariamente in affanno, di conseguenza anche i titoli ne risentiranno. Con tanto di rischio insolvenza per chi li ha acquistati.

Infine, un qualcosa di meno tecnico ma sicuramente utile è quello di cercare news sulla banca in questione e capire come ne parlano i clienti (feedback). Così da avere un ulteriore elemento di valutazione.

Conclusioni

Dunque, nel corso di questa guida completa su come capire se una banca è sicura, abbiamo cercato di fornire gli strumenti migliori per farlo. Certo, si tratta soprattutto di strumenti tecnici, ma trattandosi di finanza, non possiamo fare altrimenti.

Oltre ai dati tecnici ed empirici, anche quelli qualitativi, come la valutazione dei clienti e notizie di cronaca relative alla banca, hanno la loro importanza.

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Smartphone a Rate

Hai bisogno di acquistare uno smartphone di fascia alta e, per farlo, stai pensando ad un finanziamento? Ma ti conviene veramente? Oppure ci sono altre soluzioni? Dove comprare e consigli su come fare.
Gino Topini

Vorresti acquistare uno degli ultimi modelli di smartphone usciti, per seguire un po’ la moda oppure perché ne hai assolutamente bisogno per lavoro? Sei alla ricerca dell’ultimo iPhone, o del nuovissimo Samsung, o di un qualunque altro telefono di fascia alta, che solitamente hanno un costo anche vicino alle 1.000 € ? Una delle opportunità che potresti considerare è quella di comprare uno smartphone a rate.

Migliori prestiti e finanziamenti per comprare uno smartphone a rate

Di seguito trovi alcuni dei migliori prestiti che abbiamo trovato in internet per comprare uno smartphone a rate.

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Comprare uno smartphone a rate conviene

Se cerchi un prestito per iPhone, oppure scegliere l’ultimo modello di Samsung, oppure ancora acquistare il nuovissimo iPad Pro (che può essere usato anche a lavoro, quasi come sostituto di un computer), la spesa che devi mettere in conto è particolarmente alta.

Ecco perché fare una rateizzazione sul costo dello smartphone o del tablet, comprarlo a rate, potrebbe essere una buona scelta, ma solo se ne hai bisogno oggi, realmente.

Questo finanziamento rientra all’interno dei prestiti per elettronica.

Perché non conviene comprare uno smartphone a rate?

La risposta è chiara: perché ti ritroveresti, alla fine, a pagare un costo più alto rispetto a quello che pagheresti comprando il telefono in contanti. Devi considerare, infatti, il costo per interessi, che ha ovviamente una sua influenza, a volte non da poco.

Ora, non tutti sono disposti a fare un prestito per un telefono, proprio per questo motivo, e anche noi non te lo consigliamo in nessun caso, tranne se ne hai proprio bisogno urgente e non sai come fare.

Quando fare un prestito per il telefono?

Secondo noi fare un finanziamento smartphone conviene solo nel caso in cui non puoi aspettare di mettere da parte la somma necessaria, oppure se non puoi proprio scegliere un modello più economico.

Prendiamo il caso che utilizzi lo smartphone per lavoro, se fino ad ora hai sempre avuto un iPhone, sul quale magari hai salvato le email, hai i contatti di business, l’agenda degli impegni e così via, potrebbe essere difficile pensare di passare ad un telefono di altra marca, dunque l’idea del prestito per telefono ci sta tutta.

Lo stesso si può dire se sei uno sviluppatore di app e hai bisogno di un telefono nuovo per poter testare le tue creazioni.

Se, invece, hai intenzione di usare il telefono solo per questioni personali, per andare su Facebook o per chattare con i tuoi amici su Whatsapp, allora, onestamente parlando, non ti consigliamo di ricorrere ad un prestito. Meglio optare per due scelte:

  • risparmiare denaro e comprare il telefono a rate;
  • scegliere uno smartphone di fascia bassa, dell’ordine di poche centinaia di euro (con il sistema operativo Google Android o con il Windows Phone si trovano ottimi smartphone a meno di 200 €).

Dove acquistare un telefono a rate?

Se hai deciso che non puoi proprio fare a meno di uno smartphone di fascia alta e cerchi un finanziamento, hai due opzioni:

  • la prima è rivolgerti direttamente ad una società finanziaria per chiedere il denaro necessario. In questo caso stai facendo un prestito non finalizzato che ti viene concesso sotto forma di prestito personale o di cessione del quinto;
  • rivolgerti direttamente al venditore, come Euronics o Trony, oppure se fai l’acquisto su internet scegliere come modalità di pagamento quella del finanziamento (la Apple, per i suoi iPhone e iPad lo fa fare, ad esempio).
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Su Gino Topini

Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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b-ilty

Gino Topini

Come noto, oggi i servizi finanziari sono diventati digitali e non è facile districarsi tra le tante offerte disponibili. Tra queste, troviamo anche quella di b-ilty, un Business Store Digitale pensato per offrire soluzioni ideali destinante alle piccole e medie imprese (PMI).

b-ilty opera rispettando in pieno quelli che oggi sono parametri indispensabili per le imprese, creditizie e non, dell’ESG: environment, social, governance. Ossia sostenibilità ambientale, rispetto delle politiche sociali e alti livelli di governance.

Alle spalle del servizio troviamo il gruppo bancario Illimity (Sito Ufficiale Qui), fondato e guidato da Corrado Passera. Il quale ha ricoperto diversi incarichi manageriali anche pubblici, nonché il ruolo di Ministro dello sviluppo.

Bene, fatte le prime dovute presentazioni, proseguiamo con questa guida completa su b-ilty. Allo scopo di scoprirne di più e capire se davvero conviene affidarsi ai suoi servizi.

b-ilty cos’è? Recensione ed opinioni 2024

Cos’è b-ilty? Come anticipato nell’incipit, si tratta di un servizio lanciato dal gruppo bancario Illimityfebbraio 2022, allo scopo di affiancare le piccole e medie imprese italiane nella loro attività (quelle che costituiscono la “spina dorsale” del Paese). Aiutandole a crescere ed affrontare sempre nuove sfide.

Tre le colonne sulle quali poggia b-ilty:

  1. Innovazione: b-ilty punta a ridisegnare il modo di fare banca dalle fondamenta, mediante le più avanzate tecnologie. Le quali però da sole non bastano. Di fatto sono abbinate con le migliori competenze ed esperienze.
  2. Libertà: libertà di andare oltre i preconcetti e i conformismi del sistema economico tradizionale. In piena autonomia da eventuali condizionamenti esterni.
  3. Responsabilità: quella sentita nei confronti di tutti gli attori che prendono parte alle attività: azionisti, clienti, partner. Ma anche la società in generale e l’ambiente. Lo sforzo è quello di abbinare la capacità di produrre utili alla necessità di fare qualcosa per la società. Contribuendo al suo benessere e alla sua fiducia.

Tante le partnership messe in campo da b-ilty:

  • Con Eni: progetto Open-es per la sostenibilità delle imprese, dando vita a nuovi corsi per gli imprenditori sulle tematiche bancarie
  • Con Amazon: il progetto “Accelera con Amazon” è stato messo a punto da b-ilty e il colosso dell’e-commerce per la formazione digitale delle imprese. Al fine di rendere gli imprenditori consapevoli di tutti gli strumenti finanziari allo scopo di realizzare una crescita sostenibile della propria azienda
  • Con Italiana Assicurazioni: per proteggersi da ogni imprevisto attraverso coperture dedicate
  • Con Zucchetti per la digitalizzazione delle imprese
  • Con il colosso informatico americano Microsoft al fine di trovare le migliori opportunità per incrementare la propria produttività aziendale (in dirittura d’arrivo)

Approfondiremo meglio questi servizi in un paragrafo apposito.

Credito b-ilty: come funziona?

Per le PIM, b-ilty ha pensato ad un finanziamento garantito per supportarle nella loro crescita. Destinato a imprese italiane, società di capitali, attive, con almeno 2 bilanci approvati e depositati in Camera di Commercio.

L’ importo massimo finanziabile è di 2 mln di euro, mentre quello minimo di 50.000 euro. La durata massima del finanziamento è di 84 mesi, mentre quella minima è di 18 mesi.

Sul portale è anche possibile fare delle simulazioni, inserendo il motivo per cui si chiede il prestito, il capitale richiesto e la durata. In questo modo, si saprà in anticipo quali saranno le rate e il relativo tasso. Così come è possibile fissare un appuntamento con le varie figure messe a disposizione dal servizio.

Conto corrente b-ilty: caratteristiche

b-ilty offre anche un servizio di conto corrente 100% digitalee con operatività illimitata.

Il Conto business illimitato offre:

  • Bonifici SEPA in Italia e in Europa (paesi SEE) singoli e multipli gratuiti
  • Bonifici istantanei gratuiti
  • Addebiti diretti – SDD gratuiti
  • Spese di registrazione delle operazioni gratuite
  • Canone Internet Banking gratuito
  • Numero di profili Internet Banking gratuiti e illimitati
  • illimity connect Incluso gratuito
  • Carta di debito: 1 gratuita, le successive 3€ al mese
  • Carta di credito: 2 gratuite le successive 52€ all’anno

Non mancano poi promozioni a scadenza. Al momento della scrittura, per esempio, viene offerto un “Canone gratuito per 3 mesi per le richieste fino al 30/06/2022, poi 40€ al mese”.

Sul portale è anche possibile comparare l’attuale conto corrente attivo con quello offerto da b-ilty, così da capire se effettivamente conviene il passaggio.

Oltre ai vantaggi prima elencati, con il servizio Gestione profili di Conto b-ilty potrai assegnare a quanti accedono alla piattaforma 2 ruoli separati:

  • Master
  • Delegato

Ciascuna figura avrà ruoli distinti. Il Master costituisce il Legale Rappresentante dell’azienda. E ha il potere di aggiungere nuovi utenti, sia Master che Delegati, nonché gestire le loro abilitazioni.

Il delegato può invece essere di 3 tipi:

  1. dispositivo: autorizzato a disporre ed effettuare pagamenti e operazioni, oltre a visualizzare saldo, movimenti e documenti
  2. informativo: può visualizzare i saldi, movimenti e condizioni dei conti correnti su cui è abilitato. Inoltre, ha accesso ai documenti e ai contratti sottoscritti
  3. compilativo: ha facoltà di inserire i dati per alcune disposizioni di pagamento e incasso, autorizzate però poi successivamente dalla prima tipologia di delegato

Molto interessante anche il servizio Cruscotto autorizzazioni, il quale consente agli utenti che ne hanno facoltà di autorizzare o rifiutare le dispositive aziendali. Così come di concedere loro la possibilità di gestire congiuntamente l’autorizzazione di più utenti, ma anche dia accedere alla cronologia delle disposizione autorizzate o rifiutate in precedenza.

Ed ancora, se la propria azienda ha più di un conto, è possibile conferire deleghe multi-conto e assegnare abilitazioni diverse ai Delegati.

Oltre a ciò, sono disponibili una serie di servizi tipici dell’Home banking, per dire addio a lunghe file agli sportelli e perdite di tempo:

  • Bonifici SEPA in Italia e in Europa (paesi SEE) – singoli, multipli e anche istantanei.
  • Carte di debito e credito per effettuare pagamenti e facilitare le spese aziendali dell’impresa.
  • Pagamenti di bollettini, F24, ecc.
  • illimity connect: per collegare e gestire tutti i conti disponibili, anche quelli di altre banche

Quindi, come si evince da questa descrizione, una PMI può gestire in modo molto articolato e flessibile la propria situazione finanziaria. Il tutto in un’unica piattaforma, senza troppi grattacapi.

b-ilty: servizi offerti quali sono

Come anticipato in precedenza, approfondiamo ora quali sono i servizi offerti da b-ilty. Come vedremo, nati da diverse partnership di prestigio:

Open-es

Alle PMI che decideranno di affidarsi a b-ilty, sarà possibile sfruttare l’iniziativa Open-es. Pensata per le imprese che vogliono agire nel solco della sostenibilità ambientale. Oggi autentico must imprescindibile.

Sarà data la facoltà di ottenere un raiting ESG (ambiente, società, governance) e scoprire il posizionamento rispetto al benchmark di settore.

Il progetto è stato ideato dal colosso energetico ENI.

Assicurazioni

La partnership con Italiana Assicurazioni consente di offrire prodotti assicurativi per proteggere l’attività da tutti i rischi legati all’impresa. In questo modo, si potrà proteggere i propri dipendenti, i propri investimenti e i propri collaboratori da possibili danni verificabili nel corso dell’attività produttiva.

Ma non solo. Anche per tutelarsi dagli attacchi informatici sempre più insidiosi e frequenti in un mondo interconnesso come quello in cui viviamo.

Non mancano poi coperture per Rischi Tecnologici, garanzie sulle merci trasportate o cauzioni. Nonché le tradizionali assicurazioni sui veicoli aziendali. Che si tratti di un singolo mezzo o di una flotta, il tutto con un singolo contratto.

b-ilty offre soluzioni integrate tanto per le assicurazioni sanitarie che quelle relative alle politiche sociali (welfare), che riguardano collaboratori e dipendenti.

Ma b-ilty ha pensato anche al tempo libero, quindi agli hobby, ai viaggi e alla cultura dei dipendenti dei propri affiliati. Con formule molto vantaggiose che permettano loro di fare ciò che più li aggrada, con ripercussioni positive anche sulle prestazioni lavorative.

Software Zucchetti

La FinTech è ormai una realtà consolidata anche nel nostro paese. b-ilty lo sa bene e non a caso si è affidata ad una specialista in software come Zucchetti per realizzare soluzioni con la tecnologia più avanzata.

Offerti ai propri clienti soluzioni cloud per monitorare i parametri patrimoniali ed economico-finanziari. E coordinare in modo integrato ogni aspetto dell’attività: dalla contabilità al magazzino, passando per fatture e ordini. Il tutto, risparmiando tempo, risorse e energie.

Accelera con Amazon

b-ilty è consapevole anche di quanto l’e-commerce sia diventato altrettanto indispensabile oggi come oggi per quanti vendono prodotti e/o servizi. E ha pensato pure in questo caso di affidarsi al Top del settore, ossia Amazon, per garantire una formazione di qualità ai suoi clienti.

Ma oltre ad Amazon, percorsi formativi sono offerti anche da MIP Graduate School of Business – Politecnico di Milano e altri partner selezionati.

La formazione consiste in Webinardal vivo con esperti in ambito digitale e finanziario, che trasmetteranno la propria competenza a quanti desiderano espandere la propria clientela o consolidare quella giù acquisita online.

Chi c’è dietro b-ilty?

Come anticipato in precedenza, il servizio b-ilty è stato lanciato dal gruppo bancario Illimty. Con una Capitalizzazione di mercato pari al momento della scrittura a 939,7 milioni di euro, mentre il titolo in borsa viaggia intorno agli 11,85 euro. Il quale, passata la batosta della Pandemia che ha innescato un crollo dei mercati azionari, non perde il supporto di 10 euro per azione da maggio 2021.

Oltre al servizio b-ilty, ricordiamo che Illimity offre, tra gli altri, 2 servizi molto interessanti per le PMI:

  1. Quimmo: la prima immo-tech del mercato immobiliare fondata per semplificare la compravendita degli immobili. Il servizio segue tutte le fasi: dall’individuazione dell’immobile all’appuntamento con potenziali clienti interessati fino alla eventuale acquisizione
  2. Illimitybank.com: semplifica la gestione delle finanze e la realizzazione di progetti da parte di famiglie ed imprese

Ecco invece alcuni numeri di Illimity:

  • CET1 al 17,7% (questo valore è il più importante indicatore di solidità di una banca)
  • 1,42 mld di euro di crediti netti verso clienti della Divisione Growth Credit a ca.
  • 765 illimiters (il gergo con cui la banca chiama i propri clienti): provenienti da oltre 300 aziende diverse, 20 settori imprenditoriali e 25 Paesi diversi.
  • 2,83 mld di euro crediti netti verso la clientela e investimenti a fine marzo 2022

Illimity ha sede a Milano in Via Soperga 9. Come già detto, è stata fondata da Corrado Passera, il quale ha dato vita anche ad una Fondazione Illimity, per dare un maggiore senso di comunità al suo progetto.

Passera ha una lunga esperienza manageriale: Olivetti, Mondadori, L’Espresso, Banco Ambroveneto, Poste Italiane, Banca Intesa Sanpaolo (fu lui uno degli artefici della nascita del più importante gruppo bancario italiano) e Cai (una cordata che rilevò brevemente Alitalia).

