Finanziamento non pagato va in prescrizione?

Scopri cosa dice la legge in termini di prescrizione di un debito. Se ti stai chiedendo se un Finanziamento non pagato va in prescrizione, leggi questa guida.
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Un finanziamento non pagato nei termini previsti va in prescrizione? Come funziona la prescrizione per i finanziamenti?

Come noto, la prescrizione è regolata dagli articoli 2934 a 2963 del codice civile italiano. Ed è l’estinzione di un diritto conseguente al suo mancato esercizio per un determinato periodo di tempo.

Anche diversi reati, come noto, vanno in prescrizione. E i prestiti? Se il creditore non li riscatta in tempo, pure vanno in prescrizione?

E’ di questo che ci occupiamo in questo articolo.

Come funziona la prescrizione per il finanziamento?

Partiamo dal presupposto che anche i prestiti personali vanno in prescrizione, come ogni tipo di diritto non esercitato entro determinati limiti di tempo. Del resto, si tratta pur sempre di un contratto. Ma occorre precisare che la normativa fissa dei limiti molto circostanziali.

Esistono di fatti 2 tipi di prescrizione:

  1. estinzione in 5 anni del diritto al risarcimento, che riguardano fatti illeciti non derivanti da un atto o un contratto, ma da situazioni più ufficiose diciamo così. L’esempio più classico può essere una disputa tra vicini
  2. quando il prestito personale emerge da un contratto. Si pensi per esempio ad un istituto di credito, allora i tempi si allungano del doppio, diventando 10 anni. Ma ci sono anche altre casistiche, che riducono i tempi, come il mancato pagamento di una bolletta (5 anni a partire dalla data di scadenza), o il debito verso un libero professionista che può richiederla entro 3 anni dalla data della fattura

A prescindere dal tipo di finanziamento e quindi dalla relativa scadenza, una volta sopravvenuta quest’ultima il creditore non può rivendicare più alcun diritto.

Finanziamento: quali sono i tempi per la prescrizione

Vediamo più da vicino quali sono le tempistiche affinché sopraggiunga la prescrizione di un finanziamento:

  • 6 mesi: per i crediti dovuti ad albergatori e similari,
  • 1 anno: per i crediti dovuti alla riscossione dei premi delle assicurazioni,
  • 2 anni: per i crediti dovuti alla circolazione dei veicoli,
  • 3 anni: per i crediti maturati dallo svolgimento di attività professionali,
  • 5 anni: per i crediti derivanti da canoni di locazione, interessi, salari, TFR e pensione.

Quali sono i tempi della prescrizione per finanziamenti ottenuti da INPS o Banche?

Ci sono poi altri casi, per i quali i tempi della prescrizione si dilatano. Come verso le banche o l’Inps. Qui entra in gioco l’articolo 2946 del Codice Civile, che dichiara apertamente che si tratta di 10 anni.

Ovviamente, ciò non significa che banche o Inps che abbiano erogato un finanziamento attendino 10 anni per esigerlo. Durante questo lasso di tempo faranno in modo di rientrarci. Anzi, si può dire che questi istituti sono molto più celeri ed efficienti quando devono riscattare capitali anziché quando devono erogarli.

Oltretutto, solitamente 10 anni sono tantissimi e difficilmente si riesce a farla franca, perché le azioni sono precise e mirate. Quindi, meglio non confidare troppo nel decennio, salvo casi di inefficienze interne degli uffici (talvolta la cattiva comunicazione tra i reparti può portare a ciò) che può far trascorrere questo tempo.

Alcune persone si sono visti arrivare cartelle esattoriali dall’Inps a pochi mesi dai fatidici 10 anni, con tanto di more. Dunque, l’attesa, oltre ad essere stata vana, è stata pure controproducente.

Quando parte il conteggio della prescrizione di un finanziamento?

Questo è un altro dato interessante, poiché ci si può confondere tra la sottoscrizione del contratto, la data della prima rata o perfino quella che sarebbe l’ultima.

Generalmente, la prescrizione inizia a decorrere a partire dalla scadenza di ogni singola rata. Ciò significa che bisogna a conteggiare i fatidici 10 anni quando scade ogni rata. Quindi, per la prima rata si calcolano i successivi 10 anni a partire dalla data di scadenza. Per la seconda rata si calcolano i successivi 10 anni a partire dalla data di scadenza e così via via per la terza, la quarta, ecc.

