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Quanto Guadagna un Avvocato

Vuoi scoprire quanto guadagna un avvocato nel 2023? Nell’immaginario collettivo, complici anche celebri serie televisive, quella dell’avvocato è una professione considerata di prestigio, umanamente ed economicamente appagante. Ma sarà davvero così? Scopriamo insieme lo stipendio di un avvocato e se vale la pena inseguire il proprio sogno immergendosi in uno “studio matto e disperatissimo”.

Si, perché prima di diventare un professionista forense passano circa 7 anni dal diploma. Si capisce bene, quindi, come un giovane possa sentirsi sfiduciato in partenza nell’intraprendere questa strada.

Nonostante questo, il numero di professionisti forensi è in costante crescita.

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Quanto guadagna un avvocato medio in Italia nel 2023?

La prima e autorevole fonte da consultare per capire quanto guadagna un avvocato in Italia è il rapporto periodico del Censis. Anticipiamo che parliamo di liberi professionisti, dal momento che al 99% gli avvocati hanno un proprio studio o al massimo sono associati.

Secondo gli ultimi dati aggiornati del Censis, in media un avvocato guadagna 40.180 euro l’anno.

A guadagnare di più, sono gli avvocati uomo residenti nel nord Italia e con oltre 50 anni di età: parliamo di circa 54.500 euro all’anno, con picchi di circa 70.000 euro l’anno in Lombardia).

Gli avvocati donne, residenti nel centro-sud Italia, guadagnano in media circa 25.000 euro l’anno.

Considerando solo le regioni italiane, tra nord e sud c’è una differenza di circa 33.000 euro. La differenza si accentua tra Lombardia e Calabria: gli avvocati lombardi guadagnano circa 50.000 euro in più rispetto ai colleghi calabresi.

Giovane avvocato under 30

Ebbene, un giovane under 30, iscritto all’Ordine, è difficile che superi i 13.000 euro l’anno circa. Praticamente meno di 1.000 euro al mese. Ciò non vale solo per i primi anni, su cui si potrebbe ricalcare la necessità di “farsi le ossa”, ma queste cifre perdurano quasi invariate sino ai 40 anni. Non solo, ma all’interno della fascia d’età sussistono notevoli differenze di introiti tra uomini e donne: i primi possono arrivare a 12.000 euro l’anno, con un po’ di fortuna, mentre le colleghe si fermano a 8.500 euro.

Facciamo un passo indietro, a proposito di giovani: un neolaureato o un tirocinante o abilitato da poco può anche non guadagnare nulla! Non è infatti semplice trovare un dominus o uno studio disposto ad accogliere un tirocinante, e molto spesso ciò si traduce nel lavorare gratis, al più per un irrisorio rimborso spese.

Un neoabilitato, poi, raramente guadagna più di 500 euro mensili.

Avvocato attorno ai 40-45 anni

Attorno ai 40-45 anni si cominciano ad intravedere i primi frutti e c’è un piccolo balzo di stipendio: gli uomini possono raggiungere una remunerazione di 30.000 euro l’anno, mentre le donne, per la stessa cifra, devono mediamente aspettare altri 5 anni.

Avvocato attorno ai 45-49 anni

Un’altra crescita si ha attorno ai 45-49 anni, con gli uomini che iniziano a guadagnare anche circa 39.000 euro all’anno.

Avvocato tra 50 e 64 anni

La fascia di età tra i 50 ed i 64 anni è particolarmente interessante per un avvocato, con i suoi guadagni che salgono fino a 67.000 euro all’anno, circa.

Avvocato oltre i 65 anni

Solo dopo i 65 anni arrivano le somme di un tempo: 82.000 euro annui per gli uomini, ma solo 43.000 per le donne. Per di più le spese di gestione di uno studio sono aumentate negli ultimi anni, tra tasse in crescita e alcuni oneri obbligatori, come l’assicurazione o la consultazione banche dati telematiche. Le parcelle quindi hanno subito un rialzo, con la conseguenza che i potenziali clienti ricorrono sempre meno all’assistenza legale.