E’ stato anche Ministro dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti, cercando poi successivamente una propria avventura politica.

La nascita di Illimity trova le sue origini ad inizio 2018 quando Corrado Passera crea insieme a Andrea Clamer, una nuova società: “Spaxs“. Quotata nell’indice FTSE AIM Italia di Borsa Italiana. La formula è quella di una SPAC (Special Purpose Acquisition Company) finalizzata sul settore finanziario.

Dopo alcuni mesi, l’idea di creare un servizio bancario e finanziario flessibile e digitale per le PMI. Di qui la nascita di Illimity prima e b-ilty poi.

b-ilty conviene?

Se siamo interessati al servizio di conto corrente, sul sito ufficiale di b-ilty è possibile confrontare il proprio conto corrente attuale con quello offerto da loro.

Basterà andare qui e compilare le diverse voci che si riferiscono ai costi che paghiamo per il nostro C/C. Sono divise in tre categorie:

  1. SPESE FISSE
  2. OPERAZIONI
  3. CARTE

In questo modo, avremo già un’idea di cosa andremo incontro.

Per quanto riguarda i prestiti, invece, le condizioni generali sono le seguenti:

  • Importo massimo finanziabile: 2 mln di euro
  • Importo minimo finanziabile: 50.000 euro
  • Durata massima del finanziamento: 84 mesi
  • Durata minima del finanziamento: 18 mesi

Anche per i prestiti è possibile compilare dei campi per renderci conto della situazione. Il menu a tendina raggiungibile qui ci porrà alcune domande per darci una soluzione più adatta. Vale a dire:

  • Quale obiettivo vorresti realizzare con b-ilty? (quale progetto intendiamo finanziare)
  • Qual è l’importo di cui hai bisogno? (min €50.000, max €2.000.000)
  • Quanto deve durare il finanziamento? (min 18 mesi max 84 mesi, con intervallo di 6 mesi tra le opzioni)

Compilati tutti i campi, pigeremo sul bottone arancione Calcola. E vedremo apparire la Rata minima e la Rata massima con relativo TAEG. Ci vengono però offerte più in basso anche altre soluzioni con condizioni diverse da quelle selezionate.

Infine, è anche possibile richiedere una consulenza per ottenere aiuto o delucidazioni, compilando un apposito form alla fine della schermata.

Ma oltre a home banking e prestiti, b-ilty offre anche interessanti servizi basati su partnership di prestigio. Da Amazon a Zucchetti, passando per Eni fino ad Assicurazioni italiane. E, in futuro, anche con Microsoft. Il tutto, per aiutare le imprese ad essere eco-sostenibili, votate all’e-commerce, pienamente digitalizzate e così via.

Tornando alla domanda di partenza, se b-ilty conviene, ogni situazione fa caso a sé. Tuttavia, la piattaforma ci sembra molto trasparente e chiara nelle informazioni offerte.

b-ilty è una truffa?

Questa, come la precedente, è un’altra domanda ricorrente e comunque legittima, che un utente si pone quando deve scegliere un servizio finanziario.

Ci sentiamo comunque di rispondere tranquillamente di no. Le truffe, per quanti masticano un minimo di FinTech, si riconoscono subito: promesse esorbitanti; team di sviluppatori non rintracciabile; Headquarter falso, non riportato o in un Paradiso fiscale, ecc.

b-ilty è invece un servizio molto trasparente, offerto da un gruppo bancario affidabile: Illimity. Il quale, malgrado la relativamente giovane età, ha già dei fondamentali solidi alle spalle ed è stato fondato da Corrado Passera. Il quale vanta una quarantennale esperienza manageriale di alto livello (ha affrontato la riorganizzazione complicata di Poste Italiane e ha dato vita al colosso bancario Banca Intesa, per esempio) ed è stato anche Ministro durante il vituperato governo Monti.

Già sulla home page di Illimity sono riportati con trasparenza tutti i dati principali (dall’indirizzo della sede fino alle varie licenze o i registri). Ma anche i consulenti ci mettono letteralmente la faccia. Il fatto poi che Illimity sia quotata in Borsa, la rende ulteriormente attenzionata dagli organi preposti al controllo.

Dunque, per chi cerca un conto corrente completamente online o un prestito fino a 2 milioni di euro, b-ilty ci sembra un’alternativa da prendere in considerazione.

Conclusioni: Recensione ed opinioni finali

b-ilty è un servizio nato a febbraio 2022, pensato per semplificare la vita delle PMI, in un momento delicato per l’economia mondiale. Uscita malconcia dalla Pandemia ma anche alle prese con un conflitto ad est dell’Europa. Il quale inevitabilmente porterà con sé ulteriori strascichi economici.

A lanciare b-ilty è stato il gruppo bancario Illimity, fondato nel 2018 da Corrado Passera. Ex Ministro dello sviluppo con una esperienza manageriale quarantennale di alto profilo alle spalle.

b-ilty offre soluzioni di Home banking e prestiti. Ma anche servizi nati da prestigiose partnership per aiutare le imprese a posizionarsi al meglio nel ranking ESG e nell’espansione della propria attività online.

Sul sito ufficiale di b-ilty è possibile simulare sia la richiesta di un prestito, sia confrontare il proprio conto corrente con quello offerto da loro in termini di costi. Il tutto dunque in modo trasparente, come trasparenti sono i dati riportati sulla società.

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Apertura di Credito in Conto Corrente

Gino Topini

L’apertura di credito in conto corrente è un rapporto tra cittadino e banca particolarmente interessante ed usato soprattutto dalle aziende che cercano dei prestiti bancari a breve termine.

In questa guida vediamo cos’è e come funziona, fornendo anche un esempio e le migliori banche dove poterla richiedere.

Apertura di credito in conto corrente: cos’è

Un’apertura di credito in conto corrente, nota anche come “scoperto di conto”, è un contratto con il quale una banca si obbliga a tenere a disposizione del suo cliente una certa somma di denaro alla quale egli può liberamente accedere.

La durata del contratto può essere fissa, o indeterminata. In quest’ultimo caso il contratto scade quando una delle due parti ne fa comunicazione all’altra.

L’apertura di credito è una sorta di fido bancario al quale il cliente o l’azienda può attingere nel momento del bisogno: per far fronte a spese impreviste, o in periodi di temporanea carenza di liquidità come nel caso di ritardo dei pagamenti o accumulo di scadenze.

Come avere un’apertura di credito in conto corrente

Considerando che alla base di questo rapporto commerciale c’è una grande fiducia della banca nei confronti del suo cliente, è necessario che quest’ultimo:

  • essere già titolare di un conto corrente;
  • non sia stato protestato;
  • non abbia tardato il rimborso di altri prestiti personali o prestiti aziendali;
  • non chieda importi eccessivi per la sua capacità di rimborso.

A proposito di capacità di rimborso, la banca chiederà sempre al cliente una prova di reddito, o in alternativa la presentazione di una fideiussione, un pegno o una polizza assicurativa che garantiscono il rimborso della somma nel caso in cui il cliente principale non adempia.

Contratto apertura di credito

Il contratto dell’apertura di credito viene fatto in forma scritta tra banca e cliente e riporta tutte le condizioni del servizio, tra cui:

  • la durata;
  • il tasso di interesse;
  • le commissioni;
  • l’importo massimo che l’impresa può usare

Costo apertura di credito

I costi dell’apertura di credito sono due:

  • gli interessi calcolati sulle somme che il cliente effettivamente usa, e solo per il periodo in cui egli deve ancora rimborsare tale importo;
  • le commissioni che la banca chiede semplicemente per il fatto di aver di fatto “vincolato” una somma di denaro in favore di un cliente. Tali commissioni sono scelte dalla banca, ma non possono superare lo 0,5% dell’importo del fido per ogni trimestre.

Rischi apertura di credito in conto corrente

Il rischio principale è quello di non portare bene il conto dei soldi di cui si ha bisogno, e di finire per sconfinare l’importo del fido.

Si tratta di una situazione particolarmente costosa per il cliente, dato che in questo caso egli dovrà sostenere la cosiddetta CIV (Commissione di Istruttoria Veloce), cioè un costo fisso che bisogna pagare alla banca e che copre le spese che quest’ultima ha avuto per recuperare l’importo usato in eccesso (o di sconfinamento).

Un altro rischio che si ha è quello di non valutare l’apertura di credito in c/c come un vero e proprio prestito, dato che differisce dai classici prestiti personali nelle modalità di erogazione e di rimborso.

In realtà, si tratta di un vero e proprio prestito, con tanto di costo e di commissioni da dover sostenere.

Migliori banche per apertura di credito in conto corrente

Come al solito, prima di chiedere un’apertura di credito in conto corrente, bisogna valutare bene le proposte che sono presenti sul mercato.

Il confronto tra le varie proposte e preventivi dev’essere fatto guardando i TAEG, che è il costo effettivo e complessivo di questo finanziamento.

Intesa San Paolo

Banca Intesa San Paolo propone un’apertura di credito per le aziende, con disponibilità calcolata sull’effettiva capacità di rimborso dell’impresa.

Zero vincoli e 3 tipologie di aperture:

  • continuativa;
  • transitoria;
  • rientro rateale.

UniCredit Banca

L’apertura di credito di UniCredit Banca è rivolta alle aziende e viene concessa ad un tasso variabile regolato sulla base dell’Euribor.

La durata di questo rapporto contrattuale va da 24 a 72 mesi, con annualità intere.

L’importo disponibile viene periodicamente ridotto (ogni mese, ogni tre mesi o ogni sei mesi) secondo il Piano di Riduzione degli importi disponibili che viene sottoscritto tra Banca ed impresa.

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Carta Revolving Deutsche Bank: DB Comfort

Gino Topini

Come tutti i principali istituti bancari che operano sul nostro territorio, anche Deutsche Bank ha una sua carta revolving, la quale è realizzata con una serie di condizioni molto particolari e dedicata interamente a qualsiasi profilo cliente. La carta revolving di Deutsche Bank si chiama DB Comfort, e adesso la andremo a conoscere da vicino.

DB Comfort le caratteristiche principali

DB Comfort si caratterizza innanzitutto per avere un plafond abbastanza elevato e soprattutto offre anche la possibilità di richiedere l’aumento della linea di fido o plafond. Oltre a questo, presenta anche la possibilità di poter rimborsare gli acquisti a saldo, in modo comunque semplice e trasparente.

Infine, una caratteristica ulteriore positiva di DB Comfort è proprio il fatto di essere una Revolving, e che, come rimborso mensile, offre la possibilità di restituire il dovuto in due differenti modalità. Quella a saldo come detto prima, e quella rateale.

Costi, commissioni e plafond della carta revolving di Deutsche Bank

Si tratta di una carta che non ha costi e commissioni di utilizzo o canoni mensili, ma come costi sono previsti solo quelli di sostituzione in caso di furto o smarrimento (in questo caso si paga 22 euro), quelli per le comunicazioni non online (costano 1,20 euro), e il tasso di cambio in caso di pagamento all’estero (1,75 percento).

Sono operazioni completamente gratuite la richiesta di sostituzione per deterioramento o smagnetizzazione, e le comunicazioni che vengono inviate tramite posta elettronica. Il plafond di base è di 2000 euro, ma con il tempo è possibile aumentare l’ammontare del fido. I tassi di interesse per la restituzione dell’importo vedono un TAN dell’11,40 percento.

DB Comfort Pro e Contro

Entriamo adesso in una sfera diversa del nostro viaggio all’interno della carta Revolving DB Comfort, ovvero quello di mettere sul piatto vantaggi e svantaggi. Possiamo senza dubbio affermare che non vi sono svantaggi, in quanto servizi e condizioni sono decisamente favorevoli. Il fatto che la loro popolarità sia abbastanza scarsa è perché le banche tendono a privilegiare altri prodotti rispetto a queste.

Inoltre, difficilmente vengono offerte come soluzione unica senza che siano agganciate ad un conto corrente, dunque, quando la banca propone una revolving al cliente è perché questo è già titolare di un conto verso quella banca. E’ invece importante ricordare che, in merito a questo tipo di carta, l’utilizzo è possibile e anzi, molto utile, anche senza avere un conto corrente già esistente.

Come funziona la carta revolving DB Comfort

In precedenza, abbiamo accennato che per il rimborso revolving si può scegliere tra due diverse modalità, quella a saldo e quella con rateizzazione. Anche nel caso di quest’ultima, ci sono due opzioni di rimborso diverse, e si possono rateizzare solo importi superiori a 50 euro, al di sotto il pagamento sarà automaticamente a saldo.

Quando la cifra è superiore e si decide di non pagare a saldo ma di procedere con la rateizzazione, il rimborso avverrà secondo queste due possibili opzioni:

  • La prima prevede di andare a pagare un importo fisso a scelta del titolare fino al completo rimborso dell’importo dovuto. In questo modo si ha un quadro chiaro e ben definito di quando cominciamo e quando finiamo con il rimborso dell’importo dovuto. In questo caso, il principio di restituzione è quello della cosiddetta logica del credito rotativo.
  • La seconda opzione è quella che prevede di pagare un importo di 50 euro per ogni rata quando la quota da rimborsare va da 50 a 1200 euro, e una rata pari a un ventiquattresimo dell’importo da restituire quando l’importo da restituire è superiore a 1200 euro.

Dunque, possiamo tranquillamente vedere che si tratta di una carta con condizioni complessive molto interessanti, che permette una restituzione molto serena di quanto si è dovuto richiedere.

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Carta di credito revolving senza busta paga: si possono ottenere?

Gino Topini

Avere una carta di credito revolving senza busta paga è possibile? Questa è una delle domande che si pone chi si trova in una determinata situazione, ovvero quella di dover avere uno strumento per ottenere liquidità da restituire in più rate pur non avendo una busta paga con la quale mostrare la propria solvibilità.

Nel nostro articolo andremo a parlare nel dettaglio proprio di questo, dando tutte le informazioni del caso.

Cosa sono le carte revolving

Le carte revolving sono delle carte di credito vere e proprie, che permettono a chi le utilizza per fare acquisti di pagare l’importo in modo rateale. Esistono anche carte revolving che hanno come modalità di restituzione il pagamento a saldo, e anche carte che sono dotate di entrambe le opzioni

Come avere una carta di credito revolving senza busta paga

Consideriamo che le banche, quando mettono a disposizione della clientela le carte revolving, prendono in considerazione il merito creditizio di chi ne fa richiesta. In base al quadro complessivo patrimoniale e reddituale viene stabilita la cifra da mettere a disposizione del cliente ogni mese. Nel caso quindi di persona senza una busta paga, chi rilascia le carte revolving si muove abbassando l’importo massimo utilizzabile sulla carta.

Leggi anche l’articolo di approfondimento sui prestiti senza busta paga.

Nel caso in cui invece, chi richiede la carta ha dei redditi alternativi dimostrabili e un patrimonio, comunque, di un certo valore, la banca può decidere in base a queste garanzie di alzare o meno il plafond massimo della carta revolving. Per questo genere di richiesta si possono presentare come entrate valide anche affitti, assegni di varia natura, come anche eventualmente la garanzia di una terza persona.

È necessario insomma offrire certezze alla banca, la quale deve avere la certezza di riavere in qualche modo l’importo.

Migliori carte di credito revolving senza la busta

Dopo aver visto come fare per ottenere le carte revolving, andiamo a vedere quali sono le migliori che ci sono al momento, quelle insomma che hanno delle caratteristiche particolari che le rendono più convenienti.

Carte revolving Compass

Si chiama Carta Easy, e il suo plafond è di 1500 euro. Una volta che si opta per la rateizzazione l’importo mensile da pagare varia da 50 a 250 euro, e si definisce in relazione al saldo presente nel conto. Nel caso si desideri è previsto anche il pagamento a saldo in una unica soluzione. Vediamo i vantaggi di questa carta:

  • Ha un plafond tra i più consistenti in circolazione anche senza busta paga.
  • Permette un pagamento rateale a scelta.
  • È comoda, sicura e con costi coerenti con il mercato.
  • È facile da richiedere, sia rivolgendosi al proprio istituto bancario che tramite servizio di home banking.
  • Si tratta di una carta le cui condizioni sono trasparenti e fisse, che non prevede costi aggiuntivi o nascosti.