Quindi, supponendo una cadenza mensile, se la prima rata scade il primo marzo 2022, la prescrizione scatta il primo marzo 2032. La seconda rata è il primo aprile 2022, la prescrizione scatta il primo aprile 2032.

A sancire questo principio, come sovente accade per le diatribe, è stata una sentenza della Cassazione del 2001.

In realtà, c’è anche un altro fattore che incide sui termini della prescrizione. Il fatto che, durante il periodo di tempo utile affinché scatti la prescrizione, il creditore invii una lettera di diffida o messa in mora. Quindi, di fatto, un sollecito.

Altro fatto che può far interrompere i tempi della prescrizione è quando una finanziaria instaura un giudizio nei confronti del debitore, con un ricorso per decreto ingiuntivo o con un pignoramento. Pertanto, i termini per la prescrizione si fermano per tutta la durata del procedimento giudiziario.

Quindi, tutto questo ci fa capire quanto sia difficile confidare nella prescrizione.

Atto interruttivo della prescrizione cos’è

Siamo di fronte al caso poc’anzi menzionato. E’ quando la prescrizione si interrompe con il richiamo della società finanziaria al soggetto finanziato tramite una lettera di diffida o messa in mora. Quindi, è come se la richiesta di pagamento si rinnovasse e partisse da capo.

Inoltre, abbiamo detto che un altro fattore che fa interrompere il decorso dei termini utili per la prescrizione è un giudizio nei confronti del debitore con un ricorso per decreto ingiuntivo o con un pignoramento. Dunque, la prescrizione si interrompe per tutta la durata del procedimento giudiziario.

Quando sovviene un “atto interruttivo della prescrizione” si ha sia una interruzione del conteggio della decorrenza dei termini, sia una ripartenza dello stesso da zero prendendo come prima data la giornata seguente alla ricezione della lettera da parte del debitore.

Cosa succede se non restituisco un finanziamento prima della prescrizione

Specificato come funziona la prescrizione di un finanziamento e quando scatta, cerchiamo di capire cosa accade se non restituiamo un finanziamento prima che scatti la prescrizione.

Innanzitutto, nell’arco di tempo che passa tra la scadenza della rata e la prescrizione, il debitore sarà oggetto di numerosi solleciti, con aggravio di penali. La cui entità dovrebbe essere riportata in modo chiaro nel contratto che abbiamo sottoscritto all’atto della stipula del prestito.

Qualora il debitore faccia orecchie da mercante, allora scatterà certamente l’intervento di una società di recupero crediti. Infine si verrà segnalati al Crif, società specializzata in Sistemi di Informazione Creditizia. Il che ci renderà molto complicato ottenere altri prestiti in futuro e si rischia il prestito rifiutato, poiché è la banca dati presso cui attingono le società finanziarie per capire qual è il nostro passato.

Finire nel “libro nero” dei cattivi pagatori, oltre alle difficoltà di ottenere nuovi prestiti, porta altre spiacevoli conseguenze. Come il pignoramento dei beni a compensazione del debito. Inoltre, la mancata possibilità di chiedere altri prestiti può andare dai 6 mesi ai 10 anni, in base alla gravità della situazione.

Conclusioni

Va da sé che, a parte chiari casi di lassismo e di menefreghismo, per cui si richiedono prestiti già con l’intento poi di cercare di farla franca, non sempre un debitore insolvente è tale perché lo vuole o lo ha premeditato.

Pensiamo ad un piccolo imprenditore che si ritrova in grosse difficoltà perché il suo settore è in crisi, perché lo stato non onora i suoi impegni per un lavoro pubblico o perché si è trovato con gravi imprevisti, ecc.

Quindi, prima di richiedere un prestito, è sempre meglio valutare tutte le situazioni, magari facendosi anche aiutare da un consulente finanziario perché di proposte ce ne sono tantissime ed è difficile orientarsi.

Ricapitoliamo i tempi utili affinché sopraggiunga la prescrizione di un debito:

  • 10 anni: mutui, prestiti, finanziamenti
  • 5 anni: mancato pagamento di una rata, pensioni pubbliche o private, canoni di locazione
  • 3 anni: pagamenti a liberi professionisti o aziende che prestano servizi (studi associati di avvocati o commercialisti, infermieri a domicilio)
  • 2 anni: tasse e spese per la circolazione

Abbiamo comunque visto che il tempo utile affinché scatti la prescrizione di un debito può essere azzerata e ripartire d’accapo quando il creditore invia una lettera di sollecito o fa partire una causa.

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