Cessione del quinto TFS: la guida completa

Guida completa alla cessione del quinto con il TFS come garanzia: chi la può ottenere? Che vantaggi ci sono? Conviene?
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La cessione del quinto TFS è una modalità di prestito sempre più richiesta dai pensionati (ma anche lavoratori con molti anni di carriera alle spalle).

Da un lato, come vedremo meglio, il TFS viene erogato, nella maggior parte dei casi, a rate distanziate l’una dall’altra di un anno; ciò determinata una dilazione non da poco, privando il pensionato di una cifra che gli potrebbe essere utile per mille e un progetto.

Dall’altro lato le alternative, come ad esempio i prestiti personali, sono spesso finalizzate, quindi necessità di giustificativi di spesa che possono essere percepiti come un’invasione della privacy. Senza contare che TAN e TAEG sono spesso alle stelle, e le rate rischiano di essere insostenibili.

Ecco perché la cessione del quinto TFS incontra il favore dei tanti pensionati, complici ulteriori vantaggi che passeremo subito ad analizzare: il TFS è una garanzia forte, essendo di competenza statale, e ciò consente all’istituto di potere offrire prestiti di elevata liquidità. Inoltre spesso le banche che si occupano di cessione del quinto TFS sono convenzionate con l’INPS, il che consente al pensionato di accedere a tassi di interesse agevolati e vantaggiosi.

Scopriamo subito in questa guida tutto ciò che c’è da sapere sulla cessione del quinto con TFS.

Cessione del quinto TFS: come funziona

Il prestito tramite cessione del quinto per ottenere un anticipo del proprio TFS è, al momento, la soluzione più agevole e rapida per avere la liquidità necessaria e affrontare senza stress le proprie spese. Come suggerisce il nome, si tratta di un rimborso con rate che non possono superare il quinto della pensione.

La cessione del quinto, in effetti, nient’altro è che una tipologia di prestito non finalizzato; ciò significa che non vengono richiesti giustificativi di spesa e, nella maggior parte dei casi, neppure lo storico patrimoniale, poiché è lo stesso TFS a fungere da garanzia. Gli unici documenti che vengono richiesti sono il cedolino della pensione e il CUD (ex modello unico).

I vantaggi di questo metodo sono almeno due: anzitutto gli importi erogabili dagli istituti di credito sono nettamente superiori rispetto a quelli concessi per i prestiti personali, proprio per via della forte garanzia costituita dalla buonuscita. In seconda istanza i tassi di interesse sono fissi per tutta la durata del prestito, e l’importo di ogni rata è costante. Va inoltre considerato che il quinto dovuto all’ente erogatore viene versato direttamente dall’INPS, sottraendolo in modo automatico da quanto maturato durante il servizio; in questo modo il pensionato è al riparo dal rischio di ritardi o dimenticanze, che come ben sappiamo generano more anche piuttosto salate.

Riguardo i tempi, di solito sono piuttosto veloci, possiamo fare una media che va da una a tre settimane se non ci sono contrattempi. In caso di ritardi per, ad esempio, problemi di documentazione, non si superano comunque le sei settimane.

Per il piano di ammortamento, va ricordato che non si può superare un rimborso spalmato in 10 anni; è chiaro che il numero delle rate dipende dall’età del pensionato (lo vedremo meglio tra poco), l’ammontare del prestito e della pensione in sé. Per piccole somme gli istituti bancari prevedono piani di ammortamento anche in 24 rate.

Cessione del quinto TFS: calcolo e importo delle rate

Parlando prima di documenti abbiamo tralasciato una “carta” fondamentale per richiedere la cessione del quinto, poiché merita qualche parola a sé. Stiamo parlando della cedibilità della pensione, ossia un’attestazione che la quota della pensione rimanente al netto della rata di prestito sia sufficiente per la sopravvivenza.

Si tratta cioè di garantire al pensionato una soglia minima di vivibilità, calcolata ogni anno sulla base della pensione minima: per il 2019 è stata fissata a 513,01 euro. La comunicazione della cedibilità della pensione può essere richiesta presso qualunque sede INPS e portata poi alla banca presso cui si fa richiesta. Se si sceglie invece un istituto convenzionato con l’INPS, sarà la banca stessa a prelevare il dato dal database dell’ente previdenziale.

Approfondimenti: prestiti INPS con pensione minima

Alla luce di ciò è chiaro come l’importo delle rate vada calcolato caso per caso, ma facciamo un esempio utile. Anzitutto il quinto si riferisce alla pensione al netto delle ritenute fiscali. Poniamo il caso di un netto di 900 euro: il quinto, che è poi il 20%, è di 180 euro, e questa è la quota massima di rimborso che il pensionato potrà pagare. Inoltre rimarrebbero 720 euro netti di pensione, superiori alla soglia minima di vivibilità, il che consente la fattibilità del prestito.

Se però la pensione netta è di 600 euro, la rata del quinto ammonta a 120 euro, il che corrisponde ad un residuo di 480 euro, inferiore alla soglia minima di cui sopra. In questo caso, quindi, un pensionato deve rinunciare a questa possibilità?

Sì e no, nel senso che come abbiamo già sottolineato le politiche degli istituti di credito sono piuttosto variabili; è possibile trovare un accordo per cui la rata sia inferiore al 20%, calcolata nella misura in cui possa consentire al pensionato una somma residuale dignitosa. Naturalmente ciò equivale ad un allungamento dei tempi di ammortamento, valutabili in relazione all’età del richiedente.

In estrema sintesi, la variabilità delle casistiche fa sì che, nonostante la legge sia chiara e univoca, possano esserci eccezioni ed escamotage (ovviamente legali!) per beneficiare del prestito mediante cessione del quinto.

Cessione del quinto TFS: chi può richiederla

È bene specificare che la possibilità di ottenere un prestito con cessione del quinto interessa la stragrande maggioranza dei pensionati pubblici, ma con qualche eccezione.

In primis gli invalidi civili e tutti coloro che sono beneficiari di pensioni sociali e di inabilità, assegni familiari o di sostegno al reddito sono esclusi dalla possibilità di far richiesta. Inoltre, in caso di pensione cointestata, si può inoltrare domanda solo per quanto concerne la quota intestata al pensionato, lasciando intatta la parte dell’altro. In questo caso gli importi potrebbero essere inferiori alla media.

Altra condizione di non fattibilità della cessione del quinto riguarda i soggetti esplicitati nell’art. 4 della legge 92/2012, cioè i lavoratori che hanno ricevuto un incentivo all’esodo tramite accordo aziendale o sindacale.

Naturalmente poi ogni istituto di credito ha un proprio regolamento e vincoli piuttosto variabili, dunque suggeriamo di valutare più preventivi prima di firmare il contratto. Uno dei fattori su cui si riscontra meno uniformità è l’età; alcune banche concedono prestiti con cessione del quinto fino a 85 anni, intendendo con ciò il limite massimo entro cui si deve portare a termine il rimborso. Valutiamo una media generica più o meno tra i 75 e gli 80 anni, ma appunto sussistono non pochi casi in cui tali barriere possono venire spostate più in là.

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