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I prestiti personali INPS sono finanziamenti concessi a dipendenti e pensionati, sia del settore pubblico che di quello privato. In quanto tali, possono venire rimborsati con la cessione del quinto, ovvero con una rata mensile che viene detratta dallo stipendio o dalla pensione netta e che può arrivare al massimo a 1/5 dell’emolumento mensile.

Anche nel 2024 è uno dei prestiti personali che vengono richiesti per la maggior parte delle volte, e che le società finanziarie e le banche concedono molto volentieri (data la sicurezza della posizione lavorativa / pensionistica del richiedente).

Continua a leggere per avere maggiori informazioni sui prestiti INPS, mentre se ti interessano le migliori offerte di mercato le trovi nella tabella qui sotto.

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Tipologie di finanziamenti

Ad oggi le proposte di prestiti e piccoli prestiti dell’INPS sono 7 in totale, come segue:

  • Piccolo prestito per i Dipendenti Pubblici, concesso a tutti i dipendenti del settore pubblico che sono iscritti presso la Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (il Fondo Credito). Alcuni esempi possono essere i militari (forze armate) o i dipendenti ministeriali (scuola e università);
  • Prestiti pluriennali Gestione Dipendenti Pubblici, come il finanziamento di sopra, viene riservato a chi è iscritto presso la Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, ma a differenza di esso ha una durata di rimborso maggiore (essendo, appunto, pluriennale);
  • Prestiti pluriennali garantiti Gestione Dipendenti Pubblici, pensati e riservati ai dipendenti iscritti alla gestione ex Inpdap;
  • Piccolo prestito Gestione Magistrale, pensato per tutti coloro che sono iscritti presso la Gestione magistrale;
  • Piccolo prestito Gestione Fondi Gruppo Poste italiane, in questo caso sono dei finanziamenti agevolati riservati ai dipendenti di Poste Italiane Spa e di tutte le società ad essa collegate;
  • Prestiti pluriennali Gestione Fondi Gruppo Poste italiane, esattamente come il finanziamento appena sopra, con la differenza che ha una durata maggiore (per più anni);
  • Prestiti ai pensionati, riservati a tutti i pensionati, indipendentemente dal lavoro svolto precedentemente.

Prestiti INPS per dipendenti pubblici

I finanziamenti concessi ai dipendenti pubblici sono di competenza dell’INPS a partire dal 1 gennaio 2012, quando l’INPDAP (ente che si occupava della gestione pensionistica degli stipendiati pubblici) è stata chiusa e tutte le sue funzioni sono state accorpate all’interno dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

Nonostante questo, ancora oggi tanti si riferiscono ai prestiti per dipendenti pubblici chiamandoli prestiti INPDAP, anche se al massimo sarebbe più corretto dire “ex-INPDAP”.

Tuttavia, la caratteristica principale di questi prestiti è che sono concessi a tasso agevolato, sono emessi direttamente dall’INPS e vengono finanziati tramite il Fondo Credito o tramite delle banche convenzionate.

La rata mensile da rimborsare è fissa per tutta la durata del finanziamento, che può arrivare fino a 120 mesi, ovvero 10 anni: questo permette di organizzare tranquillamente il proprio budget mensile anche in considerazione di tutte le altre spese che si hanno.

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Prestiti Inps per dipendenti privati

Per chi lavora in un’azienda privata potrebbe non essere sempre così semplice come si pensa riuscire ad ottenere un prestito INPS con cessione del quinto.

Le variabili che una banca e una società finanziaria valutano al momento della richiesta sono davvero tante e i problemi legati alla richiesta di un prestito personale potrebbero essere tanti:

  • di solito è necessaria un’anzianità lavorativa minima di 6 mesi, soprattutto se la somma da richiedere è superiore a 10.000 € . Il concetto base è che più alto è l’importo richiesto del prestito INPS, maggiori sono le garanzie che la banca o la finanziaria chiedono;
  • è difficile ottenere prestiti da parte di neoassunti e da dipendenti a tempo determinato, tranne se si fa richiesta di piccoli prestiti fino a 5.000 €;
  • sono fondamentali le dimensioni dell’azienda presso cui si lavora: se è piccola potrebbero esserci molti più problemi nell’ottenimento di un prestito, mentre se è una SPA o una multinazionale, di solito non ci sono problemi.

Per approfondire, ti invitiamo a leggere il nostro testo sui prestiti per dipendenti di piccole aziende.

Prestiti Inps per pensionati

E’ molto più semplice richiedere dei prestiti INPS per pensionati dato che la garanzia offerta (la pensione, appunto) è molto forte.

La rata mensile viene trattenuta dall’INPS stessa e versata alla società finanziaria.

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Solo due sono le accortezze da tenere a mente, che affrontiamo qui sotto.

L’età del richiedente: fino a 75, 80 o 90 anni

A seconda della società finanziaria e della banca a cui ci si rivolge è possibile sottoscrivere dei prestiti la cui età massima al momento del pagamento dell’ultima rata cambia.