Flexia Unicredit

Flexia nasce con pagamento a saldo di default, ma il cliente in autonomia può scegliere ogni mese di rateizzare uno o più importi sommati tra di loro. La commissione che viene applicata varia sulla base dell’importo scelto e su quante rate si è deciso di pagare. Si può rateizzare da un minimo di 250 euro fino ad un massimo di 5000 € (o del massimo plafond disponibile al momento del pagamento). I vantaggi di Flexia Revolving di Unicredit:

  • Il primo è sicuramente la possibilità di rateizzare le spese.
  • Avere la disponibilità di un fido il quale va a ricaricarsi dopo ogni rimborso.
  • Il cliente ha la possibilità di scegliere fra diverse tipologie di carta, potendo quindi trovare quella a lui più congeniale.
  • La carta ha una grande versatilità, dal momento che può essere utilizzata ovunque e per qualsiasi tipo di acquisto, anche per pagare semplicemente la spesa.

Carte revolving Deutsche Bank

Si chiama Db comfort, e il plafond massimo disponibile è di 2.000 euro. La rata minima è di 50 euro nel caso di spese che arrivano ad un massimo di 1200 euro. Nel caso di spese maggiori, si deve tenere di conto che la rata da restituire deve essere pari a 1/24 dell’importo da rateizzare. I vantaggi:

  • Prima cosa la presenza di un tasso molto vantaggioso tra i migliori che ci sono in circolazione.
  • La possibilità di contare su un credito che è subito disposizione.
  • Possibilità di effettuare acquisti in tutto il mondo grazie al circuito VISA
  • Possibilità di attivare la Lista Movimenti online.
  • Informazioni sulle spese effettuate tramite utilizzo dell’alert SMS o notifiche nell’App “Le Mie Carte”.
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Prestiti Cassa Geometri CIPAG (e Mutui)

Prestiti personali e mutui agevolati per gli iscritti alla cassa geometri CIPAG: tutto quello che c'è da sapere su questi finanziamenti.
Gino Topini

Se sei alla ricerca di prestiti e sei iscritto alla cassa Geometri, in questa guida ti forniamo tutte le indicazioni di cui hai bisogno.

In questo articolo vogliamo infatti andare ad approfondire i prestiti ed i mutui agevolati per la cassa dei Geometri, ovvero finanziamenti di vario genere che gli iscritti alla cassa CIPAG possono richiedere per qualunque finalità, inclusa quella di acquistare nuove attrezzature per il lavoro.

Prestiti e Mutui Agevolati Iscritti alla Cassa Nazionale Geometri CIPAG

Una cosa fondamentale da sapere è che, a seconda dei casi, questi finanziamenti possono rientrare nella casistica dei prestiti senza busta paga.

Prestiti per l’attività professionale

Grazie ad un accordo con la Banca Popolare di Sondrio, la CIPAG permette a tutti gli iscritti di fare richiesta di finanziamenti agevolati che possono essere legati allo sviluppo dell’attività professionale.

I finanziamenti, in questo caso, possono avere tre differenti finalità:

  1. avviare un nuovo studio professionale, pertanto è possibile acquistare immobilizzazioni materiali ed immateriali per un importo massimo di 30.000 euro;
  2. anticipare dei costi da dover sostenere di fronte della committenza di uno o più incarichi professionali. In questo caso l’anticipazione non dovrà essere superiore al 70% del valore totale dell’incarico e in ogni caso l’importo massimo è ancora di 30.000 euro;
  3. far fronte ad esigenze di liquidità per un importo massimo di 15.000 euro.

Per poter accedere ai prestiti agevolati per geometri iscritti CIPAG, è fondamentale avere un’età inferiore a 70 anni, essere iscritti alla cassa da almeno 2 anni, avere una partita IVA e svolgere l’attività professionale in maniera individuale (non studi associati, dunque).

La durata del finanziamento può essere di 19, 24 o 36 mesi per tutte e tre le tipologie viste in precedenza, con possibilità di arrivare fino a 48 o 60 mesi per i soli prestiti per avviare un nuovo studio professionale.

I tassi di interesse agevolati sono fissi e sono pari al tasso BCE vigente + 3,75 punti percentuali (per finanziamenti fino a 36 mesi) oppure tasso IRS + 3,75 punti percentuali per durate di 48 e 60 mesi.

Le spese di istruttoria sono pari a 30 euro per finanziamenti fino a 8.000 euro, altrimenti salgono a 50 euro per tutti gli altri importi, mentre le spese di incasso sono pari a 2 euro per ogni rata.

Prestiti personali per iscritti alla cassa CIPAG

Tutti gli iscritti alla CIPAG possono invece far domanda di prestiti personali online, con qualsiasi finalità, per importi fino a 30.000 euro da rimborsare con durate che variano da 19 a 60 mesi.

Il tasso di interesse è fisso anche in questo caso ed è pari al tasso BCE vigente + 4,50 punti percentuali. Non ci sono spese di istruttoria né di incasso rata (si parla dunque di prestiti con zero spese di istruttoria ed accessorie).

Mutui per iscritti alla cassa Geometri

Esistono così prestiti per pensionati, prestiti per i giovani in cerca di una prima casa o che sono in procinto di sposarsi, o tipi di finanziamenti proposti per andare in contro alle necessità dei liberi professionisti, dei lavoratori dipendenti o degli imprenditori.

Attraverso un accordo in convenzione con la Banca Popolare di Sondrio anche i geometri iscritti alla “Cassa Italiana di Previdenza ed Assistenza dei Geometri liberi professionisti” possono ottenere dei prestiti a condizioni agevolate.

Questo tipo di finanziamento può essere concesso sia per l’acquisto che per qualsiasi lavoro di costruzione o ristrutturazione di unità immobiliari (è destinato anche a pertinenze accessorie), che siano destinate ad abitazione o a studio e sede del proprio lavoro. Questo tipo di mutuo relativo ai prestiti geometri può essere richiesto solamente per abitazioni o costruzioni intestate all’iscritto alla Cassa di previdenza ed è quindi escluso il beneficio di terzi.

Esiste però la possibilità di cointestare l’immobile interessata dal finanziamento al proprio coniuge.

Finanziamenti Geometri

Nel caso in cui lo spazio per cui si richiede il mutuo sia destinato a essere adibito a studio, il prestito può essere concesso anche ad un gruppo di iscritti alla Cassa. In questo caso è necessario dimostrare in modo ufficiale l’esistenza e lo svolgimento di un’attività e la proprietà dell’immobile da parte dei professionisti iscritti.

Se la richiesta proviene da un’associazione, sarà necessario presentare la documentazione che attesti che ogni membro possegga i requisiti.

L’importo finanziabile arriva ad un massimo di 250 mila euro se la richiesta proviene da un iscritto come singolo e di 400 mila euro nel caso la domanda venga presentava da due o più iscritti. In ogni caso l’importo del prestito non potrà superare l’80 per cento del valore dell’immobile sia che i soldi vengano dedicati all’acquisto che alla ristrutturazione.

La firma del contratto del mutuo prevede anche la sottoscrizione di una polizza di tutela contro incendio e scoppio dell’immobile in favore della Banca di Sondrio. Il finanziamento agevolato può essere richiesto con diverse caratteristiche.

La rata di restituzione può avere interessi a tasso fisso o variabile, cioè regolato in base all’andamento del mercato economico e in base ai valori oscillanti di Euribor e Eurirs. Il tempo in cui l’importo è restituibile parte da 5 anni ed arriva fino a 20 con rate semestrali, costanti e comprensive di capitale e interessi.

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Smartika

Leggi la nostra recensione di Smartika, una delle società finanziarie che offrono prestiti tra privati: conviene? Quali sono le opinioni aggiornate al ?
Gino Topini

Se sei alla ricerca di opinioni su Smartika (vedi sito ufficiale), una delle principali società finanziarie in Italia che propone prestiti tra privati, continua a leggere questa nostra recensione aggiornata al 2024.

Un’ottima alternativa ai classici finanziamenti che possono essere richiesti presso le banche o istituti di credito consiste nei prestiti tra privati. Esistono numerosi siti di social lending che forniscono questo servizio come Younited Credit o Prestiamoci, mettendo in contatto chi ha bisogno di denaro con chi è disponibile a prestarglielo a tassi inferiori rispetto a quelli offerti altrove, ed uno dei migliori è Smartika (vedi sito ufficiale). Quali sono le opinioni? Funziona ed è sicuro?

Smartika è affidabile e sicuro?

Per chi volesse sapere se Smartika (vedi sito ufficiale) è sicuro, la prima cosa da fare è andare sul sito web ufficiale per cercare tutte le informazioni del caso in merito all’iscrizione ad albi ed autorizzazioni varie.

Lo abbiamo fatto per voi e abbiamo trovato che questo ente intermediario finanziario è iscritto all’albo degli Istituti di Pagamento ex art. 114 septies del T.U.B. , alla CCIAA di Milano, ed inoltre è vigilato e regolamentato dalla Banca d’Italia, pertanto è un operatore finanziario autorizzato.

La sede operativa si trova a Milano, in via Filippo Sassetti 32 .

Dal punto di vista della sicurezza, siamo a posto perché si possono chiedere dei prestiti tra privati sicuri.

Come funzionano i prestiti tra privati Smartika

Il vantaggio di affidarsi a un sito di social lending è la sicurezza che questo può offrire, senza la fatica di doversi occupare da soli di rintracciare una persona intenzionata a farvi un prestito. Senza contare che, in questo caso, non c’è bisogno di redigere un contratto e utilizzare altri metodi per tutelarsi, poiché sarà il sito stesso a promettere una certa sicurezza per entrambe le parti. In questo senso, Smartika(vedi sito ufficiale si rende famoso per la sua chiarezza e l’attenzione fornita a ogni cliente.

Come chiedere un prestito su Smartika

Per poter chiedere un prestito su Smartika è necessario rispondere a determinati requisiti che servono per tutelare il prestatore.

Esattamente come in una banca classica, è obbligatorio fornire alcuni dati personali in fase di registrazione al servizio, così come quelli riguardanti il proprio reddito. Inoltre, il portale si assicura che non si abbiano avuto precedenti di mancato pagamento e simili per poter valutare la richiesta.

Una volta aver fatto domanda per ottenere un prestito tra privati e scelto la proposta che ci attira di più, non ci resta che attendere la conferma del sito e ricevere i soldi direttamente sul conto corrente. Dallo stesso verrà prelevata ogni mese la rata secondo gli accordi presi inizialmente (pagamento con RID).

L’estrema facilità con cui si risolvono i prestiti tra privati rende il tutto più appetibile. Senza contare che non è neanche necessario alzarsi dal divano, dal momento che tutte le operazioni si svolgono online e questo è proprio il vantaggio dei social lending.

  • le categorie di rischio di Smartika sono 5: A+, A, B, C, K . A+ è il profilo di rischio più basso, “K” è il profilo di rischio più alto (quello per cattivi pagatori CRIF o per protestati, ad esempio).
  • tassi di interesse TAEG che parte da poco più del 6% di TAEG . Per sapere esattamente che tasso verrà applicato alla propria richiesta, occorre registrarsi e verificare il credit score in Italia;
  • durate da 12 a 48 mesi
  • importi da 1.000 a 15.000 €
  • tempi di erogazione variabili a seconda del proprio status, ma solitamente entro alcuni giorni al massimo

Chi può chiedere un prestito?

Per poter fare domanda di prestiti online con Smartika, occorre:

  • non avere gravi precedenti di insolvenza;
  • non avere alti livelli di indebitamento;
  • avere un reddito che permetta di pagare la rata (stipendio, pensione o dichiarazione dei redditi)
  • fino a 75 anni non compiuti (calcolati al termine del finanziamento);
  • essere residente in Italia
  • avere un lavoro da dipendente (anche a tempo determinato atipico, o con contratto di formazione) o da autonomo, oppure una pensione da lavoro (leggi quali sono le pensioni escluse dai prestiti online).

Come prestare denaro per investire

Chi decide di prestare del denaro su Smartika (vedi sito ufficiale) è una persona comune che decide di investire il proprio denaro prestandolo ad altre persone in maniera legale e trasparente.

Le opportunità di guadagno sono mediamente più interessanti di quelle che si possono trovare oggi altrove, dato che i rendimenti arrivano fino al 6,5% (le soluzioni più sicure, invece, fanno guadagnare meno di un punto percentuale all’anno).

E’ rischioso prestare denaro con Smartika? Certamente, un certo grado di rischio è sempre da considerare, ma Smartika ha messo a punto un interessante sistema secondo il quale l’importo che ogni prestatore dà, viene diviso in tante piccole somme fino a 50 € l’una, ed ognuna di esse viene prestata ad un soggetto diverso.

In questo modo, si diversificano moltissimo i rischi dell’investimento.

Per iniziare a prestare denaro guadagnando, bisogna iscriversi su Smartika, scegliere il livello di rischio (da “A+” a “K”, come visto sopra) e la durata (da 12 a 48 mesi).

Inoltre, si può scegliere se dividere la somma che si decide di prestare in tante piccole somme da 20 o da 50 euro l’una, ognuna delle quali verrà data ad un soggetto diverso, come spiegato in precedenza.

In caso di insolvenza, si attiva immediatamente la procedura di recupero crediti, esattamente come accade per tutte le altre banche e società finanziarie.

Prestito rifiutato, cosa fare?

Esattamente come accade con ogni altra banca o finanziaria, anche su Smartika si può venire rifiutati nella richiesta di prestito. Le motivazioni possono essere varie e di solito riguardano sempre la propria situazione personale o creditizia.

Per una guida orientativa, ti invitiamo a leggere cosa fare in caso di prestito rifiutato, invitandoti sempre a chiedere maggiori informazioni ai contatti Smartika, che sapranno indicarti la motivazione precisa del rifiuto.

Smartika conviene? E’ affidabile? Quali sono le opinioni e le esperienze del web?

La convenienza è un discorso diverso rispetto alla sicurezza, ma possiamo che anche da questo punto di vista Smartika raccoglie delle opinioni positive e interessanti su web e forum di settore.

In generale, si tratta di un sistema per ottenere denaro alternativo dai classici canali, e a volte più conveniente. Come ogni cosa, ovviamente, il confronto dei preventivi è la cosa più importante in assoluto, quindi consigliamo di fare richiesta di più preventivi possibile, anche online, e mettere a paragone il tasso TAEG.

In conclusione di questa recensione su Smartika (vedi sito ufficiale), i pareri sono interessanti e possiamo confermare che i prestiti tra privati sono un’idea che si sta rivelando valida, non a caso i numeri sono in crescita. Diciamo che se si ha bisogno di denaro, dare un’occhiata a quello che quest’agenzia finanziaria intermediaria è in grado di offrire, non è assolutamente una cattiva idea.

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Prestiti Firma Singola

Guida ai prestiti personali a firma singola: cosa sono e chi li può richiedere?
Gino Topini

Si parla di prestiti a firma singola quando ci si riferisce alla possibilità di ottenere un finanziamento senza dover presentare nessuna garanzia personale aggiuntiva (ovvero non bisogna presentare nessuna fidejussione).

Il vantaggio di questa tipologia di finanziamento è legato al fatto che è facile da richiedere, veloce ed affidabile.

In linea di massima possiamo dire che tutti i prestiti personali e le cessioni del quinto dello stipendio e della pensione sono dei finanziamenti a firma singola.

Prestiti a Firma Singola: le Caratteristiche

La principale caratteristica dei prestiti personali firma singola è legata all’importo massimo che essi permettono di avere: solitamente fino a 30.000 euro da rimborsare pagando delle rate mensili di importo e tasso di interesse fissi.

Questo dà la sicurezza che l’importo da rimborsare di volta in volta non cambi mai e, dunque, garantisce maggior tranquillità.

Chi può richiedere i prestiti a firma singola

Lavoratori dipendenti

La maggior parte se non tutti i prestiti a firma singola richiesti dai dipendenti sono concessi con la cessione del quinto dello stipendio.

La principale caratteristica di questi finanziamenti è il fatto che la rata viene rimborsata tramite trattenuta dallo stipendio netto. Questo avvantaggia molto nella fase di richiesta e, infatti, spesso anche i cattivi pagatori possono ottenere la cessione del quinto.

Parlando di prestiti per dipendenti occorre fare una distinzione tra finanziamenti richiesti da dipendenti privati e prestiti per dipendenti pubblici. In quest’ultimo caso il dipendente ha modo di accedere al finanziamento molto più facilmente ed agevolmente rispetto a chi lavora, invece, presso una ditta privata. Per maggiori informazioni ti invitiamo a leggere il nostro approfondimento sui problemi per i prestiti a dipendenti.

Pensionati

Esattamente come per i dipendenti, i pensionati possono accedere a dei prestiti a firma singola decisamente vantaggiosi, concessi secondo la modalità della cessione del quinto della pensione.

Approfondimento: le pensioni escluse dalla cessione del quinto.

In questo caso la rata mensile viene detratta dalla pensione netta e versata dall’ente pensionistico (nella maggior parte dei casi è l’INPS) nelle casse della finanziaria.

Lavoratori autonomi

Nel caso di un cattivo pagatore lavoratore autonomo diventa difficile riuscire ad ottenere un finanziamento. Dato che l’autonomo può offrire come garanzia “solo” il suo lavoro e la sua affidabilità finanziaria, avere una storia creditizia non proprio immacolata rende molto difficile poter avere con successo un finanziamento.

In genere i prestiti senza busta paga concessi agli autonomi sono a firma singola, sia se si tratta di prestiti finalizzati che se sono prestiti non finalizzati, ma se la somma è particolarmente elevata o se le garanzie legate al solo lavoro autonomo dovessero essere ritenute insufficienti potrebbe spesso venire chiesta un’ulteriore garanzia, come una fidejussione (o garanzia personale).

Cattivi Pagatori e Protestati

Richiedere un prestito a firma singola potrebbe diventare più difficile quando si entra nel campo dei cattivi pagatori e dei protestati.

Nello specifico, un cattivo pagatore è colui che ha avuto problemi nel rimborso di un prestito acceso in passato e che, avendo saltato una o più rate, è stato segnalato come cattivo pagatore nel registro CRIF.

Il protestato, invece, è colui che ha subìto un protesto per un assegno scoperto o una cambiale non pagata.

Si tratta di due figure decisamente diverse che tuttavia hanno in comune una cosa: la difficoltà nell’ottenimento di prestiti e finanziamenti, soprattutto se a firma singola.

Un’eccezione potrebbe essere concessa ai lavoratori dipendenti, che invece potrebbero riuscire ad accedere a dei prestiti a firma singola anche se la storia creditizia che hanno alle spalle non è proprio pulita.

Il punto fondamentale è che i dipendenti – meglio se hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato e se lavorano presso enti pubblici o grandi aziende private, come la FIAT ad esempio – possono avere un prestito noto come cessione del quinto dello stipendio, solitamente concesso senza particolari problemi anche a chi ha avuto problemi di credito in passato.

Disoccupati

I disoccupati non riescono quasi mai ad ottenere prestiti con firma singola perché non hanno la garanzia di un lavoro, fondamentale per poter fare domanda di prestito.

Una possibilità di chiedere un prestito per disoccupati è quella di rivolgersi ai prestiti su pegno, che sono garantiti da un oggetto che ha un certo valore (e che viene rivenduto dalla società di pegno se il finanziamento non viene rimborsato).

Si tratta, in ogni caso, di piccoli prestiti di poche centinaia di euro, di solito finanziamenti fino a 500 euro.

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Pignoramento presso terzi

Gino Topini

Il diritto italiano è sicuramente una materia ostica, colma di sfaccettature e di elementi spesso difficili da spiegare in modo semplice. Ma qui ci proveremo, almeno con un argomento in particolare: il pignoramento presso terzi.

Partiamo prima di tutto facendo a grandi linee la conoscenza del concetto di pignoramento. Tutti noi sappiamo che quando c’è questa parola di mezzo, molto probabilmente non ci sono buone notizie in corso; infatti con questo termine si indica l’atto effettivo con cui ha inizio l’azione di espropriazione forzata.

Per espropriazione forzata in diritto si intende il procedimento esecutivo di natura coattiva, ovvero imposto dalla legge e obbligatorio, con cui vengono sottratti al debitore eventuali beni pignorabili. Questi beni, che possono essere di vario tipo, poi saranno venduti per ricavarne denaro e infine soddisfare il creditore precedente; è questi infatti che ha richiesto l’intervento giudiziario per il recupero del suo credito.

Cos’è il pignoramento presso terzi

Effettuata questa doverosa introduzione al mondo del pignoramento e dell’espropriazione forzata, per comprendere bene di cosa stiamo andando a parlare, scendiamo nel dettaglio del nostro argomento, ovvero il pignoramento presso terzi.

Se in una procedura di pignoramento ci sono genericamente solo due parti, il creditore e il debitore, nel pignoramento presso terzi entra in campo una terza parte che ha in possesso beni mobili o crediti dello stesso debitore.

Per rendere più semplice questo passaggio dividiamo bene le parti in campo:

  1. Il creditore procedente. La parte che procede alla richiesta del credito.
  2. Il debitore esecutato. Parte passiva nel procedimento.
  3. Il terzo pignorato. La parte che detiene il credito da pignorare nell’effettivo senso processuale.

Chiarire quali sono le parti in gioco in questa particolare forma di espropriazione è sicuramente la parte più importante per comprendere al meglio il suo funzionamento. Per semplificare ancora una volta di più il funzionamento, proviamo a fare un esempio pratico:

  • Luca vanta un credito nei confronti di Marco.
  • Marco a sua volta vanta un credito nei confronti di Giulio.
  • Luca potrà dunque recuperare il suo credito direttamente presso Giulio grazie al pignoramento presso Terzi.

Questa norma nasce anche per facilitare notevolmente la burocrazia di recupero dei crediti ed evitare letteralmente un intero passaggio, consentendo al creditore Luca di saltare e andare direttamente da Giulio.

Normativa di riferimento

Quando però si va a parlare di diritto, processi, azioni ed espropri è sempre bene avere un quadro preciso delle normative di riferimento per l’ambito che stiamo andando ad analizzare. Nel caso del pignoramento presso terzi, questa particolare normativa è contenuta nel Libro III del codice di procedura civile (R.D. n. 1443 del 28 ottobre 1940), che parla specificatamente del processo di esecuzione.

Andando più nel dettaglio del caso, si tratta in particolare:

  • artt. da 474 a 512 c.p.c., con i principi generali sull’esecuzione forzata;
  • artt. da 543 a 554 c.p.c., specificamente dedicati al pignoramento presso terzi.

Queste normative e i precisi articoli precedentemente citati vanno a normare, in ogni suo aspetto e condizione, l’esproprio forzato o pignoramento presso terzi. Infatti non sono poche le regole che devono essere seguite per poter andare a utilizzare questo particolare processo burocratico di semplificazione del pignoramento.

Come funziona il pignoramento presso terzi

Per capire come funziona nella pratica il pignoramento presso terzi non ci rimane altro che scendere nel dettaglio del codice di procedura civile.

L’articolo 543 c.p.c stabilisce che il pignoramento presso terzi si esegue mediate atto notificato al terzo, ma anche ovviamente al debitore secondo la norma dell’art. 137. In questo atto si va ad intimare il terzo a restituire il proprio debito direttamente a noi, che siamo il creditore, e non al debitore.

A questo punto, il terzo che riceve l’atto di precetto, ha l’obbligo di adempiere alla restituzione del credito entro un determinato periodo di tempo, che non potrà mai essere inferiore ai dieci giorni. Passato questo periodo il creditore può procedere alla notifica di pignoramento.

Per completezza e rendere più semplice la spiegazione, qui di seguito trovi un riepilogo cronologico degli step che conducono all’effettivo pignoramento:

  1. Comunicazione del precetto al terzo e al debitore.
  2. Se il credito non viene ripagato, dal decimo giorno al novantesimo dall’invio della notifica, il creditore potrà proseguire a notificare il pignoramento, ancora una volta sia al debitore che al terzo.
  3. A questo punto il terzo deve comunicare quali sono i debiti in corso e se non li comunica di sua sponte interverrà un giudice che, in udienza, stabilirà l’effettivo debito.
  4. Se il terzo non si presentasse all’udienza o si rifiuta di comunicare tale dato, il giudice emette in automatico l’ordine di pignoramento.

Atto di pignoramento presso terzi, cosa deve contenere

Ovviamente l’atto di pignoramento verso terzi non è un semplice foglio di carta, ma deve soddisfare diversi requisiti e contenere diversi elementi per potersi ritenere valido. L’atto di pignoramento verso terzi deve contenere:

  • L’ingiunzione a non compiere atti dispositivi sui beni e crediti che sono stati pignorati;
  • La somma e le cose pignorate devono essere assolutamente contenute e indica anche in modo sommario e non preciso;
  • Dovranno essere contenute anche tutte le informazioni anagrafiche e di residenza e/o domicilio.
  • L’atto infine deve contenere anche la data dell’udienza a cui sono invitati a comparire i debitori.

Anche alla terza parte spettano alcuni obblighi alla ricezione della notifica; infatti questi deve comunicare per mezzo ad esempio di raccomandata o anche attraverso posta elettronica certificata le seguenti informazioni tecniche:

  • Le somme e i beni del debitore in suo possesso;
  • La data entro la quale dovrà pagare o provvederà alla consegna dei beni;
  • Ed eventuali altri pignoramenti o atti già eseguiti e accettati.

Quali crediti NON si possono pignorare (o crediti impignorabili)

Come abbiamo detto in precedenza, il pignoramento presso terzi riguarda beni mobili e crediti che il terzo andrà poi a corrispondere al creditore. Sebbene questo copra un ampio ventaglio di bene pignorabili, ne esistono alcuni che per leggi non si possono pignorare.

Qui di seguito trovi un elenco completo dei crediti impignorabili, che dunque il credito non potrà ricevere dal pignoramento per diverse ragioni specifiche:

  • sussidi di grazie o di sostentamento a persone incluse nell’elenco dei poveri;
  • sussidi ricevuti dal terzo per maternità, malattie o funerali dalle assicurazioni o enti di beneficienza;
  • pensioni di invalidità

In queste categorie troviamo i cosiddetti crediti parzialmente impignorabili (o relativamente impignorabili). In altre parole sono crediti che si possono pignorare solo in una loro porzione stabilità per legge. Questi sono:

  • Salari, stipendi e tutte le altre indennità dovute da privati per un rapporto lavorativo, includendo anche eventuali compensi per licenziamenti. Questo sono pignorabili nella misura massima di un 1/5 dell’ammontare totale;
  • Pensioni e indennità varie che svolgono il ruolo di pensione. In questo caso l’importo pignorabile equivale all’eccedenza della pensione rispetto all’assegno sociale che nel 2021 si attesta sui 460 euro. Se ad esempio il terzo avesse una pensione di 1000 euro, il creditore potrebbe ottenere un credito della differenza tra i 1000 e i 460 euro, dunque 540 euro.

Costo del pignoramento presso terzi

Quando si parla di pignoramenti è sempre importante porsi il dubbio se il prezzo dell’intero iter sia giustificato; ovvero che il credito che vogliamo andare a recuperare sia effettivamente abbastanza alto da giustificare la nostra azione.

E’ vero che la notifica degli atti in sé ha un costo tutto sommato contenuto, considerando marche da bollo, registrazione ordinanza e atti vari, in totale difficilmente supera i 500 euro. A queste somme va comunque poi aggiunto il compenso dell’avvocato che come professionista può avere un costo differente da zona a zona, con una media però che si individua sui 900 euro circa.

Insomma il costo non è sicuramente zero e dobbiamo sempre verificare questo per non finire magari di spendere più di burocrazia che altro.

Come bloccare un pignoramento presso terzi

Il pignoramento in realtà è sempre l’extrema ratio, come si suol dire; in genere si cerca sempre in qualche modo di giungere a un compromesso o un accordo con i creditori. Il primo modo infatti di bloccare un pignoramento è proprio questo: trovare un accordo con il creditore. Se per voi non è piacevole subire un pignoramento, non lo è nemmeno per il creditore, che si risparmia volentieri burocrazie scartoffie, dunque cercate di trovare un compromesso di base.

Questo accordo tipicamente comunicato dall’avvocato del debitore a quello del creditore dovrebbe prevedere un impegno da parte del debitore ha pagare quanto richiesto o una parte, in risposta una mancata comunicazione dell’atto di pignoramento. Il saldo e stralcio è infatti la formula più frequente che prevede appunto una compensazione ridotta per il creditore, sicuramente, ma anche molti meno problemi.

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Pignoramento di Beni Mobili (o Mobiliare)

Gino Topini

Pignoramento di beni mobili, o mobiliare: la prima tipologia di pignoramento che si può rischiare quando ci si trova in una situazione debitoria, e il creditore vanta tutta una serie di diritti per poter recuperare quanto gli spetta.

Pignoramento beni mobili: che cos’è

Con il termine di pignoramento dei beni mobili si intende un’azione con la quale i creditori di un soggetto (privato o azienda) possono “aggredire” qualunque bene mobile che egli possiede oggi e quelli che possederà in futuro, fino al completo pagamento di quanto dovuto.

Se il debitore non adempie ad un debito, il credito si può attivare nei suoi confronti con l’espropriazione forzata dei suoi beni.

Questo tipo di pignoramento si lega spesso anche al pignoramento immobiliare, cioè quello con il quale si procede al pignoramento di una casa o di un immobile di proprietà.

Quali beni mobili si possono pignorare?

In linea di massima, tutti i beni mobili nel possesso di una persona sono soggetti a pignoramento.

Tuttavia, la legge stabilisce che ci sono alcuni beni mobili che, invece, NON si possono pignorare.

Quali sono i beni mobili NON pignorabili?

La legge dice che non tutti i beni mobili sono pignorabili. Ve ne sono alcuni che, per loro natura, non possono essere oggetto di tale provvedimento, tra cui:

  • l’anello nuziale
  • i vestiti e la biancheria
  • gli oggetti sacri e oggetto di culto
  • le auto ed altri mezzi di locomozione, ma solo nel caso in cui servano per lavoro o, ad esempio, per gli spostamenti della famiglia (ad esempio per portare i bambini a scuola)
  • letti, tavole, sedie, armadi, frigorifero, lavatrice, utensili di casa e, in generale, tutto quello che serve a garantire un adeguato stile di vita. Sono esclusi i letti che hanno un certo valore economico, magari quelli di antiquariato
  • combustibili e commestibili necessari per un mese
  • scritti e lettere di famiglia
  • decorazioni al valore
  • armi, se è necessario tenerle per adempimento di ordine pubblico

In linea generale possiamo dire che sono esclusi dal pignoramento dei beni mobili tutti quegli oggetti che servono al debitore per mantenere un adeguato stile di vita e per andare al lavoro.

Pignoramento beni mobili aziendali, quali oggetti possono essere pignorati?

Nel caso in cui il debito riguardi un’azienda l’elenco degli oggetti che possono o non possono essere pignorati cambia leggermente.

Nello specifico, possono essere pignorati al massimo per un quinto tutti quegli oggetti che servono al debitore per svolgere la sua attività economica. Ad esempio, se in azienda vi sono cinque computer, è possibile pignorarne uno solo.

Se invece nell’azienda è prevalente l’importanza del lavoro del personale rispetto agli oggetti utilizzati per svolgere tale lavoro, allora il limite del quinto non esiste più.

Richiesta di risarcimento danni nel caso in cui il creditore violi la legge

Potrebbe anche capitare che il creditore, nell’esercitare il suo diritto al pignoramento, violi tali regole. In qualunque caso e quale che sia la motivazione di tale violazione, il debitore può agire per vie legali chiedendo ad un giudice di vedersi riconosciuti i suoi diritti.

A questo punto il giudice disporrà il ripristino della situazione precedente al pignoramento ed imporrà, a carico del creditore, un risarcimento per i danni causati.

Come evitare il pignoramento dei beni mobili

In sé non è facile riuscire ad evitare il pignoramento dei beni mobili. L’unica strada sarebbe quella di pagare i debiti, ma spesso ci si trova in un “cul-de-sac” poiché in questa situazione (quella del pignoramento) ci si trova proprio perché non si ha il denaro necessario per adempiere ai proprio debiti.

Una buona soluzione è quella di verificare se si sono subiti degli abusi, tra cui anatocismo e usura finanziaria.

Per poterlo fare ci si deve rivolgere ad un commercialista esperto nel campo, che potrà effettuare tutti i controlli del caso e chiedere indietro, per tuo conto, eventuali somme di denaro pagate illecitamente, oppure opporsi a decreti di ingiunzione e pignoramenti, qualora ci fossero le basi legali per poterlo fare.

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Pignoramento Immobiliare

Tutto quello che c'è da sapere sul pignoramento immobiliare, ovvero la procedura con la quale una casa viene pignorata. Info sul pignoramento della prima casa.
Gino Topini

Il pignoramento immobiliare è l’atto con il quale si subisce la confisca di un immobile di proprietà per la sua vendita all’asta al fine di pagare un debito.

Si parla di pignoramento immobiliare, ad esempio, quando non si rimborsano in tempo (o non si rimborsano affatto) le rate di un mutuo casa e, di conseguenza, la banca agisce per tutelare i suoi interessi mettendo in pratica l’ipoteca sulla casa.