I numeri sin qui snocciolati sono una media nazionale, ma è interessante notare che, oltre alle disparità di genere, ve ne sono altre su base geografica. Come ci si può immaginare, al sud si guadagna la metà che al centro nord. Ciò è dovuto anche ad una più fitta presenza sul territorio dei professionisti forensi. Per rendere l’idea, basti pensare che al nord un avvocato può dichiarare anche 55.000 euro l’anno, e dunque il suo reddito può a ragione essere considerato alto; al centro si arriva ai 41.000, mentre al sud e isole le cifre piombano a 22.000 euro l’anno.

Guadagno avvocato civilista

La specializzazione di ogni avvocato si riflette sulla parcella, composta in modo differenziato per gli ambiti civile e penale.

Per quanto concerne il civile, si parla anzitutto di valore della causa, calcolato in base a quello della res litigiosa, ossia l’oggetto della controversia. Ad esempio, se in gioco c’è liquidità, il guadagno dell’avvocato civilista corrisponde alla somma da recuperare; se si tratta di immobili le cose si complicano, poiché occorre fare una stima del valore. Tutto ciò vale con una relativa flessibilità, poiché si tratta di un accordo pattuito tra avvocato e cliente.

Tuttavia non è sempre possibile raggiungere un accordo “oggettivo”: si pensi al caso in cui la controversia riguarda beni immateriali. In questo caso esistono specifiche tabelle che definiscono i parametri della corresponsione. Per farla breve, un avvocato non è libero di chiedere la somma che vuole, ma deve attenersi a precisi indicatori.

I fattori da tenere in considerazione riguardano non solo il valore della controversia ma anche la materia, il giudice adito, il numero dei rappresentati e l’oggettiva complessità della causa. Diciamo che una parcella per una causa di media complessità ammonta a circa 5.000 euro netti.

Guadagno avvocato penalista

Luogo comune vuole che i penalisti siano un po’ gli Zio Paperone degli avvocati. Nulla di più falso. Anzi, per una causa ordinaria in tribunale con composizione monocratica, la parcella si aggira attorno ai 3.500 euro, mentre sale di poche centinaia d’euro se il tribunale è in composizione collegiale, ma se il caso non è particolarmente complesso non si superano i 4.000 euro.

In realtà non è facile stabilire se guadagna di più un civilista o un penalista, non solo perché si occupano, usando parole povere, di “cose” diverse, ma perché la struttura in sé dei procedimenti è differente. Per esempio abbiamo visto che a parità di “difficoltà” un avvocato civilista sembrerebbe guadagnare di più, ma nelle tabelle dei parametri forensi dedicate alla materia penale sono previste retribuzioni anche per le indagini preliminari. Le investigazioni, ad esempio, vengono pagate ad un avvocato penale 2.000 euro, parcella che naturalmente non può spettare ad un civilista.

In definitiva ci sembra che non sussistano differenze sostanziali tra le due figure, quanto meno se parliamo di meri guadagni. Possiamo riassumere dicendo che, per incarichi ordinari, probabilmente il professionista del diritto civile può ambire a parcelle più alte, ma di contro l’avvocato penalista può comporre il proprio onorario in modo più libero.

Da valutare anche il fatto che in ambito penale c’è meno concorrenza, ma di certo anche meno casi su cui lavorare, proprio parlando in termini numerici.

Guadagno avvocato divorzista

Secondo le ultime informazioni, lo stipendio medio di un avvocato divorzista è molto calato negli ultimi anni.

Si è passati da una media di 54.000 € all’anno, ad uno stipendio oggi di circa 34.000 € (cioè circa 2.800€ al mese).

Secondo la cassa forense, il motivo principale è da ricercare nel numero eccessivo di avvocati divorzisti in Italia, cosa che ha ovviamente portato ad un calo dei prezzi per eccesso di offerta.