Diciamo che il 100% degli istituti di credito permette di fare domanda se, al pagamento dell’ultima rata, non si saranno ancora compiuti 75 anni.

Alcune finanziarie consentono di arrivare anche fino a 80 anni, altre ancora fino a 90. C’è da dire, ad onor del vero, che è molto difficile trovare finanziarie disposte a concedere prestiti a persone che avranno più di 80 al pagamento dell’ultima rata, e anche se ce ne fossero bisogna considerare che i tassi di interesse applicati saranno abbastanza alti (ma sempre sotto la soglia di usura, ovviamente) per far fronte al maggior rischio che la finanziaria corre.

La pensione minima

Abbiamo anticipato che la differenza tra la pensione netta e l’importo della rata mensile non deve mai essere inferiore alla pensione minima stabilita per legge.

Per il 2024, la minima è di 563,74 euro al mese (+7,3% rispetto allo scorso anno).

Facciamo un esempio per chiarire il concetto.

  • Pensione netta: 1.000 €
  • Importo della rata mensile: 200 €
  • Differenza tra pensione netta e rata mensile: 800 €

In questo caso è possibile pagare una rata mensile di 200 € perché l’importo della differenza tra pensione netta e rata mensile è maggiore alla minima.

Ecco, invece, un altro esempio.

  • Pensione netta: 600 €
  • Importo della rata mensile: 120 €
  • Differenza tra pensione netta e rata mensile: 480 €

In questo caso la differenza tra pensione netta e rata mensile è inferiore alla minima. Che cosa succede? Semplicemente, l’importo della rata mensile viene “adeguato” per far sì che la differenza di cui abbiamo parlato prima sia pari alla pensione minima.

Nel nostro esempio la rata mensile sarebbe di 600 € (pensione netta) – 563,74 € (pensione minima) = 36,26 € (rata mensile che si può pagare).

Per cattivi pagatori e pensionati

Solitamente i prestiti INPS vengono concessi anche ai cattivi pagatori e ai protestati. Il ragionamento dietro questa possibilità per capire perché è semplice.

Se pensiamo che i prestiti agevolati INPS sono concessi ai dipendenti e ai pensionati, e che tra i dipendenti sono più agevolati quelli pubblici e quelli privati di grandi aziende, capiamo anche che la garanzia dello stipendio o della pensione è forte.

C’è un rischio davvero minimo che il richiedente si trovi, di punto in bianco, senza stipendio o senza pensione: nel primo caso dovrebbe fallire l’azienda presso cui lavora (che nel caso degli enti pubblici è praticamente impossibile perché dovrebbe fallire lo Stato, mentre è molto difficile per un’impresa privata), nel secondo l’INPS non dovrebbe più essere in grado di pagare le pensioni.

Tutti questi ragionamenti, spingono gli istituti di credito a finanziare senza problemi anche chi ha avuto dei disguidi monetari in passato.

L’unica limitazione del caso potrebbe essere dei prestiti con cambiali, ma semplicemente per il fatto che l’INPS non prevede questo tipo di garanzia tra le sue alternative.

Prestiti INPS per i disoccupati e assunti a tempo determinato

La situazione diventa più difficile nel caso in cui la richiesta venga fatta da chi è senza lavoro o da un dipendente a tempo determinato.

Nel primo caso (disoccupati), l’ente pensionistico italiano mette a disposizione il cosiddetto prestito ASpI, ovvero pensato per chi ricevete questo tipo di indennità e intendono avviare un’attività imprenditoriale.

Sono sempre e comunque piccole somme, perché si parla solo ed esclusivamente della possibilità di ricevere, tutta in anticipo, tale indennità, ma comunque tale importo potrebbe essere sufficiente per aprire un’impresa.

Nel secondo caso (tempo determinato), invece, i prestiti possono essere ottenuti ma solo a condizione che la durata di rimborso sia pari o inferiore a quella residua del contratto di lavoro.

Questo limita ovviamente la somma massima che si può ottenere in prestito, ma ne parliamo meglio nel nostro articolo dedicato.

Prestiti INPS: le conclusioni

Che sia per dipendenti o per pensionati poco cambia in termini di tassi di interesse applicati al credito: sono sempre molto vantaggiosi rispetto ai prestiti personali che vengono richiesti dagli autonomi e spesso possono venire richiesti anche da cattivi pagatori e da protestati, oltre che dai neoassunti e da chi ha un contratto a tempo determinato (benché siano presenti alcune limitazioni).

Possono essere usati per acquistare un auto, per aiutare un figlio, per fare un viaggio, per acquistare un iPhone, per aprire un’attività o qualunque altra cosa che ci venga in mente, perché sono dei prestiti non finalizzati, per questo motivo possono essere richiesti senza dover fornire alcuna spiegazione in merito al cosa si vuole fare con quel denaro.

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