Pignoramento prima casa

Il decreto legge 69 del 21 giugno 2013, noto anche come Decreto “Del Fare”, ha stabilito che non è possibile pignorare la prima casa se essa sia l’unico immobile di proprietà del debitore e se ne è anche la residenza anagrafica.

Un discorso a parte va fatto per gli immobili di lusso. Le case classificate come tali, anche se prima casa, rimangono comunque soggette a pignoramento.

Altri limiti previsti dal medesimo decreto sono l’impossibilità a procedere al pignoramento se:

  • l’importo complessivo non è più alto di 120.000 euro
  • son passati almeno 6 mesi dall’iscrizione dell’ipoteca e il debito non è ancora stato estinto.

Perché Difendersi dal Pignoramento Immobiliare

Una delle credenze più sbagliate in assoluto è quella che non ci si può in alcun modo difendere da un pignoramento immobiliare.

La legge, invece, insegna che il debitore può prendere molto tempo prima che l’immobile possa venire effettivamente messo in vendita, e durante questo tempo egli può risolvere la sua situazione personale (magari perché ha avuto dei problemi personali) e tornare ad essere solvente.

Anche nella peggiore delle ipotesi, ovvero quella in cui non si riesca a mantenere il proprio immobile, il debitore può riuscire a guadagnare diverso tempo ed evitare, per tutto questo tempo, di pagare l’affitto (che, si sa, è un po’ una “spesa morta”).

Procedura e durata Pignoramento Immobiliare

In maniera breve e chiara, ecco le fasi e i tempi del pignoramento immobiliare, a partire dal momento in cui il creditore inizia l’atto di confisca dell’immobile:

  1. deposito del titolo esecutivo e del precetto. Oltre a questi due titoli occorre anche portare una copia dell’atto di pignoramento per uso trascrizione (su di essa va apposta la marca da bollo) e tante copie, sempre dell’atto di pignoramento, tante quante sono le persone oggetto dell’intervento
  2. redazione della nota di trascrizione su supporto informatico, che andrà poi conservato presso i registri immobiliari (la conservatoria, per maggior precisione)
  3. la conservatoria rilascerà anche il modello 68 bis che attesta il pagamento
  4. iscrizione a ruolo del pignoramento, presso il Tribunale
  5. istanza di assegnazione o di vendita

Tutte queste fasi devono essere fatte entro massimo 90 giorni, altrimenti l’atto di pignoramento perde efficacia.

Opposizione Pignoramento Immobiliare

E’ possibile difendersi dall’atto di pignoramento cercando così di guadagnare tempo.

La prima cosa che il debitore può fare è fare opposizione con un atto di citazione di fronte al giudice competente andando a contestare la somma che è stata ingiunta, oppure contestando dei vizi formali della domanda.

E’ inoltre possibile eccepire la non pignorabilità dei beni elenco dell’atto di pignoramento stesso.

Ancora, il debitore può chiedere al giudice di sostituire il bene pignorato con una somma equivalente, aumentata delle spese di ingiunzione. Tale somma può anche essere versata in rate mensili entro un massimo di 18 mesi. Qualora le rate mensili non vengano pagate, o lo siano con oltre 15 giorni di ritardo, allora il giudice potrà disporre la vendita del bene.

Si potrà cercare un accordo con i creditori e chiedere, qualora fosse raggiunto, la cancellazione del pignoramento immobiliare.

Per un formulario di pignoramento immobiliare puoi visitare www.studiocataldi.it .

Valore dell’immobile pignorato

La legge afferma che il valore dell’immobile pignorato viene stabilito dal giudice, che deve tenere conto del valore di mercato così come fornito da un esperto, che viene nominato così come indicato dalla legge art. 569 del codice di rito.

L’esperto calcola il valore del bene pignorato tenendo in considerazione sia il valore della superficie dell’immobile, sia quello della superficie commerciale.

Dopo questa prima analisi e valutazione, la stima finale viene rifinita in maniera più analitica.

Vendita dell’immobile pignorato

Il pignoramento immobiliare perde la sua efficacia se non viene eseguito entro 45 giorni dalla vendita, o dall’assegnazione del bene.

In maniera particolare, la vendita dev’essere chiesta con un atto da depositare in tribunale.

Entro 60 giorni dalla deposizione dell’atto (che si possono tuttavia prorogare solo una volta, e solo per validi motivi), in tribunale occorre depositare gli estratti del catasto e tutti i certificati dove sono indicate le iscrizioni e le trascrizioni dei 20 anni precedenti.

Una volta che il giudice ha disposto la vendita, essa si può svolgere secondo due modalità:

  • senza incanto;
  • con incanto

La prima è la classica vendita, in cui ogni interessato deve far pervenire la propria offerta commerciale in busta chiusa.

La seconda è la classica asta, alla quale tutti i soggetti interessati possono partecipare. La vendita all’incanto si verifica solo se il giudice pensa che il prezzo finale sarà superiore alla metà del valore “reale” del bene.

Quando un soggetto si è aggiudicato una proprietà pignorata, essa viene poi trasferita con un atto del giudice.

La legge stabilisce che si possano tentare al massimo 3 aste per cercare di vendere un bene all’incanto, e durante ogni asta successiva il prezzo di partenza dev’essere più basso del 25% rispetto a quello dell’asta precedente.

Rateizzazione del pagamento dell’acquisto di un bene pignorato

Chi acquista un bene pignorato, può decidere di rateizzare il pagamento entro 12 mesi al massimo (tutte le rate devono essere pagate senza ritardo, altrimenti il contratto si considera risolto).

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Prestiti Hello Bank

Gino Topini

Hello Bank fa parte del gruppo BNP Paribas, uno dei principali in Italia e in Europa, e propone delle soluzioni di prestiti che vanno incontro alle necessità della maggior parte dei richiedenti.

In questa recensione vogliamo approfondire i prestiti Hello Bank e capire quali sono le opinioni in merito.

Prestiti Hello Bank

Prestito personale Hello! Project 1Click

Hello! Project 1Click è il prestito personale che viene concesso in collaborazione con Findomestic Banca (leggi la nostra recensione) che permette di acquistare tutto quello di cui si ha bisogno.

Caratteristiche

  • fino a 100.000 €;
  • 100% online grazie alla firma digitale;
  • tempi di erogazione rapidi;
  • possibilità di cambiare rata o saltarne una per posticiparla alla fine;
  • zero spese di istruttoria.

Il finanziamento Hello! Project 1Click è esattamente come lo abbiamo descritto per punti qui sopra: tutto online e molto elastico.

Permette di ottenere fino a 100.000 € , una somma massima più elevata di quello che si può ottenere presso altre banche o finanziarie (ovviamente, bisogna fornire le necessarie garanzie) ed è sufficientemente elastico da potersi adattare ad eventuali necessità future del richiedente.

Nello specifico, si può:

  • modificare l’importo della rata mensile (entro certi limiti massimi e minimi);
  • saltare la rata spostandola alla fine del periodo di rimborso (alla fine)

Approfondimenti: i prestiti elastici

Inoltre, il prestito personale Hello Bank è gestibile completamente online nell’area riservata che la banca mette a disposizione di tutti i suoi clienti.

Per poterlo aprire, è necessario avere:

  • un documento di identità valido (carta d’identità o passaporto);
  • il codice fiscale;
  • un documento che dimostra il reddito, come una busta paga, il cedolino della pensione o la dichiarazione dei redditi;

Approfondimenti: documenti necessari per chiedere un prestito

Calcolo rata

Direttamente sul sito ufficiale si può fare la simulazione del prestito prima ancora di farne richiesta.

Ad esempio:

  • 15.000 €
  • TAN fisso 6,85%
  • TAEG fisso 7,13%
  • durata 96 rate
  • importo rata 203,40 €

Cessione del quinto

La cessione del quinto è il prestito per dipendenti e pensionati, facile e veloce da ottenere.

Caratteristiche

  • Importo massimo 75.000 €
  • TAN fisso 5,19%
  • TAEG fisso 5,45%
  • durata massima di rimborso 10 anni

Il pagamento avviene tramite trattenuta della rata mensile dallo stipendio o dalla pensione netta, a seconda della propria situazione personale.

Come possiamo vedere, il TAN e il TAEG sono più convenienti rispetto al prestito personale, una situazione comune perché i dipendenti ed i pensionati riescono ad ottenere – tramite cessione V – sempre dei finanziamenti più convenienti della media.

Apertura di credito in conto corrente

Benché non sia un finanziamento nel senso classico del termine, l’apertura di credito in conto corrente rimane comunque un credito che la banca dà ai suoi clienti.

Si tratta di una somma di denaro sempre disponibile sul proprio conto corrente Hello Bank! che può essere spesa a seconda delle necessità.

L’importo minimo è 1.000 € , quello massimo 20.000 € .

Se si decide di usare la somma di denaro che si richiede, il rimborso può avvenire con bonifici o accrediti successivi, così da ripristinare la somma a disposizione per l’apertura di credito.

Prestiti Hello Bank opinioni 2019

In conclusione, diciamo che Hello Bank ha deciso di mantenere semplici le caratteristiche dei suoi due prestiti, ma non per questo sono meno convenienti.

Anzi, il prestito personale è davvero particolare perché permette di avere fino a 100.000 € ed è elastico (il che è sempre un vantaggio).

La cessione del quinto non ha nulla di diverso rispetto alla media del mercato, e rimane comunque vantaggiosa per dipendenti e pensionati.

Come sempre, raccomandiamo di richiedere più preventivi di prestiti così da poter confrontare e decidere quale tra i vari possa essere quello che fa al caso proprio.

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Prestito Vitalizio Ipotecario

Gino Topini

Il prestito vitalizio ipotecario è una soluzione concessa ai pensionati che hanno una casa di proprietà e necessitano di importanti somme di denaro in maniera abbastanza veloce.

In questo articolo approfondiamo questa particolare soluzione di prestito, vedremo le banche che lo fanno e cercheremo di capire i vantaggi e i rischi.

Prestito vitalizio ipotecario

Come funziona

Un prestito vitalizio ipotecario, noto anche come “reverse mortgage”, è una soluzione di finanziamento riservata ai pensionati over 60 o over 65 che hanno una casa di proprietà.

Permette di ottenere una somma di denaro molto consistente.

Questo prestito consiste nell’accendere un’ipoteca di primo grado sulla casa del titolare del finanziamento, in favore dell’istituto di credito che eroga il prestito, ottenendo in cambio un certo importo di denaro (inferiore al valore dell’immobile).

Fino a che il richiedente è in vita, non ci sono rate da pagare (ma gli interessi continuano ad accumularsi).

Dal momento in cui egli muore, gli eredi dovranno decidere se pagare le rate del debito accumulatoo se lasciare che la banca venda la casa per rientrare delle somme prestate (più gli interessi, ovviamente).

Se hai bisogno di una somma di denaro molto alta, da un lato, questo prestito è interessante perché non bisogna rimborsare nessuna rata, dall’altro lato gli eredi si troveranno poi a dover far fronte ad un debito non da poco, considerando anche che l’aspettativa di vita è aumentata e, dunque, si “rischiano” anni e anni di interessi arretrati.

Banche aderenti

In realtà non sono molti gli istituti di credito e bancari che propongono questo prestito.

Oltre a questo elenco di banche, sarà possibile presentare domanda anche presso BNL, Deutsche Bank, Barclays, Poste Italiane e non solo!

Legge e regolamento attuativo

Si tratta semplicemente del regolamento, ovvero della legge, che ha dato il via a questo tipo di finanziamento e che lo ha reso legale in Italia.

E’ una legge che torna indietro di alcuni anni (fine 2015) e che ha dato natura giuridica al finanziamento, stabilendone anche le modalità di esecuzione e quelle di rimborso, che stiamo affrontando in questo articolo.

Prestito e mutuo vitalizio ipotecario: la differenza

Bisogna fare attenzione a non confondere il prestito vitalizio ipotecario e il mutuo, benché entrambi prevedano un’ipoteca sulla casa.

Come abbiamo detto, il prestito vitalizio ipotecario per anziani è una soluzione che garantisce una somma di denaro in prestito, oggi, che il richiedente non deve rimborsare pagando rate periodiche, il mutuo casa è invece un finanziamento che prevede il rimborso di rate periodiche (a tasso fisso o variabile, con cadenza mensile, bimestrale, trimestrale o semestrale).

Difficile dire quale conviene, perché molto dipende da cosa ci si aspetta e da che esigenze economiche si hanno:

  • se si cerca una rendita vitalizia, questo prestito vitalizio è probabilmente la soluzione migliore, a condizione di trovare la banca che la faccia;
  • se si hanno figli il consiglio è invece di sentire prima loro e prendere una decisione insieme, anche perché poi l’importo del debito accumulato ricadrà si di loro.

Un’altra differenza sta nell’importo che si può ottenere: con un mutuo si può arrivare anche al 80% del valore dell’immobile, mentre con un finanziamento vitalizio non si va mai oltre il 50% sempre del valore di casa, in alcuni casi addirittura non si ha più del 20% – 30% .

Come presentare la domanda?

Tra i documenti che bisogna presentare ci sono tutti quelli classici di un prestito, cioè carta di identità o passaporto validi e codice fiscale, a cui aggiungere lo stato di famiglia, l’atto di provenienza e la relazione notarile preliminare.

Fondamentale sarà anche la perizia sull’immobile, che verrà svolta dai tecnici della banca e che servirà per determinare la somma di denaro che si potrà ottenere.

Quando avviene la perizia? In generale essa avviene in fase di valutazione da parte della banca, dunque prima che la decisione se concedere il prestito, o meno, venga presa.

Ultimo passaggio è attendere la redazione degli ultimi atti pubblici fondamentali tra la banca e il notaio (dato che c’è un’ipoteca di mezzo, il notaio è fondamentale).

Si può chiedere il prestito vitalizio ipotecario on line?

Considerando la complessità della situazione, non è possibile fare domanda di prestito ipotecario online.

In rete si possono cercare informazioni sulla nuova legge, su news ed ultime notizie, novità, su tutto quello che dire la normativa, si possono trovare le banche che lo fanno e leggere – a grandi linee – i tassi e le condizioni proposte (a volte si può anche scaricare un file PDF da leggere poi con calma), fare magari una simulazione, ma la redazione dell’atto in sé deve essere fatto necessariamente in banca.

Prestito vitalizio ipotecario, conviene?

A patto di rispettare tutti i requisiti e di conoscere in maniera precisa il regolamento, questo finanziamento / rendita vitalizia può essere utile a chi ha più di 60 anni, a chi ha bisogno di grandi somme di denaro che non riesce ad ottenere con i classici prestiti a pensionati, e ha un immobile che non è già gravato di ipoteca sulla casa.

I vantaggi del prestito vitalizio ipotecario sono legati tutti al fatto che si può avere un finanziamento anche di grandi importi senza doverlo restituire.

La convenienza sta anche nel valore dell’immobile e nell’età del richiedente: maggiore è il valore della casa ipotecata e più alta è l’età del richiedente, più grande sarà la somma di denaro che si potrà ottenere.

Come consigliamo sempre, alla fine è utile anche chiedere un preventivo senza impegno del prestito a pensionati, così da poter valutare veramente tutte le opportunità del caso.

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Prestiti Enasarco

I prestiti per gli agenti di commercio ed i rappresentanti, richiesti tramite Enasarco, sono soluzioni convenienti e vantaggiose. Approfondimento sulla cessione V e sui mutui.
Gino Topini

Sei alla ricerca di prestiti Enasarco, l’ente previdenziale specifico per gli agenti di commercio ed i rappresentanti? In questo articolo ti forniamo tutte le indicazioni del caso, per qualunque domanda ti invitiamo ad usare i commenti alla fine dell’articolo.

Prestiti Enasarco per agenti di commercio e rappresentanti

Il principale prestito personale concesso tramite Enasarco è la cessione del quinto, che viene riservata per legge a tutti i dipendenti ed i pensionati.

Oggi la domanda di prestiti Enasarco dev’essere presentata necessariamente presso una sede BNL (Banca Nazionale del Lavoro).

Enasarco ha infatti sottoscritto una convenzione con questa banca per concedere prestiti a condizioni agevolate per tutti gli iscritti.

La richiesta di prestiti BNL si può fare direttamente sul sito ufficiale, o presso qualunque filiale della banca, e per ottenere le condizioni agevolate basta citare il fatto che si è iscritti Enasarco, poi sarà l’addetto bancario ad occuparsi del resto.

Il vantaggio di richiedere una cessione del quinto tramite Enasarco sta nel fatto che la convenzione permette di ottenere dei finanziamenti più vantaggiosi rispetto al consueto (un po’ la stessa cosa che accade con i prestiti con banche convenzionate INPS).

Per il resto, le caratteristiche del finanziamento in termini di durata (massimo 120 mesi) e rimborso rata (con trattenuta dallo stipendio o dalla pensione) rimangono validi, per saperne di più ti rimandiamo alla nostra sezione sulla cessione del quinto.

Come fare domanda di prestiti con Enasarco

La presentazione della domanda può essere fatta in due modi:

  • tramite PEC all’indirizzo email prestazioni @ pec.enasarco.it
  • oppure tramite raccomandata A/R indirizzata presso la Fondazione Enasarco – Servizio Prestazioni, in Via Antoniotto Usodimare 31 a Roma (CAP 00154).

Tra le due modalità, indubbiamente la PEC è più veloce e consigliata in quanto si tratta di prestiti on line, più rapidi di quelli tradizionali; per questo motivo, soprattutto se si ha bisogno velocemente di un prestito, piccolo o grande che sia.

Mutui Enasarco, per comprare casa

Tutti gli iscritti ad Enasarco possono richiedere anche dei mutui per acquistare, costruire o ristrutturare casa, a seconda delle necessità.

La somma massima stabilita dall’ente è di 200.000 euro, che può arrivare fino a 250.000 nel caso in cui si voglia acquistare una casa che sia stata già conferita dalla Fondazione presso i fondi “Enasarco 1” e “Enasarco 2”. Il limite di 200.000 vale anche nel caso in cui si voglia comprare casa per un figlio.

E’ possibile fare domanda di mutuo anche per aprire una nuova attività, ed in questo caso la somma massima è di 200.000 euro.

Anche nel caso dei mutui è importante scegliere una banca convenzionata. In questo momento sono due: la Banca Popolare di Sondrio e la BNL Banca Nazionale del Lavoro.

In tutti i casi la durata massima del rimborso è di 25 anni.

L’assicurazione sui prestiti

E’ sempre importante pensare al futuro perché non sai mai quello che potrebbe capitare, per questo motivo è consigliato – come sempre – sottoscrivere anche un’assicurazione sui prestiti, in grado di proteggere te e la tua famiglia da imprevisti ed eventuali problematiche economiche future.

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Prestito Sociale Coop

Gino Topini

Approfondiamo il prestito sociale Coop, una forma di prestito che si fa con l’uso di un libretto di risparmio Coop nominativo e non trasferibile sul quale si registrano tutte le operazioni di versamento e di prelievo.

Come funziona? E’ sicuro? Quali sono le opinioni in merito?

Recensione prestito sociale Coop

Quello che viene chiamato come prestito sociale Coop non è un finanziamento che la Coop fa al privato, in realtà è un “prestito” che il privato fa alla Coop e dal quale ricava degli interessi.

Abbiamo scritto “prestito” tra virgolette perché si tratta di una forma di approvvigionamento di liquidità tipica di tutte le cooperative, per il quale esse pagano al socio un certo tasso di interesse.

Diciamo, dunque, che il prestito sociale Coop rientra tra le forme di risparmio, con una piccola sfumatura di investimento.

Come funziona?

Il socio prestatore, cioè colui che mette soldi nel suo libretto nominativo, può versare tramite bonifico bancario presentando il libretto di risparmio direttamente presso i punti vendita.

Il versamento si può fare tutti i giorni, compresa la domenica, negli orari di apertura del punto vendita Coop e Ipercoop.

Per quello che riguarda il prelievo, invece, bisogna dare un preavviso di almeno 24 ore, ed è sempre possibile richiedere sia un rimborso parziale che totale.

Il rimborso viene effettuato tramite assegni intestati al socio, o tramite contanti (a seconda dell’importo che si decide di prelevare).

Il guadagno, cioè gli interessi, sono accreditati ogni anno, dietro presentazione del libretto presso il punto vendita più vicino a casa propria.

E’ sicuro?

La sicurezza è una delle cose più importanti quando si parla di denaro, e per questo motivo Coop garantisce il rispetto di tutte le normative previste dalla Banca d’Italia, ed inoltre fornisce il servizio di SMS Alert e di Email Alert: in pratica si ricevono degli SMS e delle Email di riepilogo, per tenere sotto controllo il proprio saldo.

Coop e Ipercoop dove aprire il libretto

  • Unicoop Firenze
  • Coop Nordest
  • Coop Estense
  • Coop Adriatica
  • Coop Lombardia
  • Unicoop Firenze
  • Coop Centro Italia

Importi massimi e minimi

  • Importo massimo: 36.525 euro
  • Importo minimo: 50 euro per aprire il libretto, 100 euro per ricevere degli interessi

Smarrimento o furto del libretto

In caso di smarrimento o di furto del proprio libretto, il socio deve fare immediata dichiarazione presso il punto Coop più vicino a casa propria.

La Cooperativa provvederà alla sospensione del libretto in questione, bloccandolo, e immediatamente rilascerà un nuovo libretto che potrà invece essere usato per nuovi depositi e/o prelievi.

Quanto si guadagna? Il tasso di interesse

Abbiamo detto che il prestito sociale Coop permette di guadagnare interessi, ma a quanto ammontano?

Tutte le condizioni economiche sono rilasciate ai soci mediante la rivista “Consumatori”, cui si può fare riferimento per conoscere il tasso di interesse dei libretti Coop aggiornato ad oggi.

Come riferimento, riportiamo alcuni esempi di interessi netti e guadagni, ma invitiamo comunque a far riferimento alla rivista in questione per le ultime novità:

  • Prestito sociale coop Nord est:
    • < 3.000 euro , 0,52%;
    • tra 3.001 e 16.000 euro, 0,81%;
    • tra 16.001 e 27.000 euro , 1,55%;
    • oltre 27.000 euro, 2,29%.
  • Prestito sociale coop Lombardia
    • < 4.000 euro, 0,52%
    • tra 4.001 e 17.000 euro, 0,74%
    • oltre 17.000 euro, 1,26%
  • Prestito sociale coop adriatica
    • < 15.000 euro, 0,66%
    • tra 15.001 e 25.000 euro, 1,33%
    • oltre 25.000 euro, 2%.

e-Coop, prestito sociale

Una delle novità degli ultimi mesi è e-Coop Prestito Sociale, in pratica la possibilità di controllare il proprio libretto direttamente online, con il computer o il telefono.

Operazioni ammesse:

  • consultare il saldo;
  • vedere tutti i movimenti;
  • verificare l’andamento del libretto di prestito;
  • scaricare gli estratti conto.

Prestito sociale Coop, opinioni. Conviene?

In conclusione, possiamo dire che i prestiti sociali Coop sono un buon modo di mettere da parte il proprio denaro e guadagnare un po’ di interesse.

Anzi, i tassi di riferimento sono anche maggiori rispetto ad altri conti deposito che si possono trovare comunemente sul mercato, per cui, se si è soci Coop, potrebbe convenire.

L’unica scomodità è il fatto che si tratta di un conto un po’ “old style”, con tanto di libretto esclusivamente cartaceo e di necessità di preavviso di 24 ore per poter prelevare il denaro, ma se non si hanno problemi con questi due dettagli, il prestito sociale di Coop potrebbe essere una buona alternativa.

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Carta Libretto Postale

Quali sono le principali caratteristiche della Carta Libretto Postale? Dove si trova l'IBAN della carta? Quali sono i costi e le commissioni di questa carta? Vediamo le principali domande e risposte su questo prodotto di Poste Italiane.
Gino Topini

Tutti i possessori di un libretto postale possono fare richiesta di una carta libretto postale: una speciale carta che permette di svolgere operazioni legate al libretto stesso pur senza avere il cartaceo dietro.

La carta libretto postale Poste Italiane non deve essere intesa come una carta di debito, cioè come un bancomat: non può essere usata per fare acquisti nei negozi ma solo per prelevare denaro presso gli sportelli Postamat presenti in tutta Italia.

Carta libretto postale, come funziona e quanto posso prelevare?

In maniera molto semplice, con una carta Libretto Postale è possibile andare presso un qualunque ATM del circuito Postamat (e solo quelli) e si possono prelevare fino a 600 € al giorno e fino a 2.500 € al mese (importi aggiornati al 2024).

Inoltre, si possono fare fino a 40 operazioni senza scrittura sul libretto. Svolte questo numero di operazioni, occorre andare in un qualunque ufficio postale e farsi fare una nuova scrittura sul libretto, che abilita a compiere altre 40 operazioni.

Inoltre, è possibile controllare il saldo del proprio libretto postale.

Orari prelievo

Non ci sono orari precisi di prelievo con questa carta, che dunque può essere fatto 24 ore su 24.

Si può usare la carta libretto postale online, o per pagare?

No, questo strumento di Poste Italiane è stato pensato solo ed esclusivamente per facilitare e rendere più veloce l’uso del libretto postale. Le uniche operazioni che si possono fare sono quelle relative al prelievo di denaro da uno sportello Postamat, null’altro.

Allo stesso modo, la carta non si può usare come un bancomat per pagare nei negozi “fisici” tramite POS.

Come attivare la Carta libretto Postale?

Per attivare la carta libretto postale bisogna ovviamente prima di tutto aver fatto richiesta della Carta, la quale non arriva a casa ma viene inviata all’ufficio postale dove si è proceduto con la domanda. Al domicilio del richiedente, invece, arriva il PIN necessario per poterla usare.

Quando arriva, la carta libretto postale è non abilitata, il che significa che deve essere attivata da Poste Italiane. Dunque, non bisogna temere eventuali problemi o smarrimenti nella spedizione.

Non appena si riceve il codice PIN, pertanto, bisogna andare presso l’ufficio postale dove si era fatta richiesta e chiedere l’attivazione della carta.

Dal momento in cui l’attivazione è stata fatta, sarà possibile iniziare ad usare la carta immediatamente.

Costo carta libretto postale?

Ecco un riepilogo di costi e commissioni di questa carta, aggiornati al 2020.

Quota annuale Gratis
Prelievi da sportelli Postamat Gratis
Blocco Carta Gratis
Prelievo massimo giornaliero 600 €
Prelievo massimo mensile 2.500 €
N° di operazioni massime con una scrittura 40

Problemi e domande legate alla carta libretto postale

Cosa fare se carta libretto postale è smagnetizzata? Semplicemente bisogna andare presso l’ufficio postale dove si era fatta richiesta di apertura e fare presente il problema. Gli addetti delle Poste provvederanno a fare richiesta di una nuova carta. Se la carta risulta bloccata o inattiva potrebbe essere scaduta, vedi cosa fare se hai la carta libretto postale scaduta.

Cosa fare in caso di smarrimento o furto? Nessun problema, la carta non può essere usata senza il PIN (per questo motivo, non mettetelo vicino alla carta stessa o non scrivetelo sopra, ma ricordatelo a mente). In ogni caso è importante farlo presente a Poste Italiane, dunque andate il prima possibile in un ufficio postale (uno qualunque) e dite che avete smarrito o che vi hanno rubato la carta. L’ente subito procederà al blocco della stessa, ad annullarla e a rimpiazzarla con una nuova.

C’è rischio che la carta possa venire clonata? Certo, ogni volta che si usa carta magnetica c’è rischio che la stessa possa venire clonata. Per fortuna, le probabilità sono poche, ma comunque occorre tenere a mente il rischio. Per questo motivo vi consigliamo di controllare, periodicamente, le uscite dal libretto postale (potete farlo usando direttamente la carta e da uno sportello ATM) e segnalare immediatamente a Poste Italiane qualunque cosa vi sembri strana.

Anche se semplicemente non ricordate di aver fatto un’operazione e siete nel dubbio, fatelo comunque presente e non temete di fare brutte figure: la sicurezza viene prima di tutto!

Uso la carta, ma dice non abilitata! In questo caso potrebbe essersi trattato di un problema con i terminali di Poste Italiane, oppure di un disguido legato alla smagnetizzazione della carta stessa. Qualunque siano le cause, andate subito in un ufficio postale.

Cosa fare se l’intestatario della carta è deceduto? In questi casi, essendo la carta legata al libretto postale, se lo stesso era cointestato di solito rimane all’altro cointestatario, altrimenti passa agli eredi. Per maggiori informazioni, in ogni caso, vi consigliamo di rivolgervi ad un legale esperto in materia di successioni.

Carta Libretto Postale, quando arriva? In teoria sono necessari pochi giorni per ricevere la carta presso l’ufficio postale dove si è richiesta l’apertura. Lo stesso dicasi del PIN, che invece vi arriva a casa.

La carta non è stata recapitata, e ora? Se la vostra carta non arriva, Poste Italiane si occuperà di capire cosa è successo e di farvi arrivare un’altra carta. Per quella “smarrita” non preoccupatevi, non è abilitata (e inoltre chiunque ne entri in possesso non ha il PIN, che vi arriva a casa) dunque non rischiate di perdere davvero nulla.

Si può versare denaro? Tramite la carta in sé non è possibile versare denaro sul libretto postale, magari tramite ATM. Per farlo dovete necessariamente fare la fila in Posta e presentare il libretto.

Si può guadagnare con la carta libretto? In linea teorica si, perché è previsto il pagamento di un interesse minimo. Nella pratica, però, bisogna fare “i conti” con il bollo statale, che eroga il possibile guadagno. Per questo, qui di seguito puoi trovare 3 alternative più remunerative ma altrettanto sicure:

Si può usare la carta libretto postale all’estero?

No, purtroppo no. L’uso di questa carta è legata alla presenza di sportelli ATM Postamat, dunque non può essere usata all’estero. Se avete in procinto di fare un viaggio potete solo effettuare un prelievo prima della partenza e partire portando con voi il contante. In alternativa, dovreste avere una carta di credito, di debito, oppure una prepagata.

Si può ricevere un bonifico su libretto postale?

Grazie alla carta libretto postale è possibile ricevere anche l’accredito di un bonifico, un pagamento da altra banca italiana o internazionale, senza alcun problema. Non ci sono spese per la ricezione del bonifico, pertanto è sempre molto conveniente.

Posso ricevere l’accredito dello stipendio?

Il codice IBAN della carta libretto postale può essere usato anche per ricevere l’accredito dello stipendio. E’ possibile farlo sia per i dipendenti del settore privato che del settore pubblico, senza alcun problema.

Considerando la comodità di questa carta, sono sempre tanti i giovani e meno giovani che decidono di aprire la carta libretto postale per ricevere l’accredito stipendio.

Libretto Postale IBAN, dove si trova e a cosa serve?

L’IBAN, acronimo di International Bank Account Number, è il codice delle coordinate bancarie internazionali che permette di identificare, in maniera univoca, un conto corrente bancario, sia in Italia che all’estero. Si tratta di un codice che è di fondamentale utilizzo per ricevere bonifici dall’estero, ma che anche da Italia ad Italia sta risultando essere sempre più importante.

Questo codice si trova solitamente riportato sul libretto stesso, in mancanza è possibile chiedere direttamente presso l’ufficio postale più vicino, oppure calcolarlo seguendo la guida di questa immagine:

Libretto Postale, calcolo IBAN

Libretto Postale, calcolo IBAN

Si può ricevere l’accredito della pensione?

Si, è possibile usare la carta libretto postale per ricevere l’accredito della pensione (INPS e INPDAP), ma solo a patto che alla carta stessa sia assegnato un IBAN.

Per poterlo avere dovete avere un libretto postale Smart. In questo caso potete andare presso un ufficio di Poste Italiane e farvi comunicare l’IBAN della vostra carta (è un codice univoco, che avete solo voi).

Con l’IBAN in mano potete comunicarlo all’ente pensionistico e farvi accreditare la pensione direttamente sul libretto postale tramite la carta libretto.

Si può fare un bonifico da libretto postale a conto corrente bancario o postale?

Anche in questo caso, grazie alla carta libretto postale con IBAN è possibile fare un bonifico verso un altro conto corrente bancario o postale. Per costi e condizioni, la miglior cosa è rimanere aggiornati chiedendo direttamente all’ufficio postale più vicino a casa propria, oppure direttamente sul sito ufficiale www poste it .

Libretto postale accredito disoccupazione

Così come si può usare la carta libretto postale per ricevere un bonifico, lo stipendio o la pensione, è possibile usarla anche per la ricezione dell’accredito per la disoccupazione. Basta dare semplicemente i dati dell’IBAN all’ente che pagherà questo beneficio economico. Per informazioni, in questo caso si può andare direttamente in Posta, oppure chiedere all’INPS di riferimento.