Guadagno avvocato amministrativista

Un settore sottovalutato ma estremamente redditizio è quello del diritto amministrativo. La richiesta di questa tipologia di avvocato è cresciuta a dismisura, soprattutto da parte di grandi studi legali internazionali.

In questo caso sono richieste ulteriori competenze in lingue straniere, capacità di collaborare con colleghi dell’ambito economico ed esperienza almeno biennale (meglio se all’estero).

Ad oggi sembra comunque la strada più remunerativa per chi sta compiendo studi di avvocatura o li ha appena terminati: il guadagno di un avvocato amministrativista arriva infatti fino al 30% in più rispetto a quello dei colleghi civilisti e penalisti. Sottolineiamo inoltre che, trattandosi spesso di lavoro presso ben noti studi di rilievo mondiale, già da subito si guadagnano cifre interessanti, e quasi mai ci si riduce a prestare la propria professionalità gratis.

Stipendio avvocato dello Stato

Abbiamo detto che nella stragrande maggioranza dei casi un avvocato lavora come libero professionista. In realtà però esiste anche la possibilità di lavorare come avvocati dipendenti dell’Avvocatura Generale dello Stato. In questo caso lo stipendio mensile si fa davvero molto interessante: quello base ammonta a 6.000 euro, equiparato a quello dei magistrati del TAR.

Per diventare Avvocato di Stato occorre essere iscritti all’Albo da almeno 6 anni e superare un concorso pubblico nel quale vengono messe alla prova conoscenze a abilità in ciascuno dei tre macro-settori dell’avvocatura: diritto civile, penale e amministrativo.

Si può inoltre diventare avvocati presso gli Enti Previdenziali, ossia Inps e Inail, e in questo caso lo stipendio è in linea con quanto prevede il quadro della PA, ossia 2.300 euro al mese di base.

Conviene diventare avvocato oggi?

Negli ultimi anni si è registrato un crollo delle iscrizioni alle facoltà di giurisprudenza. Un percorso accademico lungo (laurea magistrale a ciclo unico di 5 anni) e ricca di esami-scoglio su cui non pochi studenti si arenano. Per di più, alla fine di questo tortuoso percorso, non hai neppure il titolo di avvocato.

Non si tratta, infatti, di una laurea abilitante alla professione, ma occorre fare pratica forense presso un avvocato con almeno 5 anni di esperienza.

Il tirocinio deve durare 18 mesi, durante i quali occorre partecipare a 20 udienze del proprio dominus a semestre. Alternative a ciò sono le Scuole di Specializzazione, che consentono di ridurre la pratica a 12 mesi. Terminato questo periodo bisogna sostenere l’Esame di Stato abilitante alla professione, e solo dopo il superamento ci si potrà iscrivere all’Albo degli Avvocati presso l’Ordine di appartenenza.

CORSO PER DIVENTARE AVVOCATO
TRACCIA E SVOLGIMENTO

La strada della libera professione è particolarmente indicata per chi ha la possibilità di avere parenti o conoscenti titolari di studio che possano incanalare verso un pacchetto di clienti già ben avviato; viceversa farsi strada da soli è davvero difficile, soprattutto al sud Italia, ed entrare a far parte di associati significa, come si è visto, vedere ripagati i propri sacrifici solo in età più che adulta.

Ciò significa che per intraprendere questa carriera non è sufficiente la spinta di una motivazione economica, o per lo meno non lo è più da qualche decennio. Naturalmente avvocati affermati e con molti anni di carriera alle spalle possono contare su una buona schiera di clienti e sul passaparola, che si traducono in ghiotti profitti.

Viceversa, come abbiamo visto, la retribuzione è in effetti minima rispetto agli anni di studio e alla dura selezione praticata dallo Stato tramite l’Esame di abilitazione; per alcune categorie di avvocati, minima anche se rapportata alle responsabilità e alle ore di lavoro. In questo caso la decisione di diventare avvocato deve rispondere ad esigenze interne quali amore per il mondo della giurisprudenza e forte senso della legge e del vivere civile.