Per bloccare la carta

Per chiedere il blocco della carta in seguito a furto o smarrimento, riportiamo di seguito il numero verde con cui poter contattare Poste Italiane: 800 652 653 . Un operatore è a disposizione 24 ore su 24 .

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Prestiti con cessione del quinto per pensionati residenti all’estero

Guida completa ai prestiti con cessione del quinto per pensionati residenti all'estero.
Gino Topini

Se sei un pensionato e sei residente all’estero puoi richiedere anche nel 2024 la cessione del quinto.

I prestiti con cessione per pensionati residenti all’estero sono una realtà che sempre più società finanziarie propongono.

Puoi provare a richiedere un prestito con cessione del quinto anche se sei residente fuori dall’Italia a società finanziarie come ViviBanca (vedi il sito ufficiale).

Prestiti con cessione del quinto a pensionati residenti all’estero, cosa si può ottenere?

A seconda della società finanziaria cui ci si rivolge, o se si fa domanda direttamente all’INPS, ecco cosa puoi ottenere con questo prestito riservato ai pensionati INPS ed ex-INPDAP:

  • fino a 75.000 € di prestito;
  • possibilità di restituire la somma indicata in 10 anni (120 rate mensili);
  • importo massimo della rata mensile pari al 20% della pensione netta (come da classica cessione del quinto);
  • tassi di interesse convenienti e ridotti, che sono controllati direttamente dall’INPS.

Chi può fare domanda?

La domanda può essere fatta da tutti i pensionati italiani che sono residenti all’estero, come ad esempio:

  • Portogallo;
  • Spagna;
  • Romania;
  • Polonia;
  • Regno Unito;
  • ecc.

Non sono invece ammesse al prestito le domande dei pensionati che sono residenti in uno dei paesi considerati in black list dall’Italia, in ordine alfabetico:

Algeria Bahamas Bosnia Erzegovina Botswana Corea Del Nord Costa D’Avorio Ecuador Egitto Etiopia Ghana Indonesia Iran Iraq Libia Myanmar Pakistan Serbia Siria Sri Lanka Trinidad e Tobago Yemen

La Tunisia è stata rimossa da poco dalla black list.

C’è bisogno del conto corrente italiano per avere il prestito?

No, la cessione del quinto può essere richiesta anche se si ha un conto corrente estero, come ad esempio un N26 tedesco o un Revolut inglese.

Bisogna essere iscritti all’AIRE?

Si, è importante avere l’iscrizione all’AIRE (Associazione degli Italiani Residenti all’Estero).

Dato che l’iscrizione all’AIRE è uno dei presupposti per essere considerati effettivamente residenti fuori Italia e per evitare la doppia imposizione fiscale, ecco che l’iscrizione è fondamentale per presentare domanda di prestito con cessione V.

L’iscrizione è gratuita, per avere maggiori informazioni bisogna leggere direttamente sul sito del Ministero degli Esteri (https://serviziconsolarionline.esteri.it/ScoFE/services/service-info.sco?serviceId=92).

Che tempistiche ci sono?

Le tempistiche sono di solito un po’ più lunghe rispetto alle cessioni del quinto a pensionati che vivono in Italia.

Questo è dovuto principalmente al fatto che bisogna mandare i soldi all’estero.

Una volta fatti tutti gli adempimenti necessari ed accettata la domanda, si riceverà la somma concordata direttamente sul proprio conto corrente bancario entro 30 giorni a partire dalla firma del contratto (bisogna chiedere all’istituto di credito per le sue tempistiche precise).

Assicurazione sulla vita

Questo finanziamento ha sempre inclusa l’assicurazione rischio vita compresa nella rata mensile, obbligatoria per ogni tipologia di cessione quinto, inclusa quella per chi vive all’estero.

Rimborso delle rate

Il rimborso viene fatto tramite una trattenuta mensile dalla pensione netta, cosa che viene fatta direttamente dall’INPS in maniera regolare.

Come richiedere un preventivo

La richiesta del preventivo viene svolta secondo questi passaggi:

  • la finanziaria verifica la tua idoneità a ricevere il prestito;
  • ti viene inviato il preventivo (di solito via e-mail);
  • puoi valutare il preventivo inviato e decidere se fa al caso tuo o meno (ricorda sempre di confrontare il preventivo con quelli di altre società finanziarie per essere sicuro di scegliere quello più conveniente);
  • compilazione di tutti i moduli necessari per effettuare la richiesta ed avviare la fase istruttoria da parte della finanziaria e dell’INPS;
  • dopo l’accettazione del finanziamento da parte sia della finanziaria che dell’INPS, dovrai firmare il contratto, che può essere cartaceo da firmare e rispedire in Italia, o online a seconda della società finanziaria (ci sono alcune società come ViviBanca (sito ufficiale) che offrono i prestiti con firma digitale che sono 100% online);
  • una volta ricevuto il contratto firmato, la società finanziaria si occupa di trasferire la somma di denaro sul tuo conto corrente, che può essere sia italiano che estero.
  • Il preventivo del prestito con cessione del quinto per pensionati residenti all’estero può essere richiesto direttamente online, da computer o anche da smartphone, andando sul sito delle più famose società finanziarie, come ViviBanca (sito ufficiale).
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Calcolo Rata Cessione del Quinto

Gino Topini

[calcolo_cessione]

Effettua il calcolo della cessione del quinto dello stipendio usando lo strumento gratuito qui sopra. Calcolare la rata è importante perché ti permette di sapere l’importo della cessione del quinto INPS o ex-INPDAP che potrai ottenere come prestito personale.

Guida al Calcolo cessione del quinto

Dipendenti

Per il calcolo rata cessione del quinto dei dipendenti privati, pubblici e ministeriali, bisogna partire dallo stipendio netto.

Ecco il procedimento passo dopo passo:

  1. bisogna sommare le 12 mensilità + 13esima + 14esima. Non contano invece né gli straordinari, né gli assegni familiari o altre forme di sostegno al reddito;
  2. bisogna quindi calcolare lo stipendio medio mensile, così: stipendio netto annuale / 12 (anche se si prendono tredicesima o quattordicesima, comunque lo stipendio medio mensile va calcolato dividendo per 12);
  3. infine, si fa il calcolo della rata massima, così: stipendio netto mensile / 5.

Lo stipendio netto mensile viene diviso per 5 perché, per legge, l’importo massimo che si può pagare come rata mensile è pari a 1/5 dello stipendio.

LEGGI ANCHE: guida alla cessione del quinto

Esempio:

  • Stipendio netto mensile 1.500 euro
  • Tredicesima: 1.200 euro
  • Stipendio annuale: (1.500 x 12) + 1.200 = 19.200
  • Stipendio medio mensile: 19.200 / 12 = 1.600
  • Quinto cedibile: 1.600 / 5 = 320

L’importo massimo della rata mensile che si potrà pagare è di 320 € .

Solo per dipendenti Pubblici, Statali e Ministeriali

Nel caso dei dipendenti statali, il calcolo della cessione del quinto è più facile: basta prendere dalla busta paga l’importo dello stipendio lordo e sottrarre tutte le ritenute, come ad esempio:

Indennità di pensione

  • RIA (Retribuzione Individuale di Anzianità)
  • IIS (Indennità Integrativa Speciale)
  • Scatti di anzianità
  • Ritenute Fiscali
  • Ritenute Assistenziali e Previdenziali
  • Ritenute addizionali, sia regionali che comunali

Pensionati

Nel calcolo della cessione del quinto per pensionati INPS ed ex-INPDAP bisogna considerare la “quota cedibile”.

E’ il modello OBIS/M, un certificato numerato dove sono riportati i dati anagrafici del pensionato, la categoria e la sede INPS di competenza, oltre al tutore o al rappresentante legale (solo se ce ne fosse bisogno, ovviamente).

Per ottenere la “quota cedibile” bisogna chiedere all’INPS, poiché è un documento specifico che viene rilasciato da questo ente pensionistico italiano proprio quando si ha bisogno di un prestito.

Per approfondimenti: verifica quota cedibile e prestiti per pensionati

Esempio:

  • Pensione mensile 1.200 euro per 12 mensilità
  • Pensione media mensile: 1.200
  • Quinto cedibile: 1.200 / 5 = 240

Nel caso del pensionato, l’importo massimo della rata mensile è di 240 € .

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MutuiSupermarket opinioni e recensioni

Cos'è MutuiSupermarket e come funziona? E' affidabile questo servizio di comparazione mutui? Leggi la nostra recensione per rispondere alle tue domande.
Gino Topini

MutuiSupermarket (sito ufficiale) è uno dei portali web dove è più semplice e veloce richiedere diversi preventivi di mutuo per comprare casa.

Andando sul sito ufficiale potrai confrontare le offerte di mutuo delle migliori banche italiane, in pochi click.

Le banche e gli istituti di credito che MutuiSuperMarket confronta coprono, secondo il servizio stesso, più del 90% del mercato dei mutui in Italia.

MutuiSupermarket: la recensione

Il servizio offerto da MutuiSuperMarket (sito ufficiale) è effettivamente molto comodo.

Una volta che sei arrivato sul sito ufficiale potrai inserire i dati relativi al tuo mutuo e cliccare su “Cerca il tuo Mutuo”.

I dati che dovrai fornire sono:

  • importo del mutuo;
  • durata;
  • valore dell’immobile;
  • provincia dove l’immobile si trova;
  • tipo di tasso (tra fisso, variabile, misto, variabile con cap e variabile con rata costante);
  • la finalità del mutuo (tra prima casa, seconda casa, acquisto in asta, surroga, surroga più liquidità e ristrutturazione casa);
  • la durata di rimborso del mutuo;
  • il tuo reddito mensile netto.

Avrai dunque una lista dei migliori mutui disponibili per il 2024, solo delle migliori banche come:

  • Unicredit;
  • Banca Sella;
  • BNL Gruppo BNP Paribas;
  • Credit Agricole;
  • Intesa SanPaolo;
  • Banco di Sardegna;
  • Banco BPM;
  • We Bank;
  • Deutsche Bank;
  • Monte dei Paschi d Siena

e altre ancora.

Di ogni mutuo offerto potrai anche vedere le opinioni dei consumatori che lo hanno già richiesto, visualizzare il preventivo completo, oppure selezionare e confrontare più proposte per trovare quella più conveniente.

Cliccando poi su “Verifica fattibilità” verrai rimandato su una pagina dove dovrai inserire più dettagli sull’immobile oggetto del mutuo, e le tue informazioni personali.

A questo punto non dovrai fare altro che inviare la tua richiesta ed attendere la risposta di fattibilità.

Il tutto viene fatto in completa sicurezza perché il sito MutuiSuperMarket è protetto dal certificato di sicurezza Symantec, uno dei più affidabili sul mercato.

MutuiSupermarket conviene? Opinioni

MutuiSupermarket (sito ufficiale) è un servizio gratuito ed affidabile per trovare il migliore mutuo per le tue esigenze.

Secondo i dati resi noti dal sito stesso, ogni mese sono oltre 500.000 gli utenti che usano MutuiSuperMarket per trovare il mutuo più adatto alle proprie esigenze.

La cosa bella è che il servizio è completamente gratuito: MutuiSuperMarket viene pagato dalle banche per l’attività svolta.

Tra i servizi aggiuntivi che potrai avere ci sono la bussola mutui CRIF, per sapere tutto sull’andamento storico dei mercati e delle compravendite di immobili, e una consulenza gratuita e personalizzata chiamando il numero verde.

MutuiSupermarket ha vinto il Sigillo di Qualità come Servizio TOP nel settore di Comparazione Mutui On Line per la qualità del servizio offerto, su una indagine che ha raccolto le opinioni di oltre 200.000 consumatori.

In conclusione, MutuiSupermarket (sito ufficiale) è un servizio professionale e completo, uno dei più semplici sul mercato per poter confrontare i migliori mutui casa 2024.

  • Membro dal 2015
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Su Gino Topini

Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Rifiuto cessione del quinto: quali sono i motivi?

Ecco le principali ragioni per cui spesso capita un rifiuto della cessione del quinto. Vedi cosa fare in tale situazione.
Gino Topini

Hai fatto domanda di cessione del quinto e ti è stata rifiutata, e non sai perché?

In questo articolo cerchiamo di vedere le cause principali del rifiuto della cessione del quinto, fornendoti anche indicazioni su come poter risolvere il problema.

Cessione del quinto

Solitamente la cessione del quinto è uno dei prestiti più affidabili e facili da ottenere, perché la rata mensile viene trattenuta direttamente dalla busta paga o dalla pensione.

Inoltre, a volte viene concessa anche ai cattivi pagatori a condizione che essi abbiano un contratto di lavoro a tempo indeterminato o siano pensionati.

Sempre la cessione del quinto può essere concessa come prestito a tempo determinato, ma in questo caso la durata del contratto di finanziamento non può essere maggiore della durata rimanente del contratto di lavoro.

Rifiuto cessione del quinto: quali sono i motivi?

Nel caso di un dipendente, i motivi di rifiuto possono essere:

  • assunzione troppo recente: di solito c’è bisogno di avere almeno 6 mesi di anzianità lavorativa prima di poter fare domanda di cessione V;
  • società di dimensioni troppo piccole: in genere le società finanziarie richiedono che la società per cui si lavora abbia almeno 15 dipendenti. Non è sempre così, e si può provare a fare domanda presso altre società, come FinanziatiOra e Younited Credit (vedi sito ufficiale);
  • scarso TFR o no TFR accumulato. Soprattutto per i dipendenti di aziende private, avere un buon TFR accumulato è fondamentale per avere accesso alla cessione del quinto. E’ per questo motivo che tante società finanziarie chiedono almeno 6 mesi di anzianità lavorativa, così da dare modo al dipendente di accumulare un po’ di Trattamento di Fine Rapporto. Dal TFR dipende anche l’importo massimo che si può ottenere: maggiore è il TFR, più alto può essere il prestito;
  • residenza non in Italia;
  • mancanza della copertura assicurativa, che per legge è obbligatoria per ogni cessione del quinto. In questo caso è la società finanziaria che si occuperà di fornirne una al dipendente. Questa copertura assicurativa copre il rischio morte e, nel caso dei dipendenti, quello di perdita del posto di lavoro.

Nel caso di un pensionato, i motivi per cui la cessione può essere rifiutata possono essere:

  • residenza non in Italia;
  • mancata copertura assicurativa;
  • età troppo avanzata, perché di solito le finanziarie concedono prestiti fino a 75/80 anni di età. Ci sono anche delle eccezioni, leggi la nostra guida alle età massima per i prestiti a pensionati;
  • il tipo di pensione, perché sono accettate solo quelle di anzianità o di vecchiaia. Leggi anche il nostro testo sui prestiti con pensione sociale;
  • pensione troppo bassa, perché non si può chiedere un finanziamento con la pensione minima. Leggi il nostro approfondimento sui prestiti con pensione minima.

Cosa fare in caso di cessione del quinto rifiutata

La prima cosa da fare è capire con esattezza perché la banca o la finanziaria hanno espresso il rifiuto alla cessione quinto.

Una volta che si sa perché, bisogna cercare di risolvere il problema.

Ad esempio, se si ha un’anzianità lavorativa troppo bassa, bisogna semplicemente attendere qualche mese.

Se si ha un’età troppo alta (nel caso dei pensionati), o si ha una pensione troppo bassa, si potrebbe risolvere con un’altra tipologia di finanziamento, come il prestito vitalizio ipotecario (valutate sempre in maniera autonoma se vi conviene oppure no).

Bisogna anche sempre chiedersi se si ha veramente bisogno del prestito, o se magari si può fare in qualche altro modo (come mettere mano ai risparmi, o chiedere un prestito non fruttifero a parenti o amici).

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Laureato in economia presso l'Università degli Studi del Molise, dal 2015 lavoro in Mondo Prestiti come redattore e specialista in prestiti e mutui. Appassionato di economia e finanza personale, ma anche di viaggi e libri.

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Prestiti per dipendenti da Poste Italiane

Gino Topini

I prestiti per dipendenti da Poste Italiane sono una tipologia di finanziamento che può essere richiesta in ogni ufficio postale italiano (dietro appuntamento) ed è pensata per tutti i lavoratori dipendenti pubblici e statali.

Fino a 50.000 euro da rimborsare entro 120 mesi con la modalità della cessione del quinto, sono le caratteristiche principali di questo finanziamento.

Prestiti per dipendenti da Poste Italiane

Il prestito per lavoratori dipendenti di Poste Italiane è chiamato “Quinto BancoPosta Dipendenti Pubblici” e può essere chiesto da tutti i lavoratori del settore pubblico, come:

Questa tipologia di prestito per dipendenti pubblici e statali presenta la seguenti caratteristiche:

  • fino a 50.000 euro;
  • possibilità di rimborso fino a 120 mesi;
  • è un prestito non finalizzato, nel senso che non bisogna dare nessuna motivazione sul perché lo si voglia richiedere;

Inoltre, non presenta spese aggiuntive (è dunque un prestito a zero spese) e può essere richiesto anche senza avere un conto corrente postale BancoPosta.

Doppio quinto

Se hai bisogno di più denaro di quello che potresti ottenere con una classica cessione del quinto, il prestito a dipendenti delle Poste può essere richiesto anche come prestito delega, o doppio quinto, un finanziamento che ti permette di avere fino al doppio del prestito.

Anche per cattivi pagatori e protestati

In genere, le cessioni del quinto possono essere richieste anche dai cattivi pagatori e dai protestati, perché la garanzia dello stipendio (soprattutto se da dipendente pubblico) è molto forte.

Come avere il prestito per dipendenti di Poste Italiane

Per prima cosa devi trovare l’ufficio postale più vicino a casa tua, e richiedere un appuntamento (la richiesta può essere fatta anche telefonicamente, o sul sito ufficiale delle Poste Italiane).

Il giorno dell’appuntamento, dovrai presentarti con tutti i documenti che ti è stato detto di portare quando hai chiesto l’appuntamento.

Il documento più importante è il certificato di stipendio, che attesta la tua situazione lavorativa e permetterà al dipendente Postale di analizzare al meglio la tua situazione.

Una volta che la tua pratica sarà stata approvata, potrai ricevere solitamente un acconto sulla somma totale richiesta (chiedi al dipendente postale se è anche il tuo caso). Dopodiché, entro alcuni giorni, riceverai l’accredito dell’intera somma.

Calcolo rata cessione quinto Poste Italiane

Ecco un esempio di calcolo rata cessione del quinto con Poste Italiane.

  • Importo richiesto: € 23.462,07
  • Numero di rate mensili: 120
  • Importo fisso rata periodica: € 250 al mese
  • Importo totale da rimborsare: € 30.000
  • Totale costo interessi: € 6.537,93
  • TAN fisso: 5,10%
  • TAEG: 5,23%

Ti ricordiamo sempre di confrontare i preventivi di prestiti con quelli di più società finanziarie, così da essere sicuro che stai scegliendo il più conveniente. Puoi provare a chiedere un preventivo di prestito con cessione del quinto anche a:

Prestito Postepay

Il prestito Postepay è un’alternativa alla classica cessione del quinto BancoPosta.

Puoi richiederlo se l’importo di cui hai bisogno è piccolo, ma per poterlo ottenere hai necessariamente bisogno di avere una PostePay Evolution intestata a te.

Prestiti a dipendenti pubblici e statali di Poste Italiane, conviene?

Sicuramente le Poste Italiane sono uno degli istituti di credito più famosi in Italia, e il suo prestito con cessione del quinto è particolarmente richiesto, ma nonostante questo potresti sempre provare a fare richiesta di preventivo senza impegno anche ad altre società di credito come Finanziati Ora, che propone fino a 75.000 (click per sito ufficiale), così da avere la certezza che stai veramente scegliendo. il miglior prestito per le tue necessità ed esigenze.

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Cambiare mutuo cointestato

Che possibilità ci sono di Cambiare mutuo cointestato? Ecco le alternative disponibili tra cui poter scegliere e senza perdersi in lunghe pratiche burocratiche.
Gino Topini

Il mutuo cointestato è una procedura piuttosto comune, in quanto è un ottimo metodo per una coppia trovare facilmente il mutuo, come ad esempio su Mutui Supermarket (sito ufficiale), per acquistare un immobile e diluire le possibili variabili negative. Questa pratica infatti, permette di avere molti più vantaggi, a fronte di maggiori garanzie che si possono prospettare essendo due i soggetti debitori e che dunque spingono la banca a offrire condizioni più vantaggiose per i contraenti.

Ovviamente, la cointestazione di un mutuo ha anche un rovescio della medaglia da non sottovalutare. Nel caso i due vincolati del contratto di debito si separino infatti, l’eliminazione di uno dei due nomi presenti sui documenti non è così semplice. Visto che il mutuo solitamente ha una durata di svariati anni, l’eventualità che si verifichino separazioni o situazioni simili, risulta tutt’altro che remota.

In questa guida affronteremo l’argomento, cercando di capire come effettuare un cambiamento, liberando uno dei due nomi presenti sulla documentazione da ogni qualsivoglia obbligo.

Cambiare mutuo cointestato: quali sono le possibilità?

La situazione in cui si verifica l’eventualità in cui uno dei due soggetti può sottrarsi dal mutuo può essere diversa.

Ovviamente, nel caso di rapporti amichevoli, il tutto risulta più fluido e meno complesso. Come esempio agli antitesi, possiamo esporre il caso di due persone che si propongono di convivere ed acquistare un immobile in comune e che il rapporto termina.

Nell’altro caso, due persone che intendono aprire un’attività in società e che uno dei due dopo un lasso di tempo e per motivi imprevisti, intende rinunciare, in accordo con il consociato, a proseguire l’impresa. A prescindere da ciò, esistono varie potenziali soluzioni per risolvere tale problematica.

Rinegoziare il mutuo

Così come tutti i termini previsti da un contratto di un mutuo, anche i nomi degli intestatari possono essere soggetti a una variazione, o meglio, rinegoziazione. In parole povere, i due intestatari e la banca trattano una o più modifiche rispetto al contratto originario.

In questo senso, va considerato che la banca può permettere l’uscita di scena di un intestatario, solo se l’altro offre adeguate garanzie. Non solo: l’istituto potrebbe anche richiedere un’ulteriore ipoteca o una fideiussione per procedere con l’estromissione di un intestatario. Chiaramente la parte forte del negoziato è la banca, in quanto ha nelle mani una sottoscrizione del preesistente documento e quindi forzerà per avere il massimo ottenibile in fatto di assicurazione.

Quindi, vanno sempre lette attentamente le varie postille nel contratto originale. D’altronde gli istituti di credito, nell’ultimo ventennio, hanno subito una vera emorragia di liquidità a causa di crediti inesigibili, facendo quasi fallire decine e decine di banche che avevano prestato denaro con troppa facilità.

Ricorda, che per la ricerca di un mutuo, conviene sempre affidarsi a servizi seri e sicuri come Mutui Supermarket (sito ufficiale qui).

Sostituzione del mutuo

Un’altra soluzione riguarda la cosiddetta sostituzione del mutuo. In tal senso, uno dei due soggetti coinvolti nel mutuo cointestato, ne ottiene uno nuovo, in questo caso come unico sottoscrivente.

Con questo finanziamento, lo stesso va a estinguere quello precedente, liberando di fatto il cointestatario. In tal senso, ovviamente, vanno attentamente considerate le condizioni proposte con il secondo mutuo. Inoltre vanno poi aggiunte le classiche spese legate a prodotti finanziari di questo tipo. Senza dubbio potrebbe risultare la soluzione migliore, se la banca non pone troppe clausole capestro che potrebbero inficiare sull’investimento, rendendolo svantaggioso.

Al di là di tutto ciò poi, va dato per scontato che uno dei due soggetti sia disposto ad accollarsi tutte le rate rimanenti del mutuo. In un contesto del genere inoltre, la banca ha meno certezze.

Tutto ciò, di contro, può essere bilanciato dal fatto che il nuovo mutuo è presumibilmente più contenuto rispetto al precedente. Il precedente, quello cointestato, probabilmente ha già visto una parziale restituzione durante i mesi/anni precedenti.

Cerca il giusto mutuo dal sito ufficiale di Mutui Supermarket.

Accollo del mutuo

L’alternativa ai precedenti metodi è l’accollo di un mutuo. In questo caso, una delle due parti coinvolte acquista l’altra metà dell’abitazione.

Tale operazione, di fatto, libera totalmente l’altro sottoscrivente da ogni tipo di obbligo. Va comunque chiarito che esistono due tipologie di assumersi il carico del mutuo.

Leggi la nostra recensione su MutuiSupermarket oppure vai direttamente sul sito ufficiale per ottenere il miglior mutuo per te.

Accollo del mutuo liberatorio

Questa modalità prevede che la banca analizzi attentamente lo stato finanziario del sottoscrittore che intende accollarsi il mutuo. In caso di verifica positiva, il mutuo passa totalmente sulle spalle di tale soggetto, liberando l’altro.

Accollo del mutuo non liberatorio

In questo caso, la banca prende come riferimento il soggetto che si intesta il mutuo. Nell’ipotesi però che questo salti delle rate, l’istituto bancario può comunque rifarsi sull’ex-cointestatario.

Come è facile intuire, il primo esempio è indicato per chi ha una situazione di conflitto con l’ex-cointestatario, mentre nel secondo caso si parla di una soluzione decisamente più amichevole.

Per concludere possiamo consigliarvi di presentarvi alla banca o all’istituto erogante il mutuo, in modo pacifico e avendo già stabilito i termini dello scioglimento a priori. In perfetto accordo, perché eventuali discordanze andranno sicuramente a scapito vostro e non avrete nulla da guadagnarci in una disputa legale. Chi ne trarrà beneficio sono solo la banca e gli avvocati.

Cerca il mutuo più conveniente sul sito ufficiale di Mutui Supermarket >>

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Migliore Home Banking

Migliori banche online per fare home banking: guida completa ed aggiornata alle migliori banche per gestire il conto da internet e da app.
Gino Topini

Nel 2024 l’home banking è sempre di più una cosa fondamentale, che sempre più persone continuano ad utilizzare, in tutta sicurezza. Tutti gli istituti di credito dovrebbero offrirlo (ma non tutti lo fanno). A differenza di altri paesi, dove tutti i conti correnti sono legati ad un sistema di gestione da casa, con il computer, in Italia ci sono ancora banche che non offrono questo servizio, o comunque quello che offrono è molto scomodo e difficile da usare, non intuitivo.

L’internet banking è sicuro?

Si, oggi usare l’internet banking è sicuro. Le banche ci tengono al fatto che tutte le operazioni i loro clienti svolgono su internet siano sicure e fatte in tranquillità, al riparo da malintenzionati.

  • connessione sicura https , è uno standard per tutte le banche. La connessione sicura https , o SSL, permette di criptare i dati che vengono scambiati tra il computer dell’utilizzatore e i server della banca, in maniera tale che non possano essere “rubati” se intercettati
  • password OTP (One Time Password), si tratta di un piccolo dispositivo simile ad una penna USB che dà delle password numeriche o alfanumeriche che l’utente può usare una volta sola e che valgono solo per alcuni secondi. Passato questo tempo occorre chiederne un’altra

Attenzione al phishing, ovvero alle email truffa

Per cercare di carpire le password di accesso al proprio conto corrente bancario, i malintenzionati inviamo email phishing, ovvero truffa, nelle quali, spacciandosi per la banca, chiedono nome utente e password.

La scusa è solitamente sempre la stessa: un problema nel conto, il conto che non è stato usato per troppo tempo e ora è a rischio chiusura (come le banche impostassero una scadenza ai conti correnti), ecc. A volte potrebbe essere difficile riconoscere email vere da email truffa, ma ricordate che le banche vere non chiedono mai la vostra password del conto.

Inoltre, se avete dei dubbi è sempre meglio lasciar perdere temporaneamente l’email per chiedere in banca se si tratta di una comunicazione reale o fasulla. Gli istituti di credito sono sempre molto ricettivi verso queste problematiche e vi aiuteranno in pochissimo tempo a trovare una risposta alle vostre domande.

Vantaggi di usare la banca online

  • possibilità di entrare in banca 24 ore su 24 e 7 giorni su 7
  • possibilità di fare tutte le operazioni che si desiderano senza dover fare la fila in banca
  • possibilità di accedere da computer o da cellulare (sia da sito mobile che, se presente, con le app dedicate)
  • possibilità di risparmiare denaro sul canone annuo del conto corrente, che spesso è scontato per i conti online

Le banche con il miglior servizio di banking online 2020

Indubbiamente le banche online come IwBank e Mediolanum hanno il miglior servizio di banca online in assoluto, poiché si concentrano proprio sul virtuale per far svolgere le operazioni ai loro clienti.

Hype

Una delle grandi novità del 2020, Hype costo zero (sito ufficiale) permette di gestire il proprio conto direttamente online in maniera semplice, da computer o smartphone.

Non è un conto nel vero senso del termine, quanto piuttosto una carta conto con IBAN, che permette di ricevere e fare bonifici, ricevere lo stipendio, e poter pagare nei negozi e su internet.

Approfondimenti: carta Hype recensioni ed opinioni

N26

N26 (sito ufficiale) è una delle migliori banche online per l’home banking. Dall’app si può gestire tutto quello che riguarda il proprio conto: fare e ricevere bonifici, effettuare pagamenti o ricariche telefoniche, controllare le spese e gestire le carte.

L’IBAN è tedesco, tanto che N26 è una delle migliori banche della Germania.

L’apertura del conto si fa dal sito ufficiale ed è gratis.

We Bank

Il conto corrente di We Bank (vedi sito ufficiale) è a zero spese e zero canone. Dall’app o dal sito ufficiale si può gestire il conto senza problemi: controllare le spese, gestire le carte, fare e ricevere bonifici, ricevere lo stipendio o la pensione.

Inoltre, il conto WeBank permette anche di fare investimenti e trading.

L’apertura si fa dal sito ufficiale, gratuitamente.

Widiba

Altra banca che fa della presenza online il suo principale punto di forza. I conti di Widiba possono essere gestiti 100% su internet, in maniera intuitiva e sicura.

Il conto deposito, in maniera particolare, permette di capire in ogni momento quanto si sta guadagnando.

L’apertura del conto si fa dal sito ufficiale, gratuitamente.

Che Banca!

La Banca Virtuale di Che Banca! è stata una delle prime ad adottare l’home banking in Italia e ancora oggi la gestione dei conti correnti online tramite questo istituto di credito è molto semplice ed intuitiva.

CheBanca! permette anche di gestire il conto deposito tramite home banking, funzionalità particolarmente apprezzata per capire in che maniera stanno rendendo i propri risparmi.

Hello Bank!

Una delle banche online più convenienti in assoluto grazie al conto corrente zero spese e alla carta di credito a canone zero. Hello Bank! è un marchio BNL, che ha dietro alle spalle la solidità di uno dei gruppi bancari più grandi in Europa (che è BNP Paribas).

Approfondimenti: prestiti Hello Bank recensione

Conto corrente online IwBank

IwBank propone due tipologie di conti: Iw Conto e Iw Conto Trading. Il primo è il classico conto corrente bancario, quello con tutte le funzionalità base di cui si ha bisogno anche per l’operatività di tutti i giorni: carta di debito, possibilità di fare e ricevere bonifici, assegni bancari, ecc.

Il secondo è riservato a chi usa il conto principale per investire denaro sui mercati finanziari, nel mercato del Forex o in quello delle azioni, il tutto usando la comoda piattaforma di trading che proprio IwBank mette a disposizione dei suoi clienti.

Entrambi i conti sono gestibili dall’amministrazione online.

Conto corrente online Banca Mediolanum

Banca Mediolanum propone un conto corrente classico noto come “My Freedom” e un conto di deposito, personalizzabili sulla base delle proprie esigenze. Il conto può essere comodamente gestito tramite banking online, per telefono (l’assistenza Mediolanum è di una professionalità e di una gentilezza unica, provata personalmente) o tramite un family banker.

Unicredit Banca

Anche Unicredit Banca, benché sia una banca tradizionale, offre una interessante e comoda sezione di amministrazione virtuale del proprio conto corrente. Semplice da usare e da attivare, prevede una versione per computer e una per mobile (iOS, Android, Windows Phone e Amazon Apps).

La sicurezza è anche in questo caso garantita dalla presenza di una password monouso.

In conclusione, optiamo per l’home banking

Internet ci mette a disposizione degli strumenti che fino a qualche anno fa non potevamo neanche immaginare, tra cui proprio la possibilità di gestire il conto corrente bancario da casa, senza andare fisicamente in banca. Un po’ come i prestiti online.

Per cui diciamo “” all’home banking, a patto che si usi sempre la testa e si stia sempre attenti, ci sono sempre dei malintenzionati che vorrebbero rubarci le password o farci cadere in qualche truffa da cui riprendersi e reagire è difficile e non sempre così veloce come si vorrebbe.